Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2025 “Radici (Roots bloody roots)” di Giuseppe Rasi

Categoria: Premio Racconti per Corti 2025

Michele, quarantenne segnato da un passato tormentato, e suo figlio adolescente Bruno arrivano in un piccolo paesino, accolti da sguardi diffidenti e bisbigli maligni degli abitanti, che vedono in Michele il “figliol prodigo” di una famiglia considerata folle. Il paese è immerso in un’atmosfera ostile e cupa. I due alloggiano a casa dell’anziano nonno paterno, un uomo arcigno e misterioso, confinato su una sedia a rotelle, il cui passato è avvolto da ombre legate a un tragico evento: la morte di Zeno, fratello di Michele, avvenuta nel bosco anni prima in circostanze mai chiarite.

La sera la conversazione tra Bruno e il nonno rivela un conflitto generazionale e un’eredità emotiva pesante. Il nonno, tra discorsi criptici e inquietanti monologhi, cerca di insinuarsi nella mente del nipote, ponendo domande sulla sua identità e sulle sue scelte. Intanto Michele, in preda a un attacco di panico, si è chiuso in bagno e cerca conforto nell’alcool e nei sedativi. Uscito dal bagno litiga col padre.

Il giorno dopo, anniversario della morte di Zeno, Michele decide di portare Bruno sul luogo dell’incidente, un remoto belvedere nel bosco. Mentre avanzano nel fitto della vegetazione, i due si scontrano con tensioni represse. Michele, in un impeto d’ira, schiaffeggia il figlio, ma poi si scusa. Il momento di riconciliazione è breve: la natura sembra reagire. Il bosco prende vita in modo sinistro. Piante rampicanti attaccano Bruno, trascinandolo in un anfratto. Il ragazzo si libera grazie al coltellino di legno donatogli dal nonno.

Fuggendo, i due vengono inseguiti da una misteriosa nebbia elettrica. Michele viene colpito da un tronco e Bruno cerca di salvarlo, ma entrambi si trovano faccia a faccia con un’entità mostruosa antropomorfa: un essere abominevole, fusione di legno e roccia. Il mostro cattura Bruno, ma Michele interviene coraggiosamente. I due si affrontano in un combattimento brutale che termina con la morte di Michele, stritolato dalla creatura in un abbraccio mortale.

Bruno si risveglia solo, coperto di graffi e terra. Si trascina confuso e scioccato fino alla piazzetta del paese, dove, balbettando, annuncia davanti agli sguardi increduli: “Lo ha ucciso… Il bosco ha ucciso mio padre.” Le voci sussurranti degli abitanti riprendono, mentre l’immagine si oscura, lasciando intuire che la tragedia si è forse solo ripetuta, parte di un ciclo oscuro e ineluttabile. O forse è tutto frutto dell’inconscio di questa famiglia?

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1 commento »

  1. Mi sembra piu un corto.
    Le scene sono delineate, il finale è ciclico.

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