Premio Racconti per Corti 2011 “Il corpo nudo” di Francesca Castro
Categoria: Premio Racconti per Corti 2011E’ notte fonda. Il suono di una sirena anti aerea squarcia il silenzio. Lampi di luce arancione illuminano a giorno una camera da letto. Un uomo si gira e si rigira nel letto e stropiccia le lenzuola.Il suo corpo è segnato da cicatrici e da strane scritte tatuate sulla schiena. Il suo occhio destro è coperto da una benda. Si alza madido di sudore, beve un bicchiere d’acqua.Se ne va in un studio, ha davanti a sé un cavalletto, con un bozzetto incominciato di un corpo maschile. Disegna e ridisegna, strappa, cancella, riprova, alla ricerca di una perfezione che non trova, e’ sfinito. Si getta su una sedia e si lascia andare alla disperazione.
Voce off: Molti anni dopo, di fronte al plotone d’esecuzione, mi sarei ricordato di quel remoto pomeriggio in cui mio padre mi aveva condotto a conoscere l’acceccante perfezione del corpo dell’uomo.
Tardo pomeriggio, sul far della sera. Un luna park di un passato futuribile, atmosfere di fine Ottocento, ma con venature post atomiche. I visitatori della fiera portano tube nere, indossano frack stracciati su petti nudi pieni di tatuaggi e di piercing. Le donne hanno lunghe gonne multistrato e le mani decorate da hennè eterni che sembrano intinti nel sangue, capelli scolpiti, pieni di volumi e platinati. I visi degli uomini e delle donne sono scarnificati, deformati, ipertruccati, alterati dai tatuaggi. Tra di essi, si aggira un bambino affascinato dalle immagini che gli si parano davanti: mangiatori di fuoco, zingare che cercano di leggergli la mano, saltimbanchi, imbonitori. Orchestrine sgangherate suonano motivi nostalgici per pochi spiccioli, adagiate su cumuli di macerie e immondizia. Suo padre lo tiene stretto per mano, nel timore di perderlo nella folla. La loro attenzione è attirata da un lanciatore di coltelli, poi, da un uomo vestito da maragià che richiama il pubblico promettendo visioni meravigliose.
Maragià: Avvicinatevi signori, vedrete qualcosa di sconvolgente. I bambini non crederanno ai loro occhi, gli adulti ritroveranno i ricordi di un tempo lontano, le donne saranno tormentate da incubi. Avvicinatevi e oltre la tenda, vedrete qualcosa di mostruoso ed indimenticabile …
Il padre guarda il figlio nell’unico occhio buono e vi legge un’intensa curiosità. Si avvicina al maragià e gli chiede due biglietti. L’uomo li squadra, vede il bambino e gli fa un prezzo ridotto. Entrano in una tenda oscura e polverosa, in cui sembra di soffocare per l’assenza d’aria. Il padre e il bambino sono pressati tra la folla che aspetta alla luce delle candele una rivelazione. Sul palco scalcinato, nella penombra, il sipario si sposta e dietro una gabbia si scorge un uomo, coperto da una vestaglia di antico splendore. Il maragià si avvicina alle sbarre e fa scorrere il chiavistello con uno stridio. La porta viene aperta e l’Uomo, con una pesante catena al collo, si avvicina alla ribalta e con gesti teatrali, ma mesti scioglie il laccio della veste, scoprendo il corpo nudo. Un gemito di stupore percorre la folla, il bambino si stringe forte al padre e con una mano si copre l’occhio. Il padre lo prende in braccio e lo conduce vicino al palco. Con dolcezza lo sprona a guardare e a toccare l’Uomo esibito. In un silenzio carico d’attesa, la mano del bambino si spinge timorosa verso di lui, come a muovere una carezza, ma resta abbagliata dalla pelle candida, perfetta, dalle proporzioni armoniche, da due occhi fieri e azzurri che lo guardano fin dentro la benda, come prima dell’Apocalisse.
Bella l’atmosfera che hai creato, soggetto originale.
Molto narrativo, rende bene l’idea di un inquietante mondo post-atomico dove la semplicità e la perfezione del corpo umano si sono perse.
Se ti va, dammi un parere anche sul mio di quest’anno, si chiama “Mi manca anche la testa”. Ho scelto un soggetto particolare perchè il 2011 è l’anno del Volontariato.
…scusa non ti ho detto come mi chiamo : Alessandro Musella
Complimenti per il tuo racconto……….vieni trasportato in poche righe in un altra dimensione.Mi è piaciuto il tuo stile che trasmette le emozioni in modo chiaro.
Suggestivo, originale, interessante. In poche battute il racconto mi aggancia, mi tira dentro ad un immaginario fecondo, visionario , che mi ha fatto pensare a Matheson, a Ballard, che evoca, sì, atmosfere da the day after, ma anche scenari da Grandi Esposizioni Universali del 1900, dove il diverso, lo strano, è esposto come fenomeno da baraccone, qualcosa che ci ripugna e ci attrae allo stesso tempo. Conflitto profondo, appena accennato, ma con tratto intenso e incisivo. A ricordarci che il “mostruoso”, è solo uno stato della mente. Così lontano, così vicino… un soggetto davvero bello.
Complimenti Francesca!