Premio Racconti nella Rete 2012 “Seconda opportunità” di Alessia Riccardi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012DRIIN! La sveglia, rumore di lenzuola, un corpo si rigira. DRIIN!Versi assonnati, mugolii. Una testa si solleva e… le 10:30.
-Porc…!
Matteo in strada, in ritardo. Non è il solito appuntamento, è il compleanno di Viola e non ha ancora il regalo! Sfreccia tra la gente. -Mi scusi!- ha urtato una signora. Corre, guarda le vetrine, lo vede: il dono perfetto, scatta e… SBAM!
Un letto d’ospedale, gente, un Bip. Il ragazzo lotta fra la vita e la morte. Un viso femminile si china, fra le lacrime. -Matteo apri gli occhi, sarà il regalo più bello.
-Vado a prendervi qualcosa da mangiare- il padre del ragazzo. La moglie lo segue. Viola appoggia la testa sulla spalla di Matteo, pregando che il Bip diventi regolare.
“Cosa ci faccio qui? Un incidente stradale, questo mi tocca dopo due secoli di onesto lavoro?”
La Morte è contrariata. Poi nota la ragazza, è bellissima. Si avvicina. Più vicino, ancora un po’ e… Come ha potuto farlo? Infrangere la regola basilare del Codice della Morte: Mai Desiderare Il Corpo Della Vittima. Ha invidiato il tipo nel lettino e perso il controllo, ora è intrappolato in lui.
-Matteo, sei sveglio? – lei è incredula.
Rientrano i genitori. – Figlio mio, quanto abbiamo tremato!- La madre lo abbraccia. Anche il padre ha gli occhi gonfi di lacrime.
Un’infermiera, i controlli, lo dimettono.
A casa cerca di mostrarsi disinvolto. -Vado in camera mia – s’infila dietro la prima porta.
– Tesoro, quello è il bagno – la madre è perplessa.
– Lo so. È che ho un bisogno… insomma, affari miei!
Una frase perfetta, non è così che fanno i ragazzi? Alzano la voce, urlano, si divertono in posti con strane luci e suoni ripetuti a un volume pazzesco.
La sua camera è spartana: un letto, una scrivania con una scatola elettronica, un armadio, due poster. Mentre pensa alla prossima mossa la scatola s’illumina.
ViOlEt_91 scrive: Tutto ok amo? Già mi manki…
Non può essere che Viola!
Mat_teo scrive: Ciao zuccherino. Anche tu mi manchi.
Zuccherino? Ma cosa gli salta in mente?
ViOlEt_91: Quanto sn felice ke t sei svegliato! XD
XD? Cos’è, un codice?
Mat_teo: anch’io sono felice, al mio risveglio c’eri tu.
ViOlEt_91: *_* che dolce!!!
Ma come scrive? Sarà bella, ma in quanto a grammatica…
ViOlEt_91: Ti lascio, vorrai stare coi tuoi.
Mat_teo: Che ne dici di vederci?
ViOlEt_91: Va bene. J Passi tu?
Mat_teo : Certo (problema!). E se venissi tu? Non mi sento in gran forma…
Non saprebbe dove andare.
ViOlEt_91: Non dovevo kiedertelo, ke scema! Arrivo subito.
Che emozione, tra poco potrà riabbracciarla. Le apre e rimane folgorato: ha un vestitino chiaro che le arriva al ginocchio. Divina. Nella stanza: lui in piedi, lei sul letto, lo invita a sedere.
– Come stai? – il suo sguardo scioglierebbe la neve.
– Meglio, ora che sei qui.
– Tesoro! Dovresti battere la testa più spesso.
Viola si avvicina. Come si bacia una ragazza? Non lo sa, il bacio della Morte è una leggenda. Chiude gli occhi, basterà? Poi arriva il contatto. Morbido, caldo. Amore mio! Chi è stato a parlare nella sua testa?
– Ho detto qualcosa?
Lei è sconcertata. -No!
– Mi sembrava. Dov’eravamo rimasti?
Di nuovo vicini, chiude gli occhi e… Stai lontano da lei!
Si alza di scatto, ma che succede?
– Scusami Viola, non sto bene, forse dovrei riposare.
– Non sarei dovuta venire.
È di nuovo solo, deve concentrarsi. Da dove veniva quella voce? Gira per la stanza, gli balzano agli occhi alcune foto. Una lo riprende con gli amici, in un’altra è con lei al mare. Con le braccia cinge i suoi fianchi, quanto vorrebbe farlo ora… Non pensarci neanche!
La cornice cade, pezzi di vetro per terra. Chi sei?
Silenzio, forse era un disturbo temporaneo.
Chi sei TU?!
Come non detto.
Perché sei nella mia testa?
Sei tu nel mio corpo. A proposito, come fai a muoverlo?
Non so, per me è una novità. Che ne dici di lasciarmi alle mie cose?
Quali cose? Tutto ciò che vedi è mio! Ridammi la mia vita!
Come siamo nervosi! Naturale che Viola preferisca me.
Balle.
Sono parole sue. Ha detto che dovresti battere la testa più spesso.
Matteo resta in silenzio.
Allora… perché non liberi il campo?
Mai.
Pensa al bene di Viola! Tu senza me saresti solo un cadavere.
Cosa?
Non ricordi di essere morto?
Menti.
Mai stato così lieto di dire la verità.
Matteo ha un flash: la corsa, il regalo perfetto, lo schianto. Sgomento si rannicchia in un angolo. La Morte va a letto e cade in un sonno profondo.
Luce, rumore di passi. Mattina.
