Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti per Corti 2010 “Le due pianiste” di Carmela Tuccari

Categoria: Premio Racconti per Corti 2010

A Lucca, alloggiai in un sobrio alberghetto del centro ed al mattino nell’aprire la finestra mi ritrovai di fronte la casa di Puccini con, al centro della piazzetta,  la statua di bronzo del Maestro.

Non so come la sua musica, improvvisamente, invase la piccola stanza..

“Sara!” sussurrai ripensando alla mia insegnante di pianoforte.

Si era negli anni cinquanta. Correvo euforica per le stradine strette e ripide da un capo all’altro del paesino medievale, con le ballerine ai piedi, mi danzava attorno alle gambe magre la larga gonna a corolla sostenuta da sottogonne inamidate.

La maestra mi aspettava nella sua modesta casa in fondo al paese.

Quando la prima volta aprì la porta a vetri restai a bocca aperta. Indossava uno stretto abito azzurro  del colore dei suoi occhi e dalla scollatura a punta si intravedeva l’incavo di due bianchissimi, magnifici seni. Più di ogni altro particolare della sua bellezza fu quello a colpirmi.  

Rimasi a fissare quel punto imbambolata.  Lei rise di cuore del mio imbarazzo: « Chi ti aspettavi? »  mi chiese « una zitella con i capelli a crocchia e gli occhiali sul naso? ».

Mi fece entrare in un vasto e sobrio ambiente dove, oltre al pianoforte, c’erano un tavolo quadrato, una credenza e un salottino dallo schienale rigido.

Dovette faticare non poco per correggere la postura e le inclinazioni sbagliate. Spesso erano le sue mani che con tocco lieve accompagnavano le mie sui tasti o abbracciandomi alle spalle era lei stessa a farmi vedere la posizione corretta delle dita e dandomi dei colpetti affettuosi di richiamo, diceva:

« C’est tres difficìle, ma chèrì, rimuovere le inesattezze dell’impostazione! » .

Mi avvicinò alla musica di Puccini che prediligeva e spesso ascoltavamo dei brani da un vecchio “grammofono” a tromba, sedute rigidamente sul divanetto, vicinissime. I nostri occhi erano lucidi per l’emozione, le mani si sfioravano, le dita si intrecciavano.

Poi lei si avvicinava al pianoforte per eseguirne una riduzione.

 

Dopo qualche anno, andavo per i quattordici, tutto precipitò. Sara mi diede la notizia con un tono di voce rassegnato: « Mi sono fidanzata, mi sposerò fra tre mesi! » Scattai come una  molla: « Non puoi farmi questo!!! » le urlai in faccia. « Abbiamo parlato tante volte di amori e fidanzati, la pensavamo allo stesso modo! Abbiamo condiviso dei momenti bellissimi! » « Vuoi che resti sola per sempre? » mi chiese con una strana inflessione nella voce « Io non ho mai avuto una famiglia ed ho già superato la trentina ». « Chi è il prescelto? » chiesi con ironia. « Un lontano parente » disse e dopo una pausa «Tornerò in Francia ». « Un matrimonio combinato, ma con che coraggio puoi!? » Lei continuò piano: « Il sentimento che ci unisce, chèrì, è speciale, indubbiamente comprende anche l’Amore, ma la nostra » aggiunse severa « è una storia che non può escludere altre storie ».

Con dolcezza mi prese il viso tra le mani e si chinò a sfiorarmi le labbra con un bacio :« Anche tu troverai qualcuno che ti amerà nel modo più giusto » finì in un soffio.

Scappai via in lagrime. La mia giovinezza irrequieta non accettava compromessi!!!

 

Al suo matrimonio, vestita di rosa confetto, feci da damigella! Lei indossava un abito lungo con la gonna larga ed il corpino stretto che le strizzava il bel seno e mortificava la sua figura snella. Sul capo portava un velo che copriva la morbidezza dei ricci neri e fitti.

Il rinfresco venne fatto a casa sua, nello stanzone dove aveva dato lezioni fino ad allora. Il tavolo quadrato spostato in un angolo e le sedie disposte lungo le pareti. Gli sposi sedevano sul divanetto dalla dura spalliera di legno. C’era chi faceva girare i vassoi con i dolci e i confetti.

