Premio Racconti nella Rete 2025 “Narratore senza pagina” di Marco Polcari
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2025C’era una volta un principe di una terra lontana che…
Stooop! No, no, no, no. Non ci siamo proprio. Mi scusi, Narratore, ma questo incipit sfiora, ma che dico sfiora, attinge a piene mani nella fiera della banalità. Non possiamo proprio iniziare così. No, no, no, è categoricamente escluso o vogliamo forse che già a metà racconto, ma che dico a metà, ad un terzo del racconto, i nostri lettori stiano con occhi chiusi, bocca aperta e braccia penzolanti.
Ma come osa? Il “C’era una volta” è sempre stato un mio cavallo di battaglia. Non c’è ardito cavaliere, dolce donzella o mostro peloso le cui gesta non abbia narrato principiando con un bel “C’era una volta”. Sono un narratore DOC io, cosa crede. Addormento bimbi e faccio sorridere adulti dal 1964. Non accetto critiche da uno sbarbatello come lei.
Narratore, lungi da me mancarle di rispetto, la sua fama è riconosciuta a livello mondiale, ma che dico mondiale, a livello universale. Tuttavia, nel mio ruolo di Social Fiaba Manager, mi corre l’obbligo di farle notare che le reazioni social al “C’era una volta” sono ormai piuttosto tiepide. Vede, tra gli autori dei like al “C’era una volta” troviamo qualche fata turchina appesantita, un paio di principi azzurri senza più capelli, un orco rabbonito e tre cavalieri di cui due senza più il cavallo ed uno bloccato a letto dal colpo di una strega. C’è bisogno di una ventata di freschezza, bisogna narrare di qualche influencer o di un amore nato su Facebook altrimenti non incrementeremo mai il numero di followers.
Poffarbacco ma quante corbellerie mi tocca sentire. Facebook, influencer, followers, ma cosa sono tutte queste diavolerie. Senta giovanotto, lei sarà anche un social dio solo sa cosa, ma io di trame avvincenti ed amori senza tempo ritengo di saperne abbastanza più di lei. Quindi, passi per il “C’era una volta” ma adesso mi lasci narrare in santa pace. Allora, ecco…
Era una notte buia e tempestosa, un tetro castello abitato da silenzi e…
Stooooop! Certo, e non mi dica, poi arriva un lupo mannaro, una strega cattiva o un bel drago alato. Suvvia, Narratore, questi racconti sono più scontati dell’acqua calda, ma che dico dell’acqua calda, sono più prevedibili del sorgere del sole.
Ma ma ma…ma come diavolo si permette, signorino social qualcosa dei miei stivali! Questo è un oltraggio inammissibile. Mai in vita mia sono stato oltraggiato e umiliato in siffatta maniera. Esigo le sue scuse immediatamente. Roba da matti. Proprio io. Io, che ho narrato con dolcezza la tenera amicizia tra la delicata Biancaneve e i sette simpatici nanetti. Io, che ho raccontato con passione e trasporto le beghe amorose della bella Cenerentola. Io, che ho unito grandi e piccini con la romantica vicenda della Bella addormentata e del principe Filippo e le rocambolesche avventure di Cappuccetto Rosso. Io, trattato alla stregua di un lestofante. Tutto ciò è inammissibile!
Guardi, Narratore, io non vorrei ferire il suo orgoglio ma lei è decisamente poco aggiornato, ma che dico aggiornato, lei è proprio obsoleto. I racconti di cui parla sono ormai demodè, così desueti che i millennials preferirebbero stare una settimana senza smartphone piuttosto che leggerne uno. Così come i protagonisti di cui lei tanto decanta le gesta, sono superati, desueti, antiquati. Biancaneve ha la pelle rovinata dalle lampade solari e da ormai 20 anni, come si evince dalle sue pagine social, ha un noioso lavoro nel controllo di qualità di un’azienda di mele. La Bella addormentata superati i 40 è stata mollata dal principe Filippo che, nel più classico dei clichè, è scappato con la giovane e procace Nami di One Piece. Lei è finita in psicoanalisi e si mantiene facendo da testimonial per una marca di sonniferi di cui, tra l’altro, è completamente dipendente. Cappuccetto rosso a furia di confondere lupi e umani ha perso definitivamente il senno ed è finita in una clinica di igiene mentale. L’unica ancora in pista, ma chissà per quanto ancora, è Cenerentola che si è riciclata come influencer per conto di diversi brand di calzature.
Ma lei mi sta prendendo per i fondelli o cosa, signor social indovina chi cosa? La pelle di Biancaneve, bianca come la porcellana di Meissen e liscia come il marmo di Carrara, invidiata dalle donzelle di ogni latitudine, rovinata dalle lampade solari? Possibile? La piccola Cappuccetto in mezzo a matti e squilibrati? E Filippo che tradisce l’amore senza tempo della Bella addormentata fuggendo con una ragazzina? E che ne è stato del “Vissero felici e contenti”?
Guardi qui, questa è la classifica dei trending topic, come può vedere lei stesso il “Vissero felici e contenti” non è nemmeno più in classifica dal lontano 1995. Il lieto fine non piace più, è sempre più in voga la vittoria dell’antagonista, bisogna rinfrescare i modelli. I giovani di oggi chiedono violenza, arroganza, spregiudicatezza, potere. Basta con queste noiose, ma che dico noiose, con queste soporifere storie d’amore a lieto fine.
