Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti per Corti 2016 “8:57” di Matteo Valentini

Categoria: Premio Racconti per Corti 2016

1 CAMERA – INT – GIORNO

 

DABALUS (ragazzo castano, barba incolta, 25-30 anni) si sta

abbottonando la camicia davanti allo specchio.

 

Passa i bottoni uno a uno guardandosi fisso allo specchio.

 

A un certo punto abbassa lo sguardo, si china e raccoglie una

cravatta, si vede il display del cellulare che segna le 8:17.

 

Se la lega lentamente al collo; dopodiché si gira e prende

una giacca elegante appoggiata sul letto dietro di lui.

 

Dabalus si sistema i capelli, passandosi lentamente la mano

destra tra essi.

 

Improvvisamente nota un brufolo sulla tempia destra. Si

avvicina col capo verso le specchio e con due dita lo

schiaccia.

 

Dabalus fa una leggera smorfia dolorante, si nota il fastidio

che tale azione gli ha provocato. Prende un fazzoletto dal

cassetto e si pulisce la fronte.

 

Dabalus si guarda un’ultima volta allo specchio, lo sguardo

si fa più cupo, il volto si raggrinza, il suo è il viso di

qualcuno che sta passando un pessimo periodo, stanco e

debilitato.

 

Le occhiaie sul suo volto sono di colore viola scuro, come se

non dormisse da giorni.

 

Dabalus sospira, si gira e va verso la porta.

 

2 CASA DABALUS – EST – GIORNO

 

Dabalus esce dalla porta di casa sua, un’abitazione vecchia,

stile anni ’60, coi muri leggermente sbiaditi.

 

L’aria è grigia, nebbiosa, probabilmente una giornata tipica

di fine novembre, col primo freddo che avanza, e il sole

completamente assente.

 

Dabalus scende i 4 gradini dopo la porta, e piano piano

comincia a camminare lungo il marciapiede.

 

La strada è stretta, con alberi in fila a sinistra del

marciapiede, molte buche, case vecchie sulla parte destra,

non si vedono macchine.

 

Dabalus estrae il cellulare, vi attacca le sue auricolari e

se le mette nelle orecchie.

 

Continua a camminare guardando il cellulare, fino a che non

sbatte contro un PASSANTE(calvo, molto muscoloso, faccia

cattiva) che instantaneamente si gira e lo guarda dritto

negli occhi con fare minaccioso.

 

Dabalus lo fissa, prova ad allungare la mano per chiedere

scusa, il passante lo guarda per 2 secondi, scossa la testa

ed estrae di prepotenza una pistola.

 

La punta alla testa di Dabalus con rabbia. Dabalus rimane di

sasso, inizia a tremare, ansima, il terrore ha preso il

sopravvento.

 

Il passante inizia a ridere, una risata malefica,

psicopatica, come il Joker di Batman.

 

PASSANTE

Sei stato tu, sei stato tu! Alle

8:57 verremo a prenderti!

 

 

 

(Vediamo il volto del passante in primo piano, sfocato, la

telecamera da l’idea che lo stiamo vedendo direttamente dagli

occhi di Dabalus).

 

Dabalus sta sudando freddo, stringe gli occhi fortissimo, il

suono di quella risata rimbomba nella sua testa.

 

 

(Vediamo a intermittenza

rapidissima la faccia del

passante che ride e

quella di Dabalus

tremante con gli occhi

chiusi).

 

Il passante si infila la pistola nell’occhio destro ed

esplode un colpo, schizzando sangue da tutte le parti.

 

Improvvisamente la risata svanisce, ma non di colpo, pian

piano, come un eco nelle montagne.

 

Dabalus apre gli occhi, e si guarda attorno, ma non c’è più

nessuno. La strada è deserta.

 

Dabalus sta ancora ansimando, continua a guardarsi attorno,

tenta di riprendere il respiro a fatica.

 

Estrae il cellulare, sono le 8:23. Finalmente il suo respiro

ritorna regolare. Con il viso ancora visibilmente scosso si

rimette in cammino.

 

Dabalus cammina piano, è impaurito, si guarda spesso attorno,

ogni tanto si sente ancora la risata del passante che ronza

nella sua testa.

 

Si sfrega gli occhi di continuo, l’atmosfera attorno a lui è

molto kafkiana.

 

Dopo qualche passo svolta a destra e arriva sulla via

principale.

 

Ci sono molte MACCHINE che passano lungo la strada. Dabalus

vede arrivare dalla direzione opposta una SIGNORA (capelli

grigi, bassa, sui 60 anni, cappotto rosso sangue).

 

La signora sorride, Dabalus ricambia.

