Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2010 “Corbezzolini” di Anna Matassi (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2010

IL PAESE DI CORBEZZOLO

Corbezzolo è un piccolo paese adagiato , come tanti altri, sulle dolci colline fiorentine. Prende nome dai folti arbusti di corbezzolo che crescono nei boschi dei dintorni e , forse, l’esclamazione ” corbezzole!” deriva proprio da lì.Gli abitanti non sono numerosi: tutti si conoscono e tutti sanno tutto di tutti. Anche i bambini sono pochi ma abbastanza per formare due bande e giocare a ” guardie e ladri” o due squadre per una partita di calcio.

Poichè i bambini sono molto importanti, cominceremo a presentarli uno per uno, elencandoli in rigoroso ordine alfabetico.

A ANITA

A ANTONIO

B BEATRICE detta BEA

C CARLO

D DIEGO

E ELENA

F FRANCESCA

G GIOVANNI

H ———–

I ILARIO

L LUCA

M MICHELE

N NICOLA

O OTTAVINA

P PAOLA

Q ———–

R ROSY

S SILVIA

T TERESA

U UMBERTO detto BERTO

V VIOLA

Z ZOE

Andiamo a fare la loro conoscenza più da vicino cominciando da Anita e Luca .

Anita e Luca sono sorella e fratello. Anita è bionda, occhi azzurri, dolce, intelligente e carina.

Luca è vivace, birichino ed essendo il minore dei due, segue sempre ciò che dice Anita.

Ogni mattina, appena sveglia, Anita in punta di piedi, si affaccia alla finestra per guardare fuori le colline e la valle.

C’è sempre qualcosa da scoprire: la primavera ricopre i prati di fiori, l’estate dona l’oro ai campi, l’autunno fa rosseggiare le vigne e l’inverno è meno triste perchè, ai primi freddi, ricompare il pettirosso.

A Corbezzolo ogni casetta ha il suo giardino e il suo orticello e nessuno, meglio dei bambini di quel fortunato paese, sa quale divertimento è fare il giardiniere..I grandi hanno insegnato ai piccoli ad usare zappette e rastrelli, a seminare, a piantare, ad innaffiare e tutto ciò è uno splendido gioco. E Anita lo sa bene! Poi nell’orto si fanno esperienze meravigliose! Un giorno Anita e Luca trovarono perfino un grosso rospo in letargo nascosto tra i sassi.!

E che dire degli insetti? Farfalle, libellule, api, bombi…e poi coccinelle, lombrichi, chioccioline..un vero paradiso zoologico!

Ai bimbi piaceva mettere il semino sotto terra e pazientemente aspettare che un giorno spuntasse la pianticella.

Non c’è cosa più bella al mondo che veder nascere una piantina o sbocciare un fiore. I Corbezzolini lo sapevano bene e , guidati da genitori e nonni, facevano a gara a chi aveva l’orticello più bello.

 


LUNGO IL FIUME

( Antonio Michele Diego Giovanni )

Antonio uscì di casa nel primo pomeriggio. Era molto caldo ma non se ne curò e andò dritto verso la piazza dove i suoi amici lo aspettavano. Michele, Diego e Giovanni erano già lì, armati di cerbottane e pirulini preparati per tempo in abbondanza.

Si avviarono per un viottolo scosceso e sassoso e presto raggiunsero il greto del fiume ormai da tempo in secca. Saltando di masso in masso, con gridolini “attenti, si scivola !” e aiutandosi mani e piedi, talvolta procedendo perfino a sedere, raggiunsero una grande pozza d’acqua stagnante che ospitava girini e ranocchi.

Una bella ranocchietta verde, sentendo tutto quel fracasso non si spaventò e, saltando su un sasso gracidò.-Eccoli! Eccoli! Arrivano i nostri

ora sì che ci divertiremo,mi stavo annoiando a morte!-

I bimbi con le loro cerbottane mirarono alla ranocchietta che con un bel “marameo! ” cominciò a saltare come una molla, ora qui, ora là, schivando la pioggia dei pirulini che i bimbi le lanciavano saltando e gridando.

Mentre Antonio caricava la cerbottana per un altro lancio, apparve all’improvviso tra le canne un essere strano: una specie di schermo televisivo dal quale dardeggiavano due grandi occhi gialli, sostenuto da due arti metallici e sormontato da pale meccaniche.

