Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2020 “Si cambia vita” di Cinzia Abbate

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2020

La giornata per Ettore è iniziata come sempre, sveglia alle sette, il caffè lungo della moka, la barba, la solita moglie indaffarata, il muso lungo della figlia adolescente.

Tutto uguale, la stessa noia da un tempo infinito. I dolori e doloretti che accompagnano quella nenia, stress da monotonia.

Che palle è il pensiero di Ettore mentre mette in moto l’auto comprata a rate, che palle pensa ancora immaginando la fila quotidiana in tangenziale.

Stranamente però, stamattina nessuna fila, niente intoppi, tutto liscio, Ettore arriva sotto l’ufficio ben dieci minuti prima delle fatidiche nove.

– Cosa c’è di meglio di un buon caffè al bar per sfruttare questo tempo regalato dal traffico?- Mormora tra sé e sé entrando nel locale appena rimesso a nuovo, barista compresa, una bellissima mora sorridente e scollacciata.

Gioia per gli occhi, altro che sua moglie! Sorseggia piano il liquido scuro e fumante, scherza con la ragazza e poi via, alla cassa. Ha i soldi interi, e gira che ti rigira, finisce per acquistare un gratta e vinci.

Tanto non vinco mai niente,che palle…..Mai vinto, fino a quel momento, quando davanti ai suoi occhi increduli appaiono i simboli che equivalgono a 1.000.000,00 di euro. UN MILIONE DI EURO!!!

  • Altro che che palle,si cambia vita!!!!-

Più o meno nello stesso momento, Lucia formula un pensiero molto simile : –si cambia vita…-.Ha gli occhi lucidi, lo sguardo smarrito, in mano una busta bianca aperta. Un referto appena ritirato, che non lascia speranze anche per chi non è laureato in medicina – neoplasia maligna – non c’è scampo. C’è da augurarsi che sia all’inizio, che non sia troppo cattivo, che qualcosa si possa fare.

Oggi la medicina fa miracoli – proprio adesso che mi ero decisa – no, non posso farlo. Non posso”

Lentamente si alza da quella panchina, figura staccata dal mondo, in quel momento muta,sorda e cieca. Una rivoluzione, bisogna farsi forza, affrontare, reagire. Lo studio del medico di famiglia non è lontano, un chilometro forse due, ma camminare fa bene, accarezza la paura, calma l’angoscia.

Il dottor Donati la conosce da tanto, non può che esser sincero, il problema è serio, ma non può dire quanto, occorrono altre analisi, altre ricerche, non farsi troppe illusioni. Bisogna prepararsi ad un periodo difficile, pieno di incognite. Forza, coraggio. Non abbattersi. In ogni caso, sì, si cambia vita. Torna a casa, subito al telefono, alza la cornetta, compone il numero, prende fiato, ma non c’è altra scelta. Si cambia vita….

Ettore rientra a casa alla stessa ora di ogni sera, le diciannove, come se niente fosse successo, ma tutto in lui è diverso, in quel giorno felice dove invece di andare in ufficio ha preparato il cambiamento, è sorridente, energico. Tutti i dolori e doloretti sembrano scomparsi. Tutto stress andato via con quella grattata e la prospettiva di una nuova vita. Sud America, o le Canarie o le Hawaii o qualunque altro posto via da lì, dal muso lungo della figlia adolescente, dal pallore della moglie.

Basta grigiore, sole, mare e belle donne. Sesso. Guarda la sua casa, i mobili comprati con tanti sacrifici, le tende scelte da sua moglie con tanta cura, il pavimento lustro.

C’era un sogno là dentro, un sogno che non era più il suo da tanto tempo, solo che non voleva dirlo. Non poteva. Con il suo stipendio separarsi era impossibile, passare i soldi alla figlia, pagarsi un affitto, sopportare i grugniti dei parenti.

Sua moglie poi…niente da dire, eh, bravissima donna, ottima cuoca, grande lavoratrice, madre attenta ma .. che palle, che noia quella sua saggezza, quelle sue attenzioni, quelle affettuosità ormai fastidiose.

Basta, si cambia vita..

