Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2024 “Prunus” di Teresa Terenzi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2024

Hai tagliato i capelli?

Sì.

Quando?

Da quando te ne sei andato e ci hai lasciati soli.

Lui la fissò dritto negli occhi. Lei fece lo stesso.

È ingrassato di almeno cinque chili, pensò lei.

È sempre bella, pensò lui.

E questo vaso? Le chiese lui con lo sguardo rivolto verso la panca accanto alla poltrona.

Cosa fai, cambi discorso? Rispose lei richiamando la sua attenzione.

Lui riprese a fissarla. Lei fece lo stesso. Poi lui abbassò gli occhi e rimase in silenzio.

L’ho comprata in una bottega artigiana mentre passeggiavo per i vicoli del centro. Ti piace?

Non particolarmente … preferivo la lampada che c’era prima.

Lei abbassò gli occhi e rimase in silenzio.

Il paralume lo avevi realizzato tu con la stoffa acquistata in Provenza, era molto bello.

Lei non rispose.

Eri molto brava.

Lei non rispose.

Continui a realizzare paralumi di stoffa?

Lei non rispose.

Lui versò il vino nel bicchiere, si alzò di scatto dal divano e andò verso la finestra.

Il giardino dovrebbe essere curato con più regolarità. Guarda quella pianta di ulivo per esempio … non deve essere così folta.

Lei non rispose.

E la pianta di prunus? Ha degli strani puntini sulle foglie.

Si è ammalata quando te ne sei andato e ci hai lasciati soli.

Lui si voltò.

Dov’è Luca?

In camera.

Posso vederlo?

Sta dormendo.

Chissà quanto gli saranno cresciuti i capelli.

Sono cortissimi.

Cortissimi?

Sì, glieli ho tagliati dopo che te ne sei andato e ci hai lasciati soli.

Ma a lui piacevano lunghi.

Il codino che portava era inguardabile.

Era fiero del suo codino, soprattutto quando giocava a calcio.

Non gioca più a calcio

E perché non gioca più?

Non ha tempo

Come non ha tempo?

C’è lo studio e poi c’è il resto.

Il resto cosa?

Il nostro lavoro.

Quale lavoro?

Realizzare paralumi di stoffa.

Ma quello è il tuo lavoro.

È diventato il nostro lavoro.

Da quando?

Da quando te ne sei andato e ci hai lasciati soli.

E gli piace realizzare paralumi?

Penso di sì.

Voglio vederlo.

Ho detto che sta dormendo.

Ti ho detto che voglio vederlo.

Ti ho detto che sta dormendo.

Lui preferì non contraddirla e provò a riportare la conversazione su toni accettabili.

Raccontami di lui.

Cosa vuoi sapere?

Come passa le giornate.

Al mattino ci alziamo, facciamo colazione, poi accendiamo il computer iniziamo le attività scolastiche e …

Quali attività scolastiche?

Le cinque ore di lezione.

Ma al mattino c’è la scuola.

Lo so ma a scuola io non potrei entrare.

Marta, a scuola deve andarci lui non tu.

Ma noi dobbiamo stare insieme.

Ma state insieme il resto del giorno.

Ma noi dobbiamo stare sempre insieme.

Lui spalancò gli occhi, fece un grande respiro, iniziò a guardarsi intorno. Era agitato ma non voleva darlo a vedere. Guardò lei, poi il corridoio, poi di nuovo lei, poi ancora il corridoio.

Dove vai?

Nella sua camera.

Mario, aspetta.

Marta, lasciami andare.

Lei lo afferrò per il braccio. Lui si divincolò. Si guardarono per un attimo poi lui proseguì verso il corridoio. Aprì la porta e trovò il letto vuoto. Tornò in soggiorno agitato.

Mi avevi detto che stava dormendo.

Infatti sta dormendo.

Dov’è?

Io e Luca dobbiamo stare sempre insieme.

La sua voce era serafica e infantile al tempo stesso. Mario fece un grande respiro, poi un altro ancora. Provò un senso di smarrimento. Pensò che forse era meglio sedersi. Il suo corpo si afflosciò sulla poltrona come un sacco vuoto. Lei, in piedi accanto a lui, armeggiava rumorosamente con un cassetto difettoso. Lui si voltò un attimo, poi tornò a fissare il vuoto. Marta continuava ad armeggiare con il cassetto, non riusciva a chiuderlo. Cigolava in modo fastidioso. Quel suono acuto sembrava un lamento. Mario si alzò di scatto, andò di nuovo verso la finestra e guardò fuori.

Il prunus va potato subito, può ancora essere salvato.

Marta continuava la sua lotta con il cassetto.

Marta, mi hai sentito? Lei si voltò a guardarlo.

Ti ho detto che il prunus può ancora essere salvato.

Lei rimase in silenzio a guardarlo.

Marta, io ora vado nella nostra camera.

Ma tu non puoi.

Sì che posso Marta.

C’è Luca che sta dormendo

Lo so, ma farò piano. Si avvicinò, le accarezzò il volto e accennò un sorriso.

Fai piano però, altrimenti si sveglia.

Certo Marta, farò piano.

Quando aprì la porta della camera da letto, vide la testa di Luca e lo immaginò con il codino. Era voltato su un fianco e dormiva. Mario sollevò la coperta, lo prese in braccio e lo strinse a sé. Il tratto di corridoio che separava la camera da letto matrimoniale dalla cameretta sembrò infinito. Il corpo di Luca emanava calore. Mario si sentì leggero. Entrò nella cameretta e con una mano sollevò la coperta. Quando si chinò per appoggiarlo sul letto gli parve di sentire un bisbiglio “grazie papà”.  Mario chiuse la porta, si asciugò una lacrima e fece un grande respiro. Tornò in soggiorno. Marta era seduta sulla poltrona persa nel vuoto dei suoi pensieri. Mario si guardò intorno, iniziò ad armeggiare con il cassetto finché riuscì a chiuderlo. Ripose la bottiglia di vino nel frigorifero, prese il bicchiere dalla panca e lo mise nel lavello. Si avvicinò alla finestra, guardò il prunus e poi chiuse le persiane.

Marta, andiamo a dormire?

Lui si avvicinò e le tese la mano. Lei la afferrò e si alzò dalla poltrona. Rimasero in piedi, in silenzio, uno davanti all’altra.

Marta, domani mattina mi alzo presto per potare il prunus.

Lei lo guardò e rimase in silenzio. Lui fece lo stesso.

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2 commenti »

  1. Racconto che affronta il delicato tema delle separazioni familiari. Costruito prevalentemente attraverso il dialogo, riesce a coinvolgere e commuovere il lettore rendendolo partecipe della difficile situazione. Uno scritto che ritengo faccia bene allo spirito.

  2. Grazie Andrea per il commento attento e dettagliato

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