Premio Racconti nella Rete 2012 “Tutto in una sera” di Rosa Dello Iacono
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012Venerdì, 23 settembre, ore 19.00
500 gr. di farina
1/2 kg. di patate, pelate bollite e schiacciate precedentemente
1 uovo
100 gr. di zucchero, di cui 50 da fare a velo
1 bustina di vanillina
1 pizzico di sale,così cresce meglio.
Mi piace preparare dolci per la mia bambina.
Quando torna da scuola la coccolo così.
Entra in casa. Inarca il sopracciglio. Annusa l’aria e cerca di indovinare il dolce.
Non sempre ne mangia, ma io mi sento più tranquilla.
Venerdì, 23 settembre, ore 19.15
“ Ora lasciami andare. Devo tornare a casa.”
“ Prima dimmi cosa vuoi dire con ci penso io.”
“ Ancora mi meraviglia la tua stupidità.”
“ Vuol dire che il bambino non è mio, vero?”
“ Giuro, a volte mi fai schifo.”
“ Sei una stronza.”
“ Senza a volte.”
“ Sparisci, puttana, tu e il tuo bastardo!”
Alice traballa un attimo, dopo lo spintone. Poi un paio di passi all’indietro che anticipano la caduta. Ma il muretto la regge.
“ Levami le mani di dosso. Puttana o no, tu resti un verme.”
È a tre metri da lui.
Ha un nodo in gola. Ma non piange.
Lui si sente ferito. Oltraggiato. È furente di rabbia. Le sputa sui piedi. Uno sputo lungo e preciso, frutto di anni di esercizio. Sale in macchina. Si dilegua in fretta, lasciando in terra mezzo centimetro di pneumatico e fumo nero dall’ odore aspro.
Lei si leva la scarpa destra. Il tacco è andato. Si addentra lungo il naviglio, lasciandosi dietro il rumore dell’ acqua che sbatte sulla piccola chiusa, all’altezza di Ascanio Sforza e via Darwin.
Cammina. L’acqua si fa più lenta. Fluisce serena. Vorrebbe fluire con lei, senza ostacoli. Si ferma. Non sa che fare. Forse c’è molto poco da fare. E l’università? I suoi sogni? Le promesse che tante volte si è fatta guardandosi allo specchio?
Si libera anche dell’ altra scarpa e ricomincia a camminare senza meta.
Ignorando i rumori della strada. I locali. Le risate. E l’ asfalto umido sotto i piedi.
Venerdì, 23 settembre, ore 20.00
“ Fammene un altro, per favore.”
“ Ma non stai esagerando? Guarda che stavolta non ti accompagno a casa.”
“ Non rompermi i coglioni anche tu, ti prego.”
Uno sguardo veloce. Un segno di assenso rassegnato al barista. Una mano sulla spalla del verme.
“ Cosa pensi di fare, ora?”
“ Cosa dovrei fare secondo te? È una troia.”
“ Non puoi saperlo.”
“ Beh, anche se non lo fosse, è arrivato il momento di levare le tende. Io un bambino non lo voglio.”
“ Scusa, ma non avevi detto che lei pensava di abortire.”
“ Non ne sono sicuro. Ma non importa. Io non voglio lei.”
“ Non ti capisco.”
“ Non c’è niente da capire. Scolliamoci di qui. Andiamo e sballiamoci. Stasera si festeggia la libertà.”
Venerdì, 23 settembre, ore 20.30
“ È tutto a posto? ”
Alice seduta. Le gambe penzoloni sul bordo del naviglio. Occhi persi. Lontani. Non risponde. Non ha risposte per nessuno. Si alza lenta. Le scarpe forse le ha perse per strada o son cadute giù nell’ acqua risucchiate dalla corrente.
“ Signorina? Sta bene?”
Lei guarda ma non vede. Forse risponde sì, anche se non ci crede.
Riprende a camminare, sotto sguardi distratti della città.
