Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Dedicato a Salvatore

Categoria: Comunicato Stampa, In evidenza, News

“Sono il nipote acquisito dello scrittore romano Salvatore Tomasello” – così si presenta Roberto Paolucci. Il testo che leggerete è arrivato mentre stiamo preparando la nuova edizione di LuccAutori. Lo scorso anno Salvatore Tomasello, scomparso pochi mesi fa, venne premiato per il suo racconto “Il modale” ed inserito nell’antologia del premio Racconti nella Rete.  Pubblichiamo volentieri il testo che ci ha inviato Roberto e lo ringraziamo per questo ricordo.

“Per me Salvatore è stato e continua ad essere una persona d’Esempio. La sua voglia di vita supera di gran lunga la morte, per questo lo sento sempre qui accanto a me ed è come se nulla fosse successo da quel maledetto giorno. Mi trovo in trasferta di lavoro in Germania e quanto mi è accaduto oggi 11/09 ha dell’incredibile. Salvatore mi ha subito raggiunto nella stanza dell’hotel e mi ha detto:”Robertì” – come lui sempre mi chiamava – “scrivi subito una storia!”.

Ed io l’ho fatto, cercando il suo stile, perché questa storia unisce culture diverse fatte da belle persone che si incontrano quasi per caso proprio come Salvatore sapeva unire chi fosse vicino a lui.

E la dedico a Duccio, lo Scrittore Creativo sempre sorridente che con i suoi modi di fare comunicava leggerezza e allegria pure…non basta solo vivere ma farlo divertendosi con un sorriso sempre a portata di bocca! Grazie Duccio.

A Salvatore Tomasello… per sempre qui accanto a me

C’erano un Italiano, un Ceco e un altro di non si sa dove…

i primi due erano colleghi uno di Roma e l’altro di Praga, in viaggio di lavoro a Eschborn nella scontrosa Germania sud-occidentale nel circondario Meno-Taunus sul territorio dell’Assia.

Loro si erano incontrati quasi per caso, mandati in spedizione forzata dal capo Inglese per terminare un delicato lavoro necessariamente da finire entro cinque giorni!

I due colleghi, dopo una dura giornata di lavoro trascorsa tra il chiuso dell’ufficio nella Taunus Tower ed una breve pausa pranzo servita dal gestore Turco di un kebab vicino che ad ogni loro visita diceva sempre “Come va?…Tutto a posto???” perché aveva evidentemente riconosciuto l’Italiano di Roma, tornavano da una breve gita fuori città passata tra i vicoli tradizionali ed il castello della silenziosa ma deliziosa Kronberg Im Taunus piccola località spersa nel verde germanico sud occidentale.

Scesi dal treno che li riportava nella stazione di Eschborn süd, una pioggia fastidiosa e bastarda, li costringeva a cercare un bus sotto la piccola pensilina che li riportasse in hotel.

Il Ceco della famosa Repubblica girava con il suo telefono in mano, sempre attento a consultare le sue preziose mappe in un applicazione Ceca super dettagliata. Grazie a lui, alle sue applicazioni e alla sua fierezza delle applicazioni scaricate riuscirono a trovare il bus 252 che doveva fermare probabilmente lì vicino, ma i due non sapevano dove di preciso fermasse.

L’Italiano, a un certo punto, diceva al collega “Do we want to ask to the bus driver?” (“Volemo chiede a quell’autista?”)…e nel frattempo si avvicinava l’autista di un non meglio definito numero di bus del servizio pubblico locale.

Erano le sette di sera passate e l’imbrunire era vicino, l’autista mostrava ai due poveretti colleghi la fermata del bus 252. Ma pioveva…pioveva…come pioveva! L’Italiano ed il Ceco ringraziarono e salutarono il gentile autista…

La pioggia insistente costringeva i due a ripararsi sotto a un ponte di fronte alla fermata…i minuti passavano, il tempo scorreva e del bus 252 nemmeno l’ombra!

Mentre l’Italiano suggeriva “Shall we call a Taxi?!?” (“Volemo chiamà un taxi?!?”), l’autista gentile riappariva d’incanto con il suo splendido bus pubblico…bello…gigante…troppo vero per non essere preso; l’autista, senza che venisse chiamato dai due, si fermò…aprì le porte e disse in una lingua non capita “Venite su!”…bastò il suo movimento delle braccia invitanti a far capire all’Italiano e al Ceco di salire subito a bordo senza chiedere nulla!

Da lì a poco, sul bus, rimasero i due colleghi e l’autista. Quest’ultimo diceva al Ceco di avvicinarsi alla cabina di guida…da qui il via ad una discussione tra la lingua non capita dell’autista, il Ceco e l’Italiano.

Valevano più i gesti e gli sguardi delle parole…dopo cinque minuti di discussione, gesti e sguardi l’autista perentorio disse ai due sventurati “Sitte! Sitte!!!”. L’Italiano ed il Ceco capirono che era il tempo di stare zitti e di stare soprattutto seduti.

Ed è qui che l’Italiano venne colpito da un intuito inaspettato, insperato, straordinario…si rivolse al collega Ceco seduto vicino a lui “Maybe it’s his last race and he is taking us to the hotel going out from the public bus stops!!!” (“Voi vede’ che ce porta in hotel senza fa’ le fermate de ‘a linea!!!”)…

Il Ceco fece un cenno di intesa all’Italiano mentre continuava a seguire lo spostamento del GPS sul suo telefonino; nel frattempo una deliziosa musica orientale ed il fumo di sigaretta dell’autista accompagnavano e tranquillizzavano come una droga i due.

Il Ceco, con vivo stupore, confermò all’Italiano che la strada era quella…si…proprio quella…quella che portava diretti in hotel!

Giunti ad un incrocio, con rotatoria e tanto di semaforo i due si alzarono dal loro posto e fecero all’autista “Stop please! We are arrived at the hotel!!! Thank you! Danke! Really thank you! Really Danke!” (“Fermati per favore! Siamo arrivati all’hotel!!!” Grazie! Grazie! Veramente grazie! Veramente grazie!”).

L’autista d’improvviso accostò il suo splendido bus, fermò il mezzo di trasporto pubblico che per una sera di mezzo settembre era diventato un servizio privato di lusso (Luxury Private Service) riservato a soli due passeggeri e disse a uno dei due a bordo “Where are you from?” – uno rispose “Prag!” – poi di nuovo rivolgendosi all’altro “And you?” – l’altro rispose “Rome!” – e l’Italiano controbattendo all’autista “And you, where are you from?” e l’autista entusiasta di aver portato a termine il suo piccolo ma prezioso servizio rispose “Kurdish!”.

E già…quell’undici di settembre a Eschborn andò proprio così…c’erano un Italiano, un Ceco e un Curdo!!!

Una storia realmente vissuta di Roberto Paolucci

Eschborn (Germania), 11/09/2025

Loading

1 commento »

  1. Salvatore era un grande! Gentile, ironico, generoso. Oltre che meravigliosamente geniale! Grazie per averlo ricordato qui, il regno delle parole: la sua ultima sfida vinta. In bocca al lupo per il tuo racconto

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.