Premio Racconti per Corti 2025 “Il titolo” di Stefano Baronchelli, Carolina Di Dato, Samuela Menna, Mario Orritos, Lorenzo Palombo, Davide Salvatori, Marco Serafini e Federico Valdi
Categoria: Premio Racconti per Corti 2025Casa di distribuzione cinematografica, Italia, 1974. All’interno di una saletta viene proiettato, “Shoganai”, un film d’autore giapponese che parla dei problemi sociali e politici del paese. Ad assistere attoniti all’ermetico mattone nipponico UMBERTO (40), polemico e ansioso, NESTORE (30), giovane ed entusiasta, e FRANCO(53), gretto e cinico veterano. I tre lavorano per una casa di distribuzione di dubbia fama, specializzata in poliziotteschi, commedie pecorecce e film erotici. “Shoganai” è stato venduto in un pacchetto assieme ad un film decisamente più coerente con la linea editoriale della casa: “Godzilla contro i sette samurai”. Ai tre è stato affibbiato un ingrato compito: trovare un titolo italiano appetibile per il grande pubblico, salvando la società da un bagno di sangue. Rinchiusi nel loro ufficio, hanno solamente 48h di tempo per risolvere la situazione.
Dopo una giornata buttata al vento l’asfittico stanzino è ridotto ad un campo di battaglia; al suo interno troviamo i tre ormai sfiniti, confortati dalla solerte segretaria FRANCESCA (25). Pressati dal dispotico CAPO (55), i tre iniziano a partorire titoli sempre più impresentabili da “Gnocchi a mandorla” a “La rivoluzione non è un pranzo di gala”. La tensione cresce: i minuti passano inesorabili, le minacce da parte del capo si accumulano, arriva addirittura una telefonata intercontinentale da parte del regista dell’opera. Quest’ultimo esige che il titolo del film non venga stravolto da una traduzione irrispettosa. L’unico aiuto ai nostri eroi viene offerto da Francesca che viene però ripetutamente zittita da Franco, il quale sospetta che la ragazza stia cercando di soffiargli il posto di lavoro. Dopo l’ennesimo maltrattamento, Francesca esplode. Ne nasce una lite nella quale lei accusa Franco di propinare agli spettatori titoli orrendi. Toccato sul vivo, Franco si lancia in un’appassionata apologia dei titoli “all’italiana”. Per anni hanno attirato e confortato il pubblico con titoli colorati, divertenti, rassicuranti, proteggendolo dalla pesantezza degli originali.
La seconda giornata si chiude, l’ultima disperata proposta di titolo (“Operazione Banzai”) viene brutalmente bocciata dal capo. I tre ritornano a casa sconfitti, lasciando la segretaria a ripulire l’ufficio. Francesca, sulla via del rientro, viene colta da un’illuminazione fortuita e si precipita a telefonare al capo per comunicargli il titolo: “A qualcuno piace giallo”. La proposta incontra il favore del superiore, che entusiasta si complimenta con lei, promettendole un brillante futuro.
Quattro mesi dopo, il film è campione di incassi. Il capo della casa, intervistato da una giornalista, si prende il merito dell’ideazione del titolo. Francesca è ancora relegata al ruolo di segretaria e i nostri eroi sono alle prese con la traduzione dell’horror cult “The Texas Chainsaw Massacre”. La loro proposta di titolo: “Non aprite quella porta” viene prontamente bocciata dal capo.
Un soggetto volutamente ironico nei confronti dei c.d. film d’autore, ma soprattutto critico nei confronti della tendenza del Cinema dei nostri tempi e di un pubblico davvero insensibile e gretto. Siamo nell’ epoca dell’Intelligenza Artificiale e di una certa Deficienza Naturale. I tre esperti della casa di distribuzione cinematografica hanno il compito di far digerire al grande pubblico il “mattone culturale ” attraverso un titolo che confezioni il film in modo “leggero”. L’operazione riuscirà grazie alla segretaria dei tre che troverà il titolo giusto ma non il giusto riconoscimento, giusto nello stile dei nostri tempi.Complimenti ragazzi
E comunque, non pensiamo che la tendenza attuale non si possa cambiare, “shoganai”, non adattiamoci a ciò che è avverso, perché dipendente anche da noi. Ma ho male interpretato il messaggio del corto?