Se questo è uno scherzo non è affatto divertente, caro il mio signor social vattelapesca cosa. Mi spieghi allora come fanno i bimbi ad addormentarsi e a sognare senza il lieto fine?
Mi ascolti, Narratore, a me spiace doverle spiattellare così in faccia la realtà, ma i bambini di oggi si addormentano guardando qualche video sugli smartphone dei genitori. Non c’è tempo per andare in libreria, acquistare un libro, sedersi accanto ai letti dei figli, leggere. Dio mio, mi viene il ribrezzo solo ad elencare tutte queste azioni una di seguito all’altra. Bisogna correre, ma che dico correre, bisogna produrre, creare profitto, influenzare, criticare, apparire. Leggere lunghi racconti è così volgare, per addormentare i bimbi sono sufficienti poche immagini animate e qualche aiutino medico nei casi più ostinati.
Ma lei mi sta dicendo che i bambini di oggi crescono senza conoscere l’Amore con la A maiuscola? E come fanno a crescere felici? Come possono vivere senza sognare e come possono amare senza aver mai sentito narrare della dolcezza? Dov’è finito il romanticismo? La prego, mi dica che è tutta una gran burla, signor social eccetera eccetera, altrimenti sarà tutto così disperatamente triste.
Non la prendo in giro, Narratore. Guardi lei stesso, guardi, questo era il profilo Facebook condiviso di Belle e del principe Adam, probabilmente lei che ha una certa età li ricorda meglio come la Bella e la Bestia. E’ rimasta solo la foto profilo, una fede nuziale con una gigantesca X rossa disegnata sopra. Lo hanno chiuso ormai più di 10 anni fa, quando si sono separati, ma che dico separati, hanno proprio ripudiato il matrimonio. Il divorzio è stato un bagno di sangue, si sono contesi Gaston e Lumiere fino alla fine a suon di lettere di avvocati e atti di citazione. E che dire di Hansel & Gretel, perennemente in prima pagina negli articoli di cronaca, legga qui questi titoli che li riguardano <<Rissa furibonda tra baby gang, un ragazzino in fin di vita>>, <<Strega: la nuova droga al sapore di cioccolato che spopola tra i giovani>> <<Tatuaggi, droga e violenza, Hansel & Gretel nuovi idoli dei teenagers>>.
No, no, no…basta la prego, questo qui è un incubo, signor social chi ha capito cosa. Ma come è potuto accadere tutto questo, cosa è mai successo alle persone?
Gliel’ho già detto caro il mio Narratore, nessuno crede più in questi valori da lei così magnificati, nemmeno quelli che lei riteneva insospettabili. E’ necessario, ma che dico necessario, è tassativamente obbligatorio un repulisti delle trame fin qui da lei narrate. Bisogna destituire i classici “C’era una volta”, “Vissero felic…aspetti aspetti, non ci posso credere, è davvero lei, che onore averla qui, venga venga è un piacere, è da tanto che avremmo voluto ospitarla. Prego prego, si accomodi pure qui, no no è libera, è libera, si figuri, ci mancherebbe. Scusi Narratore, non è che libererebbe la pagina dalle sue cose, lei capirà, abbiamo qui il signor Hater Seriale, non possiamo assolutamente perdere questa occasione.
Ma come liberare la mia pagina? Ma io ho sempre vissuto qui, il libro è la mia casa, non ho altri posti dove andare!
Sono sicuro che se la caverà benissimo, può passare in prefazione, c’è una bella fuoriuscita per lei, si immagini. Senza rancore eh, certo certo che spiace anche a me ma le cose cambiano ma che dico cambiano, le cose evolvono. E non possiamo certo lasciarci scappare il futuro dalle mani. In bocca al lupo per tutto. Ah no, certo scusi, Cappuccetto sarebbe contraria. Allora buona fortuna!
Il Narratore, triste e addolorato, non ebbe nemmeno la forza di reagire a questo sopruso. Raccolse le sue cose, una penna a tuffo con l’inchiostro secco, un piccolo calamaio, un tagliacarte ed una risma di carta di Amalfi, e si avviò mestamente verso l’uscita del libro. Nessuno lo salutò, tutti troppo impegnati a generare reel e meme in serie.
Sconsolato, incassò la sua misera buonuscita in prefazione, superò ringraziamenti e titolo e giunse lentamente alla pagina bianca che indicava l’inizio del libro, subito prima dell’ISBN e del copyright. Lì, nel silenzio della prima pagina, si aspettava di incontrare lo stesso senso di vuoto che provava nella sua anima. Ma così non fu. Una breve scritta, a penna, in caratteri corsivi e imperfetti, campeggiava in quel luogo. Una dedica. Il Narratore ebbe un sussulto, erano anni che non ne vedeva una. “Alla nostra bellissima fatina! Come ogni anno un bel libro di favole, con l’augurio di non perdere mai la voglia di leggere e di viaggiare con la fantasia. Tanti auguri per i tuoi 8 anni! Mamma e Papà”. Il Narratore la rilesse più volte, quasi incredulo. Poi sorrise, più con il cuore che con le labbra, mentre un luccichio di commozione brillava delicatamente nei suoi occhi. Forse non tutto è ancora perduto, pensò, e si avviò verso la copertina…
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