Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2023 “Oscuri presagi” di Sabino Napolitano

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023

Chapel Bay era un luogo desolato che conosceva solo lei.

Era lì che ogni giorno si rifugiava quando voleva stare sola e rincorrere i suoi pensieri, oscuri presagi che spesso le annebbiavano la mente e le svolazzavano intorno come neri uccellacci.

Ora, al primo imbrunire, il cielo era di un azzurro indecente, sferzato da qualche striatura rossastra e solo qualche farfalla volteggiava leggera intorno a lei.

Continuò a girovagare con lo sguardo lungo la linea dell’orizzonte, quasi stringendo gli occhi per vedere più in là.

Cosa le riservava il futuro?

L’ignoto le faceva paura.

Per un tempo indefinito restò immobile, quasi bloccata dall’ansia che la attanagliava.

Ad un tratto incominciò a sentire come se qualcosa di viscido le si attorcigliasse intorno al collo, prima leggero come un tocco delicato, poi sempre più stretto …

Che stava succedendo?

Aveva difficoltà a respirare, … ombre scure incominciarono a danzarle davanti agli occhi, ma i suoi pensieri sembrava stessero abbandonandola …

C’era qualcosa o qualcuno alle sue spalle?

Si era persa a guardare l’orizzonte davanti a sé e non si era accorta del pericolo alle sue spalle?

Strano! A Chapel Bay non ci veniva mai nessuno!

Ora si sentiva galleggiare nel nulla, come sostenuta da un’onda leggera, che però sembrava tirarla verso il fondo.

Le sue labbra si muovevano cercando di articolare suoni, parole, ma … perché non riusciva a sentirsi?

Poi … l’oblio, … il vuoto, … il nulla.

Qualcosa – o qualcuno – lì vicino strisciò verso un cespuglio.

La Polizia trovò il corpo di Maggie il giorno dopo.

Non c’erano tracce di violenza di nessun tipo; sembrava che la ragazza si fosse solo addormentata.

Ma era morta, come aveva accertato il medico legale.

Era un bel guaio per l’ispettore Gareth Bale: non c’erano testimoni e non erano state rilevate impronte diverse da quella della vittima, come se ad ucciderla fosse stato un essere immateriale, invisibile.

Maggie Smith viveva ad Anfield Court, una vecchia tenuta che aveva conosciuto stagioni migliori; ora era solo una triste dimora nella verde e solitaria campagna inglese, sulla costa orientale dell’isola.

Maggie viveva con la vecchia zia Elizabeth, che ormai da diversi anni trascorreva le sue giornate confinata in una sedia a rotelle per una grave forma di paresi, alleviata dall’assistenza continua della signorina Evelyn Pickford, un’infermiera professionale che aveva in casa una stanza tutta per lei e la seguiva come un’ombra, conducendo la carrozzella ovunque la zia Elizabeth volesse.

Un tempo la servitù era stata più numerosa, ma ora la vecchia zia Elizabeth, con la rendita dei suoi terreni che era ridotta ormai ai minimi termini, non poteva permettersi più di una domestica: Jennifer l’aveva scelta lei personalmente circa sei mesi prima, badando che sapesse anche cucinare in misura sufficiente a svolgere anche la mansione di cuoca.

C’era poi il maggiore James, fratello di Elizabeth; aveva fatto il militare tutta la vita nella struttura logistica del British Army, in pratica era stato un impiegato in divisa per circa quarant’anni, ma si dava l’aria di un vecchio e valoroso combattente dell’esercito della Regina e chiamava spiritosamente la sorella ‘Sister Queen’, sia per la corrispondenza del suo nome con quello della Regina sia perché lui era pressoché squattrinato, avendo speso tutte le sue sostanze in donne e gioco ed era praticamente mantenuto dalla sorella.

Qualche volta veniva a trascorrere qualche settimana ad Anfield Court anche il cugino Richard, un attore di teatro di seconda – o forse anche terza categoria – sempre al verde anche lui, che era molto interessato alle sostanze della zia Elizabeth e così, appena i suoi scarsi impegni teatrali glielo permettevano – come diceva lui – o comunque quando rimaneva al verde – come sosteneva il maggiore James – si rifugiava ad Anfield Court.

In quei giorni appunto anche il cugino Richard era presente nella tenuta e l’ispettore Bale incluse anche lui tra quelli da interrogare.

