Premio Racconti nella Rete 2012 “L’anima saggia” di Laura Miliani
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012Oggi è un giorno importante. Oggi tutti sono in subbuglio quassù. Non è un giorno come gli altri, oggi molte di noi partiranno per un lungo viaggio. Io sono una di queste. Quando sono arrivata, ormai non so più nemmeno quanto tempo fa (perché qui non esistono le ore, le settimane o i mesi) mi hanno chiesto se volevo restare o se volevo ripartire. Mi hanno lasciato il tempo di valutare tutte le opzioni disponibili e alla fine ho scelto di partire di nuovo. Mi piace laggiù, sento che posso fare ancora molto per me e per chi incontrerò sul mio cammino. Così, il Consiglio si è riunito, hanno valutato pro e contro, hanno redatto una cartellina su di me e l’hanno sottoposta al Capo. La decisione finale è solo sua. Quindi mi hanno convocata e mi hanno comunicato che la mia domanda era stata accettata e che a breve avrei iniziato il periodo di preparazione.
In cosa consistesse questa preparazione l’ho scoperto solo strada facendo. Studiavamo materie strane, tipo “Cos’è il tempo”, “I quattro elementi”, “Come essere pazienti”, “Cos’è l’amore”, “Scegliere il sesso”, “Paesi e città”, “Il cervello e il cuore” e molte altre. Ma il nostro compito principale era comprendere come migliorarci grazie a questa esperienza straordinaria che stavamo per intraprendere. Io sono già partita altre volte, ma ogni volta il viaggio è diverso; mentre per alcune di noi, questa era la prima volta che si avventuravano laggiù. Alcune avevano paura, altre erano eccitate, altre ancora, tra cui io, ero impaziente di andare. All’inizio dei corsi tracciammo, guidati dai nostri Insegnanti, a grandi linee le tappe del nostro viaggio, e scegliemmo, non senza qualche difficoltà, anche i nostri futuri compagni di avventura. Forse questo era il compito più difficile, perché l’accordo richiedeva molti incontri con gli altri partecipanti, e spesso potevamo assistere a veri e propri litigi, scontri a cui seguivano una serie di compromessi. Raramente capitava che tutto filasse liscio, ma poteva succedere. Sembrerebbe facile prendere una decisione del genere, ma vi assicuro che non lo è…Senza considerare che una volta stipulato il Contratto, si viene resettate e non ricordiamo più chi abbiamo scelto. Nessuno se lo ricorda.
Tra pochi minuti verremo radunate tutte nella Grande Sala della Destinazione, e il Capo ci chiamerà una ad una per metterci di fronte all’ultima decisione che dovremo prendere prima della partenza. Sono piuttosto agitata, perché circola voce che questa ultima decisione sia veramente la più importante in assoluto, e proprio per questo nessuno viene informato in precedenza di quale domande gli verranno poste. Ma dicono che il successo del viaggio dipenda proprio da questa scelta. Va bè, agitarsi non serve, il Capo non sbaglia mai.
E’ ora di andare.
Entro nella grande sala e mi avvio verso il Segretario, che mi registra nel suo schedario e mi porge un bigliettino, sono la numero 29. Piano piano la sala si riempe, siamo veramente in tante. L’attesa ci permette di scambiare qualche parola, ma nessuna sa cosa accadrà e quindi non siamo molto d’aiuto l’una con l’altra. Sento chiamare la numero 25, ne mancano ancora quattro prima di me. Cerco di non pensare a nulla, cerco di essere rilassata, ci riesco a metà..quando finalmente mi sento più leggera, è il mio turno.
“Numero 29!!”
“Eccomi!Sono qui.Arrivo!”
Il Segretario mi accompagna lungo il corridoio che conduce all’Ufficio del Capo. La porta si apre da sola e io vengo inondata da un raggio di sole abbagliante. L’Ufficio è meraviglioso, non ha pareti o almeno io non riesco a vederle. Piante, fiori di tutti i colori e alberi di ogni genere, di cui non conosco il nome, circondano la scrivania. Dietro di Lui un’immensa finestra si affaccia sulla sua magnifica Creatura. Il Segretario mi presenta:
“Lei è la numero 29.”
