Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2014 “Guardami” di Laura Fortugno

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2014

Ero diventata tua moglie da pochi giorni con un rito civile celebrato all’aperto, tra i fiori di maggio, quando iniziarono i primi sospetti. Fra i due ero io ad attirare l’attenzione con i miei occhi smeraldo e i capelli color miele, tu eri quello ricco, ma io non ti sposai per questo.

Nel mese di giugno ci concedemmo soltanto qualche fuga romantica nel fine settimana, posticipando il viaggio di nozze ad agosto, così che il tuo prestigioso studio di consulenze non subisse rallentamenti. Negli altri giorni tornavi a casa sempre tardi per smaltire delle pratiche in sospeso. Io ti dicevo che lavoravi troppo, tu mi portavi ogni sera gladioli freschi e profumati.

Luglio fu molto caldo e il caldo ti rendeva nervoso. Lo mal tolleravi, dicevi, preferivi l’inverno. Questa era una cosa che non mi avevi mai nascosto. Io credevo che fosse l’unica.

Ad agosto partimmo per la Sicilia spostandoci nella seconda metà del viaggio in Tunisia. In spiaggia, con la pelle dorata, i bikini colorati e le lunghe gambe selvatiche, sentivo addosso gli sguardi dei maschi di ogni età, ma tu, non te ne accorgevi nemmeno. Io avevo occhi solo per te. Tu eri sensibile alle curve: da quelle sulle quattro ruote ai topless più generosi fino ai perizomi più sfrontati.

Settembre fu il mese del tuo compleanno, ingaggiai un servizio catering e ti preparai una festa a sorpresa con gli amici tuoi più cari, non molti, in verità. La torta la feci io: una base di pan di spagna imbevuto nell’alchermes, uno strato di crema e una copertura di panna montata rivestita da enormi e succose fragole. Una vera delizia sia per la vista che per il palato. Tu flirtasti tutta sera con la cameriera, mora e burrosa, addetta alla preparazione dei cocktail.

A ottobre ti chiesi se non fosse giunto il momento di interrompere certe precauzioni e pensare a un piccolo “te”, magari un po’ meno canaglia, ma con gli stessi tuoi occhi minuscoli e scuri e la fossetta in mezzo al mento paffuto. Mi dicesti che ti sembrava un’ottima idea, con lo stesso entusiasmo che mostrasti, quando ti chiesi un parere per un nuovo taglio di capelli.

Novembre fu il mese del mio caschetto, i lunghi capelli biondi mi avevano abbandonata e insieme a loro anche la mia aria da bambina, il collo lungo risaltava sul taglio cortissimo e anche gli occhi verdi spiccavano sul nuovo colore ramato della mia chioma. Anche a te piacquero, ma iniziarono i tuoi viaggi di lavoro e io dovetti prendere confidenza, da sola, con quella nuova me riflessa nello specchio.

Dicembre ci regalò giornate bellissime, nevicò parecchio e tu eri sempre allegro e pieno di attenzioni. Mi portasti con te a Parigi, sommergendomi di regali il giorno di Natale, ma non era quello a rendermi felice, bensì il fatto che in quel mese sembrava avessi ricominciato a vedermi; ad accorgerti di me. Il nostro bimbo tardava ad arrivare, ma facevamo l’amore molto più spesso e ogni volta, io, speravo sarebbe stata quella buona. Valentina ci regalò un corso di tango che sarebbe iniziato a gennaio: non stavo più nella pelle. La vita mi sembrava brillare nuovamente e tutti i miei dubbi si erano dissolti come la neve alla fine di quel mese.

L’anno nuovo iniziò senza di te: le trasferte di qualche giorno si trasformarono in una permanenza di tre settimane nelle quali ci sentivamo solo al telefono, nei rari momenti in cui non eri troppo indaffarato. Poco convinta cominciai il corso di tango da sola, come mi suggeristi tu, ma lo feci controvoglia. Ero sprovvista di un partner così il mio abbraccio dovette fondersi con quello del maestro argentino che conduceva le lezioni di ballo. Fu molto più facile imparare insieme a lui ma io mi sentivo sempre a disagio, impacciata e fuori tempo. Mi mancavi moltissimo, ma questo succedeva, anche quando eri presente.

