Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2012 “La scatola” di Giulia Basile (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012

Riuscivo sempre a essere me stessa, e quando mi chiedevano “ma come fai a essere sempre a tuo agio in ogni situazione“, rispondevo: perché ho l’abito giusto.

– Ma se è lo stesso che portavi stamattina e anche ieri, se ben ricordo!

– Lo stesso per te che corri distratto da tante cose e non distingui le differenze, ma i miei vestiti sono sempre diversi e li custodisco con cura in una scatola speciale.

– Come speciale?

– Speciale, unica al mondo… per chi la possiede. Ce ne sono di scatole così in giro, ma pochi le vedono,  perché non ne conoscono l’uso.

– E tu dove l’hai trovata?

– Credo che in ogni casa ce ne sia più di una, ma non ci si bada più di tanto, c’è chi la considera una cosa da riciclare, chi la dimentica in soffitta o in garage, chi la usa per infuocare il mondo, chi la regala ancor prima di usarla, chi la dimentica chissà dove.

– Ma quanto è grande questa scatola da contenere tanti vestiti? Se ce ne fosse una così a casa mia non sarebbe passata inosservata!

– Invece è piccola.

– Ah… è per questo che nessuno la nota!”

– ? piccola in effetti, ma grande all’occorrenza, da contenere non solo tutti i vesti che indosso, ma di più… di più.

– Per tutto l’armadio dici?

– Ma no, non solo vestiti, ci posso mettere dentro un albero di ciliegio fiorito o un pino col suo profumo di resina, ci posso mettere dentro il mio cane mentre mi guarda innamorato o… il tuo canarino.

– Come sarebbe, il mio canarino? Ma se non ce l’ho più!

– Appunto, puoi tenerlo dentro proprio nel momento in cui, liberatosi dalla gabbia, sta volando verso le nuvole.

– Mi stai confondendo le idee… come fa a contenere una cosa grande come un albero e una piccola come il mio canarino ma… lunghissima come il suo volo? Forse ti riferisci a un albero… finto, forse… come quello che s’incastra a pezzi, di plastica colorata e poi si ripone per il Natale successivo, o forse… ti riferisci alla foto del mio canarino in volo?

– Nooo… io ti parlo di alberi veri, anzi non di un solo albero, perché nella mia scatola ci posso tenere dentro anche un gigantesco baobab dell’Africa, o una grande palma con tutto il vento che la scuote, o una grande quercia con tutta la sua ombra e un piccolo gregge dentro quell’ombra…

– Ho capito, mi stai prendendo in giro!

– Non ci provo nemmeno. ? più semplice di come credi e te lo dimostrerò. Hai mai visto l’oceano quando è infuriato e fa salire in alto le sue onde e le sbatte con furia contro le rocce e il suo rumore ti spaventa il cuore mentre ti senti frantumato in tante piccolissime particelle così come quell’acqua, che diventa tanto spezzettata da diventare vapore e salire in alto?

– Io non ho mai visto un oceano da vicino.

– Eppure riesci a vederlo davanti ai tuoi occhi quando te lo descrivo, perché ti ho visto sai: mentre io parlavo quelle gocce d’acqua, fresche e salate, le ho viste nei tuoi occhi. E tu ce l’hai dentro quell’oceano, perché ti sei ricordato di  quando guardavi il mare dalla tua spiaggia, o di quello che ti hanno detto i pescatori o che hai ammirato in Tv, o su una cartolina.

– Sì, questo sì, ma…”.

– Bene, allora vuol dire che quell’oceano, che non hai mai visto, è tuo, è nella tua scatola e puoi tenerlo lì finché vuoi, e tirarlo fuori quando vuoi”.

– Ma io non ho nessuna scatola, ti dico”.

– Allora rispondi a questa domanda: tu sei vivo o sei morto?”

– Ma che cavolo di domanda, certo che sono vivo!”

– E allora vuol dire che quella scatola ce l’hai ancora tu”.

– Secondo me sei impazzita e stai dando i numeri”

– Anche se fosse… vuol dire che la scatola ce l’hai per dire che sono pazza, perché anche per  notare le differenze tra quando sono normale ( secondo te) e quando sono pazza (sempre secondo te) devi aver fatto ricorso alla tua scatola, dove hai conservato le caratteristiche della mia normalità e quelli della pazzia, così come noti quando indosso il vestito dell’allegria e quando  quello della tristezza.

