Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2022 “Un fiore spezzato” di Marcella Tommasino

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022

Inghilterra 2005:

Bimba aveva 6 anni; la famiglia quell’anno aveva deciso di passare una settimana di vacanza per i 25 anni di matrimonio di Mamma e Papà.

È il primo viaggio che Bimba ricorda perché in quell’occasione aveva preso l’aereo per la prima volta e si era accorta di come le piacesse tanto volare.

C’è un’altra cosa che Bimba ricorda: “closes” così Papà le aveva detto chiamarsi le viuzze strette del centro.

E poi i bar e i negozi con servizi di ceramica a fiori, portafogli, completi con stampe floreali.

Bimba amava quello che chiamano “stile all’inglese” e un giorno avrebbe voluto allestire così la casa dei suoi sogni.

A fine giornata lei e la sua famiglia si recarono in hotel: “Tu e tuo fratello dormirete insieme” disse Papà gentilmente. Lei gli rispose turbata che non voleva dormire con Fratello, ma con Mamma e Papà. Non sapeva perché, ma un vago timore la fece insistere: “Ti prego!”. Papà fu irremovibile e ribatté: “Noi dobbiamo dormire insieme, in fin dei conti festeggiamo i nostri 25 anni di matrimonio”. Bimba però era ancora troppo piccola per capire cosa stava dietro a quella risposta, sempre data con un tono che la faceva sentire amata, nonostante le avesse negato la possibilità di dormire con loro.

E così fu. Mamma e Papà dormirono insieme, mentre Bimba quella notte non riuscì a chiudere occhio, perché provò la terribile esperienza di sentire il corpo e le mani grandi di Fratello sopra di sé. Ebbene sì, mani che aveva sempre considerato amiche, da un momento all’altro si erano trasformate in grinfie come quelle dei mostri cattivi presenti nelle fiabe che le leggevano gli adulti.

Bimba non sapeva che quello che gli stava facendo Fratello era frutto di perversione sbagliata e che lei non lo avrebbe mai dimenticato, anzi più cresceva e più l’avrebbe mangiata dentro.

Lui disse che era normale fare quelle cose tra fratelli e che se fosse stata zitta le avrebbe preso un gioco. E così fu che il mattino seguente, quando la famiglia si riunì, Bimba e Fratello fecero finta di niente.

Francia 2008:

Bimba un po’ cresciuta aveva 9 anni e in occasione del compleanno della nonna, la famiglia si mise nuovamente in viaggio.

Ah com’era bella quella Tour Eiffel!

Durante tutta la giornata però c’era una cosa che tormentava Bimba un po’ cresciuta: con chi avrebbe dormito la sera, una volta tornati in hotel?

Però sì, alzando gli occhi al cielo effettivamente era molto bella la Tour Eiffel, ma anche il Musee d’Horsay e il Louvre, e la cattedrale di Notre-Dame. Suggestivo mangiare nelle tradizionali brasserie francesi.

A breve, Bimba un po’ cresciuta seppe le disposizioni delle camere: Mamma, Papà e Nonna avrebbero dormito insieme.

A Bimba un po’cresciuta quindi toccarono di nuovo il corpo e le mani grandi del fratello e a tormentarla si aggiunse pure la paura insensata di rimanere incinta. Non voleva più fare quelle cose, neanche prima voleva, ma da piccola pensava fosse giusto e che poi, tanto, in cambio le sarebbe arrivato un gioco e questo era ciò che più le importava.

Il mattino seguente, quando la famiglia si riunì, Bimba e Fratello fecero di nuovo finta di niente. Lui le assicurò che quella sarebbe stata l’ultima volta ma lei non gli credette. E non si sbagliava.

La cosa più frustrante era non potersi confidare con nessuno, per paura di essere giudicata e di mettere nei guai quel maledetto. Dio solo sa quante sere Bimba un po’ cresciuta si trovò a piangere e a pregare che non lo facesse più. A lei non spaventavano gli incubi che gli altri bambini di 9 anni facevano e di cui si trovavano a parlare tra i banchi di scuola, nell’intervallo… Era lui il suo incubo.

Egitto 2013:

Bimba era diventata Signorina.