 

La signora con un ghigno malefico stampato in faccia estrae

un coltellaccio insanguinato dalla borsa.

 

(vediamo l’estrazione del coltellaccio a rallenty).

 

La signora ridendo si punta il coltellaccio all’occhio destro

e lo estrae di netto, continuando a ridere. (Sempre a

rallenty)

 

Dopodiché la signora prende in mano il suo occhio ancora

sanguinante e guarda Dabalus.

 

SIGNORA

Sei stato tu, manca poco, alle 8:57

saremo da te!

 

Dabalus osserva la scena in stato di shock. Si lancia verso

la signora cercando di raggiungerla con le mani protese

avanti.

 

Cade a terra, ancora ansimante si guarda attorno, e anche

questa volta non c’è nessuno.

 

C’è solo Dabalus sul marciapiede, le macchine continuano a

passare, ma della signora non c’è traccia.

 

Dabalus inizia a percepire delle voci nella sua testa, che

parlano velocemente, e con tono basso.

 

V.O.

Uccidi uccidi uccidi…

 

Dabalus è quasi sdraiato sul marciapiede, su alcune foglie da

poco cadute, giusto accanto a un albero.

 

Continua a guardarsi attorno, non si vede nessuno da ambo i

lati di questo stradone molto lungo.

 

Dabalus si siede appoggiandosi all’albero, respira

profondamente, e infila una mano dentro la tasca interna

della giacca.

 

Estrae una scatolina con delle pillole, ne prende un paio e

le butta giù.

 

Alza gli occhi al cielo e inizia a calmarsi, dopo un paio di

sospiri si alza, e con passo lento si rimette in marcia.

 

Estrae il cellulare dalla tasca e guarda l’orario, segna le

8:26.

 

Dopo pochi metri raggiunge una fermata dell’autobus. Alla

fermata ci sono un paio di persone, un RAGAZZO (adolescente,

con uno zaino in spalla) e una RAGAZZA (bassa, anche lei con

uno zaino) che parlano tra di loro.

 

Dabalus entrae il cellulare e inizia a scrivere un messaggio,

dopo poco sopraggiunge un autobus; le porte si aprono e i 3

ragazzi salgono.

 

3 AUTOBUS – INT. – GIORNO

 

Dabalus entra per ultimo, e mentre i 2 ragazzi prendono posto

lui si va a sedere verso il fondo.

 

L’autobus è abbastanza vecchio, sedili in plastica grigi,

vetri un pò appannati per l’umidità.

 

Ci sono altre 2 PERSONE a bordo, una MAMMA (mora sui 40) e il

proprio BAMBINO (circa 6-7 anni).

 

Una volta seduto, Dabalus socchiude gli occhi e sembra cadere

in una specie di dormiveglia.

 

(Si vedono in rapida successione le scene precedenti del

Passante calvo e della signora, in pratica stiamo vedendo i

pensieri di Dabalus, si sentono anche le loro risate

contorte).

 

Improvvisamente l’autobus colpisce una buca e vi è uno

scossone del mezzo, Dabalus si sveglia di soprassalto.

 

Dabalus punta lo sguardo verso il fronte dell’autobus e

incrocia lo sguardo con l’AUTISTA (robusto, con divisa da

autista sui 40 anni) tramite lo specchietto retrovisore.

 

L’autista improvvisamente distoglie lo sguardo dalla strada e

cominciare a fissare minaccioso Dabalus.

 

Dabalus si guarda intorno, ma tutti gli altri passeggeri sono

come statue silenziose, impassibili guardano avanti, come se

non avessero notato che l’autista non sta guardando la

strada.

 

L’autista continua a fissare Dabalus tramite lo specchietto,

improvvisamente comincia a sorridere, poi a ridere

copiosamente.

 

A questo punto l’autista estrae una pistola, e continuando a

ridere se la infila nell’occhio destro, dopodiché esplode un

colpo.

 

La testa dell’autista esplode spargendo sangue e cervella

dappertutto, l’autobus inizia ad andare fuori controllo.

 

Dabalus si alza e cerca di raggiungere il volante per

riprendere la guida, ma mentre cerca di raggiungere il fronte

rimane ancora più scioccato notando che nessuno dei

passeggeri ha battuto ciglio.

 

Sembra che nessuno si sia accorto di niente, ognuno continua

a fissare il vuoto, senza trasparire alcuna emozione.

 

Dabalus raggiunge il volante e scansando il corpo

dell’autista cerca di riprendere il comando, ma la velocità

continua ad aumentare.

 

DABALUS

Ehi ehi, aiutatemi, andremo a

finire fuori strada!!!!

