Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2015 “Bisbigliare notturno” di Antonella Zanca

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015

Daniele?
Mmmm…dimmi
Dormi?
Sì…ma dimmi…
Domani è una settimana.
Sì…lo so.
Sembra bene, no?
Sì…mmmm…
Scusa, ti lascio dormire.
No, sono sveglio.
Parliamo?

Yuan Bing è bellissimo

Sembra felice di stare con noi.

Avevo tanta paura.
Lo so.
Sarà ancora difficile, vero?

Daniele? Non sei di molto aiuto, eh.
Sto come te. Solo che non te lo dico.
Beh, dimmelo.
Ho paura.
Tutto qui?
Ho paura.
Già. Però, se vogliamo venirne fuori, lo sai cosa hanno detto anche le ragazze del Centro di aiuto psicologico. Dialogo. E il dialogo si fa in due, no?
Sì. Lo so. Ma se ti butto addosso le mie paura mi sembra che invece di migliorare, l’insieme peggiori. Magari io mi sono tolto un peso, ma intanto ho raddoppiato i tuoi. E non voglio.
Ma noi siamo una coppia. E condividere, in una coppia, è tutto, no?
Non lo so. Ti guardo e sono felice. Quando sorridi tu, sorrido anch’io. Riesci a sorprendermi, ogni giorno.
Ma non me lo dici.
Te lo dico adesso.
Perché ti ho svegliato.
Svegliami ancora.
Così mi ringhi dietro.
Non l’ho fatto.
Perché c’è Yaun Bing
Meno male che c’è.
Già, da una settimana.
Sai, mi sveglio, di notte. E mi ripeto . Lo ripeto tutto di seguito finché le parole non perdono il senso. Lo ripeto finché sono stanco e mi addormento.
Daniele, ho paura.
Tutti quelli che hanno dei figli hanno paura. Anche se li hanno concepiti loro. Noi ce lo siamo trovati bello fatto. E già grande.
Daniele, siamo fortunati, allora?
Credo di sì. Ma l’hai visto, come è affettuoso? E ieri, che si stringeva alla mia gamba?
Daniele, mi sa che vuole bene solo a te.
No. Ho le prove. Ho una foto: ti guarda, estasiato. E come non potrebbe: quando sorridi così, si sciolgono tutti.
Ma poi piango.
E ben vengano anche le lacrime.
Lacrime e sorrisi?
Lacrime, sorrisi, risate, brividi, paura, emozione, e ancora abbracci e baci e tutta la forza che abbiamo, più tutta la forza che ha lui.
E’ forte, vero? Corre come il vento e porta delle borse più grandi di lui. Chissà cosa ha fatto in questi anni nella casa famiglia.
Mi sa che sono organizzati come un piccolo collegio. Ma con spazio anche per le coccole. Lo vedi che non finisce mai di abbracciarci. Glielo hanno insegnato, per fortuna.
Ci parlerà? Quanto ci vorrà per farci capire?
Il suo tempo.
Daniele?
Sì?
Mi fai una promessa?
Dai. Dimmi.
Lui non deve sentirle, le nostre paure. Mai.
Va bene, lo porterò al mare e non gli farò vedere quanto tremo ad ogni onda. E vedrai che imparerà a nuotare in un attimo, anche meglio di noi.
Ci vuole poco!
Dicevo per dire. Ok, promesso. Ma lui si accorge di tutto, sai? Hai visto come ci guarda? Non ci perde mai di vista, non si distrae.
Vorrei che si distraesse. Sembra non si fidi, ci controlla, quasi avesse paura di perderci.
E’ normale. Lo facciamo anche noi.
Daniele, ho fatto un sogno. Bruttissimo.
Dimmi.
Eravamo sulla spiaggia. In Liguria. Sai, coi sassi. Tutti e tre. Stavamo raccogliendo i sassi più piatti e più belli, quelli con le righe bianche. Tutti e tre chinati. Yuan lanciava dei gridolini ad ogni sasso bello che vedeva. Bello per lui. Sembrava non ne avesse mai visti. Lo raccoglieva, lo guardava, lo metteva nella tasca della felpa. Poi ne trovava un altro, lanciavo un urlo, tirava fuori quello di prima, uno in una mano e uno nell’altra. Li guardava, buttava via il primo e teneva il secondo. E così via. Noi lo guardavamo felici. All’improvviso, un’onda un po’ più forte. Lui, tutto bagnavo, ci guardava con gli occhi spalancati e mandava urla senza voce. Tu sei corso a prenderlo in braccio proprio prima che arrivasse una seconda onda, che l’avrebbe travolto. E lui ti abbracciava felice.
Beh, è un bel sogno.
Per te. Io non facevo niente, fosse stato per me sarebbe morto. Sono una mamma incapace.
Sciocca. Hai paura di non farcela, come tutti. Se senti le altre coppie, sembra che siamo arrivati alla finale del campionato del mondo della paura.
Daniele? Sono normale?
Mara? Vuoi le parolacce?
No, dai, dicevo così, per dire.
Ora dormi.
Sì, dormi anche tu.
Mah, io sono sveglio. Ora scendo e mi faccio un caffè. Tanto quella brodaglia della macchinetta, qui, mica mi tiene sveglio.
Daniele? E se riprendessi a fumare?
Sei impazzita? Adesso che hai un figlio?
No, hai ragione.

