Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2023 “Acea” di Salvatore Tomasello

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023

Le acque del fiume rosso prima! Motore, ciak, azione.
Un attimo dopo, il direttore della scenografia, tale dottor Franceschini, alzò la testa
dal copione, si guardò intorno e con fare interrogativo:

In che senso fiume rosso? Scusate, ma era il Mar Rosso. Dai, è storia!

Oh, a Cajo e daje. Ma che stai a sottilizzà? Mare, fiume, ma che te frega, a me
me basta che ‘ste acque se apreno.
L’arguta osservazione era del famoso regista “Cojones”, che sulle ali del grande
successo della sua opera prima Tè verde nel deserto, aveva cambiato il cognome in
“Antoniones”, Purtroppo l’improvvisa notorietà lo aveva fatto sprofondare in una
maledetta crisi d’ispirazione.
I suoi sapienti collaboratori, compreso uno psicologo, continuavano a consigliargli di
cimentarsi in una storia d’amore, tipo C’è posta per te, con tanto di lieto fine, ma la
mancanza di idee aveva fatto scattare il lui una tale frustrazione da provocargli scatti
di rabbia che diventavano un misto di cattiveria, cinismo e sopraffazione.

E poi – ghignò Cojones – ma te pensi che quarcuno se ne po’ accorge? Anzi,
sai che te dico? Pe’ rende er firme più interessante, li faccio morì tutti sti pellegrini,
così se imparano a stassene a casa loro..

Ma guardi che stanno andando verso la loro terra – fece Franceschini

Ah, è vero, mo’ me ricordo, la faccenda de “Una terra promessa, un mondo
migliore”, sì, sì me piace. Faccio morì pure quer tizio hippy, quello che ha fregato er
bastone a Gandalf, dai come se chiama, Cosè!

No, la prego signor Antoniones, non posso credere che lei stia pensando ad una
cosa così blasfema. E poi, il tizio si chiama Mosè.

Ah si scialla. Me mannate du macchinisti?

Allora sti macchinisti? Oh, più se piano sordi, e più so’ lenti.

Oh mio Dio, ma che dice. Sono dei poveri stagisti sottopagati.

Ecco bravo, stalli pure a difende’. Io li farei mozzicà dar cane mio Renzer, attacca
bello, magnate ‘ste zecche puzzolenti.
Franceschini cominciò a tentennare.. Gli sembrò di stare a rivivere l’angoscia di
alcune situazioni incerte della sua vita, dove la serenità avrebbe dovuto farla da
padrone.
Ma non aveva ancora ben capito con chi aveva a che fare, altro che il malvagio
Renzer, protettore dei lupetti.

Sai che te dico? Ciò avuto n’antra pensata: li famo morì tutti affogati.

A coso, me chiami l’Acea? Già me immagino i titoli “Tragedia durante le riprese del
nuovo capolavoro di Antoniones: l’errore umano provoca la morte di 316 persone”.
So’ proprio un genio!.

Guardi che tutto questo le si potrebbe ritorcere contro.

Ammazza Sbirulì, sei proprio un rompicojoni.

A quell’insulto il direttore della scenografia perse la pazienza e, guardandolo fisso
negli occhi, disse in modo perentorio:

Senta, mi chiamo Dario Franceschini e sono qui per la salvaguardia delle storie
antiche, e stiamo parlando della Biblica apertura delle acque del Mar Rosso, e prima
che lei possa mettersi nei guai, le consiglio…

Bravi – lo interruppe Cojones – me fa piacere, comunque te dico che questi
devono da morì. Sarò l’inventore del “Nuovo Cinema Realistico”. Che ne pensi
Spizzichì?
Il povero Franceschini tentò allora un’altra strada.

È mio dovere ricordarle che i sindacati potrebbero intervenire e…
Alla parola sindacato, Cojones sembrò avere un sussulto. I suoi occhi si
spalancarono, sembrava come se stesse per avere e sembrò avere un coccolone.

Cazzo me stavo a scordà de chiamà mi’ cugino, l’onorevole Larducci.
Al povero dottor Franceschini, non rimaneva che la minaccia finale:

A questo punto sarò costretto ad informare la Chiesa.

Capirai, io e l’Argentino semo culo e camicia, Co’ la morte de quer Bosè, sai che
Giubbileo esce fori!
Non sortendo la minaccia nessun effetto sull’ormai delirante regista, Franceschini
andò verso il capo produzione, il professor Alè-Manni, noto per essere un uomo
facilmente corruttibile, e gli parlò ad un orecchio:

Lo so, per lei sarà difficile, ma devo chiederle un favore. Certo, se lei mi aiuterà,
farò una chiamata al maestro Ferrini, e …
Dopo qualche secondo, Alè-Manni, si avvicinò al regista gridando:

Dottor Antoniones, purtroppo non possiamo andare avanti! E’ venuta a mancare
l’acqua.

Come non c’è l’acqua!! – disse l’esimio dottor Sturari direttore della fotografia – E
mo’? Io ho già preparato una grande scena di inondazione.
Dal nulla si udì un urlo terrificante:”Cazzoooo!” E l’intero set si fermò.
Le 316 comparse, che se ne stavano andando alla chetichella, fermarono il loro
esodo verso il parcheggio. Macchinisti, stagisti, costumisti, formarono una catena
umana e si strinsero intorno al povero direttore ormai in ginocchio e con la testa a
ciondoloni.
Cojones si fece largo tra la folla a braccia spalancate verso quell’uomo ormai finito.
Anche il cagnaccio gli dimostrò comprensione e gli pisciò su una mano.
Raggunto Franceschini, il famoso regista lo tirò su, lo abbracciò e gli sussurrò ad un
orecchio:

Dai, nun te preoccupà pe’ l’acqua. E che sarà mai, je damo foco.

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2 commenti »

  1. Cor passaggio der mar Rosso
    Qua se ride a più non posso.
    Ma se manca l’acqua… cazzo!
    Con er fuoco è n’antro andazzo…
    Daje Salvatore… 😀

  2. Troppo divertente! Alcuni passaggi sono geniali, Complimenti Salvatore 😉

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