Premio Racconti nella Rete 2025 “La chiamata” di Nicola Giannini
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025Quel giorno, come tanti altri precedenti, a Potenza, Sara si stava preparando per recarsi al call center controvoglia; anche quella mattina, cercava di trovare il coraggio verso se stessa, di evitare di mettersi il mascara e il solito vestito e recarsi in tuta presso la nuova agenzia di viaggi sotto casa a programmare una fuga in Oriente dove magari avrebbe anche fatto la lavapiatti, ma avrebbe recuperato maggiore stima verso se stessa e il proprio vivere. Dopo la solita colazione rifletté però, che ancora i tempi non erano maturi e che doveva almeno far proprie le provvigioni del mese. Così presa dai pensieri si diresse in bagno urtando una tazza, che cadde rovinosamente a terra; Sara non si crucciò troppo di questo inconveniente vista la decisione che stava per prendere, che sicuramente le causava un sicuro ritardo al lavoro.
Qualche centinaio di chilometri più a nord nelle campagne di Langhirano, il Leccio dominava maestoso la vallata. Erano passati oltre tre secoli e la pianta era rimasta vigorosa e pronta per un’altra primavera; la stagione era partita in ritardo ma i nuovi rami promettevano un altro ennesimo accrescimento della chioma. Marco, quindicenne, stava provando l’ebbrezza del viaggio con la nuova moto: il rosso fiammante attirava gli sguardi. Erano le 09:20; Anna in trasferta di lavoro, era al volante in attesa di notizie dalla clinica; aveva desistito dal conoscere il sesso del nascituro fino quasi all’ottavo mese, ma alla fine si era decisa di fare la richiesta per e-mail richiedendo un contatto telefonico o una risposta in merito ed era ansiosa di avere novità.. se era un maschio lo avrebbe chiamato Gioele, se invece era una femmina la avrebbe chiamata Martina. Inaspettatamente il cellulare squillò, e Anna rispose.. ma il brusio sullo sfondo era indizio del solito call center e rifiutò la chiamata strisciando il dito, distogliendo per un attimo lo sguardo dalla strada.
Lucrezia raffreddata non era stata accompagnata all’asilo quel giorno e giocava sul prato a palla con il nonno paterno, che vedeva molto raramente: era vogliosa con i suoi quattro anni di dimostrare, tutte le sue capacità acrobatiche e i suoi miglioramenti che l’anziano puntualmente enfatizzava. Quando Lucrezia lasciò partire quel colpo al volo, il nonno scivolò a terra mentre la palla in velocità colpi la testa di un gatto distratto da una lucertola che in quel momento era uscita dalla tana; la sfera rimbalzò così e alzandosi improvvisamente con una traiettoria imprevista, girando su se stessa, scavalcò con fatica la siepe d’alloro sbucando sulla strada.
Quando Anna distolse lo sguardo dal telefono, vide quest’oggetto improvviso sulla carreggiata e d’istinto sterzò sulla corsia opposta dove, davanti a sé, Marco sbucava dalla curva a gran velocità. L’impatto con Marco non avvenne perché il giovane fu pronto e fortunato ad evitare l’auto portandosi prima contromano e poi tornando nella propria corsia di marcia; ma il Leccio, non era mai stato, in tutti quegli anni, capace di cambiare posizione, se non facendosi più largo per i centimetri di accrescimento e l’auto di Anna trovò l’impatto proprio con quell’albero secolare. A nulla valsero i soccorsi per Anna e il Leccio giudicato pericolante dopo l’impatto, venne di lì a breve abbattuto.
A Potenza, Sara annotò la risposta delle 09:20 sul file e anche se l’utente aveva riagganciato subito, il numero era da considerarsi attivo, per cui sarebbero stati fatti altri tentativi più avanti e aveva comunque diritto a cinque centesimi. Sul finire della mattinata Sara portò il resoconto mensile al principale; quest’ultimo gli annunciò che il team aveva raggiunto i risultati sperati e sarebbero arrivate così nuove pratiche e il bonus: per cui questo mese aveva diritto a venti euro in più sulla busta paga. Sara rifletté che poi quella vita non era proprio così male e mentre il principale le stringeva la mano in segno di stima, decise di rinviare la decisione delle dimissioni.
Il telefono di Anna squillò di nuovo ma Anna quella mattina non rispose più. Le fu comunicato da un sms proveniente da Bologna che si trattava di un maschio.
In quel momento Gioele si trovava in un’incubatrice a Parma ed estratto vivo nell’incidente, si affacciava al mondo esterno, inconsapevole ed in piena salute.
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