Una fredda notte di febbraio squillò il telefono mentre io e te dormivamo abbracciati già da qualche ora. Tu corresti a rispondere, io tentai di domare il batticuore. Tornasti dopo essere passato dalla cucina a prendere un bicchiere d’acqua che offristi anche a me, comunicandomi che avevano semplicemente sbagliato numero. Eppure ti avevo sentito parlare, sottovoce, per diversi minuti.

Marzo ci regalò una primavera anticipata e un altro compleanno da festeggiare. Per strada i complimenti invece di diminuire, aumentarono, nonostante quell’anno in più sul volto, a mio avviso, si vedesse. Anche le avances di certi maschi, alle quali non avevo mai dato eccessivo peso, sembravano diventare sempre meno velate e molto più insistenti. Ma io volevo soltanto te e non ci badavo.

La Pasqua in quell’anno cadde ad aprile, così come la tua giacca preferita cadde dall’appendiabiti mentre cercavo di far ordine nel caos del tuo studio. Fece un rumore insolito e troppo chiassoso per un pezzo di stoffa. La sollevai da terra e scoprii il motivo di quel tonfo. Non mi risultava avessi un cellulare privato e un altro dedicato agli affari, ma di fatto nelle tasche ne trovai uno mai visto. Pieno di messaggi molto dettagliati e, no, non trattavano affatto questioni lavorative. Ora era palese: io ti amavo e tu mi tradivi. Ai tuoi occhi ero invisibile.

Il dodici maggio festeggiammo il nostro primo, felicissimo, anniversario. Di quegli sms non ti chiesi mai nessuna spiegazione: io ti amavo e il mio era un sentimento puro, che volevo proteggere. Ti amavo per ciò che eri anche se, in sostanza, un uomo piccolo, e non certo per la statura che invece non ti mancava. Ti amavo per la pena che mi facevi, quella sincera; compassionevole, che provavo ogni volta che le tue insicurezze e il tuo vivere costantemente all’ombra di qualcun altro, rivelavano ciò che eri. Ti amavo per lo smisurato quanto illogico potenziale che vedevo in te, nel quale credevo soltanto io perché tu invece, rifuggivi dalle cose difficili o troppo impegnative.  Io ti amavo profondamente e, con tutta la purezza dei miei anni, ti amavo povero com’eri e non  per quei quattro soldi in più rispetto alla media che, per fortuna e non certo per virtù, ti ritrovavi. Io ti amavo così: misero, inconsistente e bugiardo com’eri.

Quella mattina tu mi svegliasti con un mazzo enorme di rose rosse e alle nove mi portasti a cena in un ristorante da fiaba situato all’interno di un castello. Per l’occasione indossai un abito nero, lungo e molto aderente  e un rossetto rosso acceso che non avevo mai osato. Non mi staccasti gli occhi di dosso per tutta la sera e mi dicesti che ero una dea, la donna più bella di tutto l’universo. Questa volta però, sentivo che era vero; che non si trattava di un’altra bugia. Stavolta sì!, ero certa della mia bellezza e libera da insicurezze come poche volte mi era accaduto nella vita. Ero incantevole e lo sapevo, ma il merito non era tuo, piccolo uomo.

Poche ore prima, nella stanza di un minuscolo appartamento all’ultimo piano di via Watt, con il resto del mondo fuori e i rumori del traffico mitigati dalla musica malinconica di un tango lento e struggente, che ero una dea, me lo aveva detto anche Carlos, con quel suo accento porteno caldo e sensuale, mentre nuda, mi teneva fra le sue braccia possenti. Lui però lo aveva fatto, guardandomi negli occhi.

 

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56 commenti »

  1. …è semplice rivedersi, ritrovare un pezzo delle proprie esperienze in questo racconto. Una purezza semplice, senza troppi fronzoli, giri di parole… mi sono emozionata!