Certo che, a parte le persone che abitavano ad Anfield Court, il più vicino insediamento umano era distante circa dieci miglia e pareva abbastanza improbabile che qualcuno, venuto a Chapel Bay per assassinare Maggie Smith, non avesse lasciato tracce di un qualsivoglia veicolo nelle vicinanze.

Beh, per la verità ad Anfield Court c’erano anche la presenza discreta del signor Bellingham, una specie di giardiniere-contadino-ortolano che si occupava del piccolo parco che circondava la tenuta e di quello che era rimasto delle terre della proprietà della zia Elizabeth e abitava in una piccola dipendenza che una volta era stata una rimessa per le auto di famiglia e poi era stata adattata ad abitazione. 

Il signor Bellingham era stato assunto solo da due mesi per sostituite l’anziano signor Maguire, deceduto un paio di mesi prima, ma era una persona molto a modo e discreta.

Lo si vedeva poco in giro: appariva in alcuni momenti della giornata, mentre attendeva alle sue faccende, per poi scomparire definitivamente dalla circolazione verso l’imbrunire.

Il viso della vecchia zia Elizabeth parve ancora più livido e grinzoso del solito quando si presentò all’ispettore Bale, che aveva voluto sentirla per prima.

L’ispettore Bale le chiese subito: «Mrs. Smith, lei ha qualche idea del motivo per cui la signorina Maggie si trovava da sola a Chapel Bay all’imbrunire? Voglio dire che forse un posto così desolato e solitario non dovrebbe essere frequentato da una ragazza giovane come la povera signorina Maggie».

«Oh, lei ci andava da sola molto spesso, specie quando aveva quei suoi momenti di depressione. Sa, ispettore, da quando ha perso entrambi i genitori in quell’incidente d’auto, ne soffriva spesso. Che io sappia prendeva anche dei farmaci per quello» rispose Mrs. Smith.

«Escludendo l’intervento di uno sconosciuto, dal momento che il medico legale non ha riscontrato sul cadavere particolari segni di violenza, chi pensa che potrebbe aver avuto la malsana idea di assassinare la signorina Maggie? Qualcuno avrebbe potuto trarre vantaggio dalla sua morte?» riprese l’ispettore Bale «Intendo dire che so che lei ha già fatto un testamento in cui lasciava tutto a sua nipote e quindi mi chiedo se pensa che qualcuno potrebbe trarre vantaggio dalla sua morte».

«Lascerei fuori la mia infermiera personale, la domestica e il giardiniere, che non ricaverebbero nulla dalla morte di Maggie. Mio fratello James la adorava; dopo la morte del padre di Maggie, che era il maggiore di noi tre, le ha fatto quasi da padre. Poi c’è quel Richard, quell’attore da strapazzo; è un procugino per parte di madre, una faccia tosta che ogni tanto si presenta qui, dicendo di essere di passaggio e poi si trattiene per diversi giorni. Ha sempre cercato di farle la corte, ma lei non ne voleva sapere. Uno squattrinato a caccia della dote di mia nipote! Non è che questo, sempre con quei suoi modi falsi e studiati. So che, l’ultima volta che era stato qui, lei gli aveva detto che non aveva nessuna intenzione di sposarlo né ora né mai. Non mi sentirei di escludere che abbia voluto vendicarsi. Richard è un violento e anche molto irascibile, per quanto si mostri gentile e alla mano, Del resto è un attore, benché fallito» concluse acida Mrs. Smith.

 Poi fu la volta del maggiore James Smith: «Non ho idea di chi avrebbe avuto interesse alla morte di mia nipote Maggie. Per quanto riguarda il cugino Richard, beh, è vero che è un commediante, ma non lo credo capace di uccidere. Parla tanto e anche a vanvera, ma per uccidere ci vuole fegato, lo lasci dire a me che ho passato una vita nell’esercito».

L’ispettore Bale represse un sorriso ironico che gli stava sfuggendo: sapeva bene infatti che il maggiore Smith, durante la sua vita professionale nel British Army, aveva maneggiato più frequentemente la penna che non una qualsiasi arma.

Stava per congedare il maggiore, quando lui spontaneamente aggiunse: «Piuttosto io ho qualche dubbio sulla signorina Evelyn, l’infermiera che assiste mia sorella Elizabeth: l’ho sentita varie volte litigare con mia nipote Maggie. Negli ultimi tempi mi era capitato di sentire Maggie che la minacciava di rivelare a mia sorella Elizabeth quello che sapeva su di lei, se non se ne fosse andata entro il mese. Non ho voluto immischiarmi, ma ho visto lo sguardo gelido e inespressivo della signorina Evelyn alle minacce di mia nipote e mi si è gelato il sangue nelle vene. E tenga conto che non è facile impressionare un militare come me!».

