Premio Racconti nella Rete 2025 “Inizia a Leggere” di Marco Pepi
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025Non mi piaceva la scuola, quest’è il punto. Era duro andarci tutte le mattine. Sveglia presto, freddo e non mi piaceva la matematica. Italiano e storia le trovavo molto più interessanti, c’era qualcosa di affascinante in tutti quei racconti. Poi, proprio come in una di quelle storie di fantasia che mi costringevano a leggere, alle superiori trovai una professoressa di Lettere che avrebbe cambiato molto più di un semplice racconto.
Era così gentile, educata, stimolante, ecco direi: materna. Mi sembrò, con mia grande sorpresa, che non fosse mia nemica. Noi invece, purtroppo,in classe facevamo un po’ di baldoria, eravamo ragazzi, di quelli con la confusione in testa e i sogni nel cuore.
Il primo anno ero da bocciare e mi preparavo a quell’inevitabile verdetto, quando la vita mi stupì forse per la prima volta. Promosso. Questa fu la dolcissima parola che lessi sul cartellone affisso fuori dal mio glorioso Istituto d’arte. Si, promosso, avevo proprio letto bene.
Clamorosa la promozione, ma solita la vacanza estiva maremmana dai nonni. Vacanza agostana dal sapore di caffè d’orzo e rumore di Fiat Uno di mio padre. L’estate era lunghissima come lo sono quelle dell’infanzia. Assolati giorni in spiaggia, pizza rossa, racchettoni, biglie e Bagno Mario al molo 32. Interminabili colazioni mentre il Babbo sfoglia i giornali e io fantasticavo di motorini, calciatori, roberto Baggio e amori estivi. La rabbia giovanile nasceva e cresceva nel Me adolescenziale, ma ancora non la sapevo ascoltare.
I momenti di svago, nella casa dei nonni, erano ridotti ai tornei di carte e alla visione domenicale delle gare di formula uno in tv; tutti rigorosamente seduti sul divano a ridere del nonno che si appisolava. Altra grande attrazione estiva era il mercatino del paese, nientemeno.
Come compiti per le vacanze, gli unici che avevo preso in considerazione (vedi il ribelle di cui sopra) erano quelli di lettere. La mia prof preferita si era limitata a darci soltanto una lista di 10 libri, dalla quale scegliere uno e leggerlo, sistemandosi così di diritto nel mio olimpo personale.
Fato, coincidenze, chiamatelo come volete, ma nel soporifero, estivo, notturno, mercatino di quel paesino del grossetano, trovai una bancarella di libri usati, che vendeva proprio dei titoli della lista. Ovviamente la mia scelta cadde su quello più corto: “Uno studio in rosso.” di A.C. Doyle.
Tornato a casa lo misi sul comodino in mogano della mia cameretta, salotto, stanza da cucire dei nonni e lì rimase per un po’. La mia coscienza era comunque serena.
Quando stravolto dall’ennesimo pomeriggio sonnacchioso, provai a leggere quel libro, non credevo certo che mi sarei ritrovato a parlarne a chissà chi, tramite un racconto scritto chissà come.
Iniziò quel giorno, su quel letto dei nonni odor di antico, il mio meraviglioso viaggio nei libri. Senza accorgermene, mi ritrovai in un piccolo appartamento al 221b di Baker Street, nella Londra vittoriana, avvolta dalla sua nebbia fitta e impenetrabile, conobbi il più grande investigatore di tutti i tempi e il suo fidato, impacciato amico. Con loro risolsi il primo di molti misteri; e non li lasciai mai più.
Ancora più importante fu il legame che mi unì alla mia professoressa per i restanti quattro anni. Mi insegnò il metodo di studio, mi trasmise la passione per la Storia e la Letteratura facendomene capire il valore e l’importanza. Mi insegnò a fare i collegamenti giusti per argomentare e sostenere le mie idee, sia che si parlasse di scuola, sia che si parlasse di vita. Scoprì di leggere bene ad alta voce e di avere la passione della scrittura, io, che ero bocciato in terza media. Mi spinse a scoprire anche libri che ritenevo difficili e per me impossibili; quando le esprimevo a tal proposito i miei dubbi e le mie paure mi rispondeva sempre alla solita maniera: “Inizia a leggere.” Mi trasmise fiducia e sicurezza credendo in me e così, per la prima volta, scoprii quant’era bella quella sensazione. Per la prima volta, credevo in me.
Il mio percorso di studi, si concluse con le scuole superiori, senza grossi intoppi o fatiche; poi mi accolse il mondo del lavoro.
Molti anni dopo, come purtroppo vuole la natura delle cose, avrei perso prima mio nonno e poi mi padre. Pochi anni fa, grazie ad una donna meravigliosa, sono diventato padre ed ho iniziato, io, ad addormentarmi mentre guardo la formula uno in tv.
A mio figlio leggo ogni volta che me lo chiede e cerco di trasmettergli questa passione e di spiegargli l’importanza di questa incredibile possibilità che abbiamo.
Non ho mai smesso di leggere libri, miei preziosi amici, e grazie a loro ho vissuto mille vite, mille avventure; ho imparato tante cose di me e anche a conoscere meglio gli altri. A volte leggendo torno anche in quella casa dove tutto è iniziato e rivedo mio nonno, il mio Babbo e me stesso.
Mi vedo in quella casa, annoiato, piccolo convinto di esser grande, pieno di dubbi e insicurezze e allora, vorrei solo potermi avvicinare, per sussurrarmi all’orecchio: “Tranquillo. Inizia a leggere !”.
Molto toccante e autentico, celebra il potere trasformativo della lettura e il valore di chi sa credere in noi.
Mi è piaciuta questa storia. L’inizio è sempre la parte più difficile, ma intanto vale la pena iniziare per scoprire cosa c’è oltre.
Grazie per aver letto e commentato. Vi ringrazio tanto, i vostri commenti mi hanno colpito e sorpreso. Gentilissime.
Bellissimo racconto, sono tornata anche io all’estate in cui ho iniziato a leggere, catapultata nell’afa toscana della mia adolescenza. Grazie per questo ricordo, e complimenti