Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti per Corti 2017 “L’angelo non previsto” di Giovanni Nodari

Categoria: Premio Racconti per Corti 2017

Maria è una bella ed elegante donna di 35 anni.
Maria porta il nome della Vergine, sì, ma non ha mai pensato a qualcosa come Dio o la vita oltre la morte, o gli angeli; o a qualcosa che possa adeguatamente sostituirli.
Non ci ha mai pensato, no, fino al giorno in cui ha perso suo padre, morto in una fredda giornata invernale, in ospedale, durante un’operazione chirurgica ad alto rischio.
Questo è il giorno. Oggi è il momento.
I suoi lunghi biondi e ricci capelli ora hanno più luce di quanto ora ce ne sia nel suo cuore. Il suo cappotto rosso di lana invernale maschera a tutti i presenti/assenti il sangue che lentamente sta colando da quel suo stesso cuore.
Tutto ciò che Maria ha avuto dalla vita era suo padre. Non perché gli mancasse un buon lavoro o, in taluni periodi, una cosa che la maggior parte di noi comunemente chiama “Amore”. È difficile da spiegare, ma alcuni di noi di certo possono capire quel che prova Maria nel momento in cui il dottore gli si avvicina, nel suo innocente camice bianco, e le dice: “Mi dispiace…”.
Maria di colpo incontra la solitudine. La vera solitudine. Ma non dice, come farebbe il suo nome: “Ecco, sono la serva del mio Signore!”, no. Decide per il suicidio.?Sale sul tetto del ospedale e estrae dalla borsetta la boccetta di Whiskey che doveva servirle a gestire l’ansia dell’operazione. È avanzata. Maria non sa perché non l’abbia toccata. Ma non importa… ora servirà a gestire la ragione!
Guarda giù, oltre la ringhierà. L’ospedale ha cinque piani e dà su un piazzale. Forse cadrà su di una macchina costosa, di qualcuno che può permettersi un’assistenza sanitaria migliore di quella che ha avuto suo padre. Ma da lì non vede. La notte è buia, si sa.
Maria decide; smette di pensare a come andrà avanti la “Vita” dopo il suo tonfo, e beve l’ultimo calice.
Scolato l’ultima goccia, con l’avidità di solo chi è vivo, getta la bottiglietta dietro si sé e corre verso la ringhiera; ma, ad un tratto, una voce la ferma: “Ehi, attenta!”. ?Maria si volta. È solo un uomo. Un comune uomo. Gabriele, 45 anni. Aria da impiegato tranquillo, di quelli che sanno sopportare.
L’uomo si accende una sigaretta: “Anche tu qui per un po’ di calma?”.
“No, no…” a cui segue, dopo un lungo silenzio: “…è che ho perso mio padre!”.
“Mi spiace. (pausa) Come?”.
“Un’operazione andata male!”.
Gabriele tace in silenzio, abbassa lo sguardo e dice: “Mio padre è adesso sotto i ferri. Ed è grave. Tu… forse… sei qualche passo avanti a me. (lunga pausa) Come ti senti?”.
“Stanca… stanca e sola. Mio padre era tutto ciò che avevo… (lunghissima pausa) E tu?”.
Gabriele la guarda esprimendo col volto qualcosa che per qualcuno è un sorriso per altri dolcezza, e dice: “Io ho me!”.
Maria ora ha l’interesse tipico di chi ha ancora un futuro e Gabriele ne nota la reazione al freddo da notte invernale, come solo un corpo vivo può fare.
“Ma è ancora presto. E tutto può essere, quando arriverà… (lunga pausa di Gabriele) Uhm… Adesso nei film sarebbe il momento in cui noi due ci innamoriamo, ma siamo tutti e due troppi vecchi per credere ancora alle favore. Qui però fa freddo. Andiamo a berci qualcosa al caldo!”.
Parleranno per tutta la notte. A tratti sorrideranno. A volte rideranno, appena, con rispetto per il tempo che stanno passando.
Quando Maria, il giorno dopo, si sveglia nella salsa d’aspetto dell’ospedale, si rende conto di non conoscere il suo nome.
“Chi era quell’uomo che mi ha ridato lucidità?” è il primo pensiero di Maria. Lucidità. Nient’altro…
Subito va al banco informazioni dell’ospedale per scoprire chi sia quell’uomo in qualche modo speciale Per lei speciale.
Alla fine, però, nonostante riesca a commuove l’infermiere e a fare in modo così che si adoperi per lei, all’ultimo decide di non voler sapere. ?Vuole illudersi che sia stato il suo angelo privato. L’angelo non previsto che l’ha salvata dalla morte.
E sebbene Maria porti il nome della Vergine e non abbia per nulla quel che noi comunemente chiamiamo fede, ora ha almeno un po’ pensato a qualcosa che possa essere (o ragionevolmente sostituire) Dio o gli angeli.
Ora vede il futuro con gli occhi della speranza. Ora vede la magia del mondo. Tutto è glorificato da un ricordo incompleto.

 

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1 commento »

  1. Carino.

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