Però una sigaretta, a volte, aiuta.

Vedi, sono una madre incapace.
Dai, vieni qui. Lo vuoi anche tu un caffè?
Senza sigaretta? Ok.

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8 commenti »

  1. Il dialogo. Il parlarsi come unico modo per andare avanti. Abbiamo questa dote, che spesso non usiamo, che ci rende (o almeno dovrebbe) dominanti in questa porzione di universo, usiamola cavolo! Non ho figli ma, se ne avessi, sono convinto che avrei gli stessi crucci di Mara e Daniele. Con qualche sigaretta in più… Bello.

  2. Il dialogo è leggibili e le frasi sono attribuibili senza fatica, però un aiutino al lettore potevi darlo, Antonello. Questa premessa mi aiuta ad aggiungere che hai reso benissimo le gioie, le attese, le paure dei genitori quando i figli sono piccoli. Si può comunque fare il dialogo dei genitori per i figli delle scuole medie e così via. E’ la sorte dei genitori.
    Brava.

  3. Un bisbigliare timido che diventa assenze, paure, felicità .
    grazie Antonella. semplice e bello

  4. I sentimenti, le paure e le parole di tutti i genitori, a maggior ragione di coloro che hanno fatto la grande scelta d’amore di adottare un bambino. Dialogo gestito a meraviglia!
    Toccante fin nel profondo del cuore, emozionante fino alle lacrime. Complimenti davvero, uno dei miei preferiti!
    Passa se ti va a leggere “il treno” e “Natale rosso, bianco e blu”.

  5. Grazie a voi per l’interesse. Aggiungo solo che spesso, molto spesso, la notte e il buio aiutano a dirsi cose importanti. In questo caso paure di genitori, ma ci sono mille bisbigli, in una notte, e mille paure. Il bello è saperli ascoltare. Mi piace sapere che qualcuno mi ascolta. Grazie davvero

  6. Un dialogo molto vivido. Si riesce quasi a “vedere” i due personaggi.

  7. Parlare riesce a pochi, ormai. Bisbigliare quasi a nessuno. Anzi, credo che la gran parte delle persone non conosca nemmeno il vero significato della parola. Brava a ricordarci che la comunicazione non è solo social ma è anche parola. Grazie Antonella.

  8. Grazie a voi che mi leggete – mi stupisce sempre scoprire che ci siano persone disposte ad occupare il loro tempo leggendo proprio quello che scrivo io. Dedicare il tempo ad un commento è poi un atto di stima che apprezzo. Grazie ancora.

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