Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2017 “Senza paura” di Sabina Rizzo

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

Aveva l’abilità di sedurre una donna c’era qualcosa nel suo sguardo che mi colpì fin dal primo momento, il suo modo di fare attirava l’attenzione verso la gente, l’occasione di conoscerlo avvenne durante un congresso, in quell’occasione ebbi modo di parlare con lui, per questioni inerenti il lavoro. Quella sera ci recammo in una lussuosa villa adornata di eleganti e pittoreschi arazzi, i mobili rievocavano antichi sfarzi dell’ ottocento, un luogo suggestivo e mistico allo stesso tempo, dopo la cena ci eravamo spostati sulla terrazza, il cielo ricoperto di stelle rendeva la serata avvolta da un alone di mistero, la sua risata calda e sensuale riusciva a mettermi a mio agio anche in quella situazione, lo guardai intensamente sorridendogli timorosamente mentre parlava dei suoi progetti di lavoro, i suoi occhi verdi erano molto sensuali, non riuscivo a distogliere lo sguardo, avvertivo uno strano sentimento di attrazione nei suoi confronti e questo mi provocava un notevole imbarazzo, d’altronde ero infatuata di lui, ne ero consapevole, ad un certo punto si avvicinò sussurrandomi qualcosa che non capii bene, mi versò da bere, brindammo a noi e a quei momenti, inconsapevoli del fatto che qualcosa ci unisse. Passò diverso tempo prima che lo rividi, il suo lavoro lo assorbiva enormemente, la sua attività lo portava a recarsi all’ estero per diversi periodi di tempo dove svolgeva parte dei suoi affari, molti dei suoi clienti erano stranieri, quando ritornava dopo lunghi periodi di assenza, svolgeva quegli incarichi di cui abitualmente si occupava quando risiedeva in Italia, il suo lavoro era ambito da molti, suscitava invidie e gelosie all’interno della cerchia in cui viveva, la sua era un attività manageriale, un lavoro di grande responsabilità ed impegno, che richiedeva dedizione e costanza, spesso era pieno di impegni e non aveva tempo per una vita sociale normale al di fuori del lavoro, il suo compito era di tipo dirigenziale, gestiva il lavoro, l’ organizzazione delle attività, le riunioni, le cene, mentre il restante tempo libero era dedicato ad attività rilassanti come il golf, la pesca, le cene con gli amici. Ci riincontrammo ad un galà di beneficienza che si svolgeva in un antico palazzo del millecinquecento ricordo l’enorme confusione e quell ‘atteggiamento freddo, cinico e risoluto mentre parlava di affari, comportamento che lo faceva apparire agli occhi di chi non lo conosceva un avido calcolatore, distante dai problemi della società, e dalla concretezza della vita, fui colpita dal suo modo austero e serio, ricordo ancora quella sera, mi vestii molto elegante, indossavo un lungo abito color avorio, con un cappotto grigio scuro, avevo parte dei capelli raccolti da un fermaglio e lunghi boccoli che scendevano lungo le spalle che rendevano la capigliatura romantica, quando mi vide cambiò espressione, un impeto di emozioni si levò dal suo volto, diventando rosaceo, non riusciva a trattenere le emozioni che trapelavano dai suoi gesti impacciati e dagli occhi languidi e carichi di passione, i movimenti disarticolati e un po goffi risultavano poco consoni, adatti alla situazione, ma fu il suo modo di fare un po’ imbronciato ad attirare la mia attenzione e la curiosità nei suoi confronti, ricordo indossava un completo blu, molto sobrio ed elegante, quando lo rividi mi sentii disorientata, lui mi sorrise attraversando la sala, mi chiese se volevo ballare e senza nemmeno attendere la mia risposta mi strinse forte e iniziammo a danzare, ricordo che riuscivo a stento a respirare, le gambe mi tremavano per l’emozione, sentii il calore del suo corpo mentre mi avvolgeva le braccia lungo la schiena, sentii un brivido attraversarmi il corpo rimasi per un momento immobile, ero affascinata dai suoi occhi così intensi e carichi di emozione, avvertivo il calore del suo corpo, avrei voluto leggere i suoi pensieri, carpirne i sentimenti più puri, capire casa provava in quel momento e intanto mi lasciavo trasportare da quella dolce e intensa melodia, sentivo il cuore battere fortemente, feci un profondo respiro e cercai di tranquillizzarmi, lui avvertì questa mia profonda paura e lentamente fece un passo indietro continuando a sostenere lo sguardo su di me, poi si avvicinò dolcemente e mi diede un bacio, le nostre labbra furono avvolte dalla passione, il mio viso arrossì per il forte sentimento nutrito nei suoi confronti, poi a fine serata mi accompagnò a casa. Non ero sicura che quel bacio per lui significasse qualche cosa, se quel sentimento fosse sincero o fosse dovuto ad un momento di vulnerabilità, soffrivo in silenzio l’ angoscia di quel gesto, sperando che avrebbe portato ad un reale sentimento. Era un uomo colto, intelligente, sensibile, dai modi gentili, eleganti, non pensavo avesse rivolto seriamente l’attenzione nei miei confronti. Jason era la tipica persona che cresciuta negli agi e nel lusso, aveva costruito e pianificato nel tempo la sua scalata al successo, era abituato a ricevere dalla vita tutto quello che desiderava e sapeva che tutto aveva un prezzo, tutto era contrattabile, persino io. Potente uomo d’affari, aveva importanti appoggi politici, uomo temibile dalla società, inflessibile ma sensibile e generoso allo stesso tempo, tanto da suscitare invidie e gelosie fra le alte fasce della alta società, aveva tanti amici, molti anche potenti, ma aveva anche molti nemici. Conosceva il mondo dell’alta società da sempre, sapeva perfettamente come districarsi in questo ambiente fatto di pericoli, insidie, maldicenze. Solo un pensiero lo turbava, fino a fargli perdere quella lucidità mentale che tanto lo caratterizzava e lo distingueva, i sentimenti e l’amore che iniziava a provare verso di me. Mi disse di aver ripensato a quei brevi momenti passati insieme, a quel bacio sottratto tacitamente, al mio dolcissimo sguardo, timoroso e tremante d’ardore nei suoi confronti, di come quella serata irresistibilmente attratto da me mi guardasse e cercasse la mia vicinanza, del fatto che aveva aspettato quel momento tutta la sera e che aveva avuto modo di parlare e conoscermi meglio, quella serata fu interessante per noi, ci divertimmo tanto. Mi disse che avrebbe avuto il piacere di invitarmi una sera a cena, che voleva trascorrere un po’ di tempo con me, ero sicura che ci saremmo rivisti presto, non passò molto tempo prima che lui mi fece una dichiarazione sui sentimenti che provava per me, dicendomi che fossi una persona meravigliosa, che provava qualcosa di concreto nei miei confronto, dei sentimenti, che non riusciva ad esprimere con le sole parole, la mia presenza lo rendeva una persona migliore. L ‘espressione del suo viso cambiò di colpo, lasciando spazio a un caldo sorriso, il vento spostò i suoi capelli lontano dagli occhi mettendone in evidenza il colore, illuminandone il viso e colorandone le guance di un colorito rosaceo. Ci avvicinammo al balcone, era una chiara sera di primavera, l’aria era mite, stavamo guardando il tramonto mentre mi disse che era innamorato di me, io gli risposi che non avevo capito che fosse così coinvolto emotivamente, pensavo volesse conoscermi meglio, questo avrebbe significato iniziare a guardarsi dentro, esprimere i