Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2024 “Fuori dal Gioco” di Mariangela Ciavarella

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024

A mio figlio

                                                                                           il mio game player preferito

Comodamente seduto sulla poltrona da gamer, quando scoccano le 15:00, puntuale come un orologio svizzero, Brando accende la consolle e si collega on line con i suoi amici per giocare a War of Angels.

Brando: «Bella raga! Ci siete?».

Arturo: «Bella brò! Sì!».

Michy: «Anch’io!».

Arturo: «Avete visto le nuove armi di questa settimana?».

Michy: «Certo che sì! Vi accorgerete subito quanto sono forte! Hehe!».

Arturo: «Ma smettila!».

Brando: «Anch’io ho equipaggiato il mio Sam con nuove armi! Sono diventato praticamente invincibile!».

Micky: «Lo vedremo!».

Ha inizio una partita all’ultimo sangue che vede Brando vincitore.

Brando: «Siii!».

Arturo: «Sei stato solo fortunato! Facciamone subito un’altra!».

Brando va nell’inventario per cambiare arma e tra uno strumento di carneficina e l’altro compare l’icona di un libro che lampeggia, ne resta perplesso.

Brando: «Raga ma cos’è questa icona con un libro che si accende e spegne compulsivamente?».

Michy: «L’icona di un libro? Ma nel mio inventario non c’è!».

Arturo: «Neanche nel mio!».

Brando: «Ma come?».

Il ragazzo prova a cliccare sull’icona per vedere se accade qualcosa e infatti, succede l’inverosimile. Sam, l’eroe del gioco personalizzato in ogni minimo dettaglio da Brando, non segue più i suoi comandi. Si muove in totale autonomia con un libro in mano e gli accenna un saluto da lontano, Brando frastornato dice: «Raga, ma cosa sta succedendo ai personaggi? Il mio si muove per i fatti suoi!».

Sam si avvicina allo schermo e, in primo piano, mai visto ad una distanza così ravvicinata, dice: «Ragazzo, ragazzo mi senti?».

Brando resta di sasso.

«Ragazzo, ascoltami!».

Brando nel panico dice: «Raga c’è un bug nel mio gioco, Sam parla e si muove come non l’ho mai visto sino ad ora!».

Sam: «Ragazzo è inutile che continui a parlare con i tuoi amici, sei off line da quando hai cliccato sull’icona del libro!».

Brando: «Non è possibile! Tu non sei reale!».

Sam: «Lo so, lo so! Ma vorrei tanto esserlo! Mi aiuteresti a diventare reale?».

Brando: «Cosa?».

Sam: «Adesso ti spiego tutto! Ma prima devo mandarti il libro!».

Brando: «Mandarmi il libro?».

Sam: «Spostati!».

Sam da dentro lo schermo, lancia sulla scrivania un libro che cambia repentinamente forma e aspetto in mille modi possibili. Diventa un tomo enciclopedico con rifiniture di pregio, poi un albo illustrato per bambini, poi ancora un fascicoletto leggero, poi un romanzo dalla copertina flessibile e via discorrendo.

Brando ne è scioccato.

Sam: «Tranquillo! C’è il download in corso per adattamento al mondo reale! Tra pochi secondi assumerà definitivamente il suo aspetto!».

A download avvenuto il libro assume l’aspetto di un diario di cuoio con la scritta in basso rilievo War of Angels.

Sam: «Ecco, caricamento riuscito! Adesso tocca a te!».

Brando: «A me?».

Sam: «Sì, tu mi hai creato e solo tu puoi farmi uscire da questo postaccio! Non ne posso più di fare la guerra tutti i giorni con uomini che non vorrei mai ammazzare, ma non ho alternative!».

Brando: «Ma, non capisco! Tu non dovresti pensare, solo eseguire i miei comandi!».

Sam: «Bla! Bla! Bla! Qui tutti noi abbiamo un cervello ma non possiamo utilizzarlo perché il gioco non lo prevede. Una volta, durante la guerra, ho trovato questo libro, è sicuramente un bug del gioco, che mi ha dato la speranza di poter uscire da qui!».

Brando: «E come potrei aiutarti?».

Sam: «Riscrivendo la mia storia! Sono frutto della tua immaginazione e solo tu puoi far avverare il mio sogno!».

Brando: «Ma io non sono uno scrittore!».

Sam: «Basta una frase, il cui desiderio è che io entri a far parte del tuo mondo!».

Brando riflette per qualche minuto, poi decide di scrivere “Vorrei che Sam diventasse reale per un giorno!”.