Un flash lo abbagliò! Antonio si stropicciò gli occhi, guardò ancora tra le canne ma non vide niente. Rimase un attimo pensieroso poi, scrollando le spalle, disse tra sè :_ Con questo sole mi son venute le traveggole!” E unendosi nuovamente agli amici, continuò a correre e saltare e arrampicarsi sui salci che crescevano lungo il torrente.

 

LA CRETA

( Francesca Silvia Paola )

Quando il nonno di Francesca, una bella bambina paffutella di circa otto anni, si recava lungo il torrente a tagliare le canne che gli servivano per sostegno a pomodori e fagiolini,conduceva con sè la nipotina e le sue amichette preferite Silvia e Paola .

Le bimbe si divertivano ad andare alla ricerca di quella terra morbida e grigia con la quale giocare a fare le “formine”. Le piccole mani impastavano, lavoravano, lisciavano e a poco a poco venivano fuori ciotoline e piattini, piccoli capolavori che , messi al sole, indurivano velocemente e … altrettanto velocemente si rompevano!

Un giorno, mentre Francesca era intenta ad impastare la creta, alzò gli occhi sentendosi osservata. Che spavento! Un essere strano, con due occhi gialli che lampeggiavano orribilmente la fissavano. Un flash, una luce abbagliante le fece chiudere gli occhi. Quando li riaprì, il mostro non c’era più. Corse spaventata e singhiozzante dal nonno e gli raccontò il terribile incontro. Il nonno l’ascoltò attentamente,l’accarezzò e la tranquillizzò dicendole : -Non è nulla,non è nulla! Vedi troppa televisione ,troppa televisione!-

Rassicurata, Francesca si unì di nuovo alle sue amiche e continuò a giocare. allegramente.

 

BRICIOLA

( Viola Teresa e Rosetta )

” Mamma, mamma, affacciati! ” gridò Viola. ” Guarda Briciola che pancione ha !” La mamma di Viola apparve alla finestra, osservò la gattina e rispose :_ E’ incinta un’altra volta! “

Come si può capire , Briciola è una gattina ” multietnica “,: un po’ razza persiana , un po’ razza d’angora. Il risultato però era straordinario: occhi azzurri, nasetto roseo, vibrisse che sembravano fili d’argento, pelo nero, morbido, lungo e una coda che terminava con un pennacchio bianco.

Viola già sapeva dove Briciola andava a partorire i suoi micini. sempre al solito posto, in una siepe fitta fitta, vicino alla vigna. .

Viola corse ad informare del prossimo lieto evento Teresa e Rosetta. Ogni tanto le bimbe andavano a controllare se i micetti fossero nati…e un giorno, la bella sorpresa! Allungata sul muschio morbido, tra le foglie, scorsero Briciola.

” Sono nati! ” gridarono . “Quanti sono?” . ” Ne vedo due !” “No , sono di più! Sono cinque !. Per giorni le bimbe andarono alla siepe portando una ciotolina di latte che la gattina sembrava apprezzare molto.

Un giorno, mentre Viola si era infilata fin dentro la siepe per controllare i micetti, intravide due grandi occhi gialli che la fissavano .

Ebbe paura e si tirò indietro. Quale terribile animale insidiava i gattini?

Pensò ad una volpe oppure ad una faina..Ripresasi dallo spavento si chinò nuovamente ma non vide niente. ” Forse erano soltanto due foglie gialle…” pensò tra sè.

I gattini crebbero alla svelta : in poco più di una settimana aprirono gli occhi e ben presto si potè stabilire di che colore fossero. E qui cominciarono le discussioni. “Quello nero lo voglio io! ” diceva Rosy. ” No, no, lo voglio io ,” ribatteva Viola . E Teresa aggiungeva :-” Quello bianco e nero è il più carino, lo terrò io!”

Venne il giorno in cui Viola, prendendo con gran cura il micetto nero e coccolandolo teneramente, arrivò a casa:

“Mamma, guarda che bel gattino! Lo teniamo vero?” ” Non se ne parla nemmeno! ” rispose la mamma ” Ne abbiamo già due! …Viola no, non è possibile!” “Si,si!” “No,no!” e la discussione andò avanti per un bel po’ ma… come andò a finire questa storia?

