Premio Racconti nella Rete 2012 “La cassetta delle lettere” (sezione racconti per bambini) di Antonietta Guarriera
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012“ Sono diventata proprio brutta. . . ”. La cassetta delle lettere, ben in vista sulla cancellata del cortile della scuola elementare, faceva questa riflessione ogni mattina. Si vergognava di presentarsi ormai arrugginita e malconcia agli alunni che tutti i giorni le passavano accanto. Nemmeno il postino la considerava più. Lo vedeva oltrepassare il cancello con indifferenza, le lettere tra le mani, senza degnarla di uno sguardo. Si sentiva tanto umiliata da desiderare di essere definitivamente rimossa. Tutto, anche finire nella raccolta differenziata, sarebbe stato meglio di quella tortura giornaliera.
Gli unici momenti gioiosi li viveva quando sognava di essere tornata giovane e piena zeppa di posta, tempo in cui tutti la guardavano con rispetto. Riusciva infatti a contenerne così tanta che il portalettere, contento, si allontanava sempre con un sorriso. E poi, i bambini. Ogni tanto si ritrovava un adesivo attaccato, ricordo di qualche viaggio estivo. Niente di speciale, ma era abbastanza per lei. D’altronde era solo una cassetta per le lettere, ne era consapevole.
Ma i sogni non potevano bastarle per sopportare la triste realtà. Di recente anche il Direttore della scuola le lanciava sguardi di disapprovazione. Le faceva una tale rabbia! Delle volte quando, tutto impettito, lo vedeva oltrepassare il cancello, le veniva voglia di dirgliene quattro. Ma poi ci ripensava. D’altronde non era colpa sua se si era ritrovata in quello stato. Tutto intorno a lei era cambiato negli ultimi decenni. Il postino ormai consegnava solo posta speciale. Da qualche tempo, infatti, gli umani non comunicavano più con le lettere ma con fax, e-mail, cellulari. E le cassette per la posta, ahimè, erano state abbandonate.
Una notte di primavera mentre, per l’ennesima volta, meditava sulla sua triste fine, percepì un movimento. Si guardò attorno ma non vide nulla di insolito. E si addormentò. La mattina successiva un pizzicore noto la risvegliò. “Sono piena di lettere, sono piena di lettere”, pensò, emozionata. Ma l’entusiasmo durò poco. Non era posta quella che riempiva gran parte delle sua cavità ma semplice erba. Non si sapeva spiegare chi gliel’ avesse messa. E perché mai poi!?
Intanto un bambino, al momento di oltrepassare il cancello della scuola, l’ aveva accuratamente ripulita. Che siano stati gli alunni?, pensò. Ma il fatto era successo durante la notte o all’alba. Non potevano essere stati loro gli autori di quello scherzo!
Decise così che avrebbe trascorso la notte successiva ben sveglia. Giunse finalmente il buio. Ma il tempo passava e nessun suono sconosciuto disturbava la quiete di quella notte di primavera. Alle prime luci dell’alba, quando aveva perso ogni speranza, scorse un piccolo uccello che, avvicinatosi, si era poi allontanato precipitosamente emettendo suoni concitati, per poi tornare, subito dopo. Lo vide volare nervosamente attorno a lei, fino ad allontanarsi definitivamente.
Inutile dire che la povera cassetta delle lettere non sapeva più cosa pensare. Era lui il colpevole? Un simpatico uccellino mai visto prima? Decise di indagare. Chissà, qualche uccello suo amico avrebbe potuto sapere qualcosa di quel mucchietto di penne tutte colorate. Quando, quella stessa mattina, un merlo fu nei pressi, non si lasciò sfuggire l’occasione. Seppe così che si trattava di una cinciallegra. Un simpatico volatile, raccontò il merlo, che tutti conoscevano. Arrivato già da molti giorni e, come tutti gli anni, in cerca di un posto per fare il nido. Ah! Ecco il perché dell’erba nella mia cavità! Stava preparando il nido!, pensò la cassetta. Altro che brutto scherzo!!!
Da quel giorno non si lamento più. L’accaduto le aveva fatto capire di dover affrontare con dignità e coraggio i cambiamenti che lo scorrere del tempo necessariamente portava. D’altronde, nel corso dei lunghi anni, era stata spettatrice di trasformazioni di ogni tipo. E proprio lei non doveva subire alcun mutamento? Che presuntuosa era stata a pensarlo! E poi, i cambiamenti possono portare nuove emozioni, nuove prospettive e, con questo pensiero, si mise ad aspettare che un piccolo uccello con la sua nidiata le facesse provare ancora brividi di vita.
Cara Antonietta il tuo raccontino così semplice e fresco è molto emozionante!! E poi secondo me è un contributo stimolante alla psicologia dell’età evolutiva perchè contiene un messaggio psico-pedagogico molto utile per un bambino che cresce e che ha bisogno di cominciare a percepire la caducità, come direbbe il signor Freud, del mondo. Credo però che quello che hai raccontato così bene sia utile anche agli adulti che a volte sono ancora li a fare i conti con cambiamenti della vita mai accettati, mai elaborati! Il mondo (con i suoi oggetti umani e noni) passa e va che ci piaccia o no.
Brava, mi sei proprio piaciuta!!
Carino!
Emozionante. Subito testato sul mio bambino che ha commentato così: “Che carino! Ce n’è un altro?”