Premio Racconti nella Rete 2012 “Il pigiama” di Giorgio Diaz
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012Nicky si avvicinò al tavolo con un sorriso accattivante e con estremo garbo lo apostrofò: “Lei è Giulio Ceruti, lo scrittore di gialli, vero?” Annuì, compiaciuto ma con un certo ritegno. “Sì, sono io”. “Ah, ecco, il creatore dell’ispettore Curto. Io mi chiamo Nicole Guidoni. Sa, li ho letti tutti i suoi libri, sono una sua ammiratrice; l’ho riconosciuta perché ho visto la sua foto su Facebook. Ma lei è solo; posso invitarla al nostro tavolo? Sono qui con mio marito”. Che in quel momento non c’era; doveva essere andato al bagno; lo aveva intravisto, un uomo sui trentacinque anni con una faccia sorridente e simpatica. La sala era vasta e semivuota, aveva notato quella giovane alta e bionda quando il cameriere lo aveva scortato al suo posto, in un angolo appartato; il suo nome non gli era del tutto nuovo, provò ad almanaccare nella memoria, ma non ricordava. “Grazie, non vorrei disturbare”, cercò di sottrarsi all’invito con qualche imbarazzo; in realtà era un po’ seccato; quella rompiscatole gli stava rovinando la sua cenetta solitaria. La ragazza, che lo sovrastava on la sua statura imponente, insistette con tanta tenacia che fu costretto ad accettare. “Ma no, ma no, ci fa molto piacere, anche a mio marito, veramente”.
Veramente il marito, quando tornò e lo vide seduto, non sembrava molto contento, e questo accrebbe un certo suo disagio, ma di fronte a quella gentile interlocutrice lui non aveva potuto rifiutare. Aveva ordinato uno spezzatino; il solerte cameriere non perse tempo a trasferirglielo al nuovo tavolo. Dopo qualche convenevole iniziarono a mangiare: il suo piatto si rivelò un coagulo di ritagli callosi che risultarono immasticabili. Ingollò quello che poteva per non sembrare scortese, ma aveva una gran voglia di sputarlo: un vero spezzatino di mammuth! Neanche i commensali parevano soddisfatti delle loro vivande, dall’aspetto poco rassicurante, ma Nicole teneva viva la conversazione senza curarsi del pasto. Si mostrava deferente e sinceramente ammirata nei confronti della sua opera, e Giulio non poté fare a meno di sentirsi lusingato.
“Come le è capitato di conoscere i miei libri?” le chiese amabilmente, “Non sono così conosciuto, specie fuori della mia regione. E poi, il linguaggio in cui sono scritti, quel patois che a molti lettori risulta ostico. Non l’ha trovato difficile?” “Ma no, ma no”, gli rispose suadente, “Anzi è proprio quello che mi ha colpito, e affascinato. Avevo trovato qualche notizia su di lei in internet, ed ho voluto approfondire; così mi sono procurata tutti i suoi libri. Una lettura che mi ha appassionato, non smetterei mai di leggerli”.
Il suo compagno mostrava di non saperne assolutamente niente, ma ascoltava cortese, annuendo con convinzione alle asserzioni di stima della moglie. Il resto della cena, nonostante la scarsa gradevolezza dei cibi, trascorse in piacevole conversazione, che fu però interrotta dall’impegno di Giulio, che era stato invitato in quel circolo culturale con annessa trattoria come componente della giuria del concorso di racconti per bambini di cui si premiavano i vincitori.
“Ma anche lei scrive?”, le chiese prima di seguire la gentile organizzatrice che lo aveva sollecitato a raggiungere gli altri giurati, colto da un improvviso sospetto. “Sì, racconti per bambini”, la sua voce suonava flebile ma armoniosa, “Anzi, ho partecipato anche a questo concorso. Sa, ci tenevo tanto, volevo dedicarlo a mio figlio che ha appena compiuto cinque anni. Ma mi hanno detto che lei non ha apprezzato il mio lavoro. Peccato …”. Ceruti si sentì avvampare, il suo impaccio era evidente. “Ma, ma, come è possibile … Come era intitolato questo racconto?” “Il biglietto. Era una storia surreale, forse troppo assurda, non era adatta al premio, probabilmente. Pazienza”. “Ah, ah, ora ricordo! Lei è quella che si è presentata con lo pseudonimo ‘Il biancone’! Hhhmmm. Il biglietto …, sì, sì, curioso; però un po’ sopra le righe, mi è sembrato, per dei bambini … Ma molto ben scritto! Forse la vicenda …” “Di un pigiama assassino, che sequestra un treno per andare a Venezia e fa fuori quelli che vogliono ostacolarlo a cominciare dal controllore, finché una bambina …” “Sì, sì, gli viene in soccorso e lo salva dai passeggeri infuriati che avevano chiamato la polizia; e, grazie al suo intervento lui ottiene dal capotreno il biglietto per Venezia, dove desiderava andare. Bèh, devo dire che sarebbe anche stato il mio genere, ma mi è sembrato un po’ troppo forte per un pubblico infantile, non le pare? È stato questo il motivo che mi ha indotto a dare un giudizio negativo”. “Sì, ha proprio ragione, non dovevo partecipare con quel racconto. Ma sa, lo avevo nel cassetto; e ci tenevo tanto a questo premio …”
Giulio si sentiva in difficoltà; non sapeva come fare a rimediare alla pessima figura nei confronti di quella adorabile ragazza che lo aveva gratificato con tanti complimenti per i suoi libri. Ancora di più dopo che la premiazione ebbe termine e lui si dovette concedere alle foto di rito con i vincitori, sorridenti e soddisfatti, applauditi da parenti ed amici che li avevano seguiti, in mezzo al giubilo dei figlioletti; tutto ciò non poteva che accrescere la frustrazione della sua ammiratrice.