  2. notevole. privo di tanti piccoli difetti tipici della scrittura dell’esordiente, e soprattutto coinvolgente nella sua linearità. non una lista della spesa di eventi che si dipanano lungo un orizzonte temporale ampio, bensì un rapido carosello che cattura e perché no stordisce il lettore. impossibile non desiderare la donna, invidiare il maestro di ballo, e biasimare il marito. alla faccia del sesso debole. divertente e non scontato, che chiedere di più a un racconto?

  3. Un racconto che ti si attacca addosso e ti fa capire che spesso non ci si rende conto delle proprie fortune fino a quando si perdono e a quanto sono vendicative le donne in un modo molto più raffinato e felino … Bello .. Brava Laura

  4. Mi piace moltissimo “ritrovarmi” quando leggo libri o racconti di altri. Ed è emozionante quando qualcuno “ritrova un pezzetto delle proprio esperienze” dentro qualcosa che hai scritto!. Bello!… Grazie Gloryglo!. 🙂

  5. cantastorie_anonimo: grazie di questo commento davvero incoraggiante che mi lascia… “senza parole”.

  6. Bellissimo scoprire come si vive o si sente un racconto. Ciò che suscita. Grazie Mau per le tue riflessioni. 🙂

  7. Il vero Amore è quello puro e incondizionato come quello che sai donare tu Laura… che solo una Donna con la D maiuscola può dare. A volte sfortunatamente questo Amore viene donato a persone che non lo apprezzano e ricambiano provocando un profondo dolore .A volte invece qualcuno se ne accorge, se ne nutre e lo ricambia…allora è come se un pezzo di paradiso si stacca dal cielo e cade sulla terra 🙂

  8. … anche se questo racconto non è (del tutto) autobiografico, sicuramente prende ispirazione da “un passaggio di vita” che, come descrivi perfettamente tu Amelia, per fortuna non smette mai di cambiare e di sorprenderci! ? Grazie per le tue bellissime parole…

  9. Mi piace molto l’incedere dei mesi che fa da contraltare alla crescita della donna, con gli alti e bassi della fiducia e la perdita dell’ingenuità. Alcune frasi rendono benissimo questa sensazione (mi mancavi tantissimo anche quando eri presente…; festeggiammo il nostro primo felicissimo anniversario…; libera da insicurezze come poche volte mi era accaduto nella vita). La storia di un dolore che fa crescere.

  10. Finale strepitoso. Bellissimo lo scorrere rapido e tagliente come una lama dei mesi del primo anno di matrimonio. Complimenti, Laura.

  11. Bellissimo Laura, si legge senza mai distogliere gli occhi, mi è piaciuta molto la descrizione che fai suddivisa per ogni mese dell’anno e racconti molto bene l’amore incondizionato e se vuoi insano ma profondamente vero della protagonista. Che forse l’amore sia questo? Io permango una romantica, ma faccio un applauso a te e al tuo stupendo racconto.

  12. Ah…il tango!
    Sensualità e passione.
    Proprio come il tuo racconto.
    Brava.
    Olé 🙂

  13. Sarò banale ma confermo che una donna è una pietra preziosa, un diamante dalle molte sfaccettature. Può brillare e restituire la luce sotto mille forme e mille colori.
    Ma per apprezzare le sue qualità un uomo deve essere in grado di amarla, e utilizzando tale sentimento nel modo più ampio. Un diamante, ricordiamolo, può anche ferire e noi, piccoli uomini, lo dovremmo sempre tenere bene a mente.

  14. “La storia di un dolore che fa crescere”. Grazie Roberto di averlo letto e… di averlo fatto con il cuore… 🙂

  15. Grazie Liliana!… sono felice ti sia piaciuto anche il finale!!! 😉 🙂

  16. Grazie Francesca!, sono felicissima che il racconto e il suo procedere attraverso i mesi dell’anno ti sia piaciuto! 🙂 … eh sì, noi donne romantiche a volte incappiamo anche in amori “insani”… quelli veri però, per fortuna, sono tutt’altra cosa… 😉 🙂

  17. Bella l’essenziale descrizione degli avvenimenti scanditi dai mesi. La distrazione si paga sempre.

  18. Scrivi molto bene, con uno stile personalissimo che cattura e mantiene l’attenzione. Il racconto è coinvolgente e originale nella narrazione, una storia d’amore raccontata in modo finalmente diverso. Complimenti, mi è davvero piaciuto.

