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24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2011 “Non c’è “Pace” ” di Giampaolo Cufino

Categoria: Premio Racconti per Corti 2011

In una piazza di una città indefinita, in un tempo indefinito, una folla di devoti è in piedi, in adorazione, davanti a una statua. Questa statua rappresenta un soldato armato fino ai denti e reca alla base una scritta: “Pace.” I devoti, ripetendo dei movimenti simili a una preghiera, gridano continuamente: “Pace! Pace! Pace!”. Nella piazza ci sono dei banchi dove dei mercanti vendono ogni tipo di armi, sponsorizzando i loro prodotti con parole come “Pace, libertà e diritti umani”.

Nel frattempo per le strade della città vaga un individuo vestito di arancione, ha uno zaino in spalla, d’un tratto si ferma davanti a una vetrina di un negozio, dove c’è un televisore da cui parla un leader politico, presentabile e telegenico, che giustifica la guerra per l’esportazione dei “diritti umani”.

Intanto nell’orfanotrofio della città per “le Vittime della guerra per la Pace”, è scoppiato un incendio e una decina di orfani fuggono, sono ragazzi tra i 10 e 15 anni; una volta in strada vengono portati in salvo dal vagabondo in arancione, che gli dona dei giocattoli e dei dolci. Il gruppo in fuga si ritrova nella piazza dove i devoti adorano la statua. La preghiera collettiva è terminata e i fedeli girano tra le bancarelle dei mercanti, comprando varie armi e parlando di “Pace” e di “Libertà”. Alcuni tra i fedeli guardano il gruppo che si avvicina e riconoscono gli orfani della “Pace”, per le divise che portano, ma un ragazzo, uno dei più grandi, risponde che loro sono orfani di guerra per colpa loro, perché la pace non si esporta con le armi e gli mostra le foto dei suoi genitori morti a causa della guerra. I mercanti sbaraccano, mentre i fedeli cercano di convincere i ragazzi della bontà del motivo per cui sono morti i loro genitori. Il vagabondo interrompe la discussione con una scusa e convince i ragazzi ad andarsene via.

E’ calata la notte, non c’è nessuno per strada, la statua è incustodita, silenziosamente si avvicina il vagabondo con il gruppo di ragazzini, sono armati di picconi e cominciano a demolire la statua. Ma la statua è in realtà di cartapesta e crolla subito. La mattina seguente i fedeli arrivano nella piazza e notano i resti dell’idolo demolito, anche le bancarelle dei mercanti non ci sono. Allora, arrabbiati, si chiedono tra di loro cosa sia successo. Pur domandandosi la stessa cosa: “Dov’è la Pace?”, i fedeli cominciano a dividersi in due fazioni contrapposte. La discussione degenera in una vera e propria battaglia, ciascuna fazione rivendica il diritto a combattere per la vera “Pace”. Intanto il vagabondo con lo zaino suona un’armonica, mentre offre doni e dolci ai bambini che lo seguono, ballando e giocando tra le vie della città; lontano rimbombano gli spari delle armi.

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5 commenti »

  1. La pace quando è fasulla crolla come un idolo di cartapesta. Le armi che portano civiltà e pace sono purtroppo una triste ed attuale realtà. Breve ed incisivo nel trasmettere quanto si propone

  2. Grazie, era proprio il messaggio che cercavo di far trapelare.

  3. L’ho letto e riletto ma non riuscivo ad immaginarmelo, poi pero’ ho avuto l’illuminazione!!!!! mi hai ricordato un film di Jodorowsky e tutto mi e’ apparso piu’ chiaro. Complimenti e in bocca al lupo.

  4. Davvero interessante. Immagini in bianco e nero, personaggi in vesti stracciate ed un unico riferimento di attenzione vestito in arancione…. Mi verrebbe più da pensare ad una realizzazione per teatro danza, ma anche come cortometraggio mi sembra una buona idea. Bravo.

  5. Grazie per i complimenti, è interessante il paragone col teatro danza e le immagini in bianco e nero.

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