Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2022 “L’oracolo” di Jose Toye

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2022

La primavera si è allontanata da qualche settimana, però l’estate non si è ancora imposta. Laggiù, nella valle, scorre il fiume. Ce n’è poco da dire, nacque sull’altopiano che si estende a sud un paio di cento metri più in alto. A monte una diga regola la sua portata. Pacatamente l’acqua traccia la sua strada tra le pendici dei colline, attraversando prati, boschi e paesini prima che raggiunga un altro fiume che poi si butta in mare. Qui vicino, nei prati si intuisce con fatica un sentiero che porta ad un piccolo ponte antico di pietra. Dall’altra parte del ponticello, sulla piccolissima isola si erge una vecchia capanna piantata all’ombra di un albero secolare.  Anche se l’isola si trova abbastanza lontano dal borgo, il posto è ben conosciuto dalla gente locale ma non è del tutto popolare, pochi si avventurano, gli anziani lo chiamano l’oracolo.

Si dice che nel medioevo ci praticavano riti vietati dalla religione. La gente, venendo a volte da lontano, si radunava per pregare spiriti malvagi. Si dice addirittura che durante la guerra alcuni venivano ascoltare l’oracolo e chiedevano notizie dei figli o parenti spariti.  Credimi, di rado ora qualcuno ammetterebbe che ci fosse stato un qualunque oracolo.  

Stavo in vacanza nella regione. Nonostante o forse a causa della reputazione del luogo ci sono andato un martedì pomeriggio. Camminando lungo il fiume, sono riuscito a scovare il sentiero. L’ho seguito fino al ponticello che mi ha portato all’isola. Per curiosità, tra il finestrino, diedi uno sguardo dentro il capannone. C’era una sedia e un tavolo su cui ho visto un foglio di carte. Siccome l’uscio era aperto, mi sono avviato nella stanza. Sul tavolo ho riconosciuto la prima pagina di un giornale che si chiamava “Oracolo della valle”. Mi guardai attorno, non c’era nessuno, ero da solo.  Ho pensato che forse uno avesse letto il suo giornale sull’isola e l’avesse lasciato sul tavolo. Pero, una cosa molto più singolare attirò la mia attenzione. Notai che la data era quella di dopo domani, il giovedì. Infatti alcune notizie raccontavano eventi che si sarebbero passati il mercoledì.  Come lo potete immaginare, me ne sono andato via un po’ turbato. Tuttavia non avevo del tutto dimenticato questa strana scoperta. Intanto avevo chiesto dell’“Oracolo della valle” ma pareva che nessuno avesse sentito parlare di un tal giornale. Incuriosito il giovedì della settimana successiva ci tornai di nuovo.

Uffa, appena entrato, vidi la pagina dell’“Oracolo della valle” che giaceva sul tavolo. La data era quella del sabato. Gli articoli di stampa erano diversi e alcune notizie si referivano ad eventi dell’indomani, il venerdì. Era possibile che qualcuno fosse venuto a leggere il giornale in un tale posto? Era possibile che un giornale degli eventi futuri esistesse?  Decisi di venire il sabato, di prima mattina, magari potrei sorprendere il burlone che di sicuro mi prendeva in giro.  Ero anche curioso leggere gli articoli della domenica, soprattutto di vedere se il giornale faceva un resoconto della nostra partita di calcio. Forse avrei saputo se avessimo vinto.

Sabato, alle otto e mezza, ritrovò il giornale, nessuno era ancora venuto a scambiarlo. Mi nascosi in un angolo della stanza. Alle nove e mezza, ancora niente, mi sedetti al tavolo e decisi a leggere il foglio.

Folgorato, si, folgorato è la parola giusta, perché fui testimone di un fenomeno straordinario. Il testo del giornale cominciò a muoversi. Le lettere delle parole si staccavano dalla carta e saltavano come pulcini, nuove parole si formavano. Frasi intere si ricomponevano. Il processo durò appena un paio di minuto prima che Il giornale fosse completamente aggiornato. Ne rimasi pietrificato, inchiodato alla sedia, gli occhi fissi sulla carta. A poco a poco mi sono calmato, La pagina era, come si può indovinare, quella del lunedì prossimo, c’era un resoconto della partita di calcio, avevamo vinto. Nessuno era venuto a scambiare la pagina, si era scambiata da sola.  Incomprensibile.      

Il lunedì, l’ultimo giorno delle mie vacanze non ho potuto fare a meno di venire sull’isola. Alle nove ed un quarto ero già presso il tavolo, aspettavo lo scambiamento e le notizie del martedì.  Come l’avevo preveduto, il testo si mise a muoversi, le lettere a staccarsi dalla carta, pero invece di radunarsi e formare nuove parole e frase. Le lettere si misero a volteggiare sopra il tavolo e finalmente a scappare via per il finestrino aperto. Ne rimanevano sul giornale che il suo titolo, il numero della pagina e colonne vuote. Di nuovo una cosa inspiegabile.

Sono tornato nella valle qualche giorno dopo. La valle era completamente allagata. Case, ponte, vie, le aziende agricoli, tutto era rovinato lungo il fiume. Molta gente finiva senza case, alcuni erano morti. Aveva piovuto tanto il martedì e il mercoledì seguendo la mia partenza che il fiume aveva straripato provocando una devastazione senza precedenti nella regione. L’isola, la capanna e anche l’albero secolare erano spariti.

Non è da stupirsi che “l’Oracolo della valle” si era taciuto. Peccato.  

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2 commenti »

  1. Ci sono alcune cose che personalmente avrei rifinito meglio all’interno del testo, però mi è piaciuto, soprattutto l’incipit descrittivo, cova e colgo un velo (confortante) di immutabilità proprio del luogo raccontato.

  2. Grazie Nicola per il tuo commento, fa piacere.
    Il 14 giulio dell’anno scorso, una pioggia diluviale ha devastato la valle del fiume “La Vesdre” in Belgio. Una quarantina di morti. Un incubo per gli altri. Non c’è stato nessun allarme, l’oracolo, il meteo in questo caso non aveva profetizzato queste violente piogge. Questo è l’origine della storia. Jose

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