sentimenti più profondi e reconditi del cuore, nel frattempo sentì un brivido sulla pelle, era una sensazione che non sapevo descrivere, mentre camminavano mi sussurro’ di fermarmi un attimo, mi accarezzò la fronte e mi baciò con un gesto improvviso e un intensità tale da lasciarmi attonita, io non riuscii a parlare, ci furono attimi di silenzio fra di noi, quel gesto così naturale mi lasciò senza fiato, non pensavo che una cosa così bella potesse succedere all’improvviso.Il giorno dopo Jason si recò a lavoro come di consueto, era adirato, un cliente aveva rinunciato ad un affare a cui aveva lavorato per diverso tempo, rendendo il tempo vano e inutile, aveva impiegato le sue energie su questo lavoro dedicando anima e corpo a questo progetto, la sua giornata era piena di impegni, una riunione importante lo aspettava a breve, si diresse velocemente lungo il corridoio adiacente per raggiungere la sala adibita alle riunioni congressi e di lì usci dopo cinque lunghe interminabili ore, stanco e provato da quella lunga e faticosa giornata, si prese un giorno di riposo per riacquistare le forze. Era un uomo abile negli affari, in breve tempo era riuscito a costruirsi una carriera solida, conosceva le persone più influenti della città, aveva relazioni con l’estero, era riuscito in pochi anni a far crescere l’azienda, le sue collaborazioni a farle acquisire valore ed importanza anche all’estero, a far accettare un progetto di enorme importanza per la città che ne avrebbe fatto trarre un grosso beneficio economico anche all’azienda, spendeva tempo e risorse nei suoi progetti, era pieno di idee, piani e strategie organizzative, amava il suo lavoro più di se stesso a cui si dedicava con dedizione e passione, sottraendo tempo alla vita privata. Un giorno mi trovavo nelle vicinanze del suo ufficio e mi recai a salutarlo, quando entrai lo vidi seduto vicino alla scrivania intento a leggere dei documenti, l’ansia mi prese all’improvviso,entrando vidi una grande libreria che ricopriva parte della stanza, questa era arredata con gusto ed eleganza, lussuosi mobili moderni, quadri di grande valore, oggetti ed opere d’arte di grande portata, dalle finestre che dominavano la parete si intravedeva parte della città, la scrivania era piena di documenti, quando mi vide entrare rimase stupito, si alzò e mi venne incontro, mi disse che aveva avuto una giornata pesante, il suo lavoro era abbastanza complesso, generava ansie e preoccupazioni, lo vidi un po’ turbato come se qualcosa lo infastidisse, diverse volte lo avevo notato inquieto, non sempre le cose erano facili per lui, spesso si doveva confrontare con realtà lavorative difficili, con i colleghi, contro le loro idee, mettendo in primo piano il benessere e i valori dell’azienda rispetto ai principi etici e morali del prossimo, spesso i contrasti con i colleghi erano frequenti, le relazioni difficili, i problemi si creavano frequentemente all’ interno del gruppo di lavoro, quel giorno parlammo di tante cose, mi disse che si sarebbe recato all’estero per un po’ di tempo, doveva far acquisire all’azienda un contratto di enorme importanza che avrebbe portato grande visibilità ed un ingente quantitativo economico e che questa situazione gli creava ansia, anche questo incarico richiedeva una grande assunzione di responsabilità, inoltre c’era un pensiero che lo preoccupava, mi raccontò che un giorno ebbe una discussione accesa con michael un amico di infanzia, che gli confessò che nutriva un interesse nei miei confronti e lui rispose di rivelare i suoi sentimenti in modo da capire se io nutrivo lo stesso sentimento, michael mi disse che avrei dovuto lasciarti perdere e cercare un altra ragazza che soddisfacesse i miei gusti ed i miei bisogni, mi disse che le donne richiedono tempo e dedizione, sono troppo esigenti in amore, pretendono molta attenzione e impegno ed io ero troppo occupato per prendermi questo impegno con te, il mondo è pieno di belle ragazze che vogliono divertirsi e non pretendono niente, “ma io nutro qualcosa di reale per lei” mi disse Michael “e non voglio che la tratti come un pezzo di arredamento, solo ed esclusivamente per un tuo compiacimento personale” ed io gli risposi “questo lo deve decidere lei”, mi accusò di aver cercato di sedurti, di fingere interesse solo per trascorrere una notte con te, dopo di che saresti stata una delle tante ragazze da aggiungere alla mia collezione di trofei, mi disse che avrei potuto avere chiunque e in qualunque momento, “certo tu eri molto bella” ma che facilmente avrei trovato donne meno esigenti che avrebbero apprezzato la mia compagnia, senza chiedere niente in cambio, quella discussione si chiuse là, ma mi aveva lasciato una terribile amarezza. In altre occasioni riprese l’argomento, notai che era troppo interessato e la cosa mi sembrava strana dato che tu non eri minimamente a conoscenza del suo amore per te e che la sua convinzione nel perseverare sui suoi sentimenti e su quello che provasse nei tuoi confronti, mi aveva destato molte perplessità, la sua ostinazione mi generava ansia e mi portava a non demordere sui miei sentimenti. Cercai di non pensare a quella discussione e mi preparai per la partenza, gli affari mi aspettavano, dovevo concentrare la mia attenzione solo su questo, acquisire quelle quote avrebbe favorito la mia professione, il mio lavoro e agevolato il profitto per me e per l’azienda. Ritornai dopo diversi mesi, rividi Sarah mi raccontò che si era incontrata con Michael per questioni di lavoro, a riunioni e cene fra colleghi, che alcune volte erano usciti insieme e che una sera le aveva confessato di essere innamorato di lei ma che lei provava solo amicizia nei suoi confronti e nient’altro, mi disse che spesso la chiamava, utilizzando mille pretesti con la scusa di parlarle e passare del tempo con lei, che aveva cercato di farle delle avanche che lei aveva naturalmente rifiutato, che nell’ultimo periodo era un pò troppo insistente, aveva cercato di convincerla ad uscire con lei, parlando della lealtà dei suoi sentimenti, che non essendoci riuscito, cominciò a comportarsi in maniera arrogante nei suoi confronti, utilizzando un tono sarcastico al lavoro, ne avevamo parlato più di una volta e speravo che non prendesse più l’argomento ma sembrava quasi che ignorasse quello che gli dicevo, ha cominciato ad essere pesante e anche opprimente, cominciai a non rispondere piu alle sue telefonate,quando lo vedevo arrivare cambiavo strada, perchè ho iniziato ad avere paura e a temere per la mia incolumità,perchè gli atteggiamenti, le attenzioni che ha iniziato ad avere nei miei confronti piano piano diventavano pesanti e opprimenti,per la serenità psichica, questa situazione mi ha generato problemi di ansia ed ho iniziato a pensare di prendere qualche provvedimento più serio nei suoi confronti, “mi confido con te per chiederti qualche consiglio su come mi debbo comportare nei suoi confronti, sul modo di procedere, per non dare alito alle sue fantasie”, mentre dicevo questo la mia voce diventava tremante, vidi il suo volto farsi cupo e preoccupato, mentre una forte tensione iniziava a farsi sentire, iniziò a dirmi che non mi dovevo assolutamente preoccupare, la situazione si sarebbe risolta presto, ci avrebbe pensato lui, mi disse di cambiare il numero di casa e di cellulare, che avrebbe ingaggiato