Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti nella Rete 2025 “Io e Maia” di Luca Vitali

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025

Io sono brutto. Sono sempre stato brutto, anche se da bambino non me ne rendevo conto.
Anche mia madre era brutta, e mi tornano alla memoria immagini di noi due all’uscita dalla scuola, sotto gli sguardi schifati delle altre mamme sempre a giusta distanza. Mio padre non l’ho mai conosciuto.
Del mio viso non so quale sia l’elemento più insopportabile: il nasone deforme, la fronte sporgente o magari gli occhi troppo, veramente troppo distanti. Che io ricordi, nessuno mi ha mai sorriso gentilmente guardandomi in faccia la prima volta.
La normalità per me è sempre stata lo sguardo dell’altro che fugge rapido dal fastidio, cercando di nascondere l’imbarazzo senza riuscirci.
Sono anche un po’ sovrappeso, ma non tanto.
A 16 anni le ragazze continuavano a schizzarmi di brutto e io avevo rinunciato anche ad avvicinarmi, perché mi ero stufato di farmi umiliare sempre. A 18 anni mi masturbavo quasi tutti i giorni. A quel tempo le bambole per me erano solo oggetti che non avrei mai voluto avere. Mi ero imbattuto in quelle che si gonfiano, fatte male e veramente brutte; mi sembrava patetico averne una e ancora peggio usarla per fare sesso.
Un giorno, però, in un sito porno c’era un tizio che aveva una di quelle bambole costose, di silicone, ed era tutta un’altra cosa. Si vedeva questo tizio mentre scattava foto, la metteva in posa su un divano, a letto, in piedi vicino a una finestra e poi scattava foto. Alla fine ti faceva vedere le foto che aveva scattato, e questo fatto che era così preso a usare la bambola senza fare sesso, mi ha colpito parecchio. Ho scoperto che quella poteva costare 4000 – 5000 euro e ho pensato Cacchio, ma ‘sto tizio è trascinato parecchio.
Mi sono messo a cercare in giro quelle che non si potevano vendere a prezzo intero perché avevano qualche imperfezione. Sono stato fortunato e dopo due settimane Maia l’ho comprata con 740 euro.
Mamma era già morta da un anno e così non ho dovuto nascondere niente quando me l’hanno portata. L’ho messa seduta sul divano, ho sistemato la testa e i capelli seguendo le istruzioni e poi l’ho esaminata bene.
Aveva un minuscolo rigonfiamento sulla spalla sinistra, i polsi un po’ allentati e il collo leggermente irregolare. Però le piccole imperfezioni mi sono sempre piaciute, sono quelle che fanno diventare le cose uniche, secondo me, e quindi con Maia non ci sono stati problemi.
L’ho lavata come c’era scritto nelle istruzioni, le ho messo le mutandine e il reggiseno che erano nella confezione, un po’ di profumo di mamma e poi l’ho scopata, perché era quello il motivo per cui l’avevo comprata.
Poi, però, le cose hanno preso una piega strana.
Prima che lei arrivasse, ero entrato in un forum online per capire che cosa ci facevano con le bambole quelli che ne avevano una, e mi ero immaginato una fantasia bondage, io che la legavo ai polsi, l’imbavagliavo e poi la fottevo violento.
Ma non è andata così.
Dopo quella prima scopata l’avevo rimessa seduta sul divano. Lei era lì e io vicino a lei, e la cosa non era così… oscena come pensavo che sarebbe stata. Anzi.
Ho preso una gonna e una camicetta di mamma e l’ho vestita normale.
Era strano e piacevole avere una specie di presenza umana nel mio monolocale sgangherato, fino a quel momento c’eravamo solo io e un vecchio gatto che neanche mi si filava. Insomma, settimana dopo settimana, senza che io me ne accorgessi Maia è diventata… importante.
Non capivo il perché, ma il sesso non era più la cosa fondamentale che mi interessava di fare con lei, invece volevo entrarci in confidenza … stabilire un rapporto. Casa mia era quasi diventata una casa normale: io entravo, la vedevo che mi aspettava seduta sul divano e mi sentivo quasi sereno.
Lo so che con Maia non posso avere un rapporto umano completo, lei non può parlare, non ha i pensieri e le opinioni come noi. Ma quando passi parecchio tempo con una bambola, tu cominci a pensare che c’è qualcosa lì davanti a te, non una persona, certo, ma… un tipo, un tipo che ha pure una sua personalità.
