Premio Racconti per Corti 2011 “Innocenti passioni” di Michela Trincia
Categoria: Premio Racconti per Corti 2011Torremaggiore. Piccola città in provincia di Foggia di circa diciassette mila abitanti. Qui a Torremaggiore vive una famiglia, la famiglia Coppola. C’è papà Vito, gran lavoratore ma decisamente autoritario e poco affettuoso. Mamma Assunta, tipica donna di famiglia. E infine la piccola Giovanna di appena 10 anni.Ogni giorno Vito lavora la sua terra fino al tramonto, Assunta svolge le faccende domestiche, e Giovanna passa le sue giornate tra la scuola e la danza.Giovanna ha un sogno nel cassetto, vuole diventare una calciatrice. I suoi genitori non sono d’accordo, soprattutto papà Vito, loro vogliono che Giovanna diventi grande, ben istruita, e che si faccia una famiglia ”con tanti crijatùre (bambini)” come dice mamma Assunta. Ma a Giovanna queste cose non interessano. Lei vuole solo giocare a pallone.Un giorno come tanti, uscita da scuola, si dirige insieme alle sue amiche Mariapaola e Caterina verso la scuola di danza. Arrivate davanti la scuola, Giovanna dice alle due di non sentirsi bene e che crede sia meglio tornare a casa. Caterina e Mariapaola la tranquillizzano, anche se sono un po’ insospettite da questo suo malessere continuo che si protrae ormai da qualche settimana.Entusiasta, Giovanna, una volta svoltato l’angolo, prende un autobus per dirigersi alla scuola calcio femminile, la Vigor.È la più piccola del gruppo, ma l’allenatore Giuseppe ha già notato il talento della bambina e per questo crede che farla allenare con le bambine più grandi possa farla migliorare.Nel frattempo Vito si trova a sorseggiare un caffè nel solito bar poco distante dal posto di lavoro, e sente parlare due anziani signori seduti dietro di lui. Discutono della nuova promessa della Vigor, Giovanna Coppola. A quelle parole, a Vito, va di traverso il caffè e non riesce a smettere di tossire. Paga il conto e, incredulo ma allo stesso tempo inferocito, si dirige con la sua marbella bianca al campo da calcio. Arrivato sul posto, entra infuriato nel campo della società. Nemmeno il custode è riuscito a fermarlo! È in corso una partita e la sua attenzione viene immediatamente catturata da Giovanna che ha appena segnato un gol. Lei si gira per esultare ma appena vede il padre che va verso di lei non riesce a pronunciare una sola parola. Lui la prende per un braccio trascinandola via. L’allenatore cerca di fermarlo per tranquillizzarlo, ma nulla serve a diminuire la rabbia di Vito che senza sentire ragioni se ne va con Giovanna.Ormai il segreto è stato scoperto e Giovanna è sempre più triste, anche perché purtroppo il campionato sta per cominciare e lei non potrà debuttare.Il giorno prima del debutto, a casa Coppola, si presenta il mister Giuseppe per convincere Assunta a far ritornare la figlia nella squadra, perché, le spiega, senza di lei non potranno mai farcela a vincere il campionato. Assunta è sul punto di convincersi che quella è la scelta più giusta, quando arriva Vito che si infuria con la moglie e caccia in malo modo Giuseppe. Tutto accade davanti agli occhi tristi e gonfi di lacrime di Giovanna che scappa dalla disperazione nella sua stanza. È stato distrutto il suo sogno più grande. Le è stata rubata la felicità, e tutto a causa di una mentalità retrograda e maschilista. Ora non può fare più nulla se non accettare l’amara realtà.Il giorno dopo, però, succederà qualcosa di inaspettato, che porterà il papà Vito a ragionare e forse a far realizzare il sogno di Giovanna.
Giovanna è il bellissimo ritratto di una giovane che non si vergogna affatto di avere un sogno diverso dalla maggior parte delle sue coetanee.
Giovanna ha la forza di lottare per realizzare il proprio sogno. Papà Vito è avvisato, trovo giusto che l’egoismo di questo padre padrone
inizi a vacillare.
Hai colto in pieno ciò che volevo esprimere attraverso questo breve racconto..grazie per il commento!