(Rivolto verso i

passeggeri)

 

Nessun passeggero risponde, nessuno si muove, Dabalus si gira

nuovamente verso il parabrezza, ma non riesce a spostare il

cadavere dell’autista che a quanto pare è rimasto col piede

sull’acceleratore.

 

Dabalus si gira nuovamente verso i passeggeri, e qui la sua

espressione si fa gelida, quello che vede è raccapricciante.

 

Tutti i passeggeri sono i piedi rivolti a lui, gli stanno

puntando il dito addosso, e a tutti quanti manca l’occhio

destro.

 

PASSEGERI

(All’unisono)

Sei stato tu! È colpa tua! Manca

poco, alle 8:57 ti prenderemo!

 

Dabalus è pietrificato, improvvisamente si sente strattonare,

si gira rapido e nota che è l’autista ad averlo preso.

 

La sua testa è ancora spappolata, impregnata di sangue, e

anche a lui manca l’occhio destro.

 

AUTISTA

Stiamo venendo per te! Ci vediamo

alle 8:57!

 

In quello stesso istante l’autobus si schianta contro un

guard-raid è una grande esplosione inonda il mezzo.

 

3 AUTOBUS – INT – GIORNO

 

Dabalus si sveglia sul suo sedile ansimando, è ancora seduto

al suo posto, quello che ha visto non era reale.

 

L’autobus si ferma, Dabalus prende la sua roba e scende di

corsa. Ma guardando davanti mentre scende nota che le PERSONE

in quell’autobus, compreso l’autista, non sono le stesse

della sua visione.

 

4 INGRESSO CARCERE – EST – GIORNO

 

Dabalus una volta sceso si appoggia a un albero, e ansimante,

vomita.

 

Estrae di nuovo il cellulare dalla giacca, sono le 8:50. Lo

ripone, poi si alza e si trova davanti a un cancello grigio,

al cui interno si trova un carcere.

 

Sulla destra c’è una guardiola delle sorveglianza, da dove si

può accedere al carcere.

 

Dabalus si avvicina alla guardiola e una volta arrivato

mostra i suoi documenti alla GUARDIA (moro, sbarbato, sui 30

anni).

 

GUARDIA

(Osservando i documenti)

Buongiorno avvocato Dabalus, è qui

per incontrare il suo assistito?

 

DABALUS

Si, sono venuto a vedere se riesco

a tirar fuori qualcosa, almeno a

chiedere l’infermità mentale, ma la

vedo dura.

 

GUARDIA

Eh, con quello che ha fatto quello

la la sedia elettrica non gliela

toglie nessuno.

(Restituisce i documenti

a Dabalus)

Ha una faccia molto provata,

nottataccia?

 

DABALUS

Eh sì, sono un pò di giorni che non

riesco a dormire, in più mi stanno

succedendo strane cose ultimamente.

 

GUARDIA

Del tipo?

 

DABALUS

Ho come delle visioni di gente

morta, gente che si uccide da sola

davanti ai miei occhi e poi

sparisce, sento che sta per

succedermi qualcosa.

 

GUARDIA

Non si preoccupi avvocato, presto

sarà tutto finito, tra pochi minuti

verremo a prenderla.

 

Dabalus rimane immediatamente pietrificato, le sue

sopracciglia si aggrottano, lui è molto confuso da questa

risposta.

 

DABALUS

(Con tono terrificato)

Come ha detto scusi?

 

 

GUARDIA

Ho detto che tra poco arriveremo,

alle 8:57 le sue sofferenze

finiranno, e finalmente la pagherà!

 

La guardia inizia a ridere fragorosamente, dopodiché prende

un cutter dalla scrivania e contiuando a ridere si recide

l’occhio destro e poi si scaglia verso Dabalus.

 

Dabalus cada a terra travolto dalla guardia che inizia a

strozzarlo (la scena viene proposta a rallenty con la risata

della guardia in eco).

 

Dabalus diventa sempre più violaceo, e le sue forze

cominciano ad abbandonarlo, fino a che non perde i sensi.

 

(Sullo schermo compare il buio).

 

5 CARCERE – INT – GIORNO

 

(O.S.)

Detenuto 9547.

 

Dabalus riapre gli occhi, è seduto su una sedia elettrica,

indossa una tuta arancione da carcerato.

 

Siamo in una stanza per le esecuzioni, pareti grigie scure,

ad un tavolo marrone è seduto un GIUDICE con la toga.

 

Due GUARDIE stanno ai lati di Dabalus, una GUARDIA ha la mano

sull’interrutore della sedia elettrica dall’altro lato della

stanza.

