Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2025 “1200 km da Firenze all’oceano” di Federico Benedetti

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025

Ricordo che quell’anno per le vacanze estive mi organizzai per tempo. Comprai una guida della Lonely Planet, destinazione Francia del sud!   La meta principale la dune de Pilat sull’oceano Atlantico. Anni prima ricordo che ne rimasi impressionato leggendo un articolo di questa zona.

E così, verso primavera avevo studiato tutto il giro, i paesi da visitare, avevo calcolato il percorso con una vecchia mappa dell’Europa: 1200 km, da Firenze all’oceano. Finalmente arriva agosto, mese delle vacanze per noi come per molti. Avevo deciso di fare una deviazione fermandoci in Garfagnana, passando poi per Castelnuovo,  Arni  e scendere giù a Massa per riprendere l’autostrada per poi fermarci a Nizza.

Arriviamo nel pomeriggio, usciamo a Ezè, piccolo borgo medioevale prima della città. Il panorama lungo la corniques sul mare è magnifico. Nizza, curiosa città della costa Azzurra, la promenade, la baia des angles, le viuzze del centro storico che ricordano qualche paesino ligure, le colorate fontane sulla piazza.

La tappa successiva è Arles, città della Provenza sul delta del Rodano. Lungo il percorso ci fermiamo a Cannes, per un bagno in mare e per vedere il paese del famoso Festival.

Le Cloatre è un bellissimo B&B nel centro di Arles a due passi dall’anfiteatro Romano. La finestra della camera si affacciava verso il teatro e quella sera c’era un concerto di musica Celtica, che ci siamo gustati comodamente abbracciati nel letto. Il giorno seguente, dopo una rilassante colazione partiamo alla scoperta della Provenza! Avignone, la città dei Papi, le Pont du Garde lo spettacolare acquedotto romano, oggi inserito in un parco museo visitato da milioni di turisti.

Sul fiume è possibile fare kajak, noleggiando le imbarcazioni lungo il corso, oppure semplicemente farvi il bagno nelle gelide acque, anche in agosto! In serata cena con crepes nel borgo di Istres. Le  piccole strade del centro di Arles, illuminate da fievoli luci, sono molto suggestive. Dietro ad ogni angolo hai la sensazione di poter scoprire qualcosa di nuovo. Quella sera il vento ci accompagnava nel nostro giro spingendoci fino agli argini del Rodano. Lungo le sponde ci sono dei barconi, qui il fiume è molto largo e navigabile. La mattina successiva siamo a Santa Marie de La Mer, in piena Camargue.

Attraversiamo il paese turisticissimo ma che comunque merita di essere visitato. Le bancarelle di souvenir  vendevano di tutto di più, anche le statuine di Pinocchio!

Arriviamo a una chiesa, dove da poco era terminata la funzione religiosa, rimaniamo impressionati nel visitare la cripta. C’era una madonna nera in quell’antro piccolo e angusto, un’aria irrespirabile per le centinaia di candele accese! Decidiamo che è ora di ripartire, anche perché in serata volevamo arrivare  a Carcassonne. Ci aspettavano diverse ore di viaggio.

 Ricordo ancora che quando la sera a casa, prima di andare a dormire, sfogliavo la mia enciclopedia geografica illustrata, appena mi si aprì davanti la pagina con la foto del borgo medioevale, pensai lì per li che fosse un dipinto, ma non era così, era veramente Carcassonne! A mano a mano che ci avviciniamo, le enormi mura si fanno sempre più grandi, e sotto una lunga fila di persone che entrava e usciva. Eravamo eccitati come due bambini che stanno per entrare in un parco giochi! Eccoci nella calca di gente, mano nella mano per la paura di perderci oltre che per sentire il contatto. Avevamo prenotato in un ostello all’interno del borgo. Il sole andando via si era portato con sé molti turisti, erano rimasti solamente quelli che pernottavano nella cittadella.

Il giorno seguente ci aspettava la tappa più lunga del viaggio. Così, dopo una giornata passata in macchina, prima di proseguire per Bordeaux, decidiamo di fermarci a dormire in un Etap a Toulose, per ripartire il mattino seguente riposati. È sera inoltrata e siamo nell’Etap, una catena economica di hotel. Touluse è veramente grande e d’impronta industriale. Alla periferia si trova anche un parco tematico scientifico sullo spazio.

Dopo diverse ore di viaggio arriviamo nel pomeriggio ad Archacon, cittadina balneare sulla costa atlantica. Hotel la Paix, grazioso posto scelto a caso sulla guida Lonely Planet, ci ospiterà per ben 3 giorni!

Sono molto graziosi gli alberghi a conduzione familiare. La signora, carinissima, vestita come una ragazzina degli anni ’50! Una ripida scala in legno scricchiolante ci porta al piano primo alla nostra camera. Appena entrati modifichiamo la disposizione dell’arredamento, i 2 letti separati si uniscono, anche se con il taglio a mezzo, molto bello inoltre il bagno in camera, creato con un paravento in pvc a tutta altezza.

Avevamo concordato con la signora la formula di mezza pensione, in quanto il posto funzionava anche da ristorante. La prima sera a cena la sala era quasi completa fra i clienti delle camere e gli altri turisti venuti da fuori. Il mattino dopo non stavo più nella pelle! Saremo andati alla Dune de Pilat! Colazione e via! La strada che porta alla duna si sviluppa lungo la costa atlantica, da Archacon in direzione sud. Ci fermiamo in una spiaggia, da li si poteva vedere interamente la duna, in quanto una volta salita sopra, non si sarebbe più vista nella sua interezza. Questo fenomeno di deposizione della sabbia è dovuto principalmente alle correnti del bacino. La duna è tutt’ora in crescente aumento, la sua altezza è di circa 1000 metri ed il fenomeno sta avanzando verso l’entroterra. Ha già divorato  un campeggio, un albergo e centinaia di metri quadri di pineta. La duna è una vera attrazione che richiama turisti di ogni parte. Non vedevo l’ora di salire sulla cima! La giornata era bellissima, nemmeno uno nuvola! Ero emozionato!  La strada che porta all’inizio della salita era piena di bancarelle con souvenir di ogni tipo (si ritrova Pinocchio) ma non ne guardavo nemmeno una, il mio obiettivo era andare sulla duna.

