Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2024 “Sete” di Monica Gizzi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024

E’ che bisogna che stia attenta a non farmi scoprire, a chi lo racconto io? E se mi prendono per pazza?

Succede sempre ogni volta che vado a letto e chiudo gli occhi: eccolo che ritorna, tutte le notti. Oh sì, all’inizio è stato tremendo, tenevo sempre accesa la luce della piccola lampada fumè sul comodino accanto a me. Ma poi anche quella gli dà fastidio e, se non dorme, diventa scontroso. Quando gliene parlo di quello che vedo tutte le notti, mi guarda con due occhi sbarrati e con il gesto della mano  spazza via da sé un’idea da sbattere subito fuori dalla sua porta. E quasi mi arriva in faccia l’aria che Franco sposta con quella mano tutta d’un pezzo quando l’accompagna per dirmi:

”Ma che fesserie stai dicendo!? E’ solo la tua fantasia!”.

“Ti dico che lo vedo e mi fissa”.- ho risposto a mio marito con quella stessa incredulità che provo io quando mi accade di incontrare quella figura misteriosa. 

“Ma chi? Tu sei fissata, sono solo le tue fissazioni. E spegni quella luce che non riesco a dormire“!

E io resto aggrappata con le mani al bordo della coperta allungata sino al mento e di nuovo compare lì fisso, davanti ai piedi del letto con un’espressione uguale alla volta precedente, uno solo, ma cosa vuole da me? Apro subito gli occhi e anche se è buio, forse interrompo un flusso di corrente tra me e lui, e lui lo sa. Ecco non c’è più, forse mi lascerà in pace almeno nelle prime ore del mattino quando inizierà a filtrare un po’ di luce tra i tratteggi delle serrande della camera. Perché lui, mi appare solo quando è  buio del tutto e se ne rimane lì impalato a fissarmi. Sento arrivarmi un’ansia che mi incita a prendere tanta più  aria dal naso, ma non basta per spezzare quel contatto profondo con un perfetto sconosciuto. Forse adesso che scrivo sarà lui a muovere la mia mano e quell’unico occhio che mi guarda, ho persino paura di vederlo spuntare tra gli spazi vuoti del foglio.

Da quella prima volta che mi è apparso, ho preso l’abitudine di tenere nel cassetto una penna in mezzo a un quadernetto a quadretti per scrivere i sogni. Ma quelli non sono più arrivati. Un giorno ho letto su una rivista che l’atto del pettinarsi i capelli favorisce il sonno e così ho posato sul comodino anche un pettine di legno a denti larghi. Franco, quando lo ha visto, prima di sdraiarsi sul letto mi ha chiesto sospettoso:

“A cosa ti serve un pettine in camera?”

“A fare quei bei sogni che una vita fa facevo”- gli ho risposto esitando un po’.

“A che serve sognare se non ti manca niente?!”- mi ha freddato senza attendersi di ritorno nessuna risposta da parte mia e, subito dopo, si è girato sul fianco. Poi, durante la notte, mi è venuta un’arsura in tutto il corpo e un desiderio di spegnerla. Alla fine, si è asciugata la gola lasciandomi una sete profonda. Ancora adesso a distanza di anni, nemmeno più l’acqua basta per togliermela via.

A volte mi è sembrato di sentirmelo addosso anche di giorno, quando ero sola, ma è stato come un soffio di un passo veloce dal contorno fumoso che si è  voltato di scatto verso la porta d’entrata. Anch’io sono stata assalita dalla stessa frenesia di andarmene  da quella casa, ma sono restata immobile a dirmi che avevo visto male; forse erano solo i miei occhi che si staccavano dal corpo ed entravano in quello di un altro. Gli ho detto:

 “Chi sei? Cosa vuoi da me?”.

A pensarci bene, non somiglia nemmeno a zi Mo’. Quando ero bambina, nel pieno sole di un pomeriggio di giugno, lui se ne stava seduto sul muricciolo all’ombra del grande albero dai fichi neri di casa mia. Mi aveva guardato in silenzio mentre si portava alla bocca la sua sigaretta spenta, avvolta in foglie di tabacco. Se le era  prima portate alle labbra umettate per poi farne un rotolino da rigirarsi tra le dita spesse. Quella volta non avevo avuto paura. L’avevo visto solo io, perché per tutti gli altri, mia madre compresa, era di per certo già morto e sepolto da almeno due settimane.

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