Premio Racconti nella Rete 2025 “Problema Psicologico” di Paolo Ceccarelli
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025*Diario di Massimo Corso, Terza Edizione per gli Istituti di Psichiatria e di Medicina Legale, annotazione del 20 giugno. *
“Oggi mi ha fatto veramente eccitare. In giardino ha preso una pesca matura e si è messa a mangiarla, guardandomi fisso, piena di desiderio. Era come quel quadro. L’ho fotografata e lei ha continuato, facendosi colare il succo della pesca dalla bocca. Lo sa che mi eccita da morire quando lo fa, sta imparando, finalmente sta imparando, questa notte voglio provare a fotografarla mentre le faccio colare qualcos’altro, ancora non so, dovrò chiedere a Marta di fare la foto, è tutta una questione di inquadratura. Mi chiedo se non è il caso di farla dormire almeno questa notte, ha messo su certe occhiaie! io un paio di tiri e vado avanti ma lei è una bambina, dovrei farla dormire di più, Silvano mi ha detto di darle qualcosa, anche la coca, lui fa così con la sua, ma io non sono come lui, sono bambine, fa male e io non voglio che lei stia male!”
Lo conosce questo passo, dottoressa, sui manuali si dice che “il soggetto sembra abbandonare la reificazione della propria vittima”, nell’edizione completa ci stanno le foto che mi fece quella sera con tutte le schifezze che mi colavano, i giudici volevano distruggere tutto, ma io ormai avevo diciotto anni, mi opposi. Il primario di psichiatria lo scrisse, questo diario ci permette un’immersione completa nella patologia, e ne facemmo un po’ di copie numerate per le facoltà e gli istituti, prezzo di costo, che in realtà non lo era. E lo so che se lo sta chiedendo, ogni tanto ne faccio delle copie da vendere di nascosto, stando attenta a non farmi beccare dalla postale. Ma è da quel giorno che è partito tutto, perché lui mi faceva leggere le sue riflessioni, discuteva con me delle foto e delle pose, sembrava convinto che mi piacesse, si rattristava quando non gli venivo dietro, quando piangevo, quando gridavo perché mi faceva male. Ma quando ho letto quello che aveva scritto ho iniziato a capire. Vede, dottoressa, io in quel momento lo odiavo, in quello sguardo io ci mettevo tutto l’odio che tenevo, perché in un orfanatrofio ucraino impari tante cose e anche quelle, ma una volta in una casa pensi che è finita, hai mamma e papà, non sono quelli che avevi prima, ma sono mamma e papà. Ma papà poi ti scopa e mamma partecipa, questo non te lo aspetti. Ti aggrappi alla mamma, pensi che lei partecipi perché lui la picchia, la frustra, la umilia davanti a te, poi l’ho capito che la moglie era una troia masochista e si divertiva quanto lui. E quando ho letto, allora qualcosa ho capito, ero piccola ma qualcosa ho capito.
Mi sono trasformata in quello che voleva lui, in quello che sognava da sempre. Non è stato facile, non sapevo come fare, i suoi film porno, i suoi libri di de Sade, le sue foto, lui, sua moglie, mi facevano schifo ma poi ho capito come fare. Ci sono riuscita. Sono diventata la sua piccola viziosa amante complice dallo sguardo arrapante che si fa colare le cose. Sono diventata preziosa per lui. Smise anche di prestarmi agli amici, che poi tra loro c’erano anche una maestra e un vice questore, caso mai si chiedesse perché non dicevo niente a scuola o alla polizia, ci teneva a me. E non ha controllato quello che gli ho messo nel bicchiere, prima non si fidava di niente e nessuno, ma quella sera si è fidato. E la polizia ha trovato le foto e io ho raccontato quasi tutto e c’era la boccetta nella borsa della moglie e la accusarono, il suo avvocato cercò di farla passare come vittima che uccide il mostro, ma io poi ho parlato anche del diario di lui e di quello di lei. Li hanno letti e hanno capito che la moglie era complice e hanno pensato all’assicurazione. Ma lei non ne sapeva niente, è andata dritta verso l’ergastolo, mi sa che alla fine aveva intuito che l’avevo fregata, ma non era popolare in galera e l’hanno maltrattata e picchiata fino ad ammazzarla, lo sa, e secondo me fino a quando non è crepata si è divertita pure, anche per questo non ha cercato di tirarmi dentro o se l’ha fatto nessuno l’ha creduta. Il fratello di lui invece sì, l’avevano nominato tutore, funzionario integerrimo che non sapeva, non poteva sapere delle perversioni del fratello, mi faceva tanti discorsi vaghi e ho capito che sapeva, alla fine si è preso una parte dei soldi e gli è andata bene così. E io ora ho tutto, tranne quello che si è tenuto il fratello, sovrintendo alle edizioni del diario, racconto la mia storia, faccio discorsi motivazionali nelle scuole, lo sa no? E finanzio pure le comunità di bambine e ragazze tolte alle famiglie per cose come le mie. Sto sempre in mezzo a loro e ogni tanto, ha capito che è per questo, pascolo. Questo me lo ha passato, ma non sono come lui, a me piacciono attorno ai dodici, quattordici anni, sentono meglio il loro corpo, provano piacere, sono più dolci. E piace anche a me quando mangiano le pesche e gli cola il succo dalla bocca. Che ieri ho fatto una festa nel giardino e una di loro, la mia preferita, ha dato un morso e mi ha guardato; io lì per lì mi sono eccitata poi ho realizzato che mi guardava come io guardavo lui. Mi odia, dottoressa. È uno shock, ho sempre pascolato credendo che le piacesse e invece mi odia. È che mi sento in colpa dottoressa, temo di avere un problema psicologico, che dice?
