Premio Racconti per Corti 2025 “Camille, la petite lucchese” di Antonia Carpinelli
Categoria: Premio Racconti per Corti 2025Camille si chiama in realtà Roberta, ma quel nome – diciamolo – a Lucca sa di zia, di sarta, di cugina che fa il pane in casa e guarda i quiz in TV. Camille invece è charmante, internazionale, è Un cœur en hiver, è Parigi! Così, la nostra protagonista, ogni mattina, si sveglia nella sua camera affacciata su Piazza Anfiteatro, apre le persiane con gesto teatrale e sospira: «Bonjour, mon Paris!»Camille non è mai stata in Francia, tranne in gita con la scuola a Nizza, ma non lo dice a nessuno. Lei vive a Lucca, sì, ma la sua mente vaga tra le sponde della Senna. Ogni volta che attraversa via Fillungo, è sicura di trovarsi sul Boulevard Saint-Germain.
La Torre Guinigi? Per lei è la Tour Eiffel, solo con un tocco più toscano. E le Mura? Mais voyons! Sono le sue Tuileries personali, dove passeggia fingendo di essere Michèle nel film Les Amants du Pont-Neuf, anche se il ponte qui è quello sul Serchio e la pioggia è meno cinematografica.Camille studia all’ Accademia di Belle Arti .È giovane, bella, così bella che si rifiuta di pettinarsi. I suoi capelli sono come quelli delle muse nei quadri preraffaelliti: lunghi, disordinati, lucenti come burro francese. Non sa truccarsi – lo considera bourgeois – e, nonostante tutto, brilla. Il suo sorriso incanta, il suo modo di parlare con quell’accento pseudo-parigino (che i lucchesi trovano buffo) la rende irresistibile.
Quando dice: «Mi sono promenata sulle Mura stamattina», le vecchine si guardano tra loro, divertite. Ma nessuno ride davvero: Camille ha qualcosa di incantato.Ogni giorno, Camille si reca alla torrefazione dietro San Michele, quella con i tavolini in ferro battuto, dove ordina un espresso “allongé” e mangia un Bacio Perugina. Ama i Baci. Ma un giorno scopre, con orrore, che i bigliettini non sono tradotti in francese. Solo inglese, tedesco e spagnolo. Quel scandale!Chiama subito Luisa, la cugina che vive a Pontetetto – ma che lei chiama “ma cousine Luise, de la campagne” – e le comunica la notizia con voce rotta. Luisa, che porta quel nome in onore di Luisa Spagnoli, capisce la gravità della cosa. «E io invece sono chiamata Roberta per colpa di Peppino di Capri… che triste destino!» Piangono insieme al telefono, tra frasi come: «È un affronto alla lingua dell’amore!» «La Francia non può essere ignorata!» «Bisogna agire, Luise!»E così Camille prende una decisione epocale: scriverà lei i bigliettini per i Baci, in italiano e in francese. Senza farsi pagare.
Solo per amore. Solo per giustizia poetica. Scriverà lei le frasi, ispirandosi ai suoi diari, ai suoi sogni, ai tramonti sulle mura, ai fiori che sbocciano in Piazza Napoleone o sul prato di villa la Marlia, dove Elisa Bonaparte Baciocchi passeggiava con eleganza.Ogni sera, quando il sole colora di rosa le pietre antiche di Lucca, Camille si siede sotto la Torre delle Ore, apre il suo quaderno con la copertina di Monet e scrive:«Torna presto! Se non arrivi, è inverno anche in pieno maggio.» «Reviens vite ! Sans toi, même mai est un hiver.»Oppure: «Prima di te non ho mai amato.» «Avant toi, je n’ai jamais aimé.»E nessuno sa che queste frasi, firmate anonimamente nei cioccolatini che Camille ridistribuisce tra amici e passanti, sono sue. Non di Pascal. Non di Prévert.
Ma di Camille, la petite lucchese che sogna Parigi, e la trova ogni giorno tra i vicoli della sua città.Un sabato pomeriggio di fine maggio, mentre Camille cammina lungo via del Fosso con il suo quaderno sotto il braccio e la testa piena di versi da inventare, versi come: «L’amore non ha orologio, ma arriva sempre in tempo», e a come tradurli in francese, vede lui.Seduto sotto la Torre delle Ore, con un libro aperto sulle ginocchia e un Bacio Perugina scartato accanto. Camille rallenta. Riconosce quella frase: la sua.«Ti piacciono i Baci?» chiede lui, con un accento francese «Non li mangio. Li leggo», rispose lei. «Quella frase l’ho scritta io.»Lui ridendo. «Allora sei famosa.»Parlano per ore. Di cinema francese, di poesia, di cioccolatini. Quando si salutano, Camille gli lascia un bigliettino scritto a mano:«Ci rivediamo domani, stesso posto, stessa ora. Se non vieni… c’est fini.»Lui andrà. Naturalmente. Come in tutte le migliori storie d’amore. Come nei bigliettini dei Baci.
Una commedia godibilissima, con una protagonista piena di verve. Sembra già di vedere un piccolo film, con Lucca sullo sfondo e Camille a riempire di sé le scene.
Grazie mille Simona