Premio Racconti nella Rete 2025 “Il mulino rosso di Mondrian” di Giovanna Nilo
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025L’arte non è mai stata la mia passione, ma qualche giorno fa la mia collega Loredana mi convince a visitare una mostra di Mondrian in un locale della stazione di Milano. Di questo artista so solo che i suoi colori vivaci decorano alcune tazze da caffè e da tè che possiedo: rosso, blu, giallo… mi hanno sempre colpita.
Di buonora ci dirigiamo in stazione, prendiamo il treno per Milano. Non so cosa mi aspetta. Arrivate a destinazione, ci avviamo verso la mostra e, davanti a noi, una fila interminabile attira la mia attenzione. <<Dobbiamo aspettare?>> chiedo a Loredana, sperando in una risposta diversa. Con disinvoltura, lei mi sorride e mi dice: <<Certo, mia cara! Cosa credi, di saltare la coda? Sapevo che sarebbe stato così, ecco perché ti ho chiesto di partire presto>>. A malincuore, sospiro e rispondo: <<Ok, oggi mi hai fregata>>.
<<Spero almeno che valga la pena aspettare e che qualche quadro mi colpisca davvero>>.
Il tempo passa lentamente e dopo due ore finalmente entriamo. Davanti ai nostri occhi, un’esplosione di colori: tantissimi quadri, ma uno in particolare attira la mia attenzione. In molte opere il colore rosso domina: L’Albero Rosso, Il Mulino Rosso di Domburg, paesaggi in cui il rosso gioca un ruolo predominante. Quel colore ha sempre avuto un significato speciale per me: rappresenta la vita e la passione, ma anche il pericolo. E così, senza volerlo, un ricordo lontano riaffiora nella mia mente.
E’ un’estate di tanti anni fa. Mi trovo al mare con mio figlio, fa caldo, e lui vuole un gelato. Ci incamminiamo verso il lido, compriamo il gelato e Andrea si siede a un tavolo per mangiarlo. Gli dico di non muoversi, che torno subito. Poi, all’improvviso, delle grida squarciano l’aria. Dietro il lido, in un angolo, vedo una folla accalcata. Mi avvicino e vedo una donna a terra, un foglio le copre il volto, il corpo riverso su una montagnola di sabbia. Il sole brucia alto nel cielo, il caldo è opprimente, e il rumore delle onde si mescola ai mormorii della folla.
La scena mi colpisce profondamente: è come un quadro, come Il Mulino Rosso di Mondrian. La gente attorno bisbiglia che quella donna è la moglie del mugnaio, uccisa per una storia di tradimento. Dicono che il mulino è il luogo segreto dove incontrava il suo amante, fino a quando il marito, scoperta la verità, ha messo fine alla sua vita. Il vento solleva la sabbia attorno al corpo, mentre i presenti osservano con espressioni sconvolte. Nessuno osa avvicinarsi troppo, come se il tragico destino della donna possa in qualche modo toccarli.
A distanza di anni, guardando quel quadro, collego l’immagine al ricordo di quel delitto. Capisco che, come nei dipinti di Mondrian, anche nella vita il rosso non è mai solo un colore. È un simbolo, una storia, un’emozione che può evocare passione, amore, ma anche pericolo e tragedia. E in quel momento, tra i colori brillanti della mostra, sento un brivido lungo la schiena, come se il passato mi abbia sfiorata ancora una volta.
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