Nel giardino ci furono tre ciotoline e tre cuccette e come dice quella canzone ,possiamo cantare così :” Aggiungi un posto a tavola che c’è un micetto in più!

LAMPINO

Naturalmente nel paese di Corbezzolo non mancavano i cani. .Erano cani randagi per modo di dire perchè erano cani di tutti.

Il più intelligente tra questi era Lampino, un segugio, non certo di razza pura, ma graziosissimo: il pelo raso, fulvo, lucido,due grandi orecchie ciondoloni, coda sottile e due grandi occhi neri e vivaci.

Il posto preferito da Lampino erano i portici della piazza, posizione strategica, dalla quale poteva vedere i gruppetti dei bimbi e decidere quali seguire.

Un pomeriggio, quando Ilario e Carlo si avviarono verso la vigna, Lampino scattò di corsa ed abbai ò: “Aspettatemi, aspettatemi , vengo anch’io” E li seguì tutto contento. Ai bimbi non parve vero di avere la compagnia del loro cane preferito nella loro escursione nella vigna.

Eh, la vigna! Per un segugio è proprio quel che ci vuole! Muso a terra, sniff, sniff, Lampino fiutava tutto e poteva stabilire se di là era passata una lepre, un fagiano, un topolino , una biscia…

Anche per i bambini correre in mezzo ai filari delle viti era un gran divertimento. Essi andavano alla ricerca di che cosa?… di tutto e di niente..era una scoperta continua…una ragnatela grande e sottile, un nido abbandonato, una cartuccia, gli aculei di un’istrice…tutto veniva raccolto.

,osservato poi lasciato ma la ricerca continuava e le curiosità erano tante e spesso scoppiava un litigio per il possesso di una penna di fagiano o per una cosa da niente!

Ad un certo punto Lampino che correva davanti ai bimbi si fermò improvvisamente:il corpo irrigidito,la coda tesa, le zampe immobili…poi uno scatto fulmineo. I bimbi fecero appena in tempo a vedere una cosa strana, metallica che si innalzava nel cielo, dopo averli quasi acciecati con un flash abbagliante.

 


LE STRANI APPARIZIONI

Quegli esseri strani, dagli occhi grandi e gialli, dal corpo metallico, comparivano all’improvviso, nei campi, negli orti, nelle vigne osservavano, spiavano e , con un bagliore, come un flash di una macchina fotografica, sparivano nel nulla.

Nessuno li vedeva, tranne i bambini i quali ne parlavano a nonni e genitori ma nessuno li prendeva in considerazione.

Un giorno Anita e Antonio andarono al pollaio per controllare se le uova che Madama Coccodè covava da giorni si fossero schiuse. Che gradita sorpresa! Dieci batuffoli gialli seguivano pigolanti Mamma Chioccia alla ricerca di un semino o di un vermetto da beccuzzare.

Madama Coccodè, come vide i suoi amichetti disse:-State attenti bimbi miei cari, perchè da qualche giorno qui intorno girano certi mostriciattoli che non mi piacciono per niente!- -E come sono ?- esclamarono insieme Anita e Anto. _ Oh, sono dei cosi…come dei televisori…con due occhi grandi,rotondi, gialli… e parlano in una lingua sconosciuta, con voci metalliche…mi sembra dicessero ” sole,sole” ..non ho capito nient’altro –

ribattè la chioccia che con un “coo-coo” richiamò i suoi pulcini che si erano allontanati troppo.

” Ciao,Madama Coccodè ” salutarono i bambini ” Torneremo presto a trovarti e ti porteremo una bella manciata di grano per i tuoi pulcini !” E così dicendo i due bambini se ne tornarono a casa e raccontarono tutto ai genitori che naturalmente, anche questa volta, scuotendo il capo dissero:” Troppa televisione! Troppa televisione !”