Ed eccoci ai suoi piedi, un imponente volume di sabbia sopra di noi. Un attimo di pausa per preparaci psicologicamente, ci togliamo le scarpe, ci incremiamo bene, sistemiamo gli zaini in spalla, infilo gli occhiali e il cappellino, prendo Lucia per mano e vai, si parte!

Con qualche sforzo riusciamo ad arrivare in cima, sul punto più alto della duna, un panorama mozzafiato a 360°! E sotto di noi l’oceano atlantico.

Da qui in poi sento la voglia di correre, io come altri, corriamo come dei pazzi giù per quella discesa di sabbia, saltare e affondare nel morbido battendo i record  di salto in lungo! .

Dopo qualche ora trascorsa sulla piccola spiaggia e dopo esserci fatti un bagno nelle gelide acque dell’oceano, e soprattutto dopo che l’alta marea ci aveva fatto arretrare più volte con l’asciugamano, siamo venuti via.

Il mattino seguente carichiamo i bagagli in macchina, ormai ci eravamo fatti un esperienza di come sistemare bene e in modo veloce le valigie. Metto in moto e si riparte, destinazione Saint Emilion! Qui siamo nelle campagne a circa 40 km a est da Bordeaux, i vigneti di questa zona sono entrati a far parte del patrimonio dell’Unesco. Dopo un breve giro nel borgo medioevale, riprendiamo il nostro viaggio e poco dopo ci fermiamo in un bel centro commerciale francese, così facciamo spesa di prodotti tipici, ma soprattutto scorta di vini!

Dopo un po di km ci fermiamo in un piccolo paesino nella valle della Dordogne, a Montignac, chiediamo di un albergo se avesse posto per quella notte. Tutto il borgo ha un fascino d’altri tempi, una signora ci accompagna alla camera, dotata di bagno, un letto altissimo, carta da parati e batjour a forma di medusa. Ci cambiamo vestiti di tutto punto e andiamo a cena nel ristorante dell’albergo. E così, serviti da un giovane cameriere che conosceva qualche parola d’inglese, assaggiamo piatti tipici locali come il foa gras e altre specialità, tutte accompagnate da un buon vino rosso.

La mattina successiva si parte alla scoperta della valle della Dordogne. Molto bella questa zona della Francia, assomiglia in parte a dove vivevo con la mia famiglia. Campi, boschi, villaggi sparsi e castelli lungo il fiume con magnifici giardini. Montignac è divenuto famoso perché vicino al paese vennero scoperte delle grotte rupestri, fino ad oggi ben conservate, le grotte di Lescaux. Pranzo al sacco con baguette e prosciutto comprate in un alimentari, breve giro in canoa sul fiume e si riparte, destinazione le Mont d’ORE. Arriviamo tardissimo all’ostello che avevamo prenotato per telefono prima della partenza. Siamo stanchissimi. Questa catena di ostelli della gioventù, la Youth International mi piace molto, sono comodi, colorati e dall’atmosfera familiare. Nell’ostello c’è anche una cucina a comune. Il giorno avevamo comprato dei pomodori e appena sistemato i bagagli in camera, ci siamo messi a cucinare degli spaghetti. Erano già un bel po’ di giorni che non ci concedevamo un piatto italiano. Le Mont d’Ore è una località di montagna situata nel cuore del massiccio centrale. D’estate ci vengono i turisti appassionati di trekking o solamente quelli che si vogliono concedere una vacanza in pieno relax a contatto con la natura. D’inverno invece è patria dello sci. Adesso gli impianti sono fermi. Il paesino è anche centro termale, l’ostello si trova proprio in fondo al paese, oltrepassate le ultime case, sotto alla montagna. Dopo cena siamo usciti fuori e nonostante fosse pieno agosto, l’aria era frizzante e sopra di noi un magnifico cielo stellato. Con dispiacere rimettiamo i nostri bagagli in macchina, pensando che quell’operazione l’avremmo fatta per altre poche volte. Sull’ora di pranzo arriviamo a Clermont Ferrand, decidiamo comunque di fermarsi e visitare questa piccola cittadina fra le montagne. L’aria è fresca. La cosa che mi ha colpito di più è stata il colore delle vecchie case e delle chiese, tutte grigie, di pietra lavica, confluivano un aspetto austero alla cittadina. Nella serata volevamo arrivare a Lione, la nostra ultima tappa francese prima di rientrare in Italia. Il soggiorno è di due notti, il che voleva dire due sere a Lione, quella d’arrivo compreso. La sera facciamo un piccolo giro nella grande città, mangiamo un kebab e poi a nanna! Il giorno seguente pioveva, che peccato, ci sarebbe piaciuto prendere delle bici a noleggio e invece a piedi anche oggi. Il pomeriggio lo passiamo a visitare il vecchio quartiere della croce rossa che si trova sulla collina. E poi i due fiumi che passano da Lione. Ormai l’anello era quasi chiuso, Lucia ed io ci guardavamo soddisfatti per i giorni trascorsi insieme e per questa magnifica avventura!

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