Ancora un sorriso represso dell’ispettore Bale.

Poi fu la vota di Richard Rashford, il cugino attore.

Alla domanda dell’ispettore Bale rispose che non aveva idea di chi potesse aver interesse ad uccidere Maggie.

«Escludiamo il personale di servizio, che avrebbe tutto l’interesse ad ingraziarsela perché, alla morte della zia Elizabeth, lei sarebbe diventata il loro datore di lavoro. Sullo zio James, invece, il maggiore, non ci metterei la mano sul fuoco. Continua a dilapidare al gioco tutta la pensione e so per certo che la zia Elizabeth ha provveduto anche a saldare un debito che aveva con alcuni soggetti poco raccomandabili, che gli avevano prestato dei soldi a strozzo e lo minacciavano. Lui ci avrebbe guadagnato dalla morte di Maggie: morta lei, avrebbe potuto appropriarsi dell’eredità della zia. E poi vedeva Maggie come fumo negli occhi: prima che Meghan, la madre di Maggie, sposasse suo fratello maggiore Thomas, era fidanzata con lui, ma ebbe una relazione con Thomas e rimase incinta di Maggie. Il maggiore ha sempre sofferto in silenzio per questo, ma non sopportava Maggie e le sue ubbie. Non voglio dire che … insomma, lei capisce, ispettore …».

L’ispettore Bale annuì come un attore consumato.

Poi fu la volta dell’infermiera della zia Elizabeth.

La signorina Evelyn affermò che non si sentiva assolutamente in grado di esprimere pareri sulle questioni poste dall’ispettore, ma disse soltanto: «Per carità, non mi piace avanzare sospetti su altre persone, ma io quel Marcus Bellingham, il giardiniere, lo terrei d’occhio. Nessuno sa niente di lui, da dove venga o cosa facesse prima di venire qui. Poi ha una brutta faccia e assomiglia maledettamente a quel detenuto fuggito dal carcere circa due mesi fa, di cui hanno parlato i giornali e le TV. Guarda caso, lui è arrivato qui pressappoco in quel periodo, dicendo di aver letto l’annuncio di Mrs. Smith sul giornale. Nei giorni scorsi ho visto un paio di volte la signorina Maggie che lo redarguiva aspramente, ma non so per quale motivo».

Il signor Bellingham, il giardiniere, sentito a sua volta, non aveva spiccicato che poche parole, ma solo per dire che lui era lì solo da due mesi e non si era fatto nessuna idea su nessuno degli altri residenti nella tenuta e che lui era lì solo per lavorare.

Poi aggiunse: «Anche se … quella Jennifer, la domestica, non mi piace. Ma è solo una mia stupida impressione».

L’ispettore Bale, dopo aver licenziato anche l’ultimo degli abitanti di Anfield Court, si appoggiò alla spalliera della poltrona.

«Insomma, non c’è che dire!» disse come parlando ad un invisibile interlocutore «Ognuno dei bravi abitanti di Anfield Court ha qualche sospetto su qualcun altro e magari qualcosa da nascondere. Mi sembra di essere Poirot in un romanzo di Agatha Christie. Solo che io non ho le sue stesse cellule grigie».

L’ispettore Bale continuò a brancolare nel buio per giorni e il caso del delitto di Chapel Bay rimase irrisolto.

Due mesi dopo, una notizia nelle pagine interne del Telegraph lo fece sobbalzare: in un incidente stradale era rimasta uccisa una certa Jennifer Sterling; da indagini svolte da Scotland Yard era emerso che, in realtà, la donna, che viveva sotto falso nome, si chiamava Victoria Spencer ed era scomparsa  circa dieci anni prima, dopo che la sorella gemella era morta in un incidente stradale, con il marito Thomas Smith, uscendo fuori strada in un tratto in discesa, con la macchina cui qualcuno aveva manomesso i freni.

Nella borsetta della Sterling, tra gli altri effetti personali, era stato rinvenuto un flacone contenente essenza di stramonio.

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1 commento »

  1. Adoro i gialli! Personalmente mi è piaciuto! Non sono riuscita ad indovinare niente fino in fondo! Credevo che fosse stato lo squattrinato Richard! 🙂

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