Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti per Corti 2015 “L’insopportabile ostaggio”, di Giulia Orati

Categoria: Premio Racconti per Corti 2015

Una rapina all’ufficio postale. Una rapina che, disgraziatamente per il malvivente, sta andando male: la polizia è giunta già sul posto e lui non ha fatto in tempo a uscire. Per questo l’unica soluzione possibile, al momento, è prendere in ostaggio un povero vecchietto e chiudersi con lui in una stanza.

L’insopportabile ostaggio

Nella stanza sono presenti solo un tavolo, delle sedie e un telefono. Il rapinatore fa entrare il vecchietto, malfermo e con il bastone in mano, nella stanza puntandogli una pistola alle costole. Eppure, sebbene la situazione, il vecchietto non sembra poi così spaventato. Difatti, mentre il ladro chiude la porta a chiave, mettendosi poi quest’ultima in tasca, l’ostaggio comincia subito a parlare con tono autoritario, saccente e – diciamolo – anche piuttosto fastidioso. Almeno per il ladro.
“Oh, ragazzo! Ma l’educazione non te l’ha insegnata mai nessuno?”
L’ex-ladro – ora rapitore – non perde tempo: punta nuovamente la pistola verso l’altro, intimandogli di fare silenzio, per poi aggiungere:
“Se le dico che deve camminare, lei deve camminare! O non sono stato abbastanza chiaro?”
“Giovine, c’ho l’artrite, mica un razzo in culo!”
La finezza fatta persona, non c’è che dire.
Ma il vecchio si va a sedere comunque. Avrà, invece, il ladro un piano? Saprà come comportarsi dopo essere diventato addirittura un sequestratore?
“Ma porca puttana! Uno non può neanche fare una rapina in santa pace che… che… Con cosa campo, io, eh? Con un lavoro andato a farsi fottere quasi due anni fa che altro mi rimane, eh?”
“E capirai, perché io c’ho ‘na pensione da re, proprio. Io qua dovevo solo prendere i francobolli per mio nipote. Mo’ qual è il piano?”
Rimanere lì. E, soprattutto, che il vecchio faccia silenzio. Il ladro deve pensare al da farsi, deve trovare un modo per risolvere questa dannata situazione.
Il silenzio, però, dura troppo poco.
“Ma che l’hai almeno una parvenza di piano?”
“Sta’ zitto!”
Improvvisamente, il telefono. Uno squillo che interrompe la conversazione, con momentaneo sollievo del malvivente. Quest’ultimo si precipita a rispondere, dunque, e subito una voce proviene dalla cornetta: è il commissario Antonelli; vuole parlare in veste di negoziatore
“Ma ‘n c’è il vivavoce?” chiede il vecchio ad alta voce, e il ladro non può che rispondergli con un sonoro ‘No!’.
Il negoziatore riprende a parlare, allora:
“Non vuole parlare?”
“Oh! Insomma?” continua il vecchio, ma il ladro, adesso, lo ignora.
“Non dicevo a lei. Come è che…? Antonello?”
“Antonelli. Ci è stato riferito che insieme a lei c’è un uomo. Può farmi sentire la sua voce?”
“Ma se parla da due ore.”
“Ah, si parla di me?” come può l’altro non intervenire? “Passa, passa, fammi scambia’ due parole.”
“Stai seduto lì, chi ti ha detto di muoverti!”
“Rispetto per i vecchi, giovane! Passa quella cornetta!”
Il ladro, esasperato, gli lancia la cornetta dalla sua parte del tavolo.
“Pronto!” l’anziano non perde tempo, e il negoziatore riprende il discorso:
“Salve, sono il commissario Antonelli, come sta? Sta bene?”
“Mah, c’è l’anca che fa un po’ i capricci, domani c’ho la visita dall’urologo e non è che è tutta ‘sta simpatia, insomma…”
“No, no, ora? Le è stato fatto del male?”
“Ma male de che, ma chi m’ammazza.”
Il ladro si intromette a sua volta, ora, ma togliendo direttamente la cornetta del telefono dalle mani del vecchio: è di nuovo il suo turno.
“Antonello!”
“Antonelli.” Lo corregge il commissario.
