Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2025 “L’esame di anatomia” di Ilaria Bisconti

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025

Ora, vorrei una domanda semplice. Non una domanda da poco, eh, una domanda dignitosa di anatomia, ma semplice. Una domanda sul cardiovascolare, magari, di quelle che si imparano a memoria alla prima lezione. Una domanda importante, comunque, ma semplice.

Certo, potrebbe interrogarmi l’assistente. Anche quello un po’ stronzo andrebbe bene. Mi piacerebbe una domanda semplice anche dall’assistente un po’ stronzo. Se fosse l’assistente simpatico sarebbe meglio. Magari anche distratto. Sì, se fosse distratto andrebbe benissimo. Potrei dirgli una frase ad effetto e l’esame durerebbe poco.

Un minuto. Un’interrogazione di un minuto con questo assistente buonissimo che stravede per me. Uno di quegli assistenti con l’occhietto spento davanti al trentesimo idiota che gli tocca interrogare per “fare un favore” al prof barone sperando di arrotondare lo stipendio. Uno di quelli che pur di non sprecarsi a inventare l’ennessima domanda, punta sul classico “che vuoi fare da grande”, e io direi “cardiologo grazie” e così sarebbe fatta. “Dove si trova il cuore?” e bam, eccomi laureato.

“100 cum laude” andrebbe benissimo. Prima sessione, giugno, in tempo in tempo per un bel viaggio di laurea, magari in una capitale europea, Londra, Parigi, Madrid… Ma perché non New York, alla fine pagano i miei, così fieri del figlio medico, cardiologo addirittura, ci aggiungiamo anche un tour della California per completare gli Stati Uniti e poi torniamo a lavorare.

Aspetta, no, facciamo “100 cum laude più bacio accademico”. Il viaggio i miei me lo regalano in Tailandia, così da togliermi lo sfizio prima di incontrare la mia moglie cardiologa al Cardiovascular Symposium tenuto al Rockefeller Centre di New York, a un passo dal mega appartamento integralmente pagato con la borsa di studio che poi Pamela e io abbiamo lasciato per un attico a Times Square con più spazio per i bambini. Che poi Times Square è davvero incasinata, perdonatemi, quindi niente, la penthouse ce la siamo fatta costruire alla Central Park Tower, vista sul verde eh, il polmone della città, e noi lo sovrastiamo cazzo, perché siamo i più alti e l’Empire State Building l’abbiamo scavalcato da un pezzo…

In garage c’è una Ferrari, niente meno, perché il John Hopkins mi ha dato una gratifica per omaggiare le mie origini italiane e quindi ora la teniamo al sicuro in garage, rossa fiammante, rivestita in pelle, e, Pamela, smettila di dirmi che è piccola e scomoda e in quattro non ci entriamo, per girare la città ci porta l’autista, lo sai, e con la limousine fendiamo il traffico solo a forza di sguardi, non c’è fretta no, non arriviamo tardi… E va bene allora, chiama il pilota perché hai ragione, l’elicottero non lo usiamo mai altrimenti e che senso avrebbe poi la pista d’atterraggio sul tetto? E in effetti siamo un po’ in ritardo.
Che poi lo sai che odio queste occasioni, amore mio, cento bacucchi in smoking ubriachi che decantano gli inutili successi di bla bla, e bla bla… Tutti paroloni mentre io vorrei solo salutare tutti e fare una capatina alle Fiji con te sul nostro jet, che alla fine questi novecentomila euro me li guadagno già con il privato, basta il mio nome, e la medaglia vabbè, ma su, di che parliamo, un cerchione d’oro con questo busto di tale Nobel, vabbè sì, Alfred Nobel tanto beneamato che ha inventato la dinamite ed è stato un bell’affare per l’umanità, eh? Nemmeno un medico era lui, e noi tutti a inginocchiarci a questo signor Nobel del cazzo, per non parlare dei premi per la medicina eh, la metà ottenuti per caso, guarda il coglione di Fleming come gli è capitato di inventare la penicillina, scordandosi le piastro sul bancone, ma che fortunato del cazzo, e quella sfigata di Curie e le sue radiazioni, invece, dico io ce ne vuole per farti ammazzare dalla tua stessa scoperta, e tutti i vari signor Dulbecco, Levi di Montalcino, e Bardard… Dio mio non mi fare parlare di Barnard e di quel suo primo cuore trapiantato, che se l’avessi sotto mano trapianterei il suo, contemporaneamente bucherellando Edward Jenner con tutti i suoi sieri di vacca, perché vedesse ora i suoi vaccini che bella storia sono diventati, mentre a Ippocrate lo farei mordere dai serpenti e vedi la sua teoria degli umori, altro che umori, gli tirerei fuori a Ippocrate che ha dato inizio a tutto e… sì?

Ah sì, eh sì professore, non la so.
Rimandato? Non ho diritto alla seconda domanda?
… Ah, era questa la seconda domanda, capisco. Eh beh, allora che dire…
A questo punto ci vediamo al prossimo appello.

Loading

2 commenti »

  1. Molto molto divertente. Complimenti, scorre benissimo. Veramente scritto bene !

  2. intrattiene e coinvolge, merita!

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.