Dopo il brindisi dovetti leggere dei versi augurali. Mi confusi, incespicai, alla fine mi avvicinai per darle la pergamena e la baciai sulle labbra,. forse un po’ troppo a lungo; lei non si schermì, anzi dopo avermi allontanata, sorrise del suo bel sorriso!

Ma l’uomo pelato e segaligno seduto accanto a lei si alzò di scatto fulminandoci col suo sguardo gelido. Sembrava un pinguino imbalsamato, stretto nel tight nero.

Tornai fra le mie compagne che ammiccavano maligne, pronte in gruppo al lancio del bouquet. Feci appena in tempo a girarmi e mi ritrovai con il “suo” mazzolino di fiori stretto fra le mani.

 

Il telefono squillò, facendomi sobbalzare. « Signora l’aspettano per le prove del Concerto » disse una voce anonima « E’ in ritardo ». « Mi scuserò per l’inconveniente » risposi indispettita « sarò pronta fra mezz’ora! » Mi guardai allo specchio. Un volto sfiorito, il mio. Accostai le dita alle labbra e: « Sara » sussurrai ancora una volta « ovunque tu sia, ti dedicherò il mio ultimo Concerto proprio qui nella città natale del “tuo” Puccini! ».

 

 

                                                                                                                                              

Loading

7 commenti »

  1. E’ un soggetto vestito d’eleganza, che tradisce bene in qualche passaggio – e non dispiace – un aspetto, forse, autobiografico. Bene dunque, dal momento che val sempre la pena scrivere più fluidamente del vissuto piuttosto che impelagarsi in improbabili prove di narrativa che non appartengono alla propria sfera.
    Appunto la frescehzza è la caratteristica principale de “Le due pianiste”, ma non ultima rimane la scelta di trattare un argomento assai delicato che avrebbe potuto rischiare di cadere nel banale. Non è stato così.
    In bocca al lupo, Carmela.

  2. Grazie Giuseppe, sei sempre molto caro. Ho voluto partecipare a questa nuova sezione di Racconti nella rete soprattutto perchè mi piace “commentare”, ma a quanto pare … i commenti mancano.

  3. Mi colpiscono i colori dei vestiti, la finestra che si apre, la musica, una penombra da lezione di piano, il tempo che passa, la pronuncia francese dell’insegnante…Chissà se chi dovrà trattare questi soggetti, e sceglierli, saprà vedere queste cose… siamo tutti in gara ed in attesa. In bocca al lupo

  4. Grazie! Ho subito capito, come ti ho già scritto, che c’è sintonia dei racconti “al femminile” . Anch’io amo molto il mare e so quante riflessioni ed immagini rimanda. Non preoccupiamoci della “scelta” che verrà fatta. Già è molto aver letto qualcosa che fa emozionare. Bello essere in gara!!!!!!!!!!

  5. Puccini, la Musica, il primo amore che non si dimentica più. Un tema molto delicato, raccontato attraverso immagini e note. Si presta molto per un corto. Grazie per il commento.

  6. Cara Carmela,il tuo racconto è delicato ed ha un sapore antico,alcune descrizioni,i termini usati,ricorda una scrittura “classica”,mi è piaciuto molto, anche se , a mio parere,per come lo hai presentato, ha una veste che si accorderebbe meglio con la narrativa e meno con la scrittura per corti. Naturalmente,è il mio modesto parere,e nulla toglie alla bellezza della storia raccontata,ti faccio i migliori auguri e ti ringrazio di cuore per il commento lasciato al mio “Come una gazza”.

  7. Anche quest’anno la bella “gara” si avvia alla conclusione. Prima del “gran finale” voglio salutare tutti coloro che hanno condiviso quest’avventura letteraria e ringraziare in particolare per i loro commenti Giuseppe, Luisa, Giacomo e Francesca Giulia. A quest’ultima voglio aggiungere: “si, hai ragione, la mia paginetta è stata estrapolata da un racconto
    più lungo. Del resto io … scrivo racconti! Bello ed azzeccato, il tuo commento, la “cultura classica” è una seconda pelle.
    Aspettando il verdetto della Giuria … incrociamo le dita!

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.