Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2020 “Gomitolo di ricordi” di Gigliola Ferrari

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2020

I piedi si allungano dolcemente su una sedia stanchi dopo una lunga giornata di lavoro, sono seguiti, in sintonia subito dopo, da piedini molto piccoli che scimmiottano le movenze appena viste.

Vedendo quei piedini incrociati mi ritorna alla mente una pianta di uva fragola che era spuntata un giorno nel giardino della casa dove abitavo da piccola.

Era un lungo periodo in cui si susseguivano gli spostamenti della mia famiglia, varie case  ci avevano ospitato nel nostro cammino per una ricerca lavorativa, il lavoro allora come oggi era un problema.

La casa dove abitavamo e dove regnava la mia piantina, che era cresciuta e mi donava dei piccoli grappoli di dolce succo che mi allietavano il palato lasciandomi piacevolmente consapevole della sua bontà, si ergeva in un ridente terreno , da quel punto si vedeva la luce del mattino che spuntava dietro ai monti.

I piccoli grappoli erano colti nel momento dell’uscita pomeridiana quando il sole inondava quel piccolo giardino.

Era un  momento di svago che si concludeva con dei giochi che la mia nonna inventava solo per me e il premio finale era quasi sempre  gustare il dolce sapore di quei piccoli acini che, dopo essere stati lavati prendevano posto uno dopo l’altro nella mia piccola ma capiente bocca.

Altre case  mi avevano ospitato fino a quel momento ma non avevano mai avuto un giardino e nemmeno una piantina di mia esclusiva proprietà.

Alcuni anni erano passati, la piantina era cresciuta e le piccole radici si erano ramificate nel terreno,

prendendone sempre più possesso.

Però un brutto giorno, le foglie ricadevano inermi verso il basso , mi chiedevo:

“ Perché”.

Le mie domande erano in principio molto semplici:

 “ Forse nessuno aveva dato da bere alla pianta ?”

 Se ci ripensavo, anche io, non mi ricordavo quando era stata l’ultima volta che avevo portato un secchio di acqua ai suoi piedi.

 “Forse le sue radici avevano bisogno di un po’ d’ ombra per poter ritornare di nuovo a vivere?”

I giorni che seguirono mi videro in preda ad un frenetico e continuo svolgere di azioni per alleviare quel senso di spossatezza che rilevavo nella condizione di salute delle foglie della pianta.

I lavori successivi continuarono, per giorni e giorni per ristabilire l’umore della pianta  però, ahimè  risultarono vani.

Una mattina ,  uscii di casa tutta felice e di buonumore, credendo che ormai avrei dovuto trovare dei benefici nello stato di salute della mia amica, ma durante la notte aveva tirato un forte vento e purtroppo la  ritrovai inesorabilmente senza la protezione delle sue belle e grandi foglie.

La mia disperazione era tanta perché proprio in quel periodo avevo saputo che avrei dovuto fare l’ennesimo trasloco, forse la piantina aveva capito molto prima di me e si era lasciata morire.

La nuova casa era poco distante e anche lì, fortunatamente, c’era un giardino e meraviglia delle meraviglie in un angolo del prato quasi nascosto agli occhi indiscreti, un piccolo ma importante spazio apparteneva ad una piccola ma già prepotente presenza di un piccolo viticcio .

Mi raccontò  mio padre, di averlo fatto da un ramo della mia dolce amica procacciatrice di premi di pomeriggi assolati.

Finalmente, ero felice, con quel gesto amorevole di mio padre, avevo compreso che quella sarebbe stata la mia casa.

Il sole spuntava nel cielo ieri come oggi, si ripetevano le stagioni, i mesi rotolavano via veloci cambiando dolcemente il colore del cielo.

Mi ritrovavo a inventare giochi, ora come allora, però ora, io sono la nonna che aggiudica i premi alla conclusione dei giochi che vedono due partecipanti, le mie nipotine.

Le rondini ritornano come ogni anno a costruire un nuovo nido sotto la gronda conosciuta, le guardo mentre portano il cibo ai propri piccoli, mi evocano emozioni provate tanti anni prima mentre ero spettatrice dello stesso spettacolo.

Mi sentivo attrice unica di un evento messo in scena solo e soltanto per me.

La luce si perde dietro ai monti, un timido sorriso illumina il tramonto.

Un dondolo cigola muovendosi sotto il peso degli anni passati all’intemperie , la pioggia non ha certamente aiutato i suoi ingranaggi.

Tutte insieme siamo a portare da bere alla nostra cara amica, il tronco è diventato nodoso con diverse ramificazioni, lo guardo e il gomitolo dei ricordi affiora alla memoria.

Un ricordo mi ha accompagnato per un po’ di tempo, la mia perduta amica di tempi felici non mi aveva lasciato per la tristezza della mia imminente  separazione ma per un’ incisione che era stata fatta in profondità alle sue radici.

Il vento muove con dolcezza le foglie degli alberi che circondano lo spazio di vita della piccola casa in cui viviamo, il cuore batte tranquillo.

Oggi è il giorno dei racconti:

“C’era una volta una bella bambina dagli occhi del colore del mare, le lentiggini che nei  giorni assolati  ricoprivano il viso e le trecce lo  incorniciavano.

Amava molto giocare con l’acqua e correre con la bicicletta.

Giocava con il vento che scompigliava le sue trecce fino a far vedere i suoi lunghi capelli che, prepotenti occupavano  il giusto posto e lievi si ponevano  sulle sue esili spalle.

Le foglie si muovevano frenetiche e formavano un cerchio che a tempo di musica insieme al vento come un direttore d’orchestra inventava la propria musica.

I giorni scorrevano felici nel tepore delle giornate trascorse  tra le braccia della nonna.

Siamo sotto la pergola, i grappoli d’uva sono sempre acerbi, si fanno guardare come un trofeo che attende in bella mostra  aspettando di essere assegnato al vincitore della tenzone.

Ieri come oggi, oggi come allora, i vecchi percorsi diventano nuove strade da camminare per arrivare alla meta futura.

Oggi come ieri le emozioni ci aiutano nel nostro cammino.

I pensieri si raggomitolano veloci dando spazio alle emozioni che rotolano via, la tristezza lascia spazio ad un amore infinito.

La sera mi trova insieme, altri momenti incorniciano le mie emozioni come piccole liane impreziosiscano una giungla inesplorata.

Dolce è l’abbraccio.

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2 commenti »

  1. Un bel rincorrersi di ricordi che non evocano nostalgia ma il piacere di una vita vissuta tra momenti dolci e momenti tristi. Molto piacevole brava

  2. Ti ringrazio Alessandra, molto gentile.

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