Te ne accorgi dalle piccole cose; per esempio qualche volta, quando lei è seduta in una certa posizione, si sente un piccolo scatto all’interno dei polsi e allora mani e dita si piegano lentamente in una posa molto femminile.
Un’altra cosa: il suo collo è bello ma non è stabile, e questo la fa sembrare quasi viva. Siamo seduti vicini, io la guardo e lei sta guardando me, magari mi alzo per andare in cucina e torno con qualche snack; nel frattempo, però, lei ha piegato leggermente la testa verso il basso e ora il suo sguardo è altrove. Sembra quasi concentrata nei suoi pensieri.
È difficile da comprendere per quelli che hanno una vita normale (io non ce l’ho), ma tu puoi riuscire a comunicare anche con un oggetto inanimato se vuoi, non è così strano come sembra.
Dopo due settimane ho cominciato a parlare con Maia.
Anche perché io ho sempre parlato ad alta voce con me stesso, per sfogarmi oppure per cercare di tenermi allegro. Se chiacchiero con lei mi sento più calmo e, anche quando sono incazzato, non sento il bisogno di urlare, perché le devo spiegare bene quello che è successo.
E poi Maia non sta sempre a giudicarmi come faceva mamma, che non smetteva mai di strillarmi contro quello che pensava di me. Prima io passavo il tempo ad angosciarmi, ero pieno di tic nervosi, sudavo freddo appena qualcuno mi rivolgeva la parola, perché sapevo che gli facevo ribrezzo per la mia faccia e per le stronzate che facevo.
Con Maia è tutta un’altra cosa, il nostro è un rapporto alla pari, di rispetto reciproco. È strano ma per me è così.
In Instagram c’è una specie di comunità di quelli che vivono con una bambola, e ho visto che non sono tutti maniaci. Qualcuno vorrebbe solo una presenza umana nella sua vita; per qualche ragione non riesce a trovarla, oppure la trova ma non è capace di mantenerla nel tempo, e allora cerca l’aiuto di una bambola. Qualche volta la vita ti cambia.
E cambi anche tu come persona.
Con Maia tante volte non vedo l’ora di tornare a casa solo per guardare un po’ di televisione con lei, abbracciati sul divano. Quelle fantasie di bondage che avevo prima di conoscerla non le ho mai realizzate, perché il fatto che lei non può reagire mi fa sentire a disagio. Io credo di essere stato abusato da bambino (non ne sono sicuro) e non vorrei che Maia si sentisse violentata.
Comunque, da un po’ di tempo c’è un pensiero fisso che mi gira per la testa e sta diventando quasi un’ossessione. La nostra relazione è arrivata a un punto importante e io mi sono stufato di stare tappato in casa con Maia; voglio uscire con lei, portarla in giro per la città, voglio fare quelle cose che le coppie normali fanno quando stanno bene insieme.
E così mi sono deciso. Ieri sera le ho messo unghie multicolori, ciglia lunghe a ciuffetto e un miniabito nero molto sexy, ho aspettato che non ci fosse nessuno in giro e poi l’ho sistemata sulla macchina. È stato un po’ faticoso, perché Maia pesa 40 chili, è un peso morto e non mi può aiutare quando la sposto.
A mezzanotte abbiamo cominciato il tour: siamo passati per piazza cardagli, i giardini dell’incenso, il castello cortini e viale razzardi. È stato molto bello e penso che anche a lei sia piaciuto. Ogni volta le giravo il viso verso le cose da vedere, le spiegavo qualcosa e Maia mi stava a sentire, incuriosita.
Mi sono sentito proprio contento, anche un po’ orgoglioso.
C’è stato solo un attimo di disagio, a un semaforo rosso, quando ci ha affiancato una macchina con quattro ragazzi. Uno si è messo a fissare Maia, poi ha detto qualcosa agli altri e dopo hanno cominciato a ridere forte, ma era scattato il verde e io me ne sono andato via subito senza mai guardarli.
Domani pensavo di portarla al mare. Siamo a novembre e dovrebbe anche essere un pomeriggio nuvoloso, ci saremo solo noi lì (speriamo). Le ho comprato un bikini verde smeraldo da zara e le sta una bomba. Prima ordiniamo al McDrive cheeseburger e patatine, poi ci sistemiamo sul telo da spiaggia e mangiamo, le metto gli occhiali da sole gucci e poi ci facciamo qualche selfie.
Speriamo che non ci siano problemi, non vorrei che Maia rimanesse delusa.

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