Premio Racconti nella Rete 2012 “A Romole’, ‘n che monno vivi?” di Laura Amati
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012C’ era una volta un… troppo banale! Questo non sarà il mio incipit.
E’ infatti inutile presentare Romoletto: -BELLO? MA STAMO A SCHERZA’?!! IO SO ER MEJO!!- Questo si ripeteva ogni qualvolta si sbirciasse anche in un solo piccolo squarcio d’ acqua. Romoletto era così, un birbante dei più simpatici.
Quella volta che sbattè la testa contro la lavatrice?! -NUMME POSSO NEANCHE ALLENA’ PE A RANA..AHIO..- Aspirante nuotatore professionista, solitamente terminava i propri allenamenti con più e più ammaccature provocate ahimè dall’ infinita quantità di rifiuti gettati nel fondale marino.
E quando ingoiò per sbaglio un’ alga marcia sobbalzando nel sentire due colpi di mitra in superficie?! -‘N ME SO MAI PIACIUTE..-
Aspettate! Ricordo anche quale affanno a seguito di un terribile incubo! Quella terrificante sensazione di soffocamento..quell’ unto che stringeva i polmoni.. -E POPO QUA ER PETROLIO?-
-A SFATICATO! NUN CAMBI POPO PE GNENTE!- gli dicevano coloro che gli stavano attorno, anche se affettuosamente. Nei paraggi si aggiravano civettuole secchione assidue studiose di chimica e biologia, valorosi temerari sempre pronti all’ azione in prima linea esilarandosi in magnifiche pericolose spedizioni. Insomma, chi ne ha più ne metta.. ce ne era per tutti i gusti.. eppure tutti erano rigorosamente impegnati nel sociale. Il nero inesorabile doveva essere abbattuto. Eppure niente, Romoletto non voleva proprio saperne. Figuriamoci se avrebbe partecipato alla manifestazione di protesta “tutti in cerchio a pancia in su” vicino al porto. E doveva allenarsi per la gara di stile libero lui! Eppure quel cerchio, quella voglia, quei cuori che battevano tutti insieme per la stessa causa. Quel cerchio, lo stesso che simboleggiava un bersaglio dritto dentro l’ anima. A qualcosa sarebbe servito? Romoletto pensava di no, cresciuto e sempre vissuto in quell’ ambiente. Altro non conosceva.
Eppure un mattino qualcosa di diverso ci fu. Un’energia nuova, una freschezza più viva. –AO’! E POPO QUA? VOJO DORMI’!- Infatti Romoletto la sera prima aveva fatto le ore piccole per andare a spiare Miss Nuoto Dance , ma questa è un’ altra storia.
A quella straordinaria strana sensazione si aggiungevano infatti delle voci. -AO’!- L’ amico d’ infanzia lo svegliò del tutto, fuggendo via allegro più che mai. Insomma il nostro Romoletto decise finalmente di aprire gli occhi proprio nel momento in cui più in là il lontano zio esclamava : -MERACOLO!! MA E’ REALE TUTTO CIO’??!-
Era iniziato un giorno nuovo , non uno qualsiasi.
Infuocati raggi del sole annunciavano un nuovo mondo.
La dolcezza della novità riscaldava la pelle.
La pace sovrastava le poche vicine voci su un nuovo silenzio.
La speranza accarezzava un mare che urlava incontrastato libertà.
Il profumo della vittoria inebriava un azzurro non più contaminato.
Un mare ripulito finalmente non più inquinato.
Una vecchia racchia spinse Romoletto in un ballo. Il più bello che avesse mai visto. Se ognuno desse il proprio piccolo contributo scopriremmo certo un grande mondo.
C’ era una volta un…pesciolino, il dolce Romoletto. Questo non sarà il mio incipit, questo sarà il mio semplice…
THE END.
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Romoletto, pesce, persona, figura che che si cela in ognuno di noi, un esserino un po’ egoista, chiuso nel suo mondo tutt’acqua, ma che attraverso i suoi occhi ci riflette su uno specchio trasparente la visone di molte persone che popolano questa terra, simile ad un piccolo stagno immersa nell’universo .
Prima di tutto grazie per il commento! Nonostante, citando un’interpretazione di una poesia di Montale, si dica che sia compito principalmente del lettore l’interpretazione di un testo, voglio proporti la mia, ciò che volevo comunicare. La descrizione della personalità narcisistica non rimane fine a se stessa, ma può essere funzionale per una proposta di riflessione per così dire più grande. Il pigro, la persona ottusa prigioniera del suo mondo e incapace di vederne uno diverso, risalta in negativo rispetto a tutti gli altri “rigorosamente impegnati nel sociale”. Descrive la chiusura di mentalità che però un giorno forse verrà meno e quindi la rappresentazione della speranza di un mondo diverso, di un mondo unito e non di tanti piccoli mondi che guardano solo al proprio e che di conseguenza badano unicamente al proprio interesse facendosi guerra tra loro per far prevalere la propria visione. Non è un caso che abbia scelto un pesce come protagonista: lo sfondo della scena, rappresentato durante gli allenamenti del pesce, lascia intravedere un mare inquinato, un mondo inquinato dalla criminalità, ancora più in grande ci si può vedere il mondo della mafia. Rispetto a questo si aprono due strade: il chiudere gli occhi, facendo finta di nulla pensando solo a se stessi, e il credere veramente che il piccolo sforzo di ognuno possa un giorno migliorare le cose. La speranza di un mondo migliore, di un mondo unito. Per questo scopo ”in grande” ho scelto di inserire frasi in dialetto, per rafforzare l’idea del locale contrapposto ad un ipotetico futuro universale composto dalla bellezza di ogni particolare.