 

 

A NASCONDINO

Ora i bimbi sono nella piazza a giocare a nascondino. Ognuno corre a cercare il rifugio più nascosto e Anita e Anto, dopo aver cambiato più postazioni, decidono di allontanarsi un po’. C’è un mucchio di foglie vicino ad un cancello..,è il nascondiglio ideale. ” Vieni ,accucciati qui,Anto! ” grida Anita ….ma cos’è che affiora dal mucchio di foglie?…E’ la testa di un cavallino di legno…Le manine dei due bambini, svelte,svelte, frugano fra le foglie e ad un tratto appare un cavallino a dondolo, un po’ malconcio in verità : la criniera è spelacchiata, un occhio è alquanto rovinato…ma chi l’avrà buttato lì? I due bimbi prendono felicissimi il cavallino e corrono verso i loro amici gridando :” Guardate che cosa abbiamo trovato…”Gli altri bambini, incuriositi, fanno gruppo intorno al cavallino e si alza un coro: Ma cos’è questo coso? E’ tutto rotto!” Alcuni , invece, dopo averlo osservato ben bene, esclamano ” Ma no, è bellino, si può accomodare…” Ma chi lo farà?…Nonno Franco!!

Nonno Franco è un bel vecchio, alto, robusto, dai modi decisi.E’ un “perfettino”, un “tuttologo” ( così lo chiamano affettuosamente in famiglia Ha viaggiato il mondo in lungo e in largo e quanti bei racconti ha fatto ai bambini!

Sa le lingue, sa adoperare in maniera eccezionale le sue grandi e robuste mani: legno,vetro, ferro… di ogni materiale conosce le proprietà.l’uso e sa lavorarli con gesti precisi e sicuri. I bambini lo sanno e ricorrono spesso a lui , e poi il laboratorio di Nonno Franco è il mondo delle meraviglie.! Arnesi di ogni tipo: pinze, cacciaviti,martelli, pialle e seghetti..e viti e chiodi e bullette sono riposti in vasetti da marmellata in ordine crescente e con rigorose etichette.

“Nonno Franco, guarda cosa abbiamo trovato!” ” Oh, povero cavallino, chi ti ha ridotto così male?…Ma guardiamo se si può fare qualcosa…

Gli occhi dei bambini sono fissi sul povero cavallino, trattengono il respiro in un’attesa trepidante..

Dopo aver esaminato attentamente il malconcio cavallino, Nonno Franco sentenziò:Sì, sì , si può fare!..”Evviva!” esclamarono in coro i bambini.

 

 

AL LAVORO

Colla, bullette, martello, stoppa…L’occhio del cavallino tornò vivo ed espressivo, criniera e coda folte e di un bel nero lucente; in due giorni di fervente lavoro il cavallino apparve come nuovo.

Come descrivere la gioia dei “corbezzolini” ( ricordate? Sono i bambini di Corbezzolo ) . Ognuno volle provare a montare sul destriero.

Nonno Franco dovette fare la voce grossa per mettere ordine all’agitazione dei bimbi che si bisticciavano e spingendosi l’un l’altro gridavano “Ora tocca a me!” “No, tocca a me!”

” Zitti tutti” gridò ” devo dirvi una cosa molto importante, un segreto fra me e voi “. I bimbi fecero subito silenzio e si misero intorno a Nonno Franco con i visini in su aspettando che parlasse.

” Questo cavallino è magico! Chi lo monta può trasformarsi in un personaggio a piacere. Vi faccio un esempio : se Anto dice “Voglio essere un cavaliere antico ” ebbene,ecco la magia, comparirà una bella armatura, con tanto di scudo ,elmo e lancia e il gioco è fatto. Oppure :” Voglio essere un cow-boy !” e appariranno stivali e speroni,cappellone e lazo! E ancora ” Voglio essere un pellerossa ” e subito pronti ascia, penne, arco e frecce. Ma non solo, possiamo ordinare al cavallino anche di volare. Ordinate : ” Vola, vola!” e al cavallino spunteranno due belle ali come al Pegaso e vi porteà su , su, alti nel cielo !.Che cosa straordinaria!

I bimbi erano rimasti ammutoliti . :Nonno Franco ruppe il silenzio chiedendo :” Dovremo pur dare un nome a questo cavallino ; io mi ricordo di una filastrocca che faceva così :

CAVALLINO ARRI’ ARRO’

PRENDI LA BIADA CHE TI DO

PRENDI I FERRI CHE TI METTO :

PER ANDARE A SAN FRANCESCO

SAN FRANCESCO C’E’ UNA VIA

CHE CONDUCE A CASA MIA

CASA MIA C’E’ UN ALTARE

CON TRE MONACHE A CANTARE

CE N’E’ UNA PIU’ VECCHIETTA

SANTA BARBARA BENEDETTA1

” Cosa ne dite di chiamarlo Arri-Arrò? Non è un bel nome?” ” Siii!…” risposero i bimbi in coro e accarezzandolo , decisero che sarebbe stato il cavallino di tutti e pregarono Nonno Franco che lo custodisse per loro.