Si chiede cosa sia un figlio. Si chiede se voglia un figlio.
Il cellulare non squilla. Ha perso anche quello.
Venerdì, 23 settembre, ore 20.45
… secondo gli ultimi aggiornamenti dall’ Agenzia Spaziale Italiana la Finestra di caduta, cioè il momento in cui è previsto che il satellite sorvoli il nord Italia e possa cadere, è tra le 3:34 e le 4:12 … zap …. Noi sappiamo che c’era. Lo ha visto una telecamera, in un frammento di un filmato di cui vi mostriamo un’ anticipazione. Guardiamo! zap … Se vuoi proteggere la tua pelle , puoi non raderla oppure … zap … nel nord ovest del paese, dove il nostro contingente era impegnato in una attività di controllo sul territorio con le forze afgane … zap … ipotesi, che potrebbe coinvolgere secondo i magistrati, Tarantini ma anche il premier. Nuovi elementi sarebbero emersi … zap …. nuovo Visionaire di Lancome, nuova visione della pelle perfetta …. Click
La cena di Alice si fredderà.
Venerdì, 23 settembre, ore 22.00
“ Hai visto quelle due?”
“ COSAA ?”
“ Ho detto, HAI VISTO QUELLE DUE? Ci guardano da 10 minuti. ”
La musica spacca le orecchie. Lui è su di giri. Balla goffo ma si sente un dio.
E stasera non ha nessuna intenzione di tornare a casa da solo.
“ Tu sei fuori. Non ci cagano di striscio!”
“ Non capisci un cazzo. Mai capito nulla. Fà come vuoi. Io vado.”
Mentre scavalca la marea di corpi, perde un quarto di mojito per strada. Ma non importa. È già pieno.
Più facile del previsto. Un sorriso. Una risata. Un cocktail. Un francobollo messo tra le labbra rosse di lei. Un gran sorso per ingoiarlo. Ci sta. È fatta.
“ Che figlio di puttana. Sta andando via con la gnocca, e mi lascia qui solo come un coglione.”
Lui si gira, gli fa ciao con la mano. Il braccio al collo della bionda dalla gonna formato ascellare. Ostenta un sorriso da predatore soddisfatto.
“ Fanculo!”
Venerdì, 23 settembre, ore 22.45
Pee peee “ E stai attenta, rincoglionita! Per un pelo non ti tiravo sotto.”
Alice fa cenno con la mano per scusarsi.
Per non aver visto il semaforo rosso.
Per non essere stata attenta.
“ Sa che ora è?”
“ Mavaffanculo va!”
Retrocede di pochi passi , mentre la macchina va via sgommando.
È la seconda volta questa sera che le si sgomma in faccia.
Forse un bicchierino la tirerà su.
Sabato 24 settembre, ore 1:00
Alice non è ancora tornata. Ha il telefono spento. Ma non ho nulla di cui preoccuparmi. Sarà con gli amici a divertirsi. Fra un po’ tornerà.
Ci vuole un bagno caldo, sì. E un tè. Un bagno caldo e un tè.
Mi faranno bene.
Sabato 24 settembre, ore 1:30
“ Pronto, Luca, dove sei?”
“ Dove sei finito tu, stronzo. Io sono dove mi hai lasciato.”
“ Sono al Roi Alto, la situazione è interessante. Festa privata. Alcol a fiumi e tanta neve da poterci sciare. Ti aspetto qui.”
“ E la cavallona bionda? ”
“ Fanculo l’ennesima puttana. Muoviti.”
Sabato 24 settembre, ore 2.00
Due giri di chiave nella toppa. Alice è tornata. Giusto in tempo per il terzo tè ancora caldo.
Entra in salotto trascinandosi come un sacco svuotato.
“ Alice! E le scarpe?”
“ Non so.”
La mia bambina è sconvolta. Ubriaca. Mi guarda con occhi lividi.
