Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2024 “Sogno infranto” di Antonia Dartizio

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024

30 giugno 2010. Ultimo giorno di scuola in un paesino della Basilicata. Maddalena era finalmente in pensione. Dopo aver salutato in modo frettoloso la preside, i colleghi e una bidella, nella quale si imbatté nel corridoio, si allontanò, correndo, come per sfuggire al fuoco, ad un pericolo. Alla scuola.

Ora esisteva lei, solo lei. Era single. I suoi genitori non c’erano più. Suo fratello, l’unico, viveva a Milano, dove aveva sempre insegnato. Nemmeno lui era sposato.

Un venticello sfiorava il suo viso. Le dava vitalità. Si sentiva leggera. Era bellissimo. Ora poteva osservare quello che la circondava. Alzò lo sguardo al cielo. Era terso, a parte qualche nuvoletta. Metteva ancora più in risalto l’azzurro. L’abbagliò. Strinse per un attimo gli occhi.  Era come se vedesse il cielo per la prima volta.

  • Quanta bellezza da scoprire, da vivere. Quanti viaggi mi aspettano. – Pensò.

Le sembrava di aver squarciato un velo, tetro, pesante. E lei stessa l’aveva calato, isolandosi. Si era dedicata solo al suo dovere, al suo lavoro nel quale aveva sempre eccelso, convogliandovi tutte le sue energie. Aveva dato un grande contributo culturale al suo paesello e goduto del suo piccolo mondo, racchiuso come in un guscio.

Intanto sentiva il cinguettio degli uccelli, le rondini garrire e il vocio dei bambini e dei ragazzi. Entrò in un bar, l’unico del paese. Prese un aperitivo. Non l’aveva mai fatto. Si sedette. Bevve un bitter accompagnandolo con noccioline e patatine.

Arrivata a casa lo squillo del telefono turbò quel benessere del quale stava incominciando a godere. Non avrebbe voluto rispondere.

Poi, prevalse il senso del dovere.

  • E se fosse mio fratello?

Era Bozena, la compagna di Rocco.

  • Maddalena, hai chiuso con la scuola?
  • Sì, perché? È successo qualcosa?
  • Sì… no. Poi ti diremo. Stiamo arrivando.

Cadde la linea. Provò a telefonarle parecchie volte. Non rispondeva.

Maddalena, pietrificata, ma agitata nello stesso tempo, si sciolse in lacrime abbandonandosi su una panchetta.

Non si rese conto di quanto tempo rimase senza avere la forza di reagire, di alzarsi. Fu il suono del campanello della porta a scuoterla dal torpore. Dopo aver aperto, mentre si stropicciava gli occhi, apparve Rocco, immobile, con la testa piegata. Bozena, accompagnandolo con il braccio, lo fece entrare. Maddalena guardava incredula. Cosa stava accadendo? Soffermò il suo sguardo interrogativo su Bozena per avere delle risposte. Senza giri di parole le disse:

  • È affetto dall’Alzheimer. Non può restare da solo.

Sgranando gli occhi e aprendo un po’ la bocca avrebbe voluto dire qualcosa, ma era bloccata. A poco a poco, non senza fatica, disse:

  • Come si è ridotto! Non me l’ha detto. Perché?
  • Ha sottovalutato i primi sintomi.
  • E tu?
  • Me lo ha vietato per non disturbarti.

Rocco, piangendo: – Maddalena, scusami, ti ho trascurata una vita.

Come un estraneo si guardava attorno, immobile davanti alla porta. Sua sorella la richiuse alle sue spalle.

  • Vai a sistemare le tue cose nella tua stanzetta.
  • Dov’è? – Rispose balbettando.
  • Non la ricordi?

Maddalena si passò la mano sulla fronte. Sentiva il dovere di abbracciare il problema del fratello ma era inquieta, cosciente di dover rinunciare al suo sogno. Ed erano le sue non reazioni a farla andare in crisi. Lo rimproverò alzando il tono della voce per scuoterlo, come si fa con i bambini.

  • È là, difronte. C’è anche la targhetta sulla porta. La fece papà con il compensato tanto era felice quando venisti alla luce. Finalmente aveva un figlio maschio.
  • Papà…

Dalla sua espressione si evinceva estraneità. Era come se ci fosse un abisso tra lui e l’ambiente circostante, tra lui e suo padre.