 


IL COMPLEANNO DI ZOE

Il 14 aprile Zoe compiva 8 anni. La mamma le aveva preparato una splendida festa: un ciambellone con le candeline, coca-cola, succhi di frutta e poi …un insolito regalo: un video-game! Nessuno lo possedeva ancora, era veramente un gioco nuovo…( uffa , le solite bambole, i soliti coccini! )

Zoe imparò presto ad usarlo e gli amici le si fecero intorno dicendo: ” Facci vedere! Facci provare!

Finita la festa , i ” corbezzolini ” tornarono a casa e subito si levò un unico , tremendo grido: ” Mamma, a Zoe hanno regalato un video-game, lo voglio anch’io! “

Timida fu la resistenza da parte delle mamme, esse si arresero ad una ad una, e finì che ogni ” corbezzolino” ebbe il suo video-game.

Poi fu la volta della play-station…

Incollati davanti al televisore e ai piccoli schermi,per diversi giorni i “corbezzolini” sparirono dalla circolazione

La lumachina nell’orto aspettò invano la vocina squillante di Anita che le cantava :”

CHIOCCIOLA, CHIOCCIOLA MARINELLA

TIRA FUORI LE TUE CORNELLA

E SE NON LE TIRERAI

ALL’INFERNO TE NE ANDRAI !

e tra sè ripeteva :” Cosa sarà mai successo ?” e se ne andava lenta,lenta e sconsolata, ora su una foglia di cavolo, ora su una foglia d’insalata, ma era così triste che le era passato l’appetito!

Anche, il grillo dal collarino giallo mise le antenne fuori dal suo buchino e, non vedendo nessuno e non sentendo alcuna voce , si ritirò tutto sconsolato.

I salci lungo il torrente scuotevano i loro rami e sussuravano allo stormir del vento :” Non c’è nessuno? Oh, oh, non c’è nessuno? Siamo qui, non venite più ad arrampicarvi sui nostri tronchi? Ci rendevate tanto felici, era un gioco anche per noi….”

Le rive del fiume rimanevano deserte e le rane gracidavano” Gra, gra, che mondo è senza i bambini? Chi ci tirerà più i pirulini, chi ci rincorrerà più?”

Per diversi giorni i Corbezzolini rimasero in casa, inchiodati davanti ai loro video-games : la piazza del paese era vuota e Biciola e Lampino divennero sempre più tristi.

 


IL SOLE SCOMPARE

Anita e Luca si stancarono presto dei loro video-games e, quando fu l’ora della merenda, agguantato un bel panino con la mortadella che la mamma aveva loro preparato, dissero:” Si va in piazza a giocare! ” e uscirono di corsa

Era un bel giorno di primavera ; qualche rondine era già ritornata e volteggiava veloce intorno al campanile. Le donne andavano e venivano, si fermavano a chiacchierare scambiandosi gli ultimi pettegolezzi. Si sentiva lontano il rumore dei trattori che andavano avanti e indietro nei campi…Il sole splendeva alto nel cielo ma ,ad un tratto, un velo nero lo coprì e fu buio per un istante…poi riapparve e scomparve di nuovo, per alcune volte.,ma nessuno ci fece caso.

Come ogni mattina Anita e Luca, appena svegli , corsero alla finestra per guardare fuori ed osservare il cielo e la valle , ma non poterono scorgere nulla perchè un velo grigio ed opaco copriva ogni cosa

La primavera che aveva già eseguito il suo lavoro coprendo di erba tenera e verde i campi ed adornando di fiori e foglie gli alberi, sembrava essersene andata…” Che brutto tempo ! esclamò Anita ” Speriamo che non piova!” ribattè Luca . Nel pomeriggio, infatti, una pioggerellina insistente vietò loro i bei giochi all’aperto. Che fare ? Non rimaneva altro che andare da Nonno Franco e farsi raccontare una storia …

 