  19. Grazie Maurizio …mi fa piacere sia emerso anche questo aspetto nel racconto!. Eh sì… il tango!: questo suadente e provocante ballo! 🙂

  20. Caro Claudio, la tua visione delle donne mi piace!. 🙂 Grazie per il tuo commento!

  21. Grazie di cuore Mara. Anche il tuo mi è piaciuto moltissimo!. Bella davvero questa esperienza! 🙂

  22. Ciao Sergio. Felice che tu abbia letto il mio racconto! 🙂

  23. Mi è piaciuto molto. L’incalzare dei mesi cattura l’attenzione ed è molto coinvolgente.

  24. letto, e molto apprezzato

  25. Molto bello, scorre come l’acqua di una sorgente, limpido e veloce. Il tema del rapporto fra un uomo ed una donna ha fatto da sfondo a migliaia di romanzi, ma tu lo affronti in modo originale, spensierato, evitando di sprofondare in giudizi che ne avrebbero appesantito l’impianto. E’ uno “sforzo” narrativo degno di nota, anche perché la protagonista appare come una proiezione del tuo io, lontana però dalla realtà della tua vita di tutti i giorni. Continua così Laura!

  26. Entra in punta di piedi, incuriosisce mentre si muove sinuoso e mentre mi aspetto tuttaltro zac, un morso inattesso che spiazza, taglia, gira la storia e con un punto se ne va: wow, l’ultima immagine è il soffio di un sicario! Forte Laura, mi è piaciuto molto: il ritmo dei mesi, le mosse dell’animo in dodici scatti, le strade impreviste che lo scorrere può imboccare… Complimenti ancora, non ti fermare!

  27. grazie Catia, e grazie di nuovo Sergio! 🙂 🙂

  28. Giuseppe grazie di cuore del tuo commento così ricco e incoraggiante e oltretutto con una valutazione finale sulla “protagonista” davvero “chirurgica” e… azzeccata!. 😉 🙂

  29. Grazie Paolopa!, felice ti sia piaciuto e di tutto ciò che hai “sentito”… 🙂

  30. Le stagioni dell’amore che filano via, tra silenzi di dolore e speranze di ripartire. Vivo e crudamente reale. Complimenti, mi è piaciuto.

  31. Grazie Alberto, felicissima che ti sia piaciuto 🙂

  32. Wow! “Eterea” mi ha colpito, ma questo è un tuffo! Mi piace come hai costruito questo piccolo film: complimenti ancora, continua cos!

  33. Grazie per il tuo entusiasmo Lucia e felicissima ti sia piaciuto! 🙂

  34. La parte finale è perfetta! Non potevi scegliere un finale migliore! 🙂

  35. Wow!. Grazie Pasqualina! 🙂

  36. Il tuo racconto conferma che il matrimonio rende l’inganno necessario per entrambe le parti. 🙂 Wilde docet. Un racconto che scorre via liscio. Come già evidenziato negli altri commenti, vorrei soffermarmi anch’io sulla divisione della storia in mesi/periodi. Complimenti!

  37. Ritmo ben scandito, come passi di tango. Si può dire? La passione è un abbraccio, anche virtuale, per comunicare la forza dell’amore e del passaggio di ogni energia all’amato. Il tempo ha aumentato questa forza e l’ha indirizzata verso un’altra persona. Fortunato è il maestro di ballo e becco è il marito. Le moine del dopo serviranno? Bravissima Laura.
    Emanuele.