Quell’anno era in programma una bella vacanza estiva in Egitto con la famiglia.

Alcune sue amichette c’erano già state e le avevano anticipato che l’Egitto era molto bello, ma che il caldo le avrebbe dato la strana sensazione di star prendendo fuoco, costantemente, in ogni momento della sua giornata. Ma a Signorina questo non importava, era da anni ormai che provava quella sensazione. In ogni singola particella del suo corpo, persino fin dentro le sue ossa, nel cuore. Era la rabbia, il suo fuoco. Divampava sempre più e non sembrava mai doversi spegnere. Ci aveva provato tantissime volte a spegnerlo, ma si sentiva intrappolata, inerme.

Però certo, Signorina avrebbe visto il deserto e le sue dune in sella a dei simpaticissimi cammelli; avrebbe assaggiato tanti cibi molto speziati e avrebbe fatto snorkeling vicino alla barriera corallina. Era di tendenza definire così il nuotare con una maschera dotata di aerazione, un’esperienza singolare.

E la sera? Questo era il pensiero ricorrente di Signorina. La preoccupazione pareva spaccarle il cervello come fosse una pallina lanciata con forza, che colpisce, rimbalza e colpisce le pareti ancora e ancora, a più non posso.

La sera avrebbero dormito tutti insieme. Signorina fece un sospiro di sollievo, e non la preoccupò il fatto che Mamma e Papà quando dormivano erano un po’ sordi e russavano tanto.

E così quella notte, nonostante la presenza inizialmente confortante di Mamma e Papà, il corpo e le mani grandi del fratello raggiunsero di nuovo Signorina. La mattina seguente, e tante altre mattine seguenti, Signorina e Fratello non dissero niente.

Per anni Signorina ebbe paura di Persone del sesso opposto. E a peggiorare questa sua paura c’era la vita di città: uomini viscidi e perversi sui mezzi, lungo i corridoi luridi della metropolitana, nelle strade di periferia sempre poco illuminate, nei giardini in cui si dovrebbe poter fare una passeggiata tranquilla in mezzo alla natura, in centro città, che spogliavano con gli occhi, toccavano e a volte pure inseguivano in pieno giorno.

Oggi Signorina ha 30 anni, è Donna.

“Le donne non si toccano neanche con un fiore”. Era scritto a caratteri cubitali sui social e lo sentiva proclamare a gran voce in piazza da Donne che, come lei, avevano subito molestie fisiche o verbali, o da Donne che semplicemente lottavano per la causa, in solidarietà e rispetto delle altre. Ogni volta che si trovava davanti a questa espressione, le veniva da pensare a quanto fosse buffo e amaro allo stesso tempo associare la parola “fiore” che in quel caso doveva rappresentare tutte le donne, alla lei, bambina spezzata in tenera età, proprio come si fa con il gambo di un fiore che distrattamente viene raccolto o calpestato, togliendogli così ogni possibilità di ricrescita.

La Bimba di un tempo, oggi Donna, ha compreso, grazie ad un incontro con il suo Lui, che se cogli un fiore con amore, senza spezzarlo, c’è possibilità di ricrescita, e nel momento in cui lo ripianti c’è speranza che le radici si insedino e diano nuova vita al fiore. Ecco perché Donna ha deciso di fidarsi dell’uomo con cui ora è felicemente sposata. L’ha visto come la mano salvatrice che ha deciso di raccoglierla come si fa con un fiore, per darle nuova vita piantandolo con cura in un terreno migliore.

Donna però non è ancora guarita. Convive tutti i giorni con un macigno sul petto di cui non può parlare con nessuno, nemmeno con il suo Lui, accettato dopo anni e anni di sforzi per ripartire quasi da zero. Se parlasse magari guarirebbe, chissà, ma Fratello farebbe una brutta fine e, nonostante tutto il male che le ha fatto, Bimba un po’ cresciuta, Signorina e Donna, gli vuole ancora bene.

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2 commenti »

  1. Un tema molto ostico e difficile da raccontare, tu lo fai con semplicità e il messaggio arriva, suscitando riflessioni anche contrastanti tra loro.

  2. Ti ringrazio molto!

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