Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2011 “Loro si che erano fortunate” di Alessandra Zermoglio (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011

 CENERENTOLA

(Che fatica crescere!)

Cenerentola, lei si che era fortunata!

Aveva solo una matrigna e due sorellastre che le davano ordini e la sgridavano tutto il giorno.

Io, invece, ne ho sette:

La mamma,

il papà,

la nonna,

il nonno,

la maestra Renata,

la maestra Gigliola,

la maestra di danza.

Ogni mattina alle 7:15 vengo scaraventata giù dal letto dall’urlo di mia madre: “Forza, che sei in ritardo!”.

La matrigna e le sorellastre di Cenerentola invece si svegliano tardi e lei deve solo preparare la colazione e non deve mai andare a scuola.

Mio papà vuole sempre che finisca i compiti prima di cena e mi sgrida se sbaglio qualche esercizio.

Cenerentola invece sa che le sorellastre le fanno rifare i suoi lavori solo perché sono invidiose della sua bellezza.

Ogni giorno in classe la maestra Renata spiega cose nuove e difficili da capire.

Cenerentola invece deve fare sempre gli stessi lavori di casa: cucinare, pulire, lavare, cucire. Ormai sarà diventata bravissima.

La maestra Gigliola vuole che stiamo seduti in silenzio e ci sgrida se parliamo con il compagno di banco.

Cenerentola invece, quando lavora, può cantare con gli uccellini o chiacchierare con i suoi amici topolini.

Quando vado dai nonni non posso mai guardare la televisione in pace perché devo sempre portare il bassotto Tobia a fare la passeggiata in giardino.

Cenerentola invece ha tanti amici animali che l’aiutano nelle faccende di casa.

La maestra di danza mi bacchetta sulle gambe e sulle braccia finché non prendo la posizione che dice lei.

Cenerentola invece può danzare da sola con il suo principe nella sala del castello mentre tutti la guardano.

Però…

Quando esco con la mamma a fare la spesa, lei mi lascia spingere il carrello e scegliere i miei biscotti preferiti.

Quando passeggio con il papà, lui mi stringe forte la mano mentre attraversiamo la strada.

Quando rispondo bene ad una domanda, la maestra Renata mi sorride.

Quando non faccio errori nel dettato, la maestra Gigliola mi da 10 con il punto esclamativo.

Quando sono a cena dai nonni mi preparano sempre il mio piatto preferito.

Quando danzo con la musica mi sento un uccellino.

Bé, per oggi non voglio ancora essere Cenerentola.

CAPPUCCETTO ROSSO

(Che fatica il coraggio!)

Cappuccetto Rosso, lei si che era fortunata!

Non aveva paura di niente e anche se è stata mangiata dal lupo cattivo, poi si è salvata.

Io invece ho paura di tutto:

Della scuola,

dei bambini che mi chiamano per giocare,

degli adulti che mi rivolgono la parola;

delle prove in classe,

di rimanere solo.

Ogni mattina, quando la mamma mi saluta e poi mi lascia solo davanti al portone della scuola, mi manca subito e vorrei piangere.

Cappuccetto Rosso invece saluta la mamma saltellando e parte allegra per il bosco con il cestino pieno di focacce per la nonna.

Quando la maestra mi rivolge una domanda io mi sento la lingua annodata e mi dimentico la risposta.

Cappuccetto Rosso invece quando incontra il lupo gli dice subito il suo nome e dove è diretta, anche se lui è nero e grosso.

Quando devo fare una cosa nuova ho i brividi per paura di sbagliare.

Cappuccetto Rosso invece abbandona subito il solito sentiero per seguire la scorciatoia suggerita dal lupo cattivo.

Quando mi rivolgo alle persone adulte la mia faccia e le orecchie diventano rosse e calde.

Cappuccetto Rosso invece entra nella camera da letto della nonna a chiacchierare, anche se lei sembra più strana del solito.

Quando qualcuno dei miei compagni mi fa arrabbiare io abbasso la testa e resto zitto.

Cappuccetto Rosso invece riempie di pietre la pancia del lupo cattivo e lo fa affogare per sempre.

Però…

Quando alla sera vado a letto, la mia mamma mi bacia sulla fronte e promette di sognarmi.

Quando è il mio turno in mensa di versare l’acqua ai compagni io non bagno mai la tovaglia e la mia compagna Martina mi sorride.

Quando giochiamo a calcio nel cortile e qualcuno cade e si fa male io lo aiuto e lui poi mi ringrazia e diventiamo amici.

Quando vedo qualcuno che maltratta un animale io gli dico di smetterla e chiamo i miei genitori.

Quando recito nel teatro della scuola la mia voce sembra quella di un gigante.

Quando vado a passeggio con i miei genitori li tengo per mano e decido io la strada da fare.

Bé, per oggi non voglio ancora essere Cappuccetto Rosso.

BIANCANEVE

(Che fatica piacere!)

Biancaneve, lei si che era fortunata!

La matrigna la detestava per la sua troppa bellezza, ma tutti gli altri la adoravano:

il cacciatore,

i sette nani,

il principe.

Io invece ho solo un’amica, la mia mamma e il mio papà non hanno mai tempo per me e a volte i miei compagni ridono di nascosto mentre io parlo.

Ogni mattina quando mi guardo allo specchio rinuncio a sorridere per non vedere il mio orribile apparecchio per i denti.

Lo specchio magico invece dice sempre alla Regina Cattiva che Biancaneve è la più bella del reame.

Io non posso più stare accoccolata in braccio alla nonna perché ormai sono troppo grande e pesante per lei che è vecchia e debole.

Biancaneve invece si salva perchè il cacciatore la trova così dolce e delicata che si commuove.

Il mio papà e la mia mamma tornano sempre a casa tardi dal lavoro e sono troppo stanchi per giocare con me.

I sette nani invece non vedono l’ora di tornare dalla miniera per stare con Biancaneve a ballare e cantare.

Quando sono triste a scuola nessuno dei miei compagni se ne accorge.

Invece quando Biancaneve mangia la mela e cade a terra senza vita i nani la piangono a lungo.

Quando Daniele preferisce parlare con Valentina anziché con me, mi viene da piangere.

Invece quando il principe vede per la prima volta Biancaneve si innamora subito di lei e la bacia.

Però…

Il mio papà dice che ho gli occhi azzurri come due laghi di montagna;

La mia nonna mi chiama sempre “biscottino” come quando andavo all’asilo.

Quando ceniamo il mio papà e la mia mamma vogliono sempre sapere come è stata la mia giornata.

Quando sono triste la mia mamma mi fa sedere sulle sue ginocchia e mi pettina i capelli.

Quando sono arrabbiata la mia amica Sara mi disegna dei cuori sul diario.

A San Valentino ricevo sempre molti bigliettini con frasi e disegni carini.

Bé, per oggi non voglio ancora essere Biancaneve.

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4 commenti »

  1. Il progetto che gravita attorno a questo racconto, che è nato per essere supportato da divertenti illustrazioni , è nato per portare un aiuto a tutti i bambini in età scolare affinchè non si sentano non più soli e smarriti di fronte alle difficoltà degli impegni quotidiani scolastici e relazionali, trovando in se stessi e negli affettim più vicini la conferma del loro vero e grande valore di esseri umani unici

  2. Si legge con leggerezza e scivola in profondità. Bello!

  3. E’ originale e ben scritto. Si legge con piacere. Brava

  4. Complimenti Alessandra! Sei riuscita ad esprimere con simpatia e levità tematiche molto profonde.

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