Appena sceso dal palco la raggiunse per salutarla. Ebbe un’idea che gli sembrò idonea ad alleviare in qualche modo il suo senso di colpa. “Senta, io devo trattenermi ancora un paio di giorni in città per altri impegni; per farmi perdonare, la invito domani sera alla presentazione del mio ultimo romanzo, Lo sparviero di Algeri, alla libreria “Gaia Scienza”, e le farò dono di un libro con dedica. È stato un piacere conoscerla. Ora sono un po’ stanco, vado a dormire”.
Si sentiva davvero affaticato, il viaggio, le chiacchiere, i convenevoli; lui così schivo. Era un uomo sui cinquant’anni, di aspetto insignificante, di media statura, stempiato, per questo non amava esibirsi in pubblico. E poi, cominciava appena ad avere qualche piccola soddisfazione dal suo lavoro di scrittore, ma non poteva certo dirsi affermato, anzi vendeva poco e quasi solo agli amici. Quell’insperato invito a far parte della giuria faceva il paio con l’offerta di presentare il suo libro fatta da un amico che abitava in quella città e che lo aveva fortemente raccomandato al titolare della libreria suo conoscente. Un’occasione da non perdere, ma anche un impegno che non poteva fallire, si sentiva inquieto: e se non fosse venuto nessuno ad ascoltarlo?
L’albergo fortunatamente era vicino e la stanza confortevole. Già, si era dimenticato a casa il pigiama, che seccatura! E lo aveva anche raccontato, tanto per dire qualcosa, a quei due, prima che quella biondina, alta e snella, gli confessasse il titolo del racconto che era stato bocciato. Coincidenze.
La sera del giorno dopo la libreria era affollata e lui si sedette soddisfatto al tavolo centrale. Scorse in prima fila la bella Nicole, era sola e molto elegante, e lui le fece un cenno di saluto, gratificato; pensò che in certo modo si sarebbe potuto sdebitare. Poi la presentazione iniziò, introdotta dal critico letterario di un quotidiano locale, e Giulio, sollecitato dalle domande del pubblico, illustrò la sua opera con arguzia e vivacità.
Alla fine la solita sfilata di lettori con la richiesta di una dedica. Nicky si presentò per ultima, aveva con sé un pacchetto ben confezionato. Lui prese un libro. “Per lei, una dedica molto speciale, come le avevo promesso”. “A Nicole, futura autrice di sicuro successo. Con ammirazione. Un denigratore pentito”.
Lei sorrise con aria timida ma appagata, e si rigirò il libro fra le mani, come fosse un raro reperto da maneggiare con cura.
“Grazie, grazie, la ringrazio moltissimo! È davvero un bel regalo, è stato proprio gentile. Questo invece è per lei”, gli porse il pacco. “Ma no, non doveva! Cos’è?” “Niente di particolare, qualcosa di utile, spero, vedrà!” Si salutarono, lui aveva una cena con i suoi ospiti, un altro tedioso obbligo da rispettare; chiacchiere, domande insulse, risposte futili …, ma cosa non si fa per la gloria letteraria!?
“Auguri per i suoi racconti!” “Grazie, a lei una felice ispirazione per un nuovo romanzo”. Gli parve di leggere un lampo di ironia nei suoi occhi azzurri …
Era stanco, aveva mangiato e bevuto troppo, non vedeva l’ora di dormire. Prima di andare a letto, aprì il pacchetto. “Un pigiama! Che pensiero carino”. Lo sistemò sul letto e andò in bagno. Quando tornò in camera guardò distrattamente il pigiama. Il pigiama lo guardò.
“Aaahhh!”
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molto divertente, semplice ma efficace, e il finale è sicuramente geniale e divertente. complimenti