– Ma… hai dormito vestito? – la mamma lo osserva. – Forza, preparati, si va a scuola!
La scuola, magari ci sarà anche Viola… S’infila un jeans e una felpa a caso, raggiunge l’ingresso.
– Non dimentichi qualcosa? – Gli porge lo zaino, lui esce. Chissà dov’è la scuola.
– Matt, ce ne hai messo di tempo! Andiamo o faremo tardi.
Il ragazzo ha un’aria familiare. Ma certo, era nella foto! Arrivano a un edificio, insieme a decine di coetanei. In aula c’è lei, si siedono vicini. Entra un uomo e tutti si alzano, li imita senza capire. È il professore di storia. Chi altri parlerebbe del passato con l’entusiasmo di una groupie? commenta un ragazzo. Per lui non sono eventi vecchi, hanno appena un secolo. È come guardare un vecchio album. Peccato sia pieno di morti… peccato? Quando mai ha sopportato i vivi? Troppo tempo in quel corpo: inizia a cambiare opinioni.
Il resto del giorno passa in un lampo. Uscendo Viola gli chiede di fare la strada insieme. La sua casa è vicina.
-Mi chiami più tardi?
Risponde di sì sperando di avere il suo numero. Lei si avvicina per baciarlo.
Non ti avevo detto di starle lontano? Tre passi indietro, stupido zombie!
Ancora lui?
– Zombie a chi? Si tratta di semplice possessione. Ti sembra che io cada a pezzi?
Viola è attonita, ha pensato a voce alta. Ops.
– Scherzavo. Ho sentito queste frasi in un film, lo conosci? Fa niente! Ciao ciao.
Corre a chiudersi in camera.
A noi. Chiariamoci una volta per tutte, non amo le invasioni di campo.
Tu parli di invasioni di campo? E che dovrei dire io? Questo è il MIO corpo!
Senza di me tu non ci saresti, dovresti ringraziarmi!
Dirti grazie? Mi vengono in mente altre parole!
Stiamo andando fuori tema, torniamo a noi.
Non c’è nessun noi, solo un TU che se ne deve andare.
Fai pure lo spiritoso. Non detti tu le regole, lasciami il tuo corpo per un po’ e poi sarai libero di morire!
Vuoi dire che con te sparirò anch’io? Che questo è il massimo che posso avere?
Ci sei arrivato finalmente.
Non può essere… dimmi che è un brutto sogno…
Vuoi un fazzoletto?
Oddio, adesso che facciamo?
C’è di nuovo un noi, eh?
Piantala! Mi serve il tuo aiuto.
Perché dovrei aiutarti?
Hai altro da fare?
L’immagine di Viola invade la loro mente.
Ehi!
Scusa, non lo controllo.
Patto: fammi salutare Viola e io ti lascio in pace.
Come posso fidarmi?
Sai quanto mi costa, non provocarmi.
Ok, dammi il suo numero e la chiamo.
– Avevi tanta fretta di sentirmi? – lei ride.
– Devo dirti una cosa importante. Quando ci vediamo?
– Anche ora se vuoi… dove?
Al laghetto della villa.
– Al laghetto della villa.
-Dove ci siamo dati il primo bacio? Che romantico!
Ci arriva puntuale, lei è bella più di sempre.
Allora, sei pronto?
Non sarò mai pronto per questo.
Dai, muoviamoci.
Si avvicina.
– Ciao.
– Sono curiosa, cosa devi dirmi?
– Allora…
Ci sei? Ricorda… rapido e conciso.
Si, vai.
Un brivido alla schiena, è cambiato tutto. Matteo ora può muoversi da solo. Guarda Viola e gli manca il fiato. Come può dirle addio?
– Sicuro che stai bene?
– No.
– Cosa?
– Ehm, sì, tranquilla amore.
– Da un po’ non mi chiami così.
– Mi dispiace di non averlo fatto, di… tutto. Dei miei ritardi, di questo compleanno funestato.
– Scherzi? L’importante è che sei guarito.
– Vorrei cambiare, fare ancora tante cose… con te.
– Matteo mi preoccupi, mi dici che succede?
– Niente. È solo che ti amo. Non sai quanto.
– Sicuro che non ci sia altro? Anch’io ti amo.
Torna! Non so cosa dire.
– Andiamo da qualche parte? – di nuovo lei.
Ci sei? Ti ho detto di tornare!
La Morte li guarda da lontano.
– Ecco cosa capita a disobbedire alle regole.
Si gira al suono di una voce conosciuta. Il capo! Può voler dire solo una cosa: GUAI!
– Signore io…
– Credevi di poter fare quello che ti pare? Hai lasciato che la morte fosse sconfitta, per colpa tua quel ragazzo ha avuto una seconda opportunità e questo va contro tutte le regole!
– Mi spiace, è successo talmente in fretta, non si ripeterà più.
– Lo credo bene, sei sollevato dal tuo incarico. Seguimi al Consiglio, dobbiamo decidere il da farsi.
– Sì Signore.
Spariscono nel nulla, resta una coppia che si tiene per mano. Il ragazzo ha capito tutto, ha davanti un’altra vita.
– Matteo?
– Sì?
– Perché mi hai detto quelle cose?
– Perché sono vere, il sentimento che provo per te è immenso e d’ora in poi te lo dimostrerò ogni giorno.
– Prima parlavi come se dovessi lasciarmi…
– Il tempo ci sfugge, ci accorgiamo sempre tardi che lo stiamo sprecando. Ma ora voglio rimediare, vivere in un altro modo, per morire infine senza rimorsi né rimpianti. Mi capisci?
Un bacio, la risposta migliore.
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