“Pazienza, Antone’. Veniamo alle cose serie. Posso restituirvi il signore che è con me – e ve lo ridò pure volentieri – se mi portate una borsa con un milione di euro. (breve pausa) Perché un milione no? (breve pausa) E scusa, che vi posso fare, io, facciamo mezzo milione. (breve pausa) Trecento mila? (breve pausa) Duecento mila e ci mettiamo in mezzo pure l’abbonamento per Sky Calcio? Okay, ragionate. A dopo.”
Il telefono, a questo punto, viene riagganciato.
“Te la posso dire una cosa?” chiede allora il vecchio.
“Come se avessi scelta…”
“Non sei proprio capace a trattare.”
“Vabbè, è arrivato l’esperto.”
“Oh, c’ho più di settant’anni, vedi te se non c’ho esperienza, io!”
Il telefono squilla nuovamente, e, di nuovo, è il commissario Antonelli: “Ho parlato con chi di dovere.”
“Chi è?” chiede l’ostaggio.
“Quello di prima, chi vuoi che sia.”
“Con chi parla?” è la domanda del negoziatore.
“Con l’ostaggio, parlo.”
Nel frattempo, però, il vecchio è andato dietro le spalle del ladro e sta ascoltando la conversazione chinato vicino la cornetta, per velocizzare le cose. È più pratico. Il ladro, però,  non se n’è accorto.
“Gli dica che sono il negoziatore. Così forse si tranquillizza.”
“E’ il negoziat–”
Ma il vecchio urla direttamente nell’apparecchio telefonico, dalla sua posizione:
“Ma che negoziatore e negoziatore! In Italia non ce li abbiamo i negoziatori, non sai una segaaa!”
“Oooh, ti vuoi anda’ a sedere? Fammi fare il mio lavoro!”
“Ma sedere cosa! Ma lavoro cosa! Guarda che io mi vedo tutte le puntate di CSI! Pe-pem!” l’uomo imita il suono di un colpo di pistola “Quelli sì che sono gente seria!”
“Senti, adesso mi hai veramente stancato.” Il ladro si alza e punta la pistola contro il vecchio “Stai seduto qui e non ti muovere o… ti faccio saltare il cervello!”
Il vecchio ride, sul momento, per prendere in giro il ladro, ma intanto si va a sedere.
“Eeeh, capirai, leva ‘sta cosa, sai ‘na sega te… Tanto non arrestano mica me, poi, eh-eh!
“E tu intanto finisci sottoterra!”
“C’ho più anni di Matusalemme, sarebbe pure l’ora!”
Il ladro è esasperato, ma il negoziatore, ora, può parlare nuovamente. “E’ tutto a posto?”
Il ladro risponde di sì, per ora, e chiede a che punto sono con i soldi. Gli viene risposto che bisogna avere pazienza.
“Intanto come posso chiamarla?”
“Boh… Mandrake.”
“Seh, Mandrake…” il vecchio ridacchia tra sé e sé.
Antonelli ripete che bisogna pazientare, ma il ladro ora non ci sta, al che il commissario gli suggerisce che, allora, sarebbe opportuno che entrambi si andassero incontro a vicenda: il ladro potrebbe far uscire l’uomo che è lì con lui, per esempio.
“Guardi, io questo vecchio ve lo consegnerei proprio volentieri, lei non sa quanto. Ma non sono mica cretino! Se non ho un ostaggio voi entrare qua e tanti saluti! Ma per chi mi avete preso? Piuttosto lo faccio secco davvero!”
Il ladro chiude la telefonata, si gira e, improvvisamente… il vecchio gli dà una bastonata in faccia. Il ladro non può che accasciarsi a terra, svenuto.
“Giovine?” Il vecchio dà qualche colpetto con il bastone alla spalla del malvivente, ma quello rimane a terra, privo di sensi “Oh, giovane!”
Così il vecchio si china e gli sfila la chiave dalla tasca. Va ad aprire la porta e grida fuori, rivolto a persone che al momento, dalla porta, neanche si scorgono:
“Militari! Uhe, militari! Venite un po’ qua e muovete il culo, ché dopo tutto ‘sto casino a me ancora nessuno m’ha dato i miei francobolli!”

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4 commenti »

  1. Soggetto interessante, con i colloqui e con gli atteggiamenti si creeranno momenti di suspense. Il titolo è appropriato e sarà opportuno che il malvivente si redima e scelga un altro mestiere.

  2. Ciao Giulia. Complimenti per la segnalazione che ha avuto la tua opera.
    Emanuele

  3. Ti ringrazio infinitamente per entrambi i commenti! 😀

  4. Davvero troppo divertente, conosco un paio di vecchietti come il tuo, complimenti.

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