un uomo per seguire i suoi spostamenti e verificare che non mi desse più fastidio e che se solo mi avesse ancora importunata o umiliatasarebbe passato a modi più convincenti nel dissuaderlo a lasciarmi stare in pace, non ti darà più fastidio te lo prometto, sei una persona meravigliosa non voglio che ti importuni più, mi portai le mani al viso mente cercavo di trattenere le lacrime, Jason sospirò, “avrei dovuto capire fin dal primo momento quali erano le sue reali intenzioni e agire prontamente, ma non immaginavo si spingesse a tanto, mi aveva quasi convinto di quello che provava per te, del suo amore, della sincerità dei suoi sentimenti mentre in realtà agiva meschinamente per cercare di ottenere benevolenza nei tuoi confronti”, “avrei dovuto riconoscere la crudeltà dei suoi atteggiamenti, pensavo capisse di non arrivare a tanto, che non si permettesse di ferire la dignità di una persona, ora che conosco la gravità delle sue intenzioni, non posso rimanere inerme mentre si permette di rovinare la vita della persona più importante della mia vita, devo agire con freddezza e lucidità, evitando che combini qualche altra impudenza”. Le sue parole mi tranquillizarono, lo avevo giudicato una persona cinica, attaccata al lavoro, concentrato solo sulla propria vita professionale ma la sua forte preoccupazione nei miei confronti, il suo interessamento, mi aveva dato la speranza di credere che un giorno quel forte sentimento che provavo per lui si potesse concretizzare. La situazione si complicava perchè per motivi di lavoro ero spesso soggetta ad incontrarlo e questo lo sollecitava a tentare degli approcci, cercava di avvicinarsi nei momenti in cui ero sola, cercando di intraprendere una conversazione con me, il colloquio gli dava lo stimolo per cercare di parlarmi, di intraprendere una relazione con me, nonostante gli avessi chiaramente fatto capire che non c’era nessun interesse da parte mia e che mai sarebbe potuto esserci. Per questioni di lavoro, ero spesso invitata a cene e conferenze e mi trovavo costretta a circondarmi di gente intorno pur di denigrare ogni sua possibilità di avvicinarsi a me, per il mio carisma riuscivo a farmi ben volere dai colleghi, amavo circondarmi di gente brillante, intelligente, da importanti uomini d’affari, magnati della finanza, in modo da farlo desistere da ogni suo tentativo di contatto, ma più cercavo di evitarlo più il suo comportamento diventava ossessivo, eccessivo e irruente nei miei confronti, invadeva i miei spazi, le sue gelosie immotivate arrecavano danno alla mia immagine, non c’era niente fra di noi eppure nella sua mente contorta si era creato una immagine di noi, le cattiverie espresse minuziosamente, l ‘invidia del mio lavoro, creava in lui gelosia e una sorta di frustrazione, non riuscivo a sopportare questa intromissione nella mia vita e nelle mie relazioni sociali, cosa potevo fare? Avevo il terrore che confidandomi con qualche collega ne avrei pagato le conseguenze, inizialmente cercai di sopportare, di non far trapelare niente al lavoro, di tenermi tutto dentro, non potevo distruggere la sua credibilità, nell’ambiente lavorativo in cui era conosciuto ed operava da anni era la sua immagine era salda, non potevo certo screditarlo, d’altronde lui sapeva bene come ridicolizzare la gente diffondendo maldicenze, cattiverie e invidie, creando insidie e contrasti nei contesti in cui operava. Michael si era insidiato lentamente e con sottile cattiveria aveva creato problemi nel lavoro e dissidi con i colleghi, disagi di vario genere.Jason era turbato da un pensiero, voleva che stessi tranquilla, la paura che io fossi disturbata da michael lo rendeva nervoso, non passava momento che non si preoccupasse per me, il solo pensiero di quell’uomo libero di agire impunemente lo faceva arrabiare, aveva atteggiamenti di sfida nei confronti di michael, l’ umore cambiava spesso, diventava facilmente irascibile, certe volte sembrava quasi un’ altra persona, era nervoso, non riusciva a concentrarsi sul lavoro, essendo distratto e amareggiato per questa situazione, non riusciva a sopportare che quell’amore accecante e irruente di michael nei miei confronti stravolgesse la mia vita, che l’impeto e la passione pervadevano il suo animo a tal punto da avere comportamenti eccessivi, spesso non riusciva a controllarsi e a domare la sua impulsività, la sua irascibilità, alla vista e al pensiero di vedermi accanto ad un altro uomo che non era lui. Michael avrebbe fatto di tutto per rendermi felice nella sua testa malata, ma molto altro per avermi, persino allontanare con ogni mezzo a sua disposizione quell’uomo di cui sapeva essere innamorata . Jason su molto provato da questa situazione tanto che chi lo conosceva penso’ che il suo modo ansioso di esprimersi e i frequenti attacchi d’ira derivassero da un profondo stress lavorativo, tanto che cercarono di convincerlo a prendersi qualche settimana di ferie, forse un po’ di riposo lo avrebbe aiutato, ma l’eccessiva tensione accumulata, il senso di impotenza, l’angoscia, lo opprimevano. Michael era convinto che niente e nessuno avrebbe ostacolato il suo percorso nè quello lavorativo, nè tantomeno quello sentimentale, non passava evento o occasione dove mostrasse una particolare predilezione nei miei confronti, tanto da creare in me disagio, inizialmente non lo manifestò chiaramente, non fu uno scempio evidente del suo amore e del suo affetto, quanto piuttosto un sottile e lieve corteggiamento che di giorno in giorno cresceva sempre di più ed animatamente, e che si manifestava ogni qualvolta si presentasse un evento, non importava che fossi sola o in compagnia di qualcuno, ogni volta una scintilla irreprensibile scattava nel suo cuore accecato dall’impeto dell’amore, ed ogni mio diniego non faceva altro che aumentare il suo senso di rabbia e frustrazione, iniziò a crearmi problemi sul lavoro, pensando che gli avessi negato qualcosa di inestimabile valore, qualcosa che sentiva suo da sempre, che niente e nessuno avrebbe potuto togliergli l’amore, iniziò a comportarsi senza scrupoli, a creare disagi nell’intento di farmi perdere stima e credibilità nell’ambiente lavorativo, rendendomi difficile il rapporto con i colleghi, diffuse maldicenze infondate nei miei confronti con lo scopo di allontanare le amicizie e le persone care, il suo piano verteva principalmente ed esclusivamente nel distruggere e logorare la carriera che negli anni con fatica e duro lavoro mi ero costruita, creando problemi continui e difficoltà sul lavoro, tanti e tali da ripercuotersi nella vita affettiva e relazionale, a causa delle maldicenze diffuse nei miei confronti subii sul lavoro diversi attacchi da parte dei colleghi, rimproveri sul modo di lavorare e sull’incapacità di svolgere il mio lavoro, dubbi sul ricoprire quel ruolo nell’azienda, questi problemi cominciarono veramente a riperquotersi sul lavoro, nella relazione con il datore di lavoro oltre che su quella relazionale, i problemi aumentavano sempre di più, successivamente iniziarono le telefonate anonime, era una situazione agghiacciante, fatta di insulti e provocazioni gratuite, non potevo permettermi che le mie paure prendessero il sopravvento sulla ragione, come non potevo farmi condizionare da una persona arida e insensibile come michael, cercai di riprendere in mano la mia vita. Mi