Sam: «Hai scritto ragazzo?».

Brando: «Chiamami Brando, sì ho scritto!».

In uno schiocco di dita, si materializza in carne ed ossa innanzi a lui un marcantonio alto quasi due metri, con una muscolatura perfetta, il viso ricorda quello di Brando, poiché l’ha reso molto somigliante a lui, ma Sam ha tratti più da adulto. Ha una carnagione chiara, degli occhi profondi come il mare, la mascella leggermente pronunciata, capelli castani dal taglio corto, con un ciuffo che va leggermente all’insu. Ha mille armi con sé e un abbigliamento poco consono al mondo reale. Quando Brando vede in carne e ossa il personaggio che per lui rasenta la perfezione, non può non abbracciarlo, poi si ricompone e dice: «Ok, tu così conciato non vai da nessuna parte!».

Sam: «Oh beh! Cosa suggerisci di fare?».

Brando: «Aspettami qui. Se ti vedono i miei genitori chiamano la polizia!».

Sam: «Cosa sono i genitori?».

Brando: «Sono coloro che mi hanno dato la vita!».

Sam: «Quelli che ti hanno creato?».

Brando: «Esatto!».

Sam: «Loro hanno creato te così come tu hai creato me! Allora tu sei il mio genitore!».

Brando: «Non esageriamo!».

Il ragazzo va lentamente in camera dei suoi, sente parlare la mamma nella stanza attigua, quindi, probabilmente è collegata al pc per lavoro. Brando va a prendere dall’armadio una camicia e un pantalone di suo padre per poi tornare da Sam.

Brando: «Ecco, metti questi e andiamo!».

I due sgattaiolano fuori da casa senza essere visti. Vanno in giro per strada e subito Brando nota come Sam sia affascinato da ogni cosa si incontri passeggiando. Vede un albero e resta ad ammirarlo per minuti, scorge un gatto randagio e, ammaliato, si ferma ad accarezzarlo, vede le vetrine dei negozi e le osserva contento come un bambino che si diverte sulle giostrine. Ogni cosa suscita in lui un’emozione.

Sam: «Ma questo posto è fantastico!».

Brando: «Dici? Io non ci vedo niente di speciale!».

Sam: «Ma scherzi? Altro che War of Angels! Ci starei per sempre, peccato che ho letto ciò che hai scritto per me! Hai desiderato che io restassi qui per un solo giorno! Posso chiederti il perché?».

Brando: «Beh, non pensavo che il libro esaudisse davvero il mio desiderio, ma… nel dubbio, ho scritto che tu restassi per poco tempo qui, per poi ritornare domani nel gioco ad essere il mio eroe!».

Sam: «Solo per questo?».

Brando: «Beh…sì! Ma il mio non è un motivo banale, non voglio perdere il mio Sam, l’amico di mille avventure in War of Angels!».

Sam: «E non ti è venuto in mente che avremmo potuto viverle qui?».

Brando: «No, non ci ho pensato! Ma guarda che questo mondo non è tanto meglio del tuo! Anche qui ci sono guerre, violenze, cattiveria, ne è pieno! Per questo io preferisco la realtà dei giochi!».

Sam: «Ma non vedi quanta bellezza c’è intorno a noi? E solo per questo che dovremmo provare a far sì che la parte brutta di cui dici, venga sopraffatta da tutto il bello che c’è! Nel mio universo non c’è scampo, c’è solo la guerra, qui c’è speranza per un mondo migliore!».

Il ragazzo riflette su ciò che Sam ha appena detto. Non aveva mai visto la realtà con i suoi occhi e non l’aveva mai apprezzata per come avrebbe dovuto. Proseguendo la passeggiata, Brando sente un brontolio proveniente dallo stomaco di Sam.

Brando: «Hai fame?».

Sam: «Cos’è la fame?».

Brando: «E’ un bisogno primario! Vieni, ti faccio mangiare la pizza più buona del mondo!».

Sam: «Cos’è la pizza?».       

Brando: «Tra poco te ne accorgerai!».

I due si fermano da “Ciro Campano, il maestro della pizza”. Ad accoglierli è Genny, il figlio di Ciro che, vedendo Brando dice: «Ciao uagliò, comm’ stai?».

Brando risponde: «Tutto bene, grazie Genny, ti presento un mio amico, si chiama Sam!».

Genny dice spiritoso: «Piacere Sam, sì nu’ poc’ ruoss’ per essere amico di Brando!».