– Ho capito, tu vuoi farmi diventare matto davvero! Ed io come uno stupido che ti sto a sentire!”

– Bravo! Ti stai avvicinando alla verità, quella verità che si raggiunge solo se stai ascoltando quello che dico. Tu dici di non averla la tua scatola, invece proprio in questo momento tu la stai aprendo e usando.

, ma ti sei fusa il cervello, vedi nessuna scatola nelle mie mani?

– Nelle tue mani no, ma sul tuo collo sì.

-…????

– Sì, la tua testa sul tuo collo contiene quella scatola speciale, non più grande di un piccolo scrigno, che magicamente si può aprire per contenere un albero, una foresta verde, un oceano azzurro,  tranquillo  o incavolato che sia, con tutti gli uomini della terra, quelli che conosci e quelli che non conosci, i buoni e i cattivi, i bianchi e i neri.

– Mmmmm… l’avevo capito che tu non ci stai più con la testa!

– Caspita se ci sto, ci sto al punto tale che posso affermare con certezza matematica che tu, di volta in volta, sei dove è la tua scatola. Tu sei di volta in volta nella sorpresa, come in questo momento, nella gioia o nel dolore, nella comprensione o nell’indifferenza a seconda di che cosa tiri fuori da quella tua scatola. E ti dirò di più: quello che tiri fuori dipende da quello che ci metti dentro, dentro quella tua scatola speciale per te e unica .

– ? per questo che tu viaggi tanto, per conoscere ciò che devi mettere nella tua scatola?

-Non c’è bisogno di viaggiare davvero, io ti ho ingannato tutte le volte che ti raccontavo le mie avventure. Non le avevo vissute direttamente, ma solo attraverso i miei libri.

– ? per questo che leggi tanto?

– Sì, perché il mio corpo è piccolo in confronto al mondo, e tutte le volte che non sopporto il peso di una disgrazia, di una perdita, della collera, di un desiderio, di un sogno, di un paese bello e a misura mia, io leggo e riempio la mia scatola di cose meravigliose di cui mi servo al bisogno.

– Anche l’amore?

– L’amore… , a essere sincera… ti dirò che ci ho provato tante volte a metterci dentro anche l’amore, ma l’amore è l’unica cosa che la mia scatola non riesce a contenere, perché è… è difficile da riconoscere.  Alcune volte ho messo nella scatola dei surrogati, delle copie, dei falsi, ma l’amore… quello vero… l’amore senza misura e senza forma, è fluido ed evanescente, è forte e tenace, è luminoso e oscuro, docile e prepotente, è unico e semplice, è straordinario e normale, è grande ed infinitesimamente piccolo, generoso ed egoista, è per uno ma anche per tutti. Perciò è l’unica cosa che non può essere contenuto in una scatola sola, per quanto speciale possa essere la tua o la mia.

– Allora tu… non ce l’hai l’amore e… nemmeno io e… non potremo averlo mai?

Ahahah... non temere, sì che ce l’ho, e ce l’hai di sicuro anche tu. Semplicemente… lui non è nella nostra scatola… nella nostra scatola c’è solo il suo nome , A M O R E, … ma abita nel nostro cuore”.

 

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9 commenti »

  1. un racconto educativo ed ironico, davvero toccante!

  2. Uno stile asciutto, essenziale. Ma non per questo disadorno, anzi. La scrittura di Giulia Basile è il soggiorno elegante, accogliente, ma senza troppi orpelli di una casa ospitale.

  3. E’ un messaggio che arriva direttamente al cuore, lasciandoti un tenero sorriso sul viso!
    Tanti auguri di tanto successo.

  4. mi piace la fluidità del racconto, molto educativo per i bambini, ricco di valori.

  5. Mi piace ! E’ un revival di …”ogni luogo”… ed… “ogni tempo”… in cui abita il fanciullino di ciascuno di noi. Da divulgare.

  6. Teniamola stretta la nostra scatola e difendiamola! Brava!

  7. Racconto educativo anche per me, “bambina cresciuta”. Grazie!

  8. Carino il tuo racconto per bambini. Mi è piaciuta la descrizione che fai dell’amore.
    Giuliana Ricci

  9. Non è un racconto solo per bambini…

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