“Buongiorno cara!”
“Buongiorno a Lei!”
“Come ti senti?”
“Bene.”
“Sicura?” Lo disse sorridendo, e io mi sentiì in imbarazzo.
“Bè, sono un po’ agitata in realtà..oggi è un giorno molto importante..”
“..e non sai nemmeno di cosa ti parlerò..”
“Appunto.” Sorrisi. E Lui ricambiò. Che sollievo. Mi sentivo già meglio. Il Segretario si dileguò e rimanemmo soli. Mi guardava, mi studiava, ma non diceva nulla. All’improvviso interruppe il suo silenzio e mi chiese:
“Com’è andato il corso di preparazione?”
“E’ stato molto interessante ed educativo, e le mie compagne erano molto simpatiche.”
“Hai qualche dubbio, qualche domanda che vorresti farmi?”
“Mmm..non credo, non mi viene in mente nulla.”
“Bene. Dalla tua cartellina risulta che sei stata sempre attenta, partecipe ed attiva alle lezioni. I tuoi Insegnanti sono molto soddisfatti di te.” Mi limitai a sorridere, ma sentii il viso avvampare per l’elogio. Sono sempre stata timida. Fa parte della mia natura.
Cercò di mettermi a mio agio più che potè, la conversazione scorreva bene, parlavamo di molti argomenti, mi chiese perché avevo scelto di ripartire, cosa mi aspettavo da questa nuova esperienza. In realtà non lo sapevo nemmeno io. Non ricordavo niente del mio passato però sapevo che volevo tornare in quel posto meraviglioso.
Lui mi disse:”Perché qui non stai bene?E’ brutto qui?”
“No, no. Assolutamente! Qui si sta splendidamente. Troviamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, ma ho scelto di tornare là. Ora come ora, non ricordo nemmeno il motivo.”
“Perfetto!”
Era questo che voleva scoprire, se mi avevano rimosso tutti i vecchi ricordi che avrebbero poi invalidato la nuova esperienza. Sentii il dubbio farsi strada dentro di me, avevo preso la decisione giusta?Forse avevo commesso un errore, ma ero stata io stessa a chiedere di tornare. Mi sentivo decisamente scombussolata. Se ne accorse e cercò di tranquillizzarmi: non dovevo preoccuparmi di nulla, ero stata ben preparata ad affrontare il mio viaggio e Lui non mi avrebbe mai abbandonata. Mi rassicurò dicendomi che sarebbe bastato chiamarlo e Lui mi avrebbe aiutata a superare l’ostacolo.
Mi spiegò che dove sarei andata avrei trovato i suoi Assistenti, pronti a guidarmi ogni volta che avessi sbagliato strada. Addirittura, ne avrei avuto uno tutto per me. Ma avrei dovuto cercarlo. Mi disse che il mio Assistente mi avrebbe seguita durante il viaggio, e che sarebbe stato lì ad aspettarmi al mio arrivo. Però poi dovrò cercarlo. Non mi era molto chiara la situazione. Ma non mi disse una parola di più. E cambiò argomento.
“Ti ricordi chi sono i tuoi compagni di viaggio?”
“Assolutamente no.”
“Sei sicura?Nessuno, nessuno?”
“Vuoto totale, Capo. Glielo assicuro.”
“Perfetto.”
Quindi estrasse tre buste da un cassetto della scrivania, sopra era scritto il numero 29, erano per me. Cosa ci sarà dentro?Ero curiosa ma terrorizzata. Ecco il famoso mistero di cui nessuno sa nulla.
Lasciò passare un tempo per me lunghissimo. Forse per acquietare i miei pensieri. E poi parlò:
“Dunque, mia cara, hai già scelto che sesso avrai?”
“Si, certo. Femmina.”
“Come mai hai scelto femmina?”
“Mi sembrava più interessante.”
“Chi sei stata in passato?”
“Non lo so. Non me lo ricordo.” Voleva testare ancora una volta la mia memoria. Vuota.
“Ok. Quindi la femmina ti sembra più interessante. Come mai?”