recai ad una cena di lavoro, c’era anche michael, iniziai a denigrarlo, cercando di non scendere al suo livello e di non aggravare la situazione, complicandola ulteriormente, creando delle condizioni favorevoli e stimolanti per gli ospiti, quella sera riuscii comunque a rilassarmi e a divertirmi durante il ricevimento di lavoro e a proporre le mie idee, che piacquero tanto agli ospiti,venni rivalutata anche dai colleghi per il lavoro svolto e per gli interventi fatti in quella circostanza, riappropriandomi di parti importanti della mia vita, piano piano stavo acquisendo consapevolezza delle mie capacità e della mia forza, cercai di sopportare con freddezza e lucidità quella situazione resa difficile e incompatibile dai continui contrasti, cercai di sopperire a invidie e gelosie che si erano create nei miei confronti, di rafforzare la relazione con i colleghi e il mio senso di rivalsa, cercavo di non dar peso a chiacchere malsane e di concentrare tutti i miei sforzi sul lavoro e sulle relazioni sociali, non mi ero mai ripiegata su me stessa e sul mio stato d’animo, cercavo di essere forte e irreprensibile mostrandomi sicura e capace del ruolo che mi avevano dato, la possibilità di ricoprire un incarico così importante sul lavoro dava una senso alla mia vita, alle mie prospettive, alle mie priorità, molti avrebbero voluto prendere il mio posto, ma se ero stata scelta io, qualcosa di importante per l’azienda avevo certamente fatto, le mie capacità erano in grado di tenere testa a un gruppo di persone intellettualmente creative, la mia vita stava iniziando una nuova piega, dovevo solo creare le condizioni adatte, le migliori per essere nuovamente credibile, per acquistare quella stessa credibilità che avevano cercato di rovinare, di minare lentamente. Sarebbe stato facile per me una volta riacquistato il prestigio, cercare di compromettere la carriera di michael, ma non potevo abbassarmi al suo stesso livello. Avrei potuto indagare sulle sue relazioni precedenti, per capire cosa facesse scattare in lui questa assurda e irreale gelosia quasi morbosa nei miei confronti, cosa lo rendesse così arido, malvagio nei miei confronti, da voler diffamare una collega di lavoro in modo da costringermi a vivere una vita infelice, allontanandomi dalle mie vere amicizie e dalle relazioni sociali che avevo costruito negli anni e con difficoltà, forse perchè geloso della mia indipendenza e dell’emancipazione che questo lavoro mi avrebbe portato, capivo di essere l’oggetto della sua frustrazione, ma anche io provavo dei sentimenti che non erano rivolti a lui: Non potevo tollerare gli appostamenti sotto casa, le violenze verbali che seguirono a questi appostamenti, le telefonate anonime in piena notte, le vessazioni sul lavoro, le maldicenze messe in atto nei miei confronti, inizialmente attribuivo a me stessa la colpa di tutto, pensando che in qualche modo lo avessi provocato, addossandomi la colpa di un sorriso o di una parola di troppo rivolta, le notti insonni, la mia mancanza di autostima, contribuivano a peggiorare una situazione di per sè stressante complessa e insostenibile da sopportare. Il fatto che lo vedessi al lavoro o che lo trovassi appostato sotto casa mia non migliorava di certo la situazione, mi sentii privata della libertà e cominciai ad avere paura, di quell’uomo che non accettava il fatto che lo avessi allontanato, nonostante a parole mi dicesse che era dispiaciuto e affranto per come si era comportato, che aveva accettato il fatto che per lui fossi solo un amica, che se avessimo ripreso l’amicizia si sarebbe comportato diversamente, non avrebbe creato più problemi, liti e malintesi al lavoro, nei fatti si comportava diversamente, non accettava la fine della relazione di amicizia e disturbava con insistenza la mia vita creandomi problemi di vario tipo. Spesso agli appostamenti seguivano improvvisi e repentini avvicinamenti, seguiti da pianti incontrollati, minacce e insulti, liti, addossandomene continuamente la colpa e la responsabilità con violenza sempre maggiore, accuse e invenzioni erano continue e incessanti da parte sua, la notte ero disturbata da pressanti telefonate anonime, la paura sopraggiunse più volte e costantemente,le violenze psicologiche a cui continuamente ero soggetta oltre che a scenate e vessazioni perenni, mi crearono agitazione, mi colse una profonda paura, non sapevo cosa fare, pensai di cambiare appartamento, mi trovai in una situazione tale da essere quasi incapace di reagire ai continui soprusi che quotidianamente mi trovavo a vivere e sopportare, cominciai ad avere paura che mi accadesse qualcosa di terribile, non volevo che i miei amici capissero la situazione che vivevo, la mia vita comunque procedeva regolarmente sul lavoro, cercando di non destare sospetti sul mio stato emotivo alquanto labile. Riguardo gli amici, penso che non avessero la benchè minima idea di quello che mi stava succedendo intorno, in quel contesto intriso di minacce, rimproveri, suppliche, piagnistei non riuscivo a trovare la forza di reagire, ero come costretta a sopportare queste torture e non ne riuscivo a comprenderne il motivo: Gli dissi che il sentimento che provava per me non era corrisposto, che amavo Jason di farsene una ragione, che avrebbe trovato una ragazza che lo voleva bene, dovevo farmi forza, non potevo permettere che queste oscenità continuassero ancora, avevo una vita da vivere e lui me la stava portando via, mi stava innestando la paura verso il mondo esterno, una sofferenza e un senso di impotenza che non riuscivo a controllare, cominciai ad imbottirmi la notte di sonniferi perchè la mancanza di sonno si riperquoteva sul lavoro, avevo la sensazione che prima o poi mi minacciasse violentemente, lo denunciai ai carabinieri, mi dissero che se non avevo subito molestie o minaccie gravi non potevano fare niente, gli dissi dei continui appostamenti, delle violenze verbali, dei pedinamenti, delle telefonate anonime in piena notte, ma se non avevo prove sufficientemente convincenti non avrebbero potuto procedere e fare niente, visto che il soggetto non aveva commesso reati in precedenza, la mia segnalazione sarebbe servita a poco, comunque se ci fosse stato qualche tentativo di aggressione avrebbero potuto fare qualche cosa, mettendo il soggetto sotto controllo, mi sentivo sola, senza nessuna protezione, la persona che Jason aveva preso per controllare michael poteva fare ben poco, se non seguire solo i suoi spostamenti e comunicarli a jason, la notte arrivai persino a chiudermi dentro a chiave e a staccare il telefono, sempre con la paura che entrasse di notte e mi soffocasse nel sonno, ma ero ormai pienamente consapevole di questa situazione, sopraffatta dalla paura e dall’ansia, non riuscivo nemmeno a camminare più da sola, all’uscita dal lavoro prendevo un taxi e quando uscivo da casa gli amici venivano a prendermi e a riaccompagnarmi. Spesso di notte facevo degli incubi, mi sentivo vittima di atti persecutori continui, al lavoro cercavo di essere efficiente altrimenti avrei potuto pagarne care le conseguenze, anche jason aveva capito che c’era qualcosa che non andava, lo notava dalle mie assenze e dalle distrazioni della mia mente, capiva che ero mi turbata, l’aveva letto nei miei occhi lucidi e scarni, solcati da due enormi occhiaie, tanto da suscitare in lui