Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti per Corti 2011 “Dinosauri” di Ettore Gula

Categoria: Premio Racconti per Corti 2011

In macchina con Dario, Ada aspetta la madre. Dario dice ad Ada di non spazientirsi, dovranno sopportarla solo qualche ora, poi non la vedranno per mesi. Quando la donna esce dal portone, le vanno incontro. Saluti formali. La madre si scusa per il disturbo, ma nessuno poteva accompagnarla, se non altro, dice, si rivedono dopo mesi. Si mettono  in viaggio.

Mentre guida, dallo specchietto Dario osserva la donna sul sedile posteriore guardare fuori. Nessuno fiata.

È Ada a rompe il silenzio dicendo di non ricordare lo zio dal quale stanno andando. “È perché non l’hai mai conosciuto”, dice la madre, poi chiede alla figlia se adesso sta meglio. Ada, infastidita dice che sì, da quando l’hanno dimessa, sta meglio e che ora c’è Dario ad aiutarla. Il ragazzo sorride.

Autogrill.  La madre è in bagno. Appoggiata all’auto Ada fuma e, stizzita, si chiede come la donna sia venuta a sapere dell’ultimo ricovero. “La gente non si fa mai i fatti suoi”, dice Dario. La madre esce e Ada getta la sigaretta.

Ripartono. Ada mastica una cicca, la madre chiede se fumare faccia parte della cura e a Dario: “E tu? È così che l’aiuti?” Nasce una lite in cui madre e figlia si rinfacciano di tutto: l’atteggiamento sempre svalutante della madre, le bugie di Ada sui ricoveri, fino ad accusare la madre di essere talmente sola da doverli chiamare per farsi portare da zii che loro non conoscono nemmeno. La madre rivela: lo zio da cui stanno andando è il vero padre di Ada.

L’auto accosta. Mentre la donna rimane in macchina, Dario e Ada, fuori, discutono. La ragazza è scossa ma decisa a continuare.

Cimitero. Il cielo è coperto e non c’è nessuno in giro. I tre avanzano in silenzio per i viali fino alla tomba. Dario si fa da parte mentre madre e figlia, commosse, depongono i fiori. La madre dice di aver rincontrato l’uomo per caso, dopo anni. Era molto malato e gli ha svelato che Ada era figlia sua: “Avrebbe voluto conoscerti , ma eri ricoverata e non era possibile … poi è stato troppo tardi.”

L’auto attraversa la campagna. La madre si è appisolata. Ada dice a Dario di accostare e di seguirla. Per mano salgono su una delle grosse dune di sabbia a bordo strada e si trovano di fronte il mare. Non ci sono case, strade o navi all’orizzonte. Solo la spiaggia, il vento e il mare. Sono soli.

Ada dice quanto amasse da piccola venire in questo posto fuori dal tempo. Qui tutto è esattamente come è sempre stato: “È come quando c’erano i Romani o come se fossimo mille o un milione d’anni fa, ai tempi dei dinosauri … niente è cambiato”. E ancora: “Pensa, oltre a noi non c’è nessuno su tutta la terra …”  “Anzi, pensa che anche noi dobbiamo ancora nascere … o chissà, che magari non nasceremo mai.” Dario ascolta in silenzio. Rimangono in piedi davanti alle onde.

D’un tratto Dario la tira dietro una duna e le dice di nascondersi. Ha visto qualcosa. Ada allarmata chiede cosa e lui: “Un dinosauro.” Lei non capisce, ma poco dopo sorride e prendendolo per mano dice: “Via di qui, nascondiamoci là dietro!”. Si acquattano dietro un’altra duna. Stavolta è lei a dire: “Davvero non l’hai visto!? Un legionario romano!”, lui guarda oltre la duna e dice: “È vero, via!” corrono per la spiaggia ridendo, inseguendosi a vicenda “Corri che ci prende!!!” da una parte all’altra fino a che non si ritrovano a terra col fiatone, sfiniti. Si guardano, lui l’abbraccia e la stringe a sé, lei ha gli occhi umidi.

La madre è in piedi vicino all’auto. Si guarda intorno, poi seguendo le orme che ancora si intravedono, sale la duna. Lì, in cima, i capelli mossi dal vento, guarda in secondo piano verso la spiaggia, dove di spalle, seduti abbracciati, ci sono i due ragazzi. In sottofondo il mare.

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3 commenti »

  1. Difficile in questo racconto distinguere i personaggi positivi da quelli negativi. Ma forse non è questo lo scopo di chi scrive. Singolare

  2. Grazie per il commento. ho apportato una modifica al testo per rendere più chiaro che la tomba è quella dello zio (prima si poteva fraintendere!).

  3. A volte la vita è crudele, come è capitato allo zio-padre che non è mai riuscito a rivedere la figlia naturale, nemmeno prima di morire. Ma nemmeno la figlia, che ora sogna con il suo Dario una vita diversa. Realistico.

    Se ti va mi daresti un tuo parere sul mio racconto “Mi manca anche la testa” ? Grazie. Alessandro Musella

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