“Gli Insegnanti ci hanno mostrato molti esempi di femmine e maschi. Mi sembra di aver capito che il loro Universo è più ampio, più ricco di sfaccettature. Dicono che abbiano anche il sesto senso!!”
“Ahahahah!!!Mi piace questo entusiasmo, spero sia ben riposto!” E continuò a ridere.
E così mi tornò il dubbio di aver fatto la scelta sbagliata. Forse erano meglio i maschi?
Sembrava che mi avesse letto nel pensiero e mi disse:
”Sono entrambi di fondamentale importanza. L’una non va avanti senza l’altro, e viceversa. Sono destinati a completarsi.”
A questo punto mi porse le tre buste. Mi spiegò che in ognuna di esse avrei trovato due informazioni: Famiglia e Destinazione.
Famiglia e Destinazione???Di cosa sta parlando??
Scrutò l’espressione del mio viso e rispose: “Adesso te lo spiego.”
Presi la prima busta. L’aprii e dentro c’era un cartoncino cangiante, a seconda di come lo muovevo cambiava colore. Destinazione: Stati Uniti d’America – New York City. Appena lo lessi ad alta voce il cartoncino si animò. Vidi una mappa che raffigurava il continente americano, l’avevo studiato durante il corso “Paesi e città”, era diviso in due grandi aree, America del Nord e America del Sud. Poi l’immagine si trasformò e mi apparve solo l’America del Nord, poi un puntino luminoso mi mostrò dov’era New York City. L’immagine divenne più nitida e vidi per pochi istanti i cinque quartieri che la componevano, ma il filmato andò avanti fino a che non si soffermò sul quartiere di Manhattan. Vidi che era circondata da mari e fiumi, aveva grandi grattacieli e era piena di luci. Ero affascinata. Pensai che era un posto meraviglioso e che mi sarebbe piaciuto andarci. Poi il cartoncino mi mostrò l’interno di una casa, molto grande e lussuosa, con tantissime stanze. Il filmato si spense.
Il Capo a questo punto mi disse:
“Adesso, devi guardare la tua futura famiglia.”
E il cartoncino si rianimò. Dentro la grande casa vidi due individui, giovani, entrambi molto belli, sicuramente molto ricchi: il maschio era seduto in una stanza, aveva un mucchio di fogli sulla scrivania, parlava con impeto dentro un oggetto nero attaccato a un filo, sembrava molto impegnato. La femmina, era seduta in un’altra stanza e parlava con altre femmine, e sembrava triste, preoccupata e molto arrabbiata. Poi li vidi, seduti insieme a un tavolino, mangiavano in silenzio, non mi sembravano molto affiatati, poi d’un tratto lei parlò:
“Ti prego parliamone un attimo.”
“Ne abbiamo già discusso abbastanza, non credi?”
“No, non credo.”
“Quante volte te lo devo ripetere che non mi sento pronto per avere un bambino?”
Mi fecerò vedere altri momenti della loro vita: serate di gala, serate a teatro, cene in ristoranti di lusso, vestiti bellissimi. Loro erano belli a vederli dall’esterno, ma nei loro cuori non c’era felicità.
Il Capo non disse nulla e mi porse la seconda busta.
L’aprii, e come prima il cartoncino cominciò a trasmettere immagini, stavolta eravamo in Europa, per la precisione in Francia. Il puntino luminoso si fermò sopra Parigi. Non c’era il mare, ma era attraversata da un fiume. Mi venne mostrata la città, nel libro del corso c’era scritto che la chiamavano la Ville Lumière, perché tutti i luoghi più importanti sono illuminati a giorno anche di notte. Dicono che sia la città dell’Amore. Vidi i tetti di Parigi, le stradine pittoresche, l’arte e l’architettura che si ammira in ogni angolo di questa splendida città e me ne innamorai perdutamente. Se non avessi avuto anche una terza busta, avrei già scelto. Mentre sognavo ad occhi aperti, il Capo mi riportò con i piedi per terra e mi disse di osservare con attenzione la famiglia numero due.