collera e rabbia verso chi mi aveva provocato tale dolore e ansietà, con uno sguardo severo posò gli occhi su di me e mi disse se andava bene, io lo guardai con aria incredula gli dissi di si, capì subito che il problema era sempre michael, mi disse che il suo uomo aveva indagato sul suo passato e aveva scoperto che michael aveva avuto un passato turbolento, il padre era morto da piccolo e la madre dopo neanche un anno si era messo con un uomo alcolizzato che la maltrattava, che l’uomo non spendeva una lira per la famiglia ma solo per procurarsi il vino, spesso dormiva fuori, dopo un po’ di tempo aveva perso il lavoro, costringendo la moglie ed il figlio a lavorare per mantenere il suo status sociale, mentre il padre oziava e beveva vino dedicando parte del suo tempo alle donne di strada e ad amici corrotti e poco raccomandabili lui e sua madre erano costretti a fare lavori umili e mortificanti, il padre era violento, spesso inveiva contro di loro senza alcun motivo e alzava le mani, dopo diversi anni la madre era morta in seguito ad una grave malattia, il padre l’aveva sostituita dopo poco tempo con una donna conosciuta nei luoghi che frequentava abitualmente per ubriacarsi, michael appena cresciuto aveva deciso di andarsene via, visto che nella casa era subentrata quella donna di poco conto, che non lo poteva nemmeno vedere, che aveva portato con sé altre due bocche da sfamare, michael non riusciva a sopportare dopo il dolore della perdita della mamma, il peso di quella donna che aveva preso il posto della madre defunta, parassiti che non lavoravano, lui aveva iniziato a lavortare da piccolo e non avrebbe avuto problemi a trovarsi un lavoro lontano da quelle sanguisughe, poi aveva trovato lavoro presso un agenzia di viaggi per alcuni anni, lì aveva conosciuto una ragazza con cui aveva avuto una relazione, lei dopo un po’ di tempo lo aveva lasciato perchè stanca delle sue continue gelosie e che lui non si era rassegnato e aveva cercato di dissuaderla a rimettersi insieme, ma che lei stanca delle continue lamentele aveva cambiato paese, successivamente aveva intrapreso un altra relazione con una ragazza che dopo poco tempo lo aveva tradito con un altro, non era riuscito ad accettare la cosa forse il trauma subito dal tradimento lo aveva portato a sviluppare nel tempo quei disturbi comportamentali, delle piccole psicosi, di cui sono state oggetto alcune persone che lo hanno conosciuto successivamente, negli anni a seguire aveva trovato un impiego ben retribuito in quella stessa azienda dove lavorava Sarah e si era invaghito di lei perche in lei vedeva la figura materna.Jason aveva capito le motivazioni inconscie che avevano portato michael ad aggrapparsi a Sarah lei assomigliava all’unica figura che michael aveva reputato importante nella sua vita.Jason fu molto provato da questa situazione, un po’ di serenità lo avrebbe aiutato.Una sera Jason mi invitò a cena, disse che dovevamo parlare di un progetto per l’azienda, io accettai, finimmo a parlare di noi e del perchè lui non fosse fidanzato, mi disse che aspettava di conoscere una persona intelligente, dolce, sensibile che gli rubasse il cuore, ma che finora non l’ aveva incontrata, che c’era qualcuno per cui lui aveva provato attrazione ed interesse, era una ragazza aristocratica, all’antica, la donna perfetta per lui, ma il suo cuore non era libero, c’era poi il fatto che essere un uomo di successo comportava enormi sacrifici e costanti rinunce, era un uomo colto, intelligente, stimato e invidiato da molti, ma enormemente dedito alla carriera questo non portava di certo grandi vantaggi sul piano affettivo, anzi il fatto di essere troppo impegnato sul lavoro e spesso fuori città, il fatto di essere poco presente nella relazione affettiva causava non pochi problemi per una relazione seria e duratura, riducendo il rapporto a forme di legami brevi e scostanti, costringendo le donne a fuggire da questo tipo di relazione, portandole a crearsi dei legami più stabili e sicuri con persone più solide, sì il denaro aveva la sua importanza, ma ad una donna indipendente questo non interessava, acquistavano valore altre forme di scambio. Non riuscivo a capire come questo uomo dell’ alta società, abituato ad avere tutto ai propri piedi, a dirigere team di manager, avesse difficoltà a tenere salda una relazione, era una curiosità che aleggiava e incuriosiva la mia mente. Mi chiese un’altro appuntamento, io accettai, convinta che avrei capito qualcosa in più di lui. Rientrai a casa tardi, pensando alle parole che ci eravamo detti, quella sera era stata piacevole, piena di bei momenti, una serata veramente rilassante. Il giorno dopo vidi arrivare un immenso mazzo di rose rosse, mi chiesi chi l’avesse mandato, poi vidi un biglietto con scritto Jason, che mi ringraziò della bella serata trascorsa insieme e mi chiedeva di vederci nuovamente ad una cena, sempre per parlare di lavoro, quella stabilità, quella falsa sicurezza che avevo pensato di avere finora raggiunto adesso vacillava, rendendomi insicura. Jason con quel suo modo cortese e gentile, corretto nell’atteggiamento galante, mi aveva conquistato ero inanime davanti allo sguardo sensuale e provocante, c’era qualcosa in lui, nei suoi occhi che mi intrigava, quando mi guardava, io ne ero lusingata, ma al tempo stesso impaurita, , non riusciva a distogliere lo sguardo, la sua aria fragile e sensibile, ma al tempo stesso minacciosa nei confronti di un mondo arido di affetti e pieno di colpi bassi, mi confondeva, ma al tempo stesso mi dava coraggio.Jason mi chiese di accompagnarlo alcuni giorni per un viaggio di lavoro, avremmo avuto del tempo per conoscerci meglio, in modo da avere più tempo per parlare e capire i nostri sentimenti e cosa realmente provassimo l’uno per l’altra, avremmo potuto visitare le bellezze e le opere architettoniche della città, i resti di antiche civiltà, conoscere usanze e tradizioni diverse. La proposta era ragionevole, avrebbemmo potuto provare cosa volesse dire passare del tempo insieme.Ci recarommo a Dussendolf in Germania, imponente città, costituita da antiche chiese e cattedrali, palazzi del secolo XII e da maestose strutture dell’epoca antica. Un antica cattedrale sovrastava il territorio, la città era circondata da una serie di antichi bastioni di pietra, un antico sobborgo circondava la vallata, costituita da negozi di artigianato, di ceramiche e vassellame, oltre che di ricamo, un profondo profumo di fiori adornava la città, le parti in ombra erano circoscritte da profonde siepi dì edera, un aria mistica di fede e pace, pervadeva la zona ricca di quiete e sobrietà, mentre il suono delle campane, suggellava le antiche pietre della città. Le abitazioni decorosamente conservate evidenziavano architetture del XII secolo, era facile scorgere qualche segno di restauro nelle antiche dimore. Nel frattempo il tramonto emanava riflessi dorati volgendo i suoi raggi verso una baia limpida e cristallina, circondata da una coltre radura di alberi, edere e fiori che emanavono un dolce e sognante profumo di fresco, prendemmo due stanze nelle vicinanze di quel luogo surreale, intriso di mistero e misticismo, percorremmo il sentiero adiacente, intenti ad ammirare lo splendido scenario che appariva davanti ai nostri occhi, avremmo dovuto risiedere presso un antico castello