Ricordo di averla vista così solo una volta in vita mia, cinque anni fa per la morte del padre.
Non dico nulla. La faccio sedere. I riccioli biondi le ricadono sulle spalle, sul petto, sino alle mani che tiene poggiate in grembo, palmi in alto come a raccogliere quei fili d’oro.
“Mamma”
“ Ti ascolto tesoro.” Ancora oggi provo un’ enorme gioia a sentirla chiamarmi così. Mi accarezza. Mi riempie. Mi da pace. Anche se non l’ho messa al mondo, è come se l’avessi partorita io. Ogni curva dolce del suo corpo, ogni piccola infossatura o imperfezione, sono parte di me. Plasmate dalla mia testa, incise nella mia carne.
La sua felicità, la mia vita.
“Aspetto un bambino.”
Piange Alice. Piange e non sa perché. Con le mani si asciuga freneticamente le lacrime che le scendono giù come pioggia, sfregando le guance dal basso verso l’alto. Come a volerle riportare indietro, su negli occhi, per trattenerle.
Io l’abbraccio, la stringo forte. Non è il momento per dire nulla. Sono qui. Passa tutto. Stai tranquilla. Sarò con te. Non ci sono figli sbagliati. Ci sono solo momenti sbagliati. Persone sbagliate. Situazioni sbagliate. Gli unici figli sbagliati sono i figli infelici.
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bello…commovente e non scontato…
Fragile e pieno. Come un cioccolatino d’amore. 🙂 Brava Rosa.
Grazie Daniela, volevo una sorta di lacrimuccia alla lettura. E mi piaceva l’idea di dare al racconto una forma veloce e diretta. Felice tu ti sia commossa 🙂
Ciao Declesc ( ma che razza di nome è? 🙂 ) . Sì, forse troppo fragile … ma a volte la bellezza delle cose si mostra meglio rischiando di essere più fragili del normale . Grazie , grazie assai !
Mi è piaciuto molto. Il montaggio cinematografico permette di seguire tutto in “presa diretta”; ti tuffi nella narrazione, anzi nell’azione, per la maggior parte delle scene.
L’ultima frase allarga e si sente la firma dell’autore. Al di là del giudizio narrativo (non so dire se è di troppo – ma non credo perchè è un contrappunto di profondità accanto all’asciuttezza del racconto), condivido quest’ultima frase talmente tanto che mi sembra perfetta. Elena Cattaneo
Interessante. Uno stile asciutto che sa suggerire bene immagini e situazioni.Ed è vero non esistono figli sbagliati.Brava.
Ma Elena … grazie per l’Autore 🙂 🙂 …. con estrema sincerità, ho temuto di essere retorica con l’ultima frase, ma alla fine la trovavo vera, e quindi ci stava tutta !
Grazie di cuore.
bello il ritmo… un’inizio distaccato, da lista della spesa, per una ricetta densa che, nonostante l’argomento, non appesantisce la lettura, brava!
Bel racconto! Mi piace anche come lo hai costruito. Una serie di immagini e una conclusione che non ha niente di retorico, ma che offre solo un’immagine di grande affetto che non chiede niente in cambio. Complimenti.
Grazie Silvia, che bei complimenti ! 🙂
Ciao Francesca, contenta che ti sia piaciuto e che soprattutto tu l’abbia trovato interessante! ?
Grazie rember. Un inizio distaccato, per un diesel come me, ci sta!
Il mio sarà un giudizio caustico ma di tutto il racconto la parte che più mi ha colpito è il perido che parla dei figli.
“Non esistono figli sbagliati, solo momenti sbagliati” e poi ancora “I figli sbagliati sono i figli infelici”.
Grazie Costanza 🙂 E’ sicuramente un racconto un po’ fuori dalle “righe”. Immediato. Contenta tu sia stata colpita da questa frase, che in realtà è il significato di tutto il racconto “flash” !