Il maschio e la femmina che adesso vedevo, abitavano in un minuscolo appartamento, forse con due stanze, non si vedeva bene, all’ultimo piano di un vecchio palazzo senza ascensore. In compenso due deliziose finestre si affacciavano sui tetti. Anche se era piccolo, sembrava accogliente. A un certo punto mi accorsi che i due tizi litigavano animatamente, non capivo bene il motivo. Poi la voce si fece più chiara e sentii che la femmina diceva al maschio: “Ma aspetto un bambino!” Ero io!!!!Forse… Ma all’improvviso lui si girò verso di lei e le tirò uno schiaffo, offendendola e dicendole che non gliene importava niente se era incinta. Se ne andò sbattendo la porta. Nei giorni seguenti, lui non tornò indietro. Mi spaventai. Sperai con tutta me stessa che il maschio ritornasse dalla sua femmina, ma non mi era dato saperlo.
Così arrivammo all’ultima busta. Ma prima il Capo parlò.
“Le prime due buste ti hanno mostrato due ipotetiche destinazioni. Sono destinazioni molto belle e importanti, famose in tutto il mondo. Sono anche molto richieste, in molti da quassù vorrebbero poter scegliere una di queste mete. Queste città possono avere molta voce in capitolo in merito a chi potresti essere in futuro. Nascere e crescere in una metropoli può aprire molte strade. In quanto alle famiglie, non ti dirò nulla, perché voglio che sia tu a comprendere quale di queste è adatta a te. Ma ovviamente ci rimane ancora l’ultima busta. Aprila!”
E così feci. Il cartoncino prese vita e mi portò dritta in Italia. Wow!!!Parlavamo spesso dell’Italia, per i suoi suggestivi paesaggi, per tutte le meraviglie che si trovano sul suo territorio, per il cibo (sicuramente uno dei migliori motivi per tornare laggiù!!!…qui non si mangia!), per il mare, per l’arte…ah!Che fortuna!Chissà cosa mi direbbero le altre, se sapessero…
“Cough, cough!” Il Capo tossì per attirare la mia attenzione. Mi scusai e lui mi disse che vedeva questa scena da secoli. Poi rise, e io con Lui.
Dopo aver ammirato diversi paesaggi italiani, il cartoncino mi mostrò il luogo scelto per me. Viareggio. Mai sentita. Si trova in Toscana. Mi venne mostrato che si affacciava sul mare, e che alle sue spalle si ergevano colline e montagne. Il paesaggio era molto bello, era una piccola cittadina, ma graziosa. Certo non compete con le città che ho visto prima. Uffa. Mi sentivo un po’ insoddisfatta. Di tutti i posti che ci sono in Italia, proprio in questo paesino sperduto mi dovevano mandare?Una via di mezzo?Mi sentivo completamente spiazzata. Non aveva senso. Non era giusto.
Il Capò notò che mi ero accigliata e che ero delusa.
“Cosa c’è che non va, cara?”
“Nulla..cioè..bè..non ho capito bene il senso di questa ultima meta.”
“Non risponde alle tue aspettative?”
“No, per carità..è molto carina, ma non ha niente a che vedere con Parigi o New York. Non capisco, non esiste una via di mezzo?”
“Probabilmente un senso ce l’ha, ma al momento ti sfugge. Guarda con il cuore, non con la mente.”
E il cartoncino ripartì per mostrarmi la famiglia di turno. A questo punto ero stanca e avvilita. Guardavo le immagini, ma distrattamente. Vidi una casa, ma era senza mobili. Un maschio e una femmina la studiavano con attenzione, mentre un altro maschio li accompagnava di stanza in stanza. Sentì che si consultarono tra di loro e dopo poco dissero, all’unisono, all’altro maschio: “La prendiamo!” Erano felici. Capirai, era tutta vuota questa casa. Che ci avevano visto?Mah, continuai a guardare, controvoglia.
Il maschio ha i baffi, è curioso, ha l’aria simpatica. La femmina ha grandi occhi azzurri ed è piccola di statura, sembra così giovane, e poi ha uno sguardo così dolce. Non riesco a non guardarli. Mi interesso alle loro avventure. Festeggiano qualcosa, lui ha un abito scuro, lei è vestita di bianco e sono circondati da un sacco di altri maschi e femmine. Continuano a essere felici. Vanno ad abitare nella casa che prima era vuota, adesso ci sono dei mobili dentro. Va meglio, è più accogliente.
