Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2022 “Tutta la nostra vita” di Serena Taccagni

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022

Una minuscola ragnatela nell’angolo tra la tv e la libreria di seconda mano; gli cadde lì lo sguardo, intanto che lei di là lasciava andare l’acqua della doccia mentre si stava depilando le gambe lunghissime e toniche. Poi si sarebbe messa il vestito rosso, quello che le aveva regalato lui l’estate scorsa, quello che le metteva in risalto la pelle ambrata e il fondoschiena mozzafiato. Lui già si immaginava il rientro, quando sarebbero tornati dalla cena dai suoi, che lui avrebbe saltato volentieri per accarezzare ogni centimetro di lei a lungo, prima di fare l’amore. Mentre sentì un brivido di piacere salirgli fino alla testa, ecco che il ragno stava uscendo dal suo nascondiglio, sotto il battiscopa di legno, e si stava arrampicando lungo il muro, nell’angolo un po’ annerito dalla muffa.


L’acqua smise di scrosciare, e lui iniziò a immaginarsi lei che si asciugava con gesti lenti e precisi, e si sarebbe alzato volentieri e l’avrebbe presa così, in piedi nel bagno, poggiandola allo specchio opaco punteggiato da mille goccioline di vapore. Ma non stasera, il compleanno di sua madre era un evento imperdibile. Avrebbe rivisto suo fratello e sua cognata e forse, per quella sera, come accadeva ogni anno, avrebbero riposto le armi e tenuto a freno la lingua, o almeno era quello che sperava.
Profumata, lei uscì dal bagno, stupenda come sempre. Lui la baciò fugace e dopo aver dato un’ultima occhiata al ragno nell’angolo del muro rosa pesca del salotto, si incamminarono a sette isolati da lì, verso la villa della sua infanzia.
Erano già arrivati tutti, pronti per l’aperitivo a bordo piscina, sul prato, coi bicchieri di cristallo decorati e i piatti eleganti di sua madre.


Suo fratello lo guardò a lungo da lontano, prima di decidersi a salutarlo, spinto dalla mano ferma di suo padre, stretto in un completo blu elettrico, austero come non se lo ricordava dal giorno del suo matrimonio. Si salutarono sottovoce, frasi di circostanza che pesavano come macigni, spezzarono per un attimo il solido muro che avevano alzato negli ultimi anni, colpa di sua cognata, senza ombra di dubbio, gelosa della sua lei, che era affascinante, brillante, intelligente e tremendamente sexy.
Parlarono poco e smaniosi di sedersi, cosa che accadde a breve, esortati dalla voce stridula della padrona di casa. Presero posto a tavola, e fortuna volle che tra lui e suo fratello, e lei e sua cognata, si sedessero i cugini di sua madre e le sorelle di suo padre con prole, che poi a guardarla così poteva sembrare una famiglia come tante.
Il dessert lo consumarono nel salone, dove il piccolo figlio dei cugini li allietò con il suo repertorio di musica, suonando l’elegante piano di legno scuro, dove a loro tempo, lui e suo fratello avevano passato pomeriggi interi chini sui tasti.
Lui, seduto sul divano, guardava assorto l’angolo tra la tv e il camino e non vide nessun ragno sbucare dal battiscopa di marmo.


Qui non ne avrebbe trovati, ne era sicuro. Né nel salone, né nei corridoi, né nelle camere. Qui non li avrebbe trovati nemmeno in cantina o nella rimessa del giardino.
Mentre osservava il muro immacolato si chiese se si fosse pentito di aver lasciato tutto quello per lei. Se non avesse mai pensato di tornare indietro in tutti quegli anni.
Non si dette risposta. La serata finì così, in modo scialbo come era iniziata. Dopo aver salutato tutti, con più o meno affetto, loro due si incamminarono verso casa, e ripercorsero i sette isolati per tornare indietro. Lui provava una frenesia pungente, strinse lei dolcemente per la vita e l’attirò a sé. Il profumo dolce del bagnoschiuma lo travolse. Non vedeva l’ora di essere a casa con lei tra le sue braccia. Non vedeva l’ora di sedersi sul suo divano, a osservare il ragno dalle zampe lunghe, tra la tv e la libreria di seconda mano.

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4 commenti »

  1. Buona lettura a voi

  2. Bello, bello, come lo sono sempre i tuoi racconti 🙂

  3. Bel racconto, scritto bene, che lascia una sensazione di tristezza e porta a riflettere sulla condizione umana. Ogni scelta comporta una perdita, non sappiamo mai se la scelta fatta sia quella migliore e ci resta sempre una sorta di nostalgia per quello che, forse, sarebbe potuto essere. Un quadro preciso con poche e dense pennellate che ripecchiano una realtà più diffusa di quanto di possa pensare. Brava, complimenti.

  4. Grazie. Mi fa piacere

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