Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2012 “Alessandria” di Vincenzo Stefano Luisi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012

Quella anziana professoressa di anatomia, greca di origine, ma americana di adozione, incantava studenti e medici con le sue lezioni. Queste seguivano un metodo intuitivo oltreché scientifico ed a quell’ora della sera la nostra volontà ed intelletto erano piacevolmente distratti, in mezzo a note di cultura anatomica, da piacevoli divagazioni nel nostro essere, origini ed hobbies.

In genere dolci preparati a ricordo del suo paese e caffè contribuivano a rendere più piacevole lo studio e più numeroso il gruppo. Così l’odore di mirto e di miele si mescolavano a quello acre della formaldeide dei preparati anatomici.

Quando le sue mani sollevarono da un secchiello pieno di conservante un cuore che aveva totalmente sbagliato le prime fasi di sviluppo ed era ai più totalmente indecifrabile, dopo aver atteso a lungo la risposta richiesta, pronunciò la diagnosi: Eterotassia.

Insistette poi sul significato della parola attendendo di nuovo la risposta.

La lezione contemplava, a quel punto, che nessuno di quei giovani americani sapesse fornire il significato di quella parola. Del resto era così tutti gli anni.

Per me ex studente di Greco Antico fu facile indicare l’etimologia: ??????? e ?????  ed il significato della parola: posizione diversa dal normale.

La vecchia patologa era felice ed i suoi occhi sorridevano giovanilmente. Accennò all’importanza della cultura dell’antica Grecia nel mondo. Io aggiunsi che la cultura moderna aveva alle sue fondamenta Aristotele e la sua Logica.

Oramai la lezione di patologia era stata interrotta. Fra lei e quel cuore non c’era solo il sottile strato di lattice dei guanti, ma millenni di storia in parte perduti.

Mi disse con sofferenza che purtroppo fideismi e religioni avevano distrutto tutto o quasi: “Quasi niente è sopravvissuto alle ceneri di Alessandria”.

Quei giovani americani poco avevano a che fare in quella antica biblioteca di Tolomeo e quest’ultima custode cullava piacevolmente la sua vecchiaia e la mia stanchezza con la storia di Zenodoto e dei suoi successori. Zenodoto, Apollonio, Aristofane e Aristarco rivivevano su quelle ceneri a ricordo di una civiltà e poetica belle ed impareggiabili.

Alla fine si scusò per l’ora tarda e per la divagazione storica che, capiva, aveva disinteressato la maggior parte dell’uditorio. Poi si rivolse a me, ringraziandomi di aver partecipato alla lezione.

Le dissi: “Ci siamo scordati di Erastotene”.

Lei rispose: “Beh questa è un’altra storia; Erastotene non si occupò di Omero, aveva una mente un po’ matematica e aveva conoscenze notevoli di astronomia. Disegnò carte geografiche con meridiani e paralleli supponendo che la terra avesse una forma sferica”. Con soddisfazione aggiunse: “Per questo fu fatto custode del sapere e non fu perseguitato né bruciato. Suppose inoltre che i grandi continenti, Europa, Asia, Africa fossero circondati dagli Oceani e che questi fossero in comunicazione fra loro anticipando il sogno ed i viaggi di Colombo e dei più recenti circumnavigatori”.

Le dissi: “Anche Aristarco si occupò di astronomia”, ma questo fu un errore. Mi confondevo con un altro Aristarco, Aristarco di Samo, che duemila anni prima di Copernico andava raccontando che la terra girava attorno al sole. Non volli ricordarle, per non turbare la sua evidente contentezza, che Aristarco di Samo fu perseguitato ed ucciso con la colpa di confondere i giovani con le sue teorie. Così ci lasciammo vagheggiando quell’isola felice di cultura che lei credeva distrutta solo dopo alcuni secoli.

Mi accorsi che volevo bene a quella donna conosciuta occasionalmente poche ore prima.

La storia, l’amore per la cultura e le commistioni di scienze rendevano più piacevole l’esistenza, ma erano difficili da interpretare. Se Erastotene anticipava i tempi, i persecutori di Aristarco riproponevano le nefandezze dei tempi moderni.

La teoria di Erastotene era una intuizione; gli Oceani comunicavano, ma le culture no! Il fuoco di Alessandria era l’ennesimo trionfo del caos di Babele.

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1 commento »

  1. Che bello…avendo fatto il liceo classico ho apprezzato questo racconto ancora di più! Ricordo che c’era chi mi diceva “le lingue morte non servono a niente”…e io rispondevo sempre che non conosco lingue e culture più vive del latino e del greco, perché sono alla base della cultura moderna. Amara la riflessione finale…quanto vera.

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