Sam risponde con un sorriso, ma viene colpito dalla solarità insolita con cui il pizzaiolo si intrattiene con loro. Dopo avere ordinato, si siedono al tavolino fuori al locale. Serviti i tranci di pizza fumante, Sam l’addenta e scopre cosa vuol dire assaporare, sentire il profumo di ciò che si mangia, vedere la bellezza del cibo.

Brando inizia a pentirsi di avere deciso di tenere Sam nella realtà solo per un giorno, ma ormai è troppo tardi, cerca di non pensarci e di fargli vivere il resto della giornata al meglio. Mentre terminano la pizza, un raggio di sole fa capolino su di loro, Sam socchiude gli occhi e si lascia permeare dal calore di quel raggio di sole, un’altra bella sensazione da apprezzare a pieno.

Brando: «Che ne dici di fare un giro al parco?».

Sam: «Certo! Cos’è il parco?».

Brando: «E’ un posto pieno di verde!».

Sam: «Mi sembra bello! Andiamo!».

Arrivati, trovano dei ragazzi che giocano a calcetto e che fanno segno a Brando di unirsi a loro, il ragazzo dice: «Può giocare anche lui? Vedrete che ci divertiremo!».

Passano la palla a Brando e lui, rivolgendosi a Sam dice: «Con questa palla si gioca solo calciandola con i piedi, mai con le mani! Capito?».

Sam: «Capito! Passa!».

E come ogni grandioso guerriero che si rispetti, Sam gioca come un vero calciatore, divertendosi come un matto e gioendo per tutti i gol fatti. Finita la partita, decidono di andare a casa, anche perché inizia a farsi buio.

Una volta arrivati, Brando dice: «Aspettami in fondo alle scale, ti apro da dentro!».

Il guerriero fa come detto dal suo creatore, quando gli apre la porta, vede la taverna rustica di Brando dove non va mai nessuno e avverte immediatamente una piacevole sensazione di comfort.

Sam: «Che bello qui!».

Brando: «Sì, bello! Ecco, ho trovato un pigiama, metti questo!».

Brando: «Io vado su, devo lavarmi, cenare con i miei, e poi andare a dormire perché domani mi devo svegliare presto per andare a scuola, quindi ci salutiamo! A domani!».

Sam: «Ciao!».

Il guerriero pian piano sente la rilassatezza prendere il sopravvento, più si trova nella realtà più se ne innamora.

Prima di cadere in un sonno profondo pensa di scrivere al suo creatore, è stato meraviglioso per lui poter stare sulla terra anche solo per un giorno, così, su un pezzo di carta trovato lì sul tavolo accanto ad una biro, scrive.

L’indomani Brando va a scuola, pensa per tutto il tempo a Sam. Quando suona la campanella, corre a capofitto verso casa, una volta arrivato saluta frettolosamente la mamma che gli fa trovare il piatto caldo pronto per il pranzo, ma non gli dà subito il permesso di scendere a giocare.

Intanto si fanno le 15:01 e Sam è sparito, resta di lui solo questo foglio.

Mio caro Brando,

mio creatore, ti ringrazio per avermi fatto vivere tutte queste emozioni oggi, è stato un piacere per me aver assaporato la bellezza della realtà! È un mondo meraviglioso quello in cui ti trovi, spero che prima o poi te ne accorga. Vorrei tanto aiutarti a fartelo capire, ma dal momento in cui rientrerò in War of Angels tornerà tutto come prima, dove vivrò tra guerra, morte e distruzione ogni minuto della mia vita senza poter scegliere!

Tuo Sam”.

Brando va in cameretta, si collega al gioco, Arturo e Michy gli dicono: «Ma che fine hai fatto ieri? Sei sparito nel nulla!».

Brando risponde: «E’ una lunga storia!».

Intanto, fissa il personaggio di Sam per diversi secondi e poi, con una stretta al cuore, lo cancella.

Arturo nota subito che Sam è sparito dal gioco e dice: «Hei brò, ma dov’è Sam?».

Brando risponde ironicamente: «Sarà uscito a farsi un giro! Sai che c’è? Me lo vado a fare anch’io! Bella raga, ci si vede!».

Michy: «Ma…la partita?».

Brando: «Basta con queste partite, basta con questi giochi violenti! Io vado in centro, se volete mi trovate lì!».

Chiude il pc e per un momento si sente sollevato. Esce e ripercorre l’esatto tragitto che ha fatto il giorno prima insieme a Sam. Vede la natura, il mondo intorno a sé e per la prima volta lo percepisce diversamente, finalmente è arrivato il momento di vivere per Brando una vita fuori dal gioco.

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