Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti per Corti 2011 “Mi manca anche la testa” di Alessandro Musella

Categoria: Premio Racconti per Corti 2011

«E guarda avanti quando spingi!»

«Sì, signor Roling»

«Rœling,con la o e la e assieme, te l’ho detto mille volte!»

«Ha ragione, ma io ci provo»

«Lascia stare e fai attenzione alle cacche dei cani che qui è pieno. Maledetti cani e padroni. Dovrebbero fare un quartiere solo per loro, così ci annegano.»

«È vero»

«Ma cosa ne sai te, che al massimo ti pulisci la suola della scarpa sul primo zerbino che ti capita. A me se la prendo con la ruota e non me ne accorgo mi finisce sulla mano.»

Anna,mantenendo la presa sulle maniglie scivolose di sudore,spostò leggermente il capo da un lato a guardare la ruota bianca della carrozzella. Si immaginò la scena delle feci, ma il pensiero le diede fastidio e lo allontanò subito.

«Le va se andiamo a prendere un bel gelato?» chiese la ragazza.

«Ma va, ci sarà la solita calca di gente. Fanno tutti le stesse cose come caproni. E tu non pensare di usare me per saltare la fila»

«Ma, veramente … »

«Veramente lo so che c’hai pensato.»

Anna lasciò cadere, ormai era abituata. Dopo qualche metro propose nuovamente con voce sorridente

«Allora prendiamo un cornetto al bar, che non c’è coda»

«Non mi piacciono i gelati confezionati, schifezze industriali. Portami via subito piuttosto, che sono già stufo. Sono mesi che mi porti in giro e andiamo sempre negli stessi posti.»

«D’accordo.»

Anna inspirò trattenendo il fiato per qualche secondo per poi lasciarlo uscire velocemente dalle narici, dopodiché ruotò la carrozzella e tornò verso casa del Sig. Rœling.

Il giorno seguente, il campanello di casa Rœling strillò di buon mattino.

«Entra, è aperto.»

«È permesso?»

«Ma certo, sono qui da solo, che razza di domande…»

«Buongiorno Sig. Rœling, è pronto per la passeggiata?» chiese Anna

«Ascolta, c’è una novità.»

«Mi dica» disse la ragazza avvicinandosi all’uomo.

Poi posò la borsa sul pianale della cucina, scostò una sedia dal tavolino dove era seduto il Sig. Rœling e si sedette anche lei infilando le mani tra le cosce.

«Da domani non voglio più aiuto, puoi startene a casa.» decretò l’uomo guardando accigliato verso la porta.

«In che senso?»

«Non ci sono sensi, non venire più che non ho bisogno. Anzi, guarda, puoi andartene anche adesso, tanto oggi non mi va di uscire»

Anna rimase basita.

«Guardi che se è per il giro, stamattina volevo proporle di andare…»

«No no, non voglio più nessuno e basta» la interruppe Rœling «Vai pure.»

Anna si alzò, rimise a posto la sedia e uscì senza dire una parola.

Non trascorsero due minuti che l’uomo udì un cellulare. Si guardò in giro e vide la borsa di Anna sul pianale della cucina.

Il suono cessò, ma dopo pochi secondi l’apparecchio riprese a squillare nuovamente.

Estrasse il telefonino dalla borsetta, premette il tasto di risposta e portò il cellulare all’orecchio, ma senza dire nulla.

«Anna?!? Annaaa!?!». Era una giovane voce femminile. Lui non fiatò.

«Anna, è inutile che non rispondi, tanto lo so che sei lì.

Sono mesi che ti chiamo e non puoi mai venire! E questo sabato no e l’altro sabato no e domani sera non posso e stamattina mi scrivi che non ci sei, Anna mi sono rotta!»

Era un fiume in piena.

«… Tu lo sai, sei la mia migliore amica, ma io lavoro tutta la settimana e nel tempo libero voglio svagarmi, andare in centro, divertirmi, voglio vivere.

Tu fai come ti pare, non dico niente, però non butto via i giorni dietro a te!»

L’ondata si placò.

«Anna? Anna, ci sei?»

«Sono il padre.» mentì Rœling.

«Oddio, mi scusi!»

«La prossima volta si accerti»

«Ha ragione, è che ero incavolata»

«Me ne sono accorto. Cosa le ha fatto?»

«Niente, questo è il punto. Pensa solo a portare a spasso un vecchietto. Per carità, lui avrà anche bisogno, ma la sua vita a un certo punto se l’è fatta, Anna no»

«E perché non lo lascia stare?»

«Ma che ne so… dice che per lei è una cosa importante…»

Rœling riagganciò. Premette il pulsante e spense il telefono.

D’improvviso riprovò una sensazione identica a quella che aveva sentito una volta, da ragazzino. Una notte, dopo aver cacciato sua madre accusandola di non avere i soldi per curarlo, la sentì singhiozzare e, sbirciando dalla sua cameretta, la vide in cucina reggersi in piedi a stento mentre stirava i panni per una signora. Così le si spinse vicino a fatica e piangendo le disse

«Non ho le gambe, ma, a volte, mi manca anche la testa».

Ma mentre era ancora accanto alla madre, il suono del campanello lo fece ripiombare nel cucinotto.

«Chi è?» disse l’uomo rimettendo a posto il telefono.

«Mi perdoni, devo aver dimenticato la borsa»

Era la voce di Anna.

Il Sig. Rœling prese la borsetta e si spinse a mano verso la porta. Aprì e le allungò la borsa guardandosi le gambe.