Parlano e ridono quando mangiano insieme.
Escono spesso la sera e si divertono.
Condividono insieme ogni momento di tempo libero.
Ahi ahi, aspetta, adesso stanno litigando. Lui se ne andrà??Aspetto con ansia di vedere la prossima mossa..e come per magia, fanno pace e si abbracciano e si baciano.
Questi due tizi mi piacciono tantissimo.
Mi sento osservata, alzo gli occhi e vedo che il Capo mi osserva compiaciuto.
Mi richiudo nel mio guscio, riaffiora la delusione per la città..certo loro sono forti, ma la città… All’improvviso sento la voce della femmina dagli occhi azzurri che urlà: “Silvio, Silvio!!Vieni qui!Subitoooo!!”Il maschio si precipita da lei e le chiede che cosa è successo, lei ha le lacrime agli occhi, ma non è triste..sembra piuttosto emozionata: “Aspettiamo un bambino!!!Aspettiamo un bambino!!!”Continua a ripeterlo, e lui comincia a urlare di gioia.
Sono felici.
Di nuovo.
Lui non se n’è andato sbattendo la porta, anzi la abbraccia e la bacia. E festeggiano. Sono felici!
Il cartoncino si spenge.
Questi due esemplari sono veramente molto interessanti. Potrebbero essere la famiglia giusta.
Certo quella città minuscola, non mi piace un granchè..se poi la paragoniamo a Parigi, o a New York..per quanto riguarda la famiglia però gli ultimi due sono praticamente perfetti…sono felici..e alla scuola di preparazione mi hanno detto che essere felici è il compito più difficile..loro potrebbero insegnarmi!…però magari sarei felice a Parigi o a New York anche senza i campioni della felicità…certo però poverina la femmina francese, abbandonata dal suo maschio con un bambino in arrivo..forse dovrei scegliere lei..magari saremmo felici, lei ed io insieme…oppure saremmo infelici e disgraziate?..E invece andare a cambiare la vita al tipo americano..lui non è pronto..ma lei sì..e sorpresa: Ta-Dan!!! …e se forse non è una buona idea?…ma come cavolo posso fare a scegliere?…si, si, certo devo usare il cuore..non la mente..non è mica facile..questa decisione mi rende nervosa..certo la femmina italiana è così carina…anche lui è proprio buffo..ma perché abitano lì???…forse abitare vicino al mare fa un bell’effetto…forse una città piccola è meglio di una grande…o magari è vero l’esatto contrario?uffa…la terza coppia è imbattibile..gli altri abitano in due città splendide…ma sono persone tristi e buie..mi sa che non c’è altra scelta..
“Ehi, signorina?!”
“Ehm..uhm..si?”
“Spengi un attimo la mente, per favore!”
“Si, certo, Capo. Mi scusi..ero completamente assorta nei miei pensieri.”
“Eh si, me ne sono accorto. Sentivo il brusio.”
“I miei pensieri erano rumorosi?”
“Decisamente, cara!..ma capisco che sei indecisa e proprio per questo ti ho interrotta. Per darti il mio aiuto.”
“Non credevo di poter chiedere consiglio.”
“E infatti nessuno ti consiglierà, posso solo aiutarti a valutare tutti i pro e i contro, in maniera oggettiva.”
“Capisco. Grazie Capo, credo di aver necessità di un aiutino.”
“Sei proprio sicura che hai bisogno di un aiuto per scegliere?”
Dal momento che avevo smesso di riflettere, la decisione affiorò da sola, prepotentemente nel mio cuore e all’improvviso mi sentii trasportata da una forza invisibile, ma fortissima.
Venni catapultata in un tunnel, prima venni investita da una luce accecante, poi la luce si affievolì e si trasformò in un caleidoscopio di colori che si mescolavano come in un arcobaleno. Il viaggio sembrò durare un’eternità, ma fu piacevole, venni attraversata da piacevoli sensazioni di amore, di calore, di festa..a momenti percepii anche dolore e fatica…e poi di colpo: buio.
Era il 29 settembre 1979.
“E’ nata!!!”
“Come si chiama?”
“Laura!!!”
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