IN AFRICA

Che bei racconti , faceva Nonno Franco! Ai bimbi piaceva tanto quando parlava loro dell’Africa, di leoni, di scimmie, di giraffe , di elefanti…rimanevano incantati a sentire quelle storie meravigliose…

” Un giorno ” iniziò Nonno Franco “ mi ero avventurato nella savana con la jeep per scattare alcune foto, quando in lontananza vidi un enorme elefante. Sapevo che gli elefanti vivono in gruppo e, quando uno se ne sta tutto solo, significa che è vecchio o che c’è qualcosa che non va. Viene chiamato “solitario”

L’elefante aveva grosse zanne, una lunga proboscide che toccava terra,…. era una vera e propria montagna grigia! Volli avvicinarmi un poco per scattare la mia foto ma il bestione sembrò disturbato e spalancando le enormi orecchie e agitandole minacciosamente, emise un orribile barrito e corse verso di me..” ” Cosa facesti Nonno Franco ?” interruppero ansiosi i due bambini ” Io? Scappai più veloce che potei, raggiunsi la jeep e mi diedi ad una fuga vergognosa”

Voglio raccontarvi un’ultima cosa …Lo sapete come giocano i bambini africani? Pensate che abbiano i vostri giocattoli? Neppure per sogno…non hanno niente di niente…si costriuscono archetti e frecce, si divertono con ciò che trovano ….una lattina vuota di coca-cola può diventare uno strumento musicale o qualcosa da calciare a mo’ di pallone…una bottiglia di plastica tagliata a metà per il lato lungo corredata con delle ruote ricavate da gazzozzole, con molta fantasia può assomigliare a un carrettino!”

“Che belle storie ci hai raccontato ! ” Anita e Luca diedero un bacino a Nonno Franco e aggiunsero:” Domani torneremo, vogliamo sentire ancora della caccia agli alligatori e della scimmia Smeraldina e Pappagallo Becco Giallo!” E cosi dicendo si avviarono verso casa ma, mentre attraversavano la piazza, Anita alzò gli occhi al cielo e che cosa vide?…..


VOGLIONO RUBARE IL SOLE !

Mentre attraversavano la piazza, il sole si oscurò, soffiò un forte vento che sibilando sollevò la gonnellina di Anita e le scompigliò i bei capelli biondi.

La bimba alzò gli occhi al cielo e gridò terrorizzata:” Mamma, mamma mia, guarda Luca! Che cosa sono quelle strane macchine volanti?” ” Sono elicotteri ” rispose Luca. ” No,no, macchè elicotteri, a me sembrano grossi uccellacci neri! Non vedi che becchi lunghi, che ali smisurate…che spavento !”

In realtà un folto stormo di giganteschi uccelli, volteggiava intorno al sole e sbattendo le loro smisurate ali da pipistrello facevano un rumore assordante. Sputando getti di vapore, con grida stridule, si affaccendavano a srotolare una grandissima rete che tenevano ben salda fra gli artigli… Ma cosa stanno facendo? Stanno rubando il sole!!!

Infatti quegli orribili mostri erano riusciti ad avvolgere la rete intorno al sole e, con getti di vapore di ghiaccio, lo spingevano faticosamente nello spazio…

I due bambini terrorizzati, rimasero immobili per un istante, non riuscendo a staccare i loro occhi da quello spettacolo così orribile. Poi Anita esclamò .

:” Bisogna fare qualcosa! Andiamo a chiamare Michele!” E corsero velocemente a chiamare il loro amico.

Michele ,essendo il più grande di tutti,avrebbe trovato sicuramente una soluzione e avrebbe suggerito la decisione più saggia da prendere.

La prima cosa che Michele fece fu quella di avvertire tutti i Corbezzolini.

“Assemblea straordinaria,assemblea straordinaria!” gridò e in un attimo tutti i bimbi furono in piazza

Michele prese la parola:” Ecco spiegato le strane apparizione che per tanto tempo ci hanno perseguitato Quegli esseri strani erano spie degli extra-terrestri che volevano scoprire come mai sul nostro pianeta la vita è così bella! Ci invidiavano gli alberi, i campi, i prati, i fiori,il fiume…tutta la natura intorno a noi ed hanno capito che tutto ciò poteva esistere perchè nel cielo splendeva il sole “