«Grazie mille.» disse Anna.

«Non hai detto che stamattina volevi portarmi in un posto diverso? Cosa aspetti? Ecco le chiavi, chiudi e andiamo»

«Ma…Signor Rœling…come mai?»

«Non ho le gambe, ma, a volte, mi manca anche la testa»

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10 commenti »

  1. Interessante la scelta narrativa con ampio utilizzo dei dialoghi. Complimenti per la storia e per essere riuscito ad evitare retorica e banalità (cosa non facile visto il tema). Veramente notevole

    Se ti va dai una letta anche alla mia seconda storia “La seconda nascita” di Joa Bastianelli.

  2. Nel racconto traspare tutta la rabbia dell’uomo consapevole della sua condizione ma che non vuole essere compatito e pertanto si dimostra duro e adirato con il mondo.
    Piacevole sorpresa  il cambiamento interiore del protagonista. Argomento toccante trattato con delicatezza e originalità.

  3. Racconto struggente e ben scritto che invita a riflettere sull’importanza di sapere instaurare con gli altri un legame affettivo profondo. Il protagonista riuscirà a superare i limiti fisici e psicologici impostigli dalla sua condizione solo quando deciderà di accettare di essere amato e, soprattutto, di amare. Il Signor Roeling non ha gambe, “gli manca la testa”, ma ha un cuore. Grande. Che gli consentirà di oltrepassare ogni ostacolo. Perché gli affetti sono davvero ciò che dà un senso alla nostra vita.

  4. Racconto delicato ed efficace dato il tema trattato. Ho apprezzato molto la modalità di introduzione dei personaggi attraverso i soli dialoghi: incuriosisce e coinvolge il lettore.

  5. Un protagonista col cuore indurito per via del suo precoce handicap, concentrato solo sulla sua sfortuna e sul suo malessere fisico e psicologico, sta per ripetere lo stesso errore del passato che gli impedirebbe di capire che forse non tutti nella sua vita sono disinteressati a lui. In questo caso, però ci pensa……il caso a mettere le cose a posto. Interessante perchè raccontato anche dal punto di vista di chi assiste a cui,nell’ espletare una mansione che tanti non svolgerebbero, può anche capitare di affezionarsi.

  6. Ottiimo, piacevole e convincente. Si direbbe che hai vissuto realmente la scena sapendola vedere nella sua completezza e la sai riproporre al lettore coinvolgendolo e rendendolo partecipe.

  7. grazie per il tuo commento al mio soggetto.
    ho letto il tuo racconto e mi è piaciuto…non saprei che altro dirti dato che io non scrivo racconti (non ne sarei capace…) ma soggetti e sceneggiature in cui quello che conta è più la struttura della storia e le descrizioni di quello che i personaggi fanno e dicono. dal punto di vista della prosa non ho pretese dato che la maggior parte di racconti qui postati sono scritti meglio di quanto io sappia fare. credo che in molti casi questo può essere un handicap però, dato che molte cose come pensieri o divagazioni belle da leggere poi non possono essere rese “visivamente” in un cortometraggio dove contano le immagini.
    no è il caso del tuo racconto che mi sembra realizzabilissimo e molto diretto dato il molto dialogo, e con una storia che funziona.
    forse l’unica cosa che “perderebbe” un pò nel corto rispetto al racconto è l’inizio, dato che in prosa non capiamo perchè lei stia spingendo (lo si può intuire ma non vedendolo rimane in “sospeso ed è bello), nel film lo si vedrebbe subito….
    ma in fondo è solo un piccolo dettaglio.
    altro non saprei dirti!
    ciao

  8. Grazie dei commenti.
    A saraf, Alessandra e Franco un grazie particolare per aver compreso a pieno il messaggio. La scelta del tema é dedicata al 2011 che é l’Anno Europeo del Volontariato, volevo ricordare il grande impegno e sacrificio di chi quotidianamente presta la propria opera per il prossimo senza alcun compenso, ma solo per la propria gratificazione e appagamento interiori, guardandoli peró con gli occhi di chi é assistito.

  9. Ti ringrazio per aver letto il mio corto e per i commenti fatti, li ho molto apprezzati…Anche a me è piaciuto il punto di vista adottato nel tuo lavoro, che non scade nel pietismo, ma anzi fa riflettere su quanto sia difficile aiutare, ma soprattutto lasciarsi aiutare! Secondo me, alcuni passaggi sono troppo mentali, ma sono sicura che sia possibile renderli in qualche modo. Grazie mille ancora e in bocca al lupo.

  10. Ti ringrazio del mio commento al mio soggetto. Mi hai invitato a leggere il tuo racconto per via della somiglianza del tema scelto. Posso dire che il mio punto di vista era, per così dire, esistenziale, mentre il tuo è, a mio parere, drammatico (nel senso proprio del termine, s’intende). Credo che ogni storia, per essere raccontata, debba avere un senso compiuto, ed è quello che ho ritrovato leggendo la tua, chiaro e definito. Se poi la storia è anche originale, come in questo caso, è ancora meglio. La forma, sempre a mio parere, la definirei ” ibrida” e per questo mi lascia un po’ perplesso: mescola dialoghi liberi tra i personaggi a interventi onniscienti del narratore che sanno più di didascalie da soggetto cinematografico e che per questo non danno un valore aggiunto al senso della storia. Potrebbero essere arricchiti, in modo che non facciano soltanto vedere, ma anche pensare, fantasticare, immaginare. Che è poi lo scarto che separa l’arte (difficilissima) del racconto dall’arte del pensare per immagini.

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