medievale,questo al suo interno presentava mobili antichi di autentico valore, risalenti al periodo di Luigi XIII, il castello era costituito da ampi e spaziosi piani costituiti da immensi ed eleganti saloni ricchi di affreschi e quadri, dove riecheggiano scene di lotta tra imperatori ed eserciti, scaffali pieni di libri antichi, caminetti circondati da tappeti in pelle, imponenti mobili antichi, tutto sembra rievocare la maestosità e lo sfarzo dell’epoca. Il viaggio in aereo fu emozionante, mi trovavo in un antico luogo suggestivo, in compagnia di un avvenete e colto uomo d’affari, al nostro ingresso, fummo accolti con benevolenza, il lungo corridoio portava all’elegante e sfarzosa sala, ci indicarono le stanze dove avremmo alloggiato, la sera ci recammo nella sala dove avremmo cenato, successivamente ci spostammo nella sala accanto, dove un enorme salone ricoperto di arazzi di pregiato valore e da mobili di preziosa qualità rendevano accogliente il nostro pernottamento, ricordo ancora i suoi occhi, rimasero incantati mentre leggiadra nei movimenti varcavo sinuosamente le scale, il candore del suo viso appariva luminoso e sereno, le guance rosate, sulle quali luccicavano i suoi grandi e profondi occhi verdi, indossavo un elegante abito di raso bianco mentre l’esile collo era avvolto da una grande collana di pietre che ne esaltava il colore degli occhi, lui mi osservava estasiato, cercava di tenere occupato il suo pensiero, provava emozioni contrastanti, che non sapeva spiegare, sentiva un attrazione irresistibile qualcosa in me lo affascinava, lo attraeva. Fin dal primo incontro aveva provato queste sensazioni, ma non poteva permettere che quelle emozioni, quei sentimenti così pulsanti nel suo cuore prevalessero sulla ragione, se voleva fare una buona impressione, doveva essere lucido, sereno, pacato, doveva cercare di conquistarla con quei modi gentili, eleganti e attenti che solo un galant’uomo d’ altri tempi poteva avere, usando come arma l’intelligenza, la pazienza, la tolleranza, intanto l’ansia lo assaliva avrebbe dovuto controllare anche questa, il cuore iniziò a battere velocemente, come poteva contenere tutte queste sensazioni che prevalevano sulle emozioni. Ci recamo nella sala principale, al centro un enorme camino con un salotto di pelle circondato da un telegante tappeto e un tavolino in vetro, ci sedemmocircondati da quel piacevole calore, iniziammo a parlare, per un attimo dimenticai ciò che mi circondava, provando quei sentimenti assopiti dal tempo e dall’incuria, fui innondato da una sensazione di felicità e di calma dopo un po’ mi tranquillizzai, parlammo tutta la sera, ebbi la sensazione che mi capisse, che non si fermasse solo all’apparenza o ai modi esteriori, pensai fosse stato il destino a farci incontrare, mentre la musica riecheggiava le chiesi di ballare, penso che apprezzò i miei modi gentili e la semplicità dei miei gesti, la strinsi forte a me, incrociando le braccia con dolcezza e leggiadria, la stretta vicinanza mi rese quasi incapace di respirare, il cuore batteva incontrollatamente, avevo quasi paura che lei percepisse il mio stato di irrequietezza, non riuscivo ad esprimere un emozione, bloccato com’ero da quell’incontrollato gettito di forti sensazioni, il suo sorriso lentamente si fece più forte e caldo, mi lasciai avvolgere dalle emozioni che mi colsero e che diedero a quegli attimi una profonda pienezza della vita, mi sentii profondamente turbato da questo intenso e diretto contatto e al contempo fortunato, avrei voluto abbandonarmi alle pulsioni del mio cuore, cedere ai sentimenti più puri e reconditi del mio animo, ai sogni più profondi della mente, per un attimo provai tristezza a pensare che la mia vita era stata piena di contraddizioni e incertezze fino ad allora vissute malamente, vissi il continuo e faticoso ansimare che la vita ci pone davanti, sentivo ardere il desiderio in me, sentivo il trascorrere degli anni passati alla ricerca di una vana e tenue felicità, l’incertezza nella quale avevo vissuto per anni mi aveva reso triste, adesso la mia sorte e la mia vita cambiavano, inconsapevolmente avrei iniziato a darle un senso, sentivo che con sarah sarebbe stato diverso, che avrei potuto costruire una famiglia, il suo candore e il suo dolce sorriso mi affascinavano, ero sopraffatto dalla passione. La tensione e il senso di felicità erano diventati insostenibili, sentivo la necessità di comunicare i miei pensieri più profondi, di dar loro forma, di esprimerli, svelarli, disorientato avevo smarrito il significato profondo delle cose, sentivo la necessità di capire quello che mi stava succedendo, poi ci sedemmo tutto ad un tratto non riusciii più a dire più una parola, l’energia che emanava mi rendeva diverso, finalmente mi sentivo libero di amare, felice di aprirmi alle meraviglie della vita, riuscii comunque a frenarmi, a mantenere il controllo. La sera successiva fu densa e piena di occasioni e momenti di confronto, non mancarono di certo lunghe e profonde conversazioni, sarah mi ascoltava rapito, ero inebriato della sua bellezza e dalla dolcezza della sua voce incantevole e meravigliosa, parlammo di vari argomenti: la famiglia, l’ infanzia, i momenti più importanti e significativi della nostra vita, tanto che ripercorrendo la nostra infanzia, la nostra vita, i nostri ricordi personali, quasi ci commovemmo, le ultime due sere che precedevano il ritorno a casa furono indimenticabili.L’ambiente sembrava impregnato di un alone di mistero, gli eleganti e sfarzosi arredi ne adornavano l’edificio, gli antichi mobili d’epoca rinascimentale ne impreziosivano la struttura, la maestosità degli affreschi e la grandiosità degli arazzi rendeva quel luogo imponente e affascinante allo stesso tempo. Mi recai nella mia stanza intenta a posare gli effetti personali, anch’essa sembrava apparire da una favola antica, lo stesso rivestimento e lo stesso sfarzo adornava l’ambiente e si ripeteva nelle varie stanze. Ritornai nella sala precedente, la debole luce illuminava il pavimento di granito e si perdeva nell’oscurità calda e fitta, prima di raggiungere le pareti occupate dall’enorme cappa che rivestiva la stanza da cui sembrava fluire un’inesauribile e intenso calore, un antico divano in stile rinascimentale giaceva nelle vicinanze del maestoso camino, mentre poco distante si intravedeva in quell’ enorme stanza un fervido tavolo dai contorni frastagliati che ricordavano le antiche e ricche lavorazioni dell’epoca. Poco dopo si sentì un rumore, la porta si aprì ed entrò jason ci sedemmo sul divano intenti a sorseggiare un bicchiere di champagne, notai nei suoi occhi una strana luce, ci guardammo intensamente, il suo corpo era rigido, non potevo certo non notarlo, erano momenti unici, irripetibili, si avvicinò offrendomi un bicchiere di brandy, questo nobile e avvenente uomo, dall’animo gentile che non faceva sfoggio delle sue ricchezze, sapeva godersi i piaceri della vita, ricercava il lusso ma senza esagerare, invidiato per i suoi possedimenti e per il suo successo, ricercato per l’accuratezza del suo lavoro, esiliato per il suo denaro e il suo potere aveva un enorme rispetto per le donne, che trattava con riguardo, appena finii di bere mi tolse il bicchiere di mano e lo poggiò sul tavolo, si avvicinò a me guardandomi con un intensità tale da lasciarmi