Racconti nella Rete®

24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2025 “L’uomo di Roma” di Maddalena Frangioni

Categoria: Premio Racconti per Corti 2025


Alle ventidue in punto di una fredda sera di novembre l’uomo di Roma arrivò nel piccolo paese dell’appennino pistoiese sudato, seccato, arrabbiato dopo aver fatto un lungo giro tra tornanti e dirupi, attraverso torrenti dalle acque agitate. Era in ritardo. Salito di fretta sul palco mostrò, sotto la luce dei lampioni, la sua faccia larga, dal mento squadrato, il piglio arrogante. Bevve un po’ d’acqua per schiarirsi la gola e cominciò il suo discorso. “Concittadini, è da tempo che nel nostro Paese accadono le cose più strane. Esseri venuti da tanto lontano, con volti scuri e minacciosi attentano alle nostre case e alla nostra vita. In guardia! Io sono qui a difendervi tutti. Se mi voterete non vi pentirete”.

L’uomo di Roma si fermò, in attesa di sentire dalla platea un applauso, una risposta, insomma un cenno di consenso. Non arrivando agli orecchi né un fischio, né un battito di mani, né un’ingiuria, o un complimento, impallidì. Una forte agitazione lo prese. Siccome il buio impediva la vista di ciò che gli stava davanti, un dubbio atroce gli attraversò la testa. Possibile che il pubblico fosse tanto compito e rispettoso. Continuò, l’eco delle sue forti parole rimbalzò nell’immobile notte. Niente, dalla piazza non arrivò nulla Allora l’uomo, scese dal palco per andare a vedere cosa c’era là sotto. Voleva scongiurare la strana sensazione che sotto il palco non ci fosse nessuno. No, sarebbe stato troppo! Il buio era davvero totale, si distingueva appena la sagoma del campanile.

L’uomo di Roma lasciò il palco e avanzò dapprima con cautela stando bene attento a dove mettere i piedi, poi, più spedito, tentò di fare il giro della piazza. A un tratto in quel buio indistinto sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla. Si voltò di scatto, tentò di vedere. Perché quella mano e quel volto sembravano essere tanto invisibili? In un italiano stentato, la mano cercò di calmarlo. Inutile, l’uomo non riusciva a calmarsi. Aveva ragione, là, nella piazza, non c’erano i paesani, quelli col viso e le mani bianche, ma solo volti neri e teste ricciute. L’uomo ebbe paura, temeva per la sua gola e pensava alla famiglia lontana, esposta all’insicurezza. Di scatto fece un salto, risalì velocemente sul palco e presa la borsa e il cappotto raggiunse l’autista. Voleva far presto e fuggire.

L’autista, nell’aprire la portiera e farlo salire, disse laconicamente che era da tanto tempo che il paese era stato abbandonato dai giovani in cerca di lavoro in un altro Paese. Peccato che a Roma non glielo avessero detto. In paese, da tempo, erano arrivati i migranti, tanti migranti neri a lavorare nei campi abbandonati. Quei giovani scuri senza più una patria e una terra, si erano mescolati ai vecchi e alle donne. Ora sapeva, aveva toccato con mano la verità. Il paese non aveva bisogno di lui. Preoccupato e ammutolito, fece cenno all’autista di partire. L’auto, a velocità sostenuta, scomparve nella notte più tetra. Nessuno seppe più nulla di lui.

Loading

Tagged come: , ,

2 commenti »

  1. Complimenti Maddalena, un bel soggetto che dipinge il paese che c’è, non quello che alcuni politici disegnano nelle “stanze romane”. Efficace e ben scritto. Ancora complimenti

  2. grazie delle tue parole.

    proprio così il mondo di sotto, quello che non si vede il vero protagonista che mette in ridicolo coloro che si atteggiano a salvatori della sicurezza per puri scopo elettorali.

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.