  • Lucia – devo dirti una cosa ….
  • Anche io Ettore, anche io ….
  • Prima io, è importante, importantissima…-
  • Anche quello che devo dirti io lo è –
  • Mai come la mia sorpresa … ho vinto un milione di euro al gratta e vinci Lucia, ma, te lo dico senza tanti giri di parole, ti lascio, Lucia. Lascio te e questa vita noiosa, me ne vado, tanto tu hai i tuoi mezzi, abbiamo la separazione dei beni, vai dall’avvocato, vai dove ti pare, ormai ho deciso…..Certo darò qualcosa a nostra figlia, però basta, basta … cambio vita!

Ecco cosa resta di un matrimonio, di un progetto iniziato tanti anni prima, nulla. Tutto falso. Questo pensa Lucia, rimasta in silenzio -che c’è da dire – mentre lo guarda preparare le valigie. Lo aiuta anche, un modo per riordinare i pensieri, controllare la rabbia. Rabbia muta.

Buttata via come una cosa inutile. Una cianfrusaglia. Un regalo di Natale sbagliato. Lei che si era fatta tanti scrupoli, lei che vedeva affetto in quei gesti uguali, in quei lunghi silenzi. Lei che aveva scelto l’impiego in base alle esigenze di lui, lei che si prodigava affinché le camicie fossero perfette, il cibo senza colesterolo, lei che accettava quelle insulse vacanze in montagna solo per farlo contento. Lei che stava per rinunciare ancora una volta a cambiare vita.

Ettore è già sulla porta, si gira forse con un po’ di imbarazzo:

  • Lucia, a nostra figlia spiegaglielo tu, digli che sono impazzito , o quel che ti pare …Vi telefono, eh?
  • Sì sì telefona .. Ma non vuoi sapere cosa avevo da dirti?
  • No, no, che importa? Che cosa avrai mai da dire?

Fa per andarsene, poi ci ripensa, che dica.:

  • Via su, dimmi questa gran cosa….
  • Ho deciso di accettare la proposta che l’azienda mi ha fatto, un incarico importante presso la filale di Londra. Stavo per rifiutare, sai? Ma per l’appunto non ero riuscita a parlare con il dirigente, destino. Visto come stanno le cose, andrò. A nostra figlia piacerà l’Inghilterra, avrà certo maggiori opportunità che qua.
  • Bene, mi fa piacere, se è questo quello che vuoi. Mah… Londra … nebbia, pioggia. Contente voi. Vedi? In fin dei conti è tutto a posto. Allora…. ciao.
  • Ah, Ettore, un’ultima cosa. Il motivo per cui avrei rinunciato, ma certo ora non importa più.

Hai un tumore, Ettore. Un tumore maligno. Le tue analisi, ricordi? Le ho ritirate giusto stamattina. Mi dispiace. Te le ho messe in valigia, sopra le camicie blu.

La porta si chiude alle spalle dell’uomo attonito che velocemente apre la valigia, pensa ad un inganno, alla rabbia di una donna abbandonata, con mani tremanti prende la busta, la apre, legge e rilegge.

Si cambia vita – si cambia vita davvero – pensa con le camicie blu sparse sul pianerottolo, un foglio tra le dita e una porta chiusa alle spalle.

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6 commenti »

  1. Che storia agghiacciante! Un crudele scherzo del destino. Scrittura fluida e scorrevole. Dal punto di vista della formattazione ci sarebbe qualcosa da rivedere, ma il racconto rimane un buon lavoro.

  2. Come nei migliori racconti con sorpresa, non ho potuto fare a meno di tornare a leggerlo, più consapevole. Brava nell’inganno, “Povera Lucia” ho pensato proseguendo, finché… Mi è piaciuto, fa riflettere inoltre su quanto il denaro perda di valore in certi casi.

  3. Grazie a Monica e Silvia, è la prima volta che partecipo ad un concorso, mi fa un certo effetto essere letta!

  4. Ben scritto, coinvolgente e agghiacciante. Però (mi vergogno un po’ a dirlo) ho provato una certa soddisfazione nel sapere che non era Lucia ad essere malata.

  5. Toccante, mette in luce l’egoismo scaturito dalla vincita.

  6. ‘Che palle’, non è di certo un commento per questo racconto, tutt’altro che noioso. Mi dispiace dirlo, ma ben gli sta a quello sbruffone!

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