disarmata, mi strinse forte a sè, toccandomi i lunghi capelli e avvolgendomi le guance con un dolce bacio, la improvvisa vicinanza e il calore del suo corpo mi scossero enormemente, i nostri corpi caldi si avvicinarono al tepore del camino, baciandomi sul collo, era sorprendente la facilità con cui arrossivo, la mia carnagione bianchissima diventava scarlatta, alla minima emozione di collera, o di tenerezza, i suoi baci ardenti mi sfiorarono le labbra, mentre la sua mano varcava orizzonti lontani, per un attimo ebbi paura che quell’amore troppo forte potesse arrecarmi dolore, provavamo entrambi le stesse sensazioni, eravamo incapaci di resistere a questo turbinio di passioni, inermi nell’agire, sorridemmo, smarriti e confusi. Il suo carattere tranquillo e pacato aveva fatto breccia nel suo cuore, la sua dolcezza aveva sciolto la sua freddezza, la sua intelligenza lo aveva conquistato, sentiva sulle braccia e sul viso le sue possenti mani, avvertiva su di lei quei lunghi e incessanti sguardi, dolci e timorosi, a cui non riusciva a sottrarsi perchè li sentiva sinceri, puri, tutto ad un tratto l’ansia scompariva trasformandosi in un profondo turbamento a cui seguirono momenti di felicità. Le siepi circondavano il recinto, le rose contornavano l’antico castello circondate da un giardino, quando al tramonto il sole allungava la sua ombra, il castello intero sembrava risorgere, immerso nella sera bruna, se ne avvertiva l’antica potenza e la rude forza che ne aveva fatto un imperscrutabile rocca. Tutta l’area era pervasa da luminose onde cristalline, lo splendore era talmente intenso che se ne distinguevano i contorni, perfino il fremito dell’aria avrebbe increspato quel lago di raggi addormentato fra i grandi olmi del giardino. Ogni giorno che passava insieme a lei sentiva di provare qualcosa di sempre più forte, era una sensazione stranissima. La vedeva vulnerabile e non voleva approfittare della situazione, ma il desiderio che provava di stringere a sé quella donna era talmente forte e incontrollabile che sperava di riuscire a controllarsi , ma appena la vedeva tutte le sue certezze crollavano, anche lei notava il suo possente corpo, che la luce rendeva sensuale, la trasparenza del tessuto lasciava intravedere il possente torace, lei sollevò a fatica lo sguardo sul volto di lui, aveva la sensazione di essere estremamente debole al fascino che emanava, si sentiva vulnerabile, Jason la prese tra le sue braccia attirandola a sé, baciandola sulla bocca, accarezzandola lentamente con una dolcezza tale che i suoi occhi ardevano d’amore, il suo esile corpo, le sue gambe slanciate lo avevano sedotto e soggiogato, l’attenzione si era concentrata sulla pelle di seta del suo corpo e sulle forme lasciate scoperte, avvertiva lo sguardo intenso di lui, fisso ad ammirare la sua schiena nuda e sentì un brivido che le percorse il corpo. Comprese che l’attrazione che provava e il desiderio di stringere quella donna a sé con irruenza, era forte e irrefrenabile, il suo stretto contatto le faceva avvertire il calore che emanava il suo corpo, la sua mano scivolò lentamente lungo la schiena morbida e levigata come la seta, piccoli brividi affioravano lungo la pelle, poi lentamente la sua mano si posò sul suo petto, sfiorandolo dolcemente, il suo cuore batteva forte, le gambe le tremavano per l’intensa emozione, il senso di vuoto che avvertiva era insopportabile, con la mano le accarezzava leggermente le gambe, si strinsero fortemente e affannosamente, i riflessi del caminetto evidenziavano la perfezione e la bellezza del suo corpo mettendone in evidenza i muscoli, le sensazioni provate erano indescrivibili, le sue mani accarezzarono i meravigliosi muscoli, mentre sentì un caldo brivido scuoterle il corpo,un caloroso sorriso attenuava la vulnerabilità del suo viso. Lui era un uomo gentile e comprensivo, diverso da quando lo aveva conosciuto, molto premuroso, rispetto all’inizio della loro relazione aveva mostrato parti diverse del suo carattere, era più sensibile e propenso alla relazione, questa cresceva ogni giorno di più e diventava sempre più imponente e importante. Jason era orgoglioso della sua abilità negli affari e del fatto che questo gli permettesse di svolgere una vita serena ed agiata, di viaggiare e conoscere tante persone, di visitare tanti luoghi ed era felice di avere accanto una donna stupenda e intelligente. Ritornammo dal viaggio, il giorno successivo mi preparai ad affrontare una pesante e tediosa riunione, dopo mi aspettava una lunga giornata a sistemare i vestiti . I momenti passati insieme diventavano sempre più lunghi, spesso veniva a prendermi sotto casa, amava tutto di me, il gesto pur ingenuo con cui aprivo la finestra, il mio sorriso, la mia delicatata dolcezza, la mia timidezza, spesso Jason era impaziente ed irrequieto non vedeva l’ora di vedermi.Si ripresentò Michael, che tentava costantemente di avvicinarsi a me durante il lavoro e questo mi creò un grande turbamento, che manifestavo con disagio e paura, spaventata dalla crescente irruenza lo dissi a jason, gli raccontai che michael gridava continuamente al lavoro, la sua voce aveva un tono forte e arrogante, trasudava rabbia era spesso irascibile e pieno di ira allo stesso tempo, gli dissi che se avesse continuato ad appostarsi sotto casa avrei, cambiato lavoro e città. Ero spaventata, arrivata a casa, mi calmai, ascoltai i battiti del mio cuore che correvano all’impazzata, rimasi distesa sul letto fino a quando mi addormentai. La sera successiva ci recammo con Jason al ristorante gli dissi dell’accaduto e lui mi disse “adesso prenderò dei seri provvedimenti non voglio che ti accada niente”, mi trovò un nuovo lavoro e una nuova casa in modo che michael non potesse trovarmi, iniziai a lavorare presso un importante e rinomata redazione televisiva. Il giorno dopo mi presentai al lavoro felice di avere un cambiamento positivo nella mia vita, il capo redattore era una persona importante, conosciuta nel suo ambiente, era una persona gentile e piena di idee, mi raccontò di quanto avesse lottato per il decoro e il lustro della stessa azienda che aveva creato da solo e che lentamente si era andata espandendo, i valori in cui credeva erano solidi, il suo gruppo molto efficiente e preparato, l’andamento della testata giornalistica si basava sull’impegno di chi ci lavorava, la costanza e la passione dei suoi dipendenti era il punto di forza della casa editrice, fra pochi mesi avrebbero pubblicato la nuova rivista, una nuova svolta lavorativa di grande rilevanza, questo nuovo lavoro iniziò a piacermi, richiedeva rapporti sociali, comunicazione, relazioni, mi ambientai velocemente e feci nuove amicizie, finalmente ero serena, avevo allontanato dalla mia vista la costante presenza di michael, certa che questo fosse soltanto l’eco di un ricordo da dimenticare, riguardo a Jason ogni giorno che passava mi sentivo sempre più legata a lui, ripresi a sorridere. La rivista per cui pazientemente lavoravo mi permetteva saltuariamente di poter fare diversi viaggi di lavoro, pagati ovviamente dall’azienda, che avevano la finalità di cercare argomenti di tendenza e di attualità da inserire, notizie interessanti e utili per i miei articoli, questo mi permetteva di frequentare mostre, gallerie, studiando saggi sulla pittura, osservando con attenzione mostre di