Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti per Corti 2011 “Mille parole, nessuna parola ed una mazza da baseball” di Gabrio Ciliani

Categoria: Premio Racconti per Corti 2011

E’ sera tarda, in un anonimo paese di provincia. In camera sua, un ragazzo, appena maggiorenne, è seduto ai piedi del letto, fissando lo schermo di un televisore acceso. In TV un inviato, non riuscendo a nascondere una vena di falsità, domanda con aria “affranta” ad una donna sulla cinquantina dal volto sciupato se le mancherà la giovane figlia uccisa, Elissa; prima di sentire la risposta, il ragazzo cambia canale, per scoprire una scena analoga, per poi ripetere il gesto più e più volte, trovando servizi sulla ragazza morta dove si può percepire una morbosa attenzione per i dettagli della sua vita privata e del suo assassinio e la già percepita falsità. Il ragazzo, che pare totalmente indifferente a quanto visto, sta per spegnere la TV, quando scorge un movimento dietro la tenda della portafinestra della camera, che da su di un balconcino. Apre la porta ed esce con grande tranquillità, per poi essere bruscamente afferrato per le spalle da un’ombra apparsa alla sua sinistra. Il ragazzo non si scompone, mentre l’ombra si rivela essere un uomo il cui volto è coperto da una maschera bianca e liscia, caratterizzata unicamente da due ampi fori per permettere la vista agli occhi, che tuttavia rimangono nell’ombra. L’incappucciato incredibilmente agitato, dopo aver lasciato il ragazzo, indica un punto lontano sulla strada dove, nonostante la distanza, è chiaramente visibile una massa informe di giornalisti, curiosi e poliziotti. L’incappucciato scuote la testa scompostamente ed emette una cupa risata appena udibile, per poi chiedere scusa al ragazzo. 

E’ passata una settimana, siamo in piena mattinata, in una classe scolastica adibita a sportello di ascolto psicologico. Una giovanissima psicologa chiede al ragazzo se prova paura per “l’incappucciato” che è stato avvistato più volte nei dintorni della sua abitazione; il ragazzo stringe le spalle e, con sarcasmo appena percettibile, dice che dovrebbero esserne più preoccupati i giornalisti che sono stati presi a mazzate. La dottoressa sorride con amarezza, per poi chiedere al paziente come sta affrontando la morte di Elissa. Il ragazzo, con quasi totale inespressività, chiede alla psicologa di “smetterla con le stronzate”, ricordandole che i suoi tentativi di farlo “aprire” non serviranno a curare una forma di alessitimia dovuta ad una disfunzione del sistema nervoso e che, ovviamente, non è assolutamente in grado di rispondere alle domande riguardanti qualsiasi sentimento legato alla ragazza. La psicologa cerca di convincere il ragazzo, già nell’atto di uscire, a non lasciare la stanza. Prima di chiudersi la porta alle spalle, il ragazzo puntualizza come Elissa non fosse in nessun modo la sua ragazza, differentemente da quanto dicono i giornalisti, per poi far presente alla donna che non sarebbe tornato, qualsiasi fossero le preoccupazioni del preside. 

Altre due settimane passano, ora siamo nuovamente in tarda serata, in un vicolo buio. L’incappucciato sta picchiando con una mazza da baseball il giornalista che aveva posto alla madre di Elissa l’infame domanda. Il giornalista cerca di parlare in sua discolpa, ma l’aggressore non lo ascolta e continua a percuoterlo ferocemente, accusandolo di “mangiare sui cadaveri”; un rumore di passi veloci arriva alle orecchie del picchiatore, che si dilegua. Raggiunta una zona sicura quasi totalmente buia, il picchiatore si accascia scivolando lungo una parete ed esplode in un pianto disperato, percepibile nonostante la maschera, che viene tolta rivelando il viso di un ventenne; nella mente del picchiatore rivivono immagini del suo vissuto: Ora è inginocchiato davanti al cadavere di una ragazza, con le mani sporche di sangue, nell’atto di chiedere ripetutamente scusa; ora è appena entrato in una centrale di polizia, e ammette urlando di aver ucciso Elissa; ora, in un ufficio della stessa centrale, un poliziotto dice al neo-costituito che a nessuno importa la storia di un ragazzino pazzoide e che è quindi più redditizio per tutti vendere un’altra storia più “sconvolgente”, magari con un padre assassino in mezzo, e se il citato ragazzino pazzoide avesse intenzione di insistere al fine di smentirla, potrebbe avere qualche altra morte sulla coscienza. Dalle tenebre appare un uomo nella stessa tenuta dell’incappucciato, che gli chiede con voce gelida se “quella” fosse la redenzione che cercava. Altre immagini balenano nella mente del primo incappucciato: sta chiedendo, in lacrime, la possibilità di unirsi al secondo, che lo sta guardando da dietro la sua maschera, per trovare redenzione. Quello che si è rivelato essere l’incappucciato originale, ammette al collega di averlo sfruttato per creare alibi e per avere “più muscoli”: non c’è redenzione nel picchiare degli sciacalli. L’uomo accasciato, disperato, chiede al capo perchè lo faccia; quest’ultimo scopre anch’esso il volto, che si rivela essere quello dell’alessitimico e, sorridendo appena, risponde in modo criptico: “mille parole per descrivere il vuoto, nessuna parola per descrivere il caos. Riesco a provare distintamente solo il fastidio; ciò che faccio è sfogo per me e punizione per loro”. L’alessitimico si allontana, mentre l’assassino in lacrime si avvicina un coltello alla gola. Dopo poco, nel buio rimangono solo il rumore sordo del legno sulle ossa e le urla di un uomo.

Loading

2 commenti »

  1. L’atteggiamento dei mezzi di informazione di morbosa curiosità e ricerca di particolari a tutti i costi è quanto mai attuale. Più l’omicidio è efferato, a tratti perverso ed avvolto di mistero, più fa notizia. Inquietante, ma realistico.

    Se ti va mi daresti un tuo parere sul mio racconto “Mi manca anche la testa” ? Alessandro Musella

  2. Grazie per il commento. Credo possa essere inquietante proprio perchè, allo stato attuale delle cose, potrebbero essere eventi quasi (mi aggrappo a questo “quasi”) plausibili. Mi renderebbe realmente più felice un “surreale”!

    Commenterò volentieri il tuo scritto.

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.