Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2023 “Bistecche” di Salvatore Tomasello.

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2023

Febbraio 1992. Due di notte, Cassia bis. 

Stavamo tornando da casa di Mario e Laura, due amici di Anguillara.

Per strada non c’era nessuno. I fari della mia indistruttibile Fiat Tipo 1100 cercavano di penetrare un doppio strato di nebbia così fitta, da sembrare panna montata.

Cinzia, incazzata dopo il nostro ennesimo litigio, aveva passato la serata a bere Jagermeister a volontà. Era ubriaca fino al midollo e canticchiava La luce dell’est di Battisti trasmessa alla radio, “La nebbia che respiro ormai…” L’atmosfera stava diventando quasi romantica.

Le sorrisi, distogliendo per un attimo lo sguardo dalla strada, e quella strana cosa, che tirava fuori una nebbia diversa dalle narici, ne approfittò per invadere la mia corsia.

Proprio non riuscivo a capire cosa fosse. Me sa che è meglio se sterzo e freno un pochino. Non se sa mai, pensai. Quando le passai accanto sfiorandola, mi resi conto che era una cazzo di mucca del cazzo. 

Fiuu, scampata bella! dissi fra me e me, ma dopo di lei ce n’era un’altra. Che culo.

Alta, bella, color tabacco, e soprattutto enorme, così tanto da non poterla evitare.

Al primo “scranghete” si alzò da terra rimanendo sospesa per qualche istante.

Al secondo, i nostri sguardi terrorizzati si incrociarono, mentre un suo corno si avvicinò prepotentemente alla mia testa. Poi ci fu un grande “broom”, e lì mi apparve la Madonna.

Lentamente riaprii gli occhi.

Il parabrezza aveva un buco… Cinzia e io neanche una ferita, mentre la radio continuava a trasmettere La luce dell’est.

Ma la mucca, ‘ndo cazzo stava?

Mucca 1

Lasciai perdere l’elenco dei Santi che stavo nominando invano e mi voltai verso Cinzia, chiedendo se fosse tutto a posto. Era stravolta. S’era vomitata addosso ma stava bene. C’era solo da valutare se il capoccione senza corno della povera mucca rappresentasse ancora un serio pericolo. La malcapitata bestiola, per l’impatto, era volata via e, con una stranissima piroetta, era andata a incastrarsi tra la macchina e il guard rail. Dal finestrino alle spalle di Cinzia si intravedeva la sua grossa testa ciondolante.

Scesi dalla macchina, e guardando sconsolato che era semidistrutta, iniziai a camminare avanti e indietro ripetendo un’unica frase: ”Ho preso una cazzo di mucca del cazzo sulla Cassia bis, ho preso una cazzo di mucca del cazzo sulla Cassia bis.”

Qualcuno mi toccò sulla spalla: ”Ho visto tutto! Ho già chiamato la polizia.”

Era un metronotte sbucato da chissà dove che, vedendo la mucca in quelle condizioni, aveva tirato fuori la sua quarantaquattro magnum dicendo: ”Poraccia! Non ce la faccio a vederla così.”

In quel momento Cinzia ebbe come un sussulto e gridò singhiozzando: ”Nooo, per favore, non lo faccia, le ho visto gli occhi.”

“In che senso l’occhi?” Chiese Callaghan abbassando il cannone.

“Non lo so. Ma se lei dice che ja visto l’occhi, qualcosa vorrà dire. Te prego, metti via ‘sto coso,” feci io.

Nel frattempo arrivarono i pompieri. ”Li ho chiamati io,” disse Callaghan.

Uno strano tizio con un estintore in mano mi venne incontro gridando: ”Cosa è successo?”

“Guardi, credo ci sia un equivoco, non brucia niente. Ho solo preso una cazzo di mucca del cazzo!” risposi io in modo ironico, abbastanza seccato.

Una voce pacata attirò la nostra attenzione: ”Si calmi.”

“E mo’ questo chi è?” Ci domandammo tutti vedendo uscire da una Panda 4×4 un piccoletto malvestito con una borsa di cuoio in mano. “Sono il veterinario.”