scultura, architettura, dando largo spazio alla mia intelligenza creativa. L’aspetto finanziario nel mio lavoro non mi preoccupava, perchè iniziavo a prendermi sul serio e l’idea di poter scoprire io stessa dei talenti nascosti mi affascinava, passavo il mio tempo, facendo ricerche, relazioni, recensioni sulle mostre da visitare e sugli spettacoli da vedere e scrivevo articoli che elogiavano pitture, sculture, architetture e opere d’arte, scrivevo articoli su nuove forme d’arte e sui nuovi artisti emergenti. Questo lavoro mi dava grandi soddisfazioni sia a livello personale che professionale, dava un nuovo senso alla mia vita, una nuova consistenza, avevo trovato la direzione da intraprendere rispetto a quella che aveva caratterizzato la mia vita professionale precedente. Ogni volta che mi recavo fuori per lavoro cercavo di coinvolgere James, lo portavo a vedere queste manifestazioni, che non lo interessavano molto, poichè non si intendeva di arte, la sua predilezione erano piuttosto gli investimenti, comunque era sempre pronto e disponibile ad accompagnarmi dovunque io volessi andare, cercava per quanto possibile di non lasciarmi mai sola, a meno che gli impegni di lavoro non lo costringessero a rinunciare e comunque quando poteva faceva il possibile per raggiungermi, era sempre gentile, aperto e disponibile al dialogo, ad offrire suggerimenti e spunti per la creazione di nuovi articoli, purtroppo la mia felicità durò poco perchè non so in che modo Michael riuscì ad avere il mio nuovo numero di telefono, forse era riuscito a carpirlo con una scusa a qualche precedente collega, iniziò nuovamente a telefonare, prese informazioni sul mio nuovo lavoro e cominciò ad appostarsi sotto l’ufficio dove lavoravo, nella snervante ricerca di scoprire dove abitassi, cominciai nuovamente ad avere paura per la sua ossessione nei miei confronti, spesso appena uscita dal lavoro dovevo passare alcune ore all’interno di luoghi affollati cercando di fare perdere le mie tracce, spesso ci riuscii, tornavo a casa con la paura che riuscisse a trovarmi e scoprire dove abitassi, non volevo trovarmelo nuovamente sotto casa, fortunatamente nella palazzina dove abitavo io, eravamo provvisti di un portiere di condominio che controllava fino a sera tarda chiunque entrava e usciva dall’abitazione, eravamo provvisti anche di telecamere a circuito chiuso, che monitoravano costantemente la zona, ero tranquilla, niente poteva rompere l’idillio all’interno della mia abitazione. La quiete e il silenzio che respiravo all’interno del mio appartamento non poteva essere spezzato da niente e da nessuno, mi ero recata nel più vicino centro di polizia e avevo presentato una denuncia per aggressione verbale, minacce e stalking, inoltre avevo le prove che avevo dovuto cambiare abitazione, telefono e cellulare per i continui appostamenti e le continue telefonate anonime che mi faceva e che risultavano dai tabulati telefonici il suo profilo era stato già segnalato alla polizia, inoltre Jason già da parecchio tempo aveva ingaggiato una guardia del corpo che seguiva i miei spostamenti, ogni qualvolta io mi allontassi per lunghi o brevi periodi in sua assenza, poi la sera al rientro a casa avevo Jason che mi veniva a trovare, certe volte mi faceva compagnia fino a tarda notte ed altre rimaneva e se notava nell’aria qualcosa di strano avvertiva la polizia, inoltre avevo una persona di mia fiducia che mi accompagnava al lavoro ogni qualvolta ne sentissi la necessità, sempre per una mia maggiore sicurezza personale, potevo stare tranquilla, mai e poi mai Michael avrebbe potuto pensare di avvicinarsi ad una certa distanza da me, senza che qualcuno ne fosse immediatamente a conoscenza. Jason decise di mettere alle sue costole i più feroci e inaffidabili assassini e tramite i suoi legali e la polizia fecero appostamenti, riprese e intercettazioni, in modo tale da poterlo incastrare una volta per tutte, non sarebbe certo riuscito a passarla liscia, dopo mesi di costanti appostamenti sotto casa sua e intercettazioni tramite i tabulati telefonici, si scoprì che molte chiamate erano partite proprio dal telefono di Michael, attraverso le intercettazioni si è risaliti ai colloqui svolti dall’uomo, c’era abbastanza materiale per poterlo incastrare e poterlo imprigionare. Il giorno dopo fu arrestato e dopo un po’ di tempo grazie alle prove acquisite fu condannato, gli dettero l’infermità mentale e avrebbe passato il resto della sua vita in un centro psichiatrico per malattie mentali, rinchiuso in una cella di quattro metri quadrati a riflettere sul male che aveva arrecato e sul dolore che aveva causato. Sarah non volle nemmeno assistere al processo tanto era il disgusto che quella persona le emanava, nonostante tutto era stato fortunato, era stato vicino a rischiare il linciaggio. Il medico che lo aveva in cura disse che fin dalla nascita aveva sviluppato un disturbo schizoide-paranoico, a cui nel tempo si aggiunse una forte depressione, che le violenze e i traumi subiti da piccolo lo avevano segnato, lasciando in lui dei disturbi comportamentali che poi nel tempo si erano aggravati, era molto malato, detestava la gente e in particolar modo chi gli stava vicino, chi era oggetto della sua malata perversione, soffriva di un disturbo bipolare, alternava momenti di euforia a momenti depressivi, atteggiamenti inconsapevoli di cui non aveva coscienza si manifestavano nella sua personalità, se veniva contrariato diventava aggressivo e pericoloso, aveva istinti omicidi e persecutori, le sue vittime erano persone predestinate, lui le sceglieva in base alla loro personalità e iniziava una sorta di gioco ossessivo e perverso, fino a quando non causava seri atti lesivi sulla persona stessa, che potevano indurla alla morte o al suicidio, la persona non moriva mai per cause accidentali (procurate dalla sua mente malata) o per cause naturali (in seguito al costante stress psicologico a cui la vittima era sottoposta dal suo gioco perverso) o peggio ancora per omicidio (poichè la persona che resisteva al tragico e perverso gioco psicologico, veniva portata all’esasperazione e soppressa dal malato stesso). Ascoltai le sue parole angosciata, disperata e inconsapevole di quello che avrei potuto subire, se solo non avessi preso provvedimenti seri verso di lui, capendo che c’erano degli aspetti nella sua personalità che non quadravano. Tornai alla vita di prima, ringraziai Jason e lodai la sua prontezza e la tempestività avuta per la mia sicurezza personale, poi ci abbracciammo consapevoli che questa esperienza non avrebbe fatto altro che consolidare il nostro rapporto. Mi prese per un braccio, accarezzandomi con amore il viso, finalmente anche lui era sereno, parlava allegramente, ero stata duramente provata da questa esperienza, anche se ne ero uscita più forte e coraggiosa di prima, forse ero finalmente riuscita a mettere da parte la mie paure. Jason aveva ritrovato il proprio equilibrio, la propria forza era più affascinante del solito, tese la mano e mi tirò a sé, prendendomi fra le braccia e avvicinando le sue labbra prima sulla mia fronte e dopo sulle mie labbra, avvolgendomi con un caldo e caloroso bacio. Quella stessa sera decidemmo di sposarci e così dopo poco tempo finalmente coronammo il nostro amore.

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