 

C’è un AVVOCATO seduto accanto al giudice, la stanza è

stretta, pavimenti sporchi, mura scrostate, diversi cavi

della corrente che spuntano dal soffitto e dai muri.

 

Dal lato opposto a Dabalus si trova una grande vetrata da cui

si vede il riflesso di Dabalus e delle guardie.

 

Al di là della vetrata ci sono diverse PERSONE sedute che

osservano la scena.

 

Un PRETE sta girando attorno alla sedia spargendo acqua

santa.

 

PRETE

E dio accogli con te quest’anima

perduta, fa che ritrovi la retta

via e possa tornare nel tuo gregge,

accoglilo tra le tue braccia e

liberalo dai peccati, cosicché la

sua anima possa trovare la giusta

pace. Amen

 

Dabalus si guarda intorno molto confuso, e guardando sul lato

opposto della stanza trova diverse foto di persone uccise

appese.

 

Con un primo piano si vedono in rassegna le foto di tutte le

persone viste da Dabalus nelle sue visioni.

 

Sono tutte morte e prive dell’occhio destro.

 

(Si vedono scorrere in fila da dx a sx: il passante calvo, la

signora, i 2 ragazzi della fermata, la mamma e il bambino,

l’autista e infine la guardia all’ingresso del carcere).

 

Il giudice ha dei fogli in mano e sta emettendo la sentenza.

 

GIUDICE

Oggi, 16 novembre 2015, dinnanzi a

questa egregia giuria, sono qui a

sentenziare la condanna a morte

dell’avvocato Dave Dabalus che

nella notte del 12 giugno 2011 si

rese colpevole dell’omicidio delle

seguenti persone

(Si infila gli occhiali

da vista)

Jimbo Jimbaus assassinato con un

colpo di pistola all’occhio destro

sul marciapiede di Via Gluk;

Claire Richards assassinata con un

colpo di coltellaccio da cucina

inflitto all’occhio destro mentre

usciva dal supermercato di Via Pal;

I fidanzati James Zolmang e

Charlotte Castles uccisi con

svariati colpi di un punteruolo da

ghiaccio sferrati entrambi

all’occhio destro mentre

aspettavano l’autobus alla fermata

di Via Milan;

L’autista Ceinz Radio e la signora

Julie Monkey col figlio Simon

Cholo, tutti e 3 uccisi con un

colpo di pistola all’occhio destro

mentre si trovavano sull’autobus 25

diretto a Carnaby Street;

E infine la guardia carceraria

Lauro Bignardi, assassinato con un

colpo di cutter che gli ha reciso

l’occhio destro all’uscita di

codesto carcere al termine del suo

turno di lavoro.

Visti i verdetti dei processi

precedenti si procede dunque alla

pena capitale con l’utilizzo della

sedia elettrica.

(Il giudice prende pausa

e si toglie gli occhiali

e alza lo sguardo verso

Dabalus)

Il condannato vuole effettuare

un’ultima richiesta?

 

Dabalus è shoccato, capisce adesso che tutto quello che aveva

vissuto fino a quel momento non erano altro che visioni delle

persone che lui stesso aveva ucciso.

 

Ma il viso inizialmente impietrito di Dabalus si distende, la

faccia si fa più serena, e un risolino malefico compare sul

suo volto.

 

DABALUS

(Con tono di sfida)

Nessuna richiesta in particolare,

ho terminato le loro sofferenze, e

quando sarò dall’altra parte mi

prenderò cura di loro.

 

Dabalus inizia a ridere di gusto, non ha più il lume della

ragione.

 

Il giudice fa una faccia schifata, poi riprende a parlare.

 

GIUDICE

Si dia inizio all’esecuzione.

 

La guardia predisposta si avvicina all’interrutore, vi posa

la mano sopra.

 

Nel frattempo Dabalus continua a ridere sempre più

copiosamente, non si trattiene più ormai.

 

La mano afferra la leva, e con violenza spinge la leva verso

il basso.

 

La sedie elettrica inizia a vibrare copiosamente, Dabalus non

smette di ridere.

 

La sua pelle inizia a bruciarsi, le guance diventano rosso

fuoco, le sua bocca si apre sempre di più.

 

La sua risata si fa sempre più potente, la pelle diventa

sempre più nera, i sui occhi sono ormai fuori dalle orbite.

 

Ed ecco che al massimo della potenza, Dabalus muore.

 

Un denso fumo si alza dal suo corpo. L’ambiente si trova in

silenzio di tomba.

 

Ed ecco che alla fine la telecamera inquadra l’orologio sul

muro.

 

Esso segna le 8:57.

 

FINE

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