  38. Scritto davvero bene, anche se quella di farsela con il maestro di tango è un po’ un classico…

  39. Ciao Francesco, grazie innanzitutto per il tuo commento! 🙂 Io direi che sì’, forse lo è!. Come potrebbe essere “un classico” anche il marito che tradisce la moglie!. Per fortuna però, i “classici” così come le persone e la Vita, godono dell’imprevedibilità delle eccezioni e delle sfumature! 😉 🙂

  40. Grazie davvero Emanuele, felicissima che il ritmo del racconto ti sia piaciuto e si sia fuso con quello passionale del tango! 🙂

  41. Grazie Alex per il tuo commento e per i complimenti! 🙂

  42. Me encanta questo racconto…! delizioso, profondo e passionale come la scrittrice..

  43. “Tocco la tua bocca, con il dito tocco il bordo della tua bocca, la disegno come se uscisse dalla mia mano, come se per la prima volta la tua bocca si aprisse, e mi basta chiudere gli occhi per rifarlo tutto e ricominciare, faccio nascere ogni volta la bocca che desidero, la bocca che la mia mano sceglie e ti disegna sulla faccia, una bocca scelta tra tutte, con sovrana libertà scelta da me per disegnarla con la mia mano sulla tua faccia, e che per un caso che non cerco di comprendere coincide esattamente con la tua bocca che sorride da sotto la mia mano che ti disegna.”

  44. Ah! Che soddisfazione! Hai vendicato tutte le donne tradite. Niente lascia presagire il finale che, però, appaga la sete di vendetta, molto raffinata, che ne scaturisce. Tutto al femminile.
    Angela

  45. Caro Carlos, chiunque tu sia, grazie per questa meravigliosa citazione del grandissimo Cortázar … 🙂

  46. Cara Angela, e per me che grandissima soddisfazione questo tuo commento!. 😉 🙂

  47. Racconto forte, passionale, con un ritmo incalzante. Peccato che la purezza del semtimento della moglie non riesca a sopravvivere a tanta stupidità maschile. Un vero spreco tanto amore per chi non meritava niente! Complimenti Laura.

  48. Bella storia dal ritmo scandito dal passare delle stagione che si da leggere fino alla fine.
    Molto bello il finale. Complimenti.

  49. Grazie delle tue parole Marinora e felice che il racconto ti abbia trasmesso le sensazioni forti che descrivi. Grazie 🙂

  50. Grazie Valerio, felicissima che ti sia piaciuto! 🙂

  51. Cara Laura, sono davvero felice per la tua meritata vittoria! Ho scoperto che siamo entrambe di Milano, spero di conoscerti a Lucca! A presto.

  52. Mi accodo a Mara,
    ti aspettiamo.
    😉

  53. Ciao Laura, mi è molto piaciuto il tuo racconto, scritto con semplicità ma denso di significato.
    In fin dei conti i mesi sono le stagioni della vita che tutti noi viviamo.
    Complimenti per la tua vittoria.
    Anch’io sono di Milano e spero di conoscerti a Lucca,

  54. Bravissima Laura, il tuo racconto mi era piaciuto molto. Ci vediamo a Lucca. Liliana

  55. Ciao ragazzi!, che dire: grazie di cuore a tutti!!!. Sono felicissima ed emozionata per questa bellissima avventura vissuta insieme a voi e contentissima di potervi conoscere presto per condividere insieme questa gioia!. Grazie ancora e complimenti a tutti. Meritatissima anche la vostra! 🙂 🙂 🙂

  56. Un racconto cadenzato dalle stagioni che cambiano faccia al mondo fuori, ma anche ai mondi che vivono dentro i protagonisti..bella l’idea del parallelo tra i mesi e i sentimenti che mutano..mi piace lo stile di scrittura..il finale secondo me ha lo stesso sensuale incedere di un tango..anche se a a ballarlo sono in tre, e non in due..anche se uno dei tre non sa che lo sta ballando..né tanto meno sa di essere stato scoperto..la reazione della giovane moglie è in qualche modo filosofica, come se sapesse che il mondo, in fin dei conti, non cambia mai..mi è piaciuto, complimenti!

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