“Callaghan, ne sai niente?” domandai.

“Sì! L’ho chiamato io.”

“Ah ecco! Ne ero certo.”

L’uomo mal vestito fece il giro della macchina con una siringa in mano, e poi esclamò: ”Ma non è un gatto! Qualcuno può dirmi perché non è un gatto?”

“Perché è una cazzo di mucca del cazzo” dissi io.

“Ma io non sono in grado di farlo. Finora ho soppresso solo gatti. E poi, mi chiedo, se viene il contadino e mi vede ammazzare la sua mucca e mi denuncia?” disse lui.

“Dice davvero? Ma magari viene! Anzi, fallo venì, che ce parlo io cor quer cojone. E poi damme sta’ cazzo de siringa, che…”

“No! Non può farlo lei” disse lui.

“Callaghan, te prego, ammazza sta’ cazzo de mucca del cazzo. Callaghan, ma ‘ndo stai?”

Callaghan era seduto accanto a Cinzia e le chiedeva: ”Ma che vordì le ho visto gli occhi?”

Mucca 2.

I poliziotti numero uno e due, scesi rispettivamente da una volante e da un furgone, vennero verso di me.

“Che abbiamo quì?” fece il poliziotto numero uno con tono perentorio.

“Il signore ha investito una cazzo di mucca del cazzo,” rispose Callaghan.

“Capisco. E lei ha niente da dire?” chiese il poliziotto numero due guardandomi.

“No, in effetti poco e niente. Tolto il fatto che stavamo pe’ morì, credo non ci sia nient’altro”.

“Bene! Allora mi segua.”

Prima di entrare nel furgone con il poliziotto numero due, salutai Callaghan quasi con affetto. Questi abbracciò Cinzia e sparì.

Mentre riempivamo i vari verbali del caso, la radio gracchiò: ”Senti Giovà! C’è l’altra mucca che ha iniziato a cammina’ in direzione raccordo. Che famo?” chiese il poliziotto numero tre.

“Noo, Enrì! Me raccomando, non la perde d’occhio. Sai in che cazzo de casini se mettemo se riesce a scappà?” disse Giovanni.

“E come faccio? Questa core, Giovà!”

“Metteglie er sale sulla coda.”

“Ohh, fermate, ‘ndo vai! Porca vacca troja!”

Alle quattro e venti, arrivò un carroattrezzi che ci portò verso casa. All’altezza di Formello, vedemmo due poliziotti attaccati alla coda della mucca 2.

Bistecche.

Dopo qualche giorno, scoprii che le mucche risultavano rubate in Toscana, ma nessuno sapeva a chi.

La mucca 1 venne portata al mattatoio di Via Palmiro Togliatti di Roma, e presumo che qualcuno abbia mangiato bistecche per mesi.

La mucca 2  ancora la cercano.

Ci misi un po’ di tempo a trovare pace. Finché, un giovedì, alla pompa di benzina che gestivo a Pomezia, squillò il telefono.

Andò a rispondere Aldo, un ragazzetto che lavorava con me.

“Chi era?” gli chiesi.

“Niente Dù, era una mucca che voleva fa un CID.”

Rimasi come un cojone, e quando vidi un po’ di gente che rideva dentro il bar di fronte, capii che era un cazzo di scherzo del cazzo. 

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4 commenti »

  1. Sto ancora ridendo! Davvero esilarante, colorito, ben scritto, efficace, ritmo giusto. Ti prende e ti cala nell’atmosfera: vedi la nebbia, le mucche e i personaggi-macchiette (adoro Callaghan!) “Le ho visto gli occhi” poi, un tocco da maestro. Complimenti Salvatore, in bocca al lupo.

  2. Racconto esilarante, davvero ben scritto! Hai reso molto bene i personaggi e la situazione in generale.
    Bravo!

  3. In questo Mondo del c…. spesso è meglio riderci sopra. L’ironia ci salva la vita. complimenti, e grazie!

  4. Grande Salvatore, un c… di racconto del c… 😀 😀 😀 … troppo troppo divertente, “Atom hearth mother” in copertina, e vai!

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