Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2025 “Risveglio” di Rossana Camerano

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025
Si era svegliata troppo presto.
Dalle persiane socchiuse filtrava soltanto un pallido presagio d'alba.
Trasparenza rosata nell'aria ferma della stanza.
Luce diafana dai riflessi perlacei.
E un grande silenzio.
In lei permaneva un accenno di pianto, un lento dolore a chiuderle la gola fino a stringerla in un nodo insopportabile, e a premere sugli occhi che non riusciva a tenere chiusi.
Erano aperti, ora. Completamente aperti sulla sua vera essenza.
Si alzò dal letto, guardò fuori.
Solo per un attimo.
Sapeva di non poter rimandare.
Era dentro di sé che doveva guardare. E vedersi.
E ritrovarsi.
Avrebbe dovuto sostenere il suo stesso sguardo, riflesso nello specchio. Ma quando si specchiò, capì che il tempo era andato oltre.
Lo specchio non rifletteva più la sua immagine, bensì un alone luminoso, dai contorni sfocati.
Pura essenza. Divina essenza. Che lei dolorosamente aveva scoperto in sé, che senza dolcezza l'avrebbe trascinata via, cancellando la sua illusione di umanità, chiudendo per sempre la sua permanenza nella dimensione dello spazio e del tempo.
Dove lei avrebbe voluto rimanere.
Ma dove nemmeno Lui la poteva trattenere.
Doveva dirglielo.
Le restava pochissimo tempo.
Le rimaneva un istante pesante come un' eternità.
Quando se lo trovò davanti, sulla porta di casa, le sembrò più vecchio.
Qualche frammento di verità era già fermo nel suo sguardo, e i suoi occhi si fecero più stanchi quando lei gli chiese di farla entrare. E di ascoltarla.
Lui restò fermo, in silenzio.
Poi si fece da parte, per lasciarla passare.
E l'ascoltò.
- Così adesso sa. -
- Sì. Sì, adesso so. Anche se non vorrei. Non ora. Non così. -
- Professore...-
- A dire il vero, non avrei mai voluto saperlo. Il tempo e il modo in realtà non contano. È te che vorrei fermare...-
- Anch'io lo vorrei, creda. Ma non è possibile...-
- Lo so. Lo sento. Dentro di me sento questa ineluttabilità dei fatti, così dura e secca...-
- Avrei scambiato con così tanto slancio questo mio respiro divino per rimanere qui, così...-
Lei si avvicinò, piano. Gli prese la mano, dolcemente appoggiò la fronte sul suo petto.
- Lei è stato una guida preziosa per me...-
- Lo sei stata anche tu per me. A tratti credo di aver assorbito un poco di quella tua materialità così eterea, così sfumata... Eri così sfuggente, ora so perché. Conservo ancora alcuni dei tuoi scritti, sai... Nel corso del tempo, ogni tanto, notavo in effetti qualche piccola assenza in te, come se qualche dato svanisse per poi essere recuperato in seguito... era come se il tuo cuore saltasse qualche battito... forse erano segnali, avvisaglie della tua materialità intermittente...-
- O forse erano i sogni, quelli che ogni tanto arrivavano a sussurrarmi di un posto imprecisato da cui provenivo, e a cui sarei dovuta tornare... Credevo fossero solo sogni, ma dentro di me qualcosa si perdeva, ogni volta un po' di più...-
- Eri la migliore, vorrei che tu....-
- Ma noi non siamo della stessa razza...-
- Che cosa dici..? Resta in silenzio, per un istante... Il tuo distacco sarà la mia amarezza, perdendoti tornerò a vivere dentro i miei limiti, al di qua del confine profondo che la mia mente aveva provato a superare prendendo per mano la tua... ma la tua presenza ha aperto un varco nella mia anima, attraverso cui passano lampi di luce provenienti dalla tua dimensione. Quel varco non si richiuderà del tutto, questo lo so, e forse, a tratti, riuscirò a ricongiungermi in qualche modo alla tua essenza...-
- La sua amarezza sarà la mia, il mio sguardo avrà sempre un'ombra proiettata qui, dove lei sarà...-
- La tua mancanza rifletterà i miei vuoti, i silenzi dello spirito, il non ritrovarsi...-Lentamente lei si staccò da lui, si volse a fissare un punto lontano.
- Mai libertà è stata più illusoria, e mai potere è stato più inutile. Sono divina. E ho scoperto di esserlo nel momento stesso in cui mi sono resa conto di non poter non esserlo. La mia libertà non arriva oltre i confini del mio stato di essere, quindi non è libertà. Il mio potere non mi dà modo di cambiare le cose, di restare qui. Perciò non è potere. Allora, a che serve la mia divinità? -
- La tua voce ora è carica di emozione... voglio tenerla dentro... dammi la mano, ti prego: ancora un istante, un solo istante...-
Le lacrime ormai le scivolavano sul viso, incessanti, e lei non sapeva trattenerle, non più.
- Vorrei restare qui, a parlarci ancora come non abbiamo mai fatto prima, a respirarci sulle labbra come una stessa anima... ma non resterò. Non c'è più tempo. -
Lui le sfiorò la spalla, le scostò i capelli. Poi le sue braccia ricaddero, con un atto stanco. Si avvicinò alla porta, ancora aperta. La vide avviarsi, fermarsi a guardarlo negli occhi, ancora un momento.
Infine se ne andò, mentre i contorni della sua figura si facevano sempre più indefiniti.
Evanescenti.
- Ti amo. Per sempre. E fa male... Mi resterà negli occhi il fermo immagine di te che te ne vai, e dopo sarà tutto da ricominciare... Ripartirò. Da solo. -

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