  • Non lo ricordo.
  • Vai, sulla scrivania ci sono le foto di famiglia. Guardale e di sicuro ti tornerà alla mente. Noi intanto prepariamo qualcosa da mangiare.

In preda alla disperazione più nera strinse la mano destra e con un pugno, per liberarsi di tutta la rabbia che stava covando, aprì la porta della cucina. Bozena la seguì e abbracciandola le disse:

  • Maddalena, io devo lavorare, purtroppo. Non posso farmene carico. Ma non lo abbandono. Verrò, quando mi sarà possibile. Condivideremo il tempo che gli resta da vivere.
  • Non è giusto. Lo odio.
  • Ce la faremo, coraggio.

Apparecchiarono.

Bozena: – Rocco, è pronto, vieni.

 Non rispose. Maddalena lo raggiunse.

  • Ti abbiamo chiamato. Perché non vieni? La cena è pronta.

Rocco se ne stava seduto vicino alla scrivania a contemplare le foto. Le fece tanta tenerezza. Probabilmente aveva avuto dei flash e si stava sforzando di ricordare.

  • Lascia stare adesso. Andiamo a mangiare. Sono stanca.
  • Anch’io sono stanco.

Forse non avrebbe dovuto usare quel tono. Con suo fratello. E se fosse capitato a me? Pensò. Se ne sarebbe infischiato. Lui aveva sempre fatto la sua vita a Milano. Quante feste di Natale aveva passato da sola! Dopo essersi avvicinata gli fece una carezza.

  • Scusami, Rocco. Cerca di capirmi. Avevo altri progetti per me e tu li hai distrutti. Non è giusto. Sono sconvolta, arrabbiata.

Rocco non reagì. Chissà come si sentiva. Era doveroso prendersi cura di lui. Ma sua sorella non aveva mai goduto dell’amore, delle attenzioni di una persona cara. Perché rinunciare, in pensione, perfino al piacere di viaggiare, di essere libera, di fare quello che aveva sempre desiderato?

Dopo cena andarono a letto. 

Maddalena era distrutta. Ogni tanto guardava l’orologio. Le ore passavano ma lei continuava a restare sveglia.  Sperava di addormentarsi, di anestetizzare il suo dolore al fine di essere in grado di fronteggiare la nuova situazione familiare. Chi le avrebbe dato le forze? In che cosa avrebbe potuto trovarle?  Avrebbe dovuto riorganizzare la propria vita. Si girava e si rigirava nel letto. Era troppo grande il dolore, il suo dolore. Quasi magicamente, d’un tratto, sentì la voce della mamma.

  • Non ti preoccupare. Non ti abbandonerò.

Vide un’ombra. Aprì gli occhi per il terrore. Accese subito la luce, si diresse verso la porta dalla quale sua madre, l’ombra si dileguò.

  • Mamma, mamma, non te ne andare, ti prego! – Disse nella concitazione a voce alta.

Il fratello, richiamato dal tono della voce della sorella, la raggiunse e chiese:

  • Che succede? Perché gridi?

Lei incredula, con gli occhi sbarrati:

  • Mamma, è venuta mamma.
  • Mamma!

L’espressione del volto di Rocco era diversa. Sembrava felice, come un bambino. Prese una foto dalla tasca del pigiama e gliela fece vedere.

  • Era sulla scrivania. Mi fa piacere tenerla in tasca. Non mi sento solo.

L’umore di Maddalena cambiò. Guardandolo serafica grazie all’apparizione inaspettata della mamma e alle parole del fratello, disse: 

  • Di sicuro lei ci aiuterà e ce la faremo. È come se mi avesse richiamata al mio dovere, ti avesse affidato a me. Ma perché se n’è andata subito?
  • Maddalena, non se n’è andata. È con noi. Anche se non la vediamo.

Si abbracciarono.

  • Grazie Rocco. Vivremo insieme l’ultima fase della nostra vita. È già tanto.

Rocco si diresse piano piano verso la sua stanza. Maddalena, sottovoce:

  • Ora riuscirò a dormire, spero. Grazie, Mamma!

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