Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2025 “Vanda” di Grazia Bertini

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025

     Quando Vanda nacque, un’altra femmina dopo le prime tre sorelle deludendo Rico, suo padre che da anni aspettava il figlio maschio, non fu fatta festa alcuna. Colpa del raccolto andato male, disse lui; perché c’erano pochi soldi, ammise la madre. Ma in paese sapevano benissimo che se fosse nato il sospirato erede, Rico non avrebbe badato a spese. “Avete voluto risparmiare anche sul nome”, disse anni dopo la bambina alla mamma, quando già andava a scuola.” Perché?”. “Vanda avrebbe l’iniziale doppia….”.

Durante gli anni dell’infanzia, resa ancora più infelice dalla solitudine dopo che le sorelle si erano sposate e trasferite nella vallata, Vanda si abituò ai silenzi di suo padre durante le lunghe giornate che passavano nei campi. Imparò ad aiutarlo a condurre il bue con l’aratro, ad utilizzare il taschetto della semina, a portare la bardella con sopra le capagnate piene di fieno o di foglie per fare il letto alle bestie nella stalla. Una cosa sola non volle mai imparare: ad usare il fucile e seguire il padre a caccia. Anche per questo Rico aveva vagheggiato un figlio maschio: a volte, di notte, se lo immaginava camminare accanto a sé già fino da piccolo, durante le mattinate sul Prato Pelato o su alla Casa dei Piani, dove era più facile imbattersi nelle beccacce, in qualche lepre o nei numerosi fagiani, merli, tordi, cesene. E non mancava mai di rimarcare la cosa quando la domenica, all’uscita della Messa, si trovava in compagnia dei paesani. “La Vanda, sì, una brava figliola. Accudisce la casa, mi aiuta nei campi, guarda la nonna ormai inferma…..ma a caccia con me non vuole venire……” E giù sospiri a non finire.

Una domenica di fine novembre, quando le cime dei monti avevano cominciato da tempo ad essere imbiancate dalla neve, Rico partì di buon mattino per andare sul Prato Pelato; doveva appezzare certa legna che con il Peppe aveva tagliato qualche giorno prima. Vanda cercò di dissuaderlo: “Non andate, babbo; vedete che minaccia di nuovo la neve! E poi è domenica, restate a casa e riposatevi. Andremo domani”. Ma Rico fu irremovibile. “Per l’ora di desinare sarò di ritorno, preparatemi la polenta di neccio bella calda”. E messa la cappottina, si allontanò di buon passo.

Quando Vanda sentì suonare mezzogiorno al campanile della parrocchiale, buttò la farina di castagne nel paiolo sul fuoco, mentre nella pentola bollivano già le costole di maiale. Era inquieta, si sentiva addosso un non so che, qualcosa che la faceva pensare ad una disgrazia.

Ancora uno sguardo alla pendola: l’una. Il babbo non ritardava mai perché gli piaceva mangiare sempre alla solita ora. Si attardò un momento sulla porta di casa, attenta al minimo rumore. Niente.

Sua madre, dal canto del fuoco, disse: “Non ti preoccupare, Vanda, vedrai che ha trovato qualche compagno di battuta e si è messo a chiacchierare di fucili, di uccelli, di cani e quando parla di queste cose, lo sai, dimentica la fame, l’ora e noi che si aspetta! Se fra poco non è arrivato, noi cominciamo e poi glielo teniamo in caldo”.

La ragazza però non era tranquilla per niente; tante volte Rico aveva raccontato di essersi imbattuto in Brigida, una vecchia cinghialessa maligna e rissosa, che attaccava qualsiasi persona o animale che le attraversava la strada. E se oggi, per caso……

Questo pensiero le frullò per la mente una decina di minuti; quando la pendola suonò le due, Vanda staccò dal gancio il giaccone pesante, si legò il fazzoletto dietro alla testa e uscì di casa. Poi, fatti solo pochi passi, ritornò indietro ed entrata in cantina, staccò il fucile di Rico dal gancio. Tremava tutta solo all’ idea di toccarlo. E poi, quali cartucce occorrevano? Ne prese una manciata, assortendole a caso, e via di corsa.

Il freddo cominciava a farsi sentire e Vanda ansimava nella salita. “Signore, fa che al babbo non sia capitata Brigida sulla sua strada. Ti prego, fa che Brigida oggi sia stata lontana chilometri dal Prato Pelato”. E giù Avemarie e Paternostri. Ogni tanto le sembrava di

sentire un lamento, un richiamo, poi più niente. Ma era solo la sua paura, la sua fantasia.

“Babbo, dove siete? Babbo, rispondetemi per favore”. Vanda chiamava Rico ad ogni svolta del sentiero, sperando di localizzarlo. Lo vide, invece, quando sbucò proprio in cima al viottolo: era sdraiato per terra, contro una ceppa di castagno, ferito, bianco come un lenzuolo pulito. Un filo di sangue si era accagliato sulla fronte. “Ci hai messo, eh, a venire…..” tentò l’uomo con il solito piglio aspro, ma poi, subito dopo, vedendo il fucile ed il gonfio delle cartucce che spuntavano dalla tasca della figlia, le parole gli rimasero in gola. Vanda alzò con delicatezza il padre; bisognava scendere al paese prima che fosse troppo buio, sperando che Brigida non fosse troppo vicina.

Lo disse a Rico, il quale con un mezzo sorriso rispose: “Ma tanto, hai il fucile, no?!”.

Partirono. La ragazza si era quasi caricata l’uomo sulle spalle, cercando di non fargli male e pensando che appena arrivati a casa, avrebbe dovuto chiamare il medico. Quando entrarono nella zona d’ombra, dove il sole anche d’estate raramente entra attraverso il fitto fogliame, Vanda sentì un “vvuff” ripetuto tre o quattro volte e sempre più vicino.

“Babbo, avete sentito? E’ lei, vero?” Non ci fu nemmeno il tempo di pensare. Il bestione, forse infastidito da qualcosa, stava scendendo fragorosamente sul sentiero, aprendosi un varco nel sottobosco. A Vanda venne un coraggio da leone. Dopo aver avuto paura per tanti anni, prese una cartuccia dalla tasca e mostrandola velocemente al padre, gli chiese: “Questa?”, Rico annuì, appoggiandosi al tronco di un grosso castagno. Lei imbracciò il fucile tutta tremante e quando la vecchia Brigida apparve proprio davanti a lei, qualche decina di metri più in basso, prese la mira e, chiusi gli occhi. Sparò. L’eco della fucilata calò giù nella conca ed arrivò fino in paese.

Vanda aspettava con terrore di sentire il fiato del bestione addosso, aspettava di ricevere l’urto delle zanne nella sua carne.  Niente.

Rico disse piano: “Che colpo, figliola. L’hai fatta secca. Nemmeno un uomo avrebbe fatto tanto!”. E fu tutto.

Senza nemmeno guardare la bestia che aveva ucciso, la ragazza si caricò di nuovo il padre sulle spalle e come Dio volle arrivarono a

casa.

Rico però non ebbe pace finché non fece ammenda verso quella figliola tanto poco considerata: appena guarito, la domenica mattina all’uscita della Messa, la Vanda fu pubblicamente riconosciuta dal padre come “uno dei migliori fucili del paese”, facendola diventare rossa dal piacere e cancellando con quelle parole anni ed anni di indifferenza.

Dal cielo bianco, intanto, ricominciavano a cadere fiocchi di neve.

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