“Il sole è vita!” sospirò Anto. ” Eh sì, è vita ! ” fecero tutti in coro.” E se ce lo rubano'”? ” In poco tempo tutto verrebbe ricoperto di ghiaccio, ogni essere vivente, pianta o animale perirebbero…”

” Bisogna fare qualcosa ” Andiamo ad avvertire i nostri genitori…” disse qualcuno. ” No, non servirebbe a niente. Solo noi bambini vediamo gli extraterrestri…Vi ricordate? Quando raccontavamo di aver visto degli esseri strani, ci dicevano che era tutta fantasia e che vedevamo troppa televisione,,,” si rammaricò Michele ” E allora che possiamo fare ? “

” Ho un’idea ” ribattè Michele ” andiamo da ArrìArrò , forse potrà aiutarci”

Con una corsa frenetica i bambini raggiunsero il portico dove il cavallino se ne stava bel bello.

” Arrì Arrò, siamo disperati! Gli extraterrestri vogliono rubarci il sole ! Devi aiutarci, devi portarci lassù, lassù, dobbiamo combattere !” gridarono concitati

Il cavallino con un occhio semicoperto dalla criniera sembrò capire e disse:” Guardiamo cosa si può fare !” Roteò la coda una volta a destra , una volta a sinistra e all’istante comparve un altro cavallino…”Corbezzole, questa sì che è magia!. E ancora una ,due,tre volte…Arrì Arrò roteò la coda tante volte quanti erano i bambini così che ognuno ebbe il suo destriero…

” Tutti a cavallo!” ordinò Michele.

Con aria seria e grave, i Corbezzolini montarono sul loro cavallino. ” Carica!” esclamarono in coro.

In formazione di stormo, Michele in testa, cavalli e cavalieri s’innalzarono nel cielo.

Su, su, sempre più su, ben presto furono vicini agli extraterrestri che, avvistando il pericolo, cercavano più velocemente possibile di spingere il sole nello spazio lanciando getti di vapore di ghiaccio.

” All’attacco, miei prodi! ” gridò Michele.

All’improvviso dalle narici dei cavallini uscirono dei raggi infuocati che andarono a colpire direttamente i neri uccellacci.

I Corbezzolini avanzarono intrepidi, gli extraterrestri furono accerchiati e bombardati da una fitta pioggia di fuoco che i cavallini lanciavano dalle loro narici.

Le grida dei bimbi si mescolavano a quelle degli extraterrestri che, costretti a lasciare la presa, s’innalzarono al di sopra dell’accerchiamento e, sbattendo rumorosamente le loro possenti ali, si allontanarono nello spazio .

La rete che imprigionava il sole si disintegrò… Un ” Urrah, urrah vittoria”

risuonò alto nel cielo. Michele in testa, sempre in formazione di stormo, i Corbezzolini si diressero verso la terra e , in breve, planarono dolcemente nella piazza del paese. Erano raggianti , felici…La loro era stata una specie di “guerra stellare” una vera battaglia…altro che videogame! Avevano salvato il mondo da una terribile catastrofe! Saltavano, gridavano felici, si abbracciavano…e i cavallini magici?! Così come erano apparsi sparirono uno ad uno e ,mentre una lacrimuccia compariva nei loro occhi.,salì alto un nitrito nel cielo ” Ciao, ciao…

Rimase solo Arrì Arrò, che fissando dolcemente i bimbi nitrì a sua volta

dicendo:- Io rimango qui e vi aiuterò sempre !

Tutto fu come prima: la primavera apparve di nuovo donando a

fiori e piante nuova forza e sfolgoranti colori. Alla lumachina tornò l’appetito e se ne andava lenta lenta a cercare una foglia tenera di cavolo. Nello stagno le ranocchiette saltavano qua e là nell’attesa dell’arrivo dei bimbi…….Lampino sonnecchiava aprendo ogni tanto un occhio e , scacciando le mosche con la coda, aspettava che qualcuno si decidesse ad andare giù alla vigna….

Che cosa ne sarebbe stato di tutto questo se gli extraterrestri avessero rubato il sole?…Meglio non pensarci.

Quando i bambini raccontarono a genitori e nonni della battaglia con gli extraterrestri e dei cavallini magici, cosa pensate che abbiano risposto loro:” Guardate troppa televisione, troppa!!! “

Non restava